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Bologna, Sabatini: “A Saputo gli stavo sul c…” | Il consiglio a Mihajlovic

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Salernitana, Walter Sabatini

L’ex direttore sportivo del Bologna Walter Sabatini dimessosi lo scorso fine settembre con i rossoblu è tornato a parlare del rapporto con i felsinei.

In una lunga intervista al Corriere dello Sport di stamattina, Walter Sabatini, attualmente direttore sportivo della Salernitana che domani incontrerà il Bologna, ha parlato anche dell’addio alla società felsinea e del rapporto ormai logoro con Saputo.

Queste le sue dichiarazioni alla domanda su cosa non ha funzionato a Bologna: “Userò una citazione da Troisi: Pensavo fosse amore e invece era un calesse. Sono stato dimesso da Saputo dopo una brutta sconfitta in casa. Gli avevo comunicato che ero a sua disposizione per qualunque decisione volesse prendere. La mattina dopo è venuto in ufficio: è meglio che le nostre strade si dividano. L’unica spiegazione è che gli stavo sul cazzo. Perché, complessivamente, sono un uomo che sta sul cazzo, alle persone, spesso ai presidenti“.

Sabatini stimola anche Mihajlovic ad un salto di carriera: “Sinisa è  un ottimo allenatore, di una sensibilità unica a livello umano. E’ già un allenatore top, ma avrebbe bisogno di tirare i cordoni, di una squadra da 65-70 punti, per uscire dal grigiore di centro classifica. Prima di Sarri, che peraltro stimo moltissimo, pensavo che sarebbe stato perfetto per la Lazio”

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Ranieri: “Per me il calcio è come una droga, al Cagliari ho fatto una promessa”

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Cagliari, Claudio Ranieri

L’allenatore del Cagliari Claudio Ranieri ha parlato a “L’Unione Sarda” in merito al suo addio al calcio. Di seguito le sue parole.

Cagliari, le parole di Ranieri

Cagliari, Ranieri

Di seguito le parole dell’allenatore ex Roma Claudio Ranieri, rilasciate a L‘Unione Sarda, in vista del suo ritiro (ormai certo) dal mondo del calcio:

“Ripensarci? No, no, nessuno mi mette in difficoltà perché quando dico una cosa poi alla fine è quella. Io credo che sia la cosa più giusta perché voi non potete immaginare quanto io soffrissi ad ogni pareggio, ad ogni sconfitta e quest’anno sono state tante.

Io mi ero caricato di responsabilità, tutti voi. Io ci dovevo riuscire. Vedervi felici è la cosa più bella che ho provato. Smettere di allenare? Non so, per me il calcio è una droga, di sicuro Cagliari resterà la mia ultima società”.

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Juventus, la situazione a centrocampo in vista del mercato

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Juventus

La situazione in casa Juventus in particolar modo a centrocampo in vista del mercato è particolare, la situazione dettagliata.

Juventus, la situazione a centrocampo in vista del mercato

Juventus

Secondo quanto riportato da Il Corriere Dello Sport il reparto più nevralgico della Juventus è il centrocampo, motivo per cui il club bianconero con l’arrivo di Thiago Motta deve provare a risistemare il reparto del club bianconero.

Thiago Motta per il centrocampo proverà a puntare tutto sul francese ex PSG Adrien Rabiot, per cui questa settimana può risultare decisiva per il rinnovo di contratto.

Le situazioni più complicate in casa Juventus restano quelle legate allo statunitense McKennie, che ha il contratto in scadenza nel 2025 e ha aperto al rinnovo con i bianconeri, i quali però non sentirebbero ragioni in caso di richieste da parte del calciatore di aumentare l’ingaggio.

L’altra situazione delicata è quella legata al centrocampista argentino Carlos Alcaraz, arrivato quest’estate dal Southampton, che il club bianconero non ha nessuna intenzione di riscattare. Motivo per cui si starebbe pensando ad una soluzione legata ad un nuovo prestito annuale, decisone che difficilmente accetteranno i Saints vista la promozione in Premier League.

Visto lo scenario attuale, i calciatori come Miretti, Nicolussi e Iling-Junior potrebbero diventare contropartite tecniche in alcune trattative di mercato, come lo stesso Kostic che ha un contratto con i bianconeri fino al 2026, ma potrebbe salutare prima, vista la stagione decisamente al di sotto delle aspettative.

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Summit Lotito-Tudor, gli scenari: c’è anche l’ipotesi addio

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lazio Igor Tudor

La stagione è ormai alle spalle e a breve andrà in scena un incontro fra Lotito e Tudor per delineare il futuro della Lazio.

