Champions League
Due facce di una sola medaglia: Le fatiche delle Italiane in Europa
Da qualche anno, il campionato italiano è tornato a pieno regime a giocare le maggiori competizioni europee, con il numero maggiore di squadre possibile. Da altrettanto tempo, sempre più abitualmente, Juventus, Roma, Napoli, Inter, Lazio, Milan e straordinariamente, quest’anno, anche l’Atalanta, colorano i turni europei nostrani. Ma se è vero che in campionato queste big presentano un conto spesso salato ai propri avversari, collezionando record su record, è altrettanto vero che in Europa questa magia tende a spezzarsi. mostrando dei lati deboli che non prevedono giusitificazioni di nessun tipo.
il cammino della Juventus
Il vero mostro sacro del nostro campionato è senza ombra di dubbio, la squadra guidata da Max Allegri prima e da Sarri ora, ha un organico assolutamente straordinario, con una panchina che, nella maggioranza dei casi, farebbe da titolare in qualsiasi altra realtà del nostro campionato. Ciò nonostante, in Champions, la Juventus dei fenomeno alle volte zoppica, mostrando troppo spesso il fianco. Se è vero che Allegri ha portato i bianconeri in finale, è altrettanto vero che entrambe le finali disputate sono andate male, per un motivo o per l’altro. Traguardo certamente importante per i bianconeri, che fino a poco tempo fa disputavano il campionato in Serie B, e invece ora disputano con l’obiettivo di vincere, la maggiore competizione Europea. Ma senz’altro, grazie anche al gioco offerto da Sarri, ne vedremo delle belle.
Napoli, quanta insicurezza!
Non troppo diverso il discorso relativo alla squadra di Ancelotti: Furia e reti in quantità in campionato, ma quante distrazioni in Europa. Il Napoli tradizionalmente gioca nei massimi trofei europei da anni, tra Europa League e Champions. I risultati però stentano clamorosamente ad arrivare, tenendo conto del potenziale tecnico dei partenopei. Il tallone d’Achille? Una difesa spesso poco solida, e un gioco che alle volte stenta a decollare, lasciando al Salisburgo, come successo, troppe occasioni per portarla a casa. Il talento aiuta i Napoletani che hanno vinto, alla fine, per 3 reti a 2, rischiando però davvero tanto di collezionare una disfatta se vogliamo immeritata.
Il ritorno dell’Inter
Discorso inverso invece per i nerazzurri, che quest’anno fungono da eccezione che conferma la regola. La squadra di Conte gioca un girone assolutamente di ferro, dove Barcellona e Dortmund sembravano le più quotate per l’eventuale passaggio del turno. L’Inter però si candida, e non solo… Si erge. La straordinaria prestazione mostrata contro il Barcellona al Camp Nou mostra una sicurezza ed una forza fino ad ora rimasta perlopiù nell’ombra, grazie anche a delle esperienze in panchina davvero poco felici. Con Conte, i nerazzurri sembrano avere quella marcia in più, essenziale per proseguire tra le grandi. Ci sono ancora dei segni di distrazione, se prendiamo in considerazione la partita giocata a San Siro con la modesta Slavia Praga, ma l’ultima partita mostra dei miglioramenti netti, col 2 a 0 sul Dortmund.
L’aquila con l’ala rotta
Forse è una delle più grandi delusioni dell’Europa giocata è proprio la Lazio. Che succede alla franchigia di Inzaghi, quando giunge dinanzi a palcoscenici esteri? Una domanda che però non trova alcun riscontro positivo, ma che anzi mostra quasi una mancanza di desiderio. La Lazio che gioca contro il Cluj è spenta, delusa, rammaricata…Lenta. Una sconfitta che, dopo ieri sera, pesa più che mai. Ennesima buona prova da mettere a verbale da parte della squadra romana, che si porta addirittura in vantaggio. Ma qualcosa va decisamente storto nella seconda frazione, complice anche un Bastos sempre alle prese con errori di distrazione clamorosi, ed una fase di manovra effettivamente compassata, stanca. Un 2 a 1 quello maturato in Scozia che mette la Lazio con le spalle al muro. Perfino passare il girone, ora, sembra un impresa, eppure questa Lazio è certamente una delle migliori dai tempi di Cragnotti.