Tudor bravo allenatore, ma pessimo diplomatico

Ci è voluto poco affinché la mia previsione (“la Lazio si pentirà della scelta di Tudor” il sottoscritto ipse dixit) iniziasse a far intravedere i primi prodromi. Ad onor del vero, a oggi nessuno a Formello è insoddisfatto della scelta del tecnico croato. L’arrivo dell’ex-allenatore di Verona e Marsiglia ha restituito linfa a una squadra dall’encefalogramma piatto e il suo stile di gioco ha attecchito sulla rosa prima del previsto.

Tuttavia, non tutto ciò che luccica poi si rivela essere oro. Dopo un avvio esaltante, contraddistinto da una rincorsa alla zona europea (che si è conclusa con una insperata qualificazione all’Europa League) e lo spavento fatto passare alla Juventus nella semifinale di Coppa Italia, la Lazio si è come inceppata, tornando ad arrovellarsi sugli stessi difetti atavici palesati durante la gestione Sarri.

Il pareggio di Monza, al termine di una prestazione tutt’altro che esaltante, ha scoperchiato il vaso di Pandora e risvegliato i giocatori della Lazio dal proprio torpore. Sin lì, sulle ali dell’entusiasmo, la squadra aveva (forse) realmente creduto alla possibilità della clamorosa rimonta Champions.

Dopo la rete di Djuric, infatti, c’è stata la vittoria (balbettante e immeritata) con l’Empoli, che ha fatto da contraltare al pareggio di San Siro con l’Inter (dove obiettivamente i biancocelesti avrebbero meritato di più) e che ha preceduto il mortificante pareggio dell’ultima giornata contro un Sassuolo già retrocesso.

Tudor

Summit decisivo oggi: rischio dentro o fuori

Tutto sommato, lo score di Tudor sulla panchina bianco celeste è (sin qui) estremamente positivo. 6 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. In campionato la media è di 2 punti esatta per partita, dato che la Lazio di Tudor ha collezionato 18 punti in 9 giornate. Le avvisaglie per continuare assieme ci sono tutte, dato che la dirigenza bianco celeste è soddisfatta del suo lavoro e non potrebbe essere altrimenti.

Tuttavia, non si possono ignorare i numerosi problemi di spogliatoio che il modus operandi Tudoriano ha causato in appena tre mesi di gestione tecnica. Se infatti è innegabile che la squadra abbia giovato (quantomeno dal punto di vista tecnico-tattico) dall’avvicendamento in panchina, è altrettanto vero che buona parte dello spogliatoio non sembra essere d’accordo con la scelta di affidarsi al croato.

Romagnoli. Luis Alberto. Guendouzi. Immobile. Troppi i calciatori con i quali Tudor ha avuto confronti (anche piuttosto accesi) nei suoi primi vagiti da allenatore della Lazio. Una sensazione corroborata anche dalla richiesta fatta a Lotito dallo stesso Tudor. Una sorta di lista del molibdeno, in cui (in buona sostanza) il tecnico croato chiede al patron bianco celeste e a Fabiani di esautorare buona parte della rosa.

Una scelta che la dirigenza bianco celeste non vuole e che soprattutto non può farlo. Abiurare il mercato estivo dopo un singolo anno, benché disastroso, sarebbe un salasso economico per le casse di Formello, già di loro impelagate nello scongiurare l’incubo del ritorno del famigerato indice di liquidità. Giocatori come Isaksen (completamente fuori dal progetto) e Rovella (tornato nell’undici titolare solo grazie all’avanzamento di Kamada sulla trequarti) rappresenterebbero una minusvalenza certa a bilancio.

Lotito è disposto a venire incontro alle esigenze del proprio allenatore, ma quest’ultimo dovrà essere ragionevole ed essere disposto a scendere a compromessi. Altrimenti nessuna ipotesi potrà essere aprioristicamente scongiurata. Neppure quella del prematuro addio, a un anno di distanza dalla naturale scadenza dell’accordo.

Comunque vada a finire, il leitmotiv è sempre lo stesso. A Villa San Sebastiano sembrano non imparare mai dai propri errori. Da Sarri a Tudor, Lotito sembra non voler capire che non può permettersi questa tipologia di allenatori (pretenziosi, rigidi e anche un po’ capricciosi) se vuole perorare una strategia aziendale (legittima e per certi versi anche condivisibile) come quella che ha contraddistinto la sua ventennale gestione.

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