La Roma deturpata
Decimata dagli infortuni e danneggiata da arbitraggi troppo spesso al limite dello scandalo, anche la Roma fa fatica a muovere i primi passi in Europa. La serata di ieri sera è condita da un fallo di mano di Smalling completamente inventato, che non trova adesso alcuna giustificazione. La VAR, che nel nostro campionato ha spesso corretto decisioni assolutamente insensate, in Europa League non esiste, non funziona, e perciò anche ciò che l’errore umano concede, stavolta permane, sempre. Così un altro pareggio per i giallorossi, dopo quello maturato contro il Wolfsberg, che li lascia però saldamente in testa al girone.
La sfortuna del principiante: La piccola Dea
Non parleremo del 5 a 1 subito contro il Manchester City, una squadra che purtroppo ha forse una, o due rivali attorno al mondo. Parleremo però delle altre due partite giocate dai Bergamaschi, come il 4 a 0 subito contro la certamente più modesta Dinamo Zagabria, o la sconfitta maturata a Milano, contro lo Shakthar Donetsk, per 2 reti a 1. Sconfitte pesanti, giustificate in parte dal fatto che l’Atalanta non aveva mai giocato in tutta la sua storia la Uefa Champions League, ma che non giustifica però dei parziali così netti. 2 soli gol fatti, ma ben 11 subiti dalla franchigia di Gasperini, che mostra esattamente l’opposto di quello che si vede in campionato.
Champions League
Champions League, le partite più preziose di sempre
La Champions League ha un record incredibile
La massima competizione europea è stata il palcoscenico di tre delle cinque partite più preziose di sempre. Le altre due, inutile dirlo, appartengono alla Premier League. I valori sono stati estrapolati dal portale Transfertmarkt e si riferiscono ai soli giocatori scesi in campo durante i match. Al quinto posto si trova l’ottavo di andata del 2020 tra l’Atletico Madrid (825 milioni) ed il Liverpool (960 milioni) dove la compagine iberica vinse di misura grazie alla rete di Saul Niguez. La partita valeva 1.47 miliardi di euro. A ridosso del podio Liverpool (825 milioni) contro Manchester City (705.5 milioni) del 2019 valida per la Premier League. In quell’occasione i Reds hanno vinto per 3 a 1 ai danni dei citizens.
Terzo posto per un’altra gara del campionato inglese: il pareggio a reti bianche tra il Manchester City e l’Arsenal di marzo 2024 per un valore complessivo di 1.58 miliardi, lo stesso valore di Manchester City – Real Madrid di quest’anno dove i Blancos si imposero ai calci di rigore. La gara più preziosa di sempre è l’andata dei quarti di finale, sempre dell’anno corrente, con 1.63 miliardi di valore economico. Numeri impressionanti che certificano il buon lavoro svolto dalla UEFA e dalla federazione inglese. Per fare un paragone con la Serie A, la partita più preziosa di sempre è il derby d’Italia tra Juventus e Inter del 2021 con un valore complessivo di 924.50 milioni di euro; i bianconeri vinsero per 3 a 2.
Champions League
Paradosso Dortmund: se perde la Champions incasserà più soldi
Il Borussia Dortmund, dopo 11 anni dopo l’ultima volta, tornerà a giocare la finale di Champions. In caso di sconfitta incasserà più soldi grazie a Bellingham.
Il Borussia Dortmund il 1 giugno tornerà a giocarsi la possibilità di alzare la Coppa dalla Grandi Orecchie dopo ben 11 anni (2013) dove dovette arrendersi agli acerrimi rivali del Bayern Monaco. Adesso davanti ai gialloneri ci sarà il Real Madrid, che ha battuto in extremis proprio i bavaresi in semifinale.
Comunque vada la finale di Wembley, per la società della regione della Ruhr sarà un successo. Infatti, come riportato dalla Blind, il Dortmund si trova in un complesso paradosso. In caso di vittoria la formazione di Terciz, oltre ad alzare la coppa, riceverebbe un bel gruzzolo: circa 20 milioni di euro, quelli che spettano ai vincitori.
In caso di sconfitta però i gialloneri incasserebbero di più. Se il Real Madrid dovesse trionfare, dovrà versare al club tedesco 25 milioni concordati al momento dell’acquisto di Jude Bellingham. A questi si aggiungerebbe la somma di 15 milioni assegnati dalla UEFA alla squadra perdente.
Una situazione strana, che comunque non impedirà al Dortmund di giocarsela a viso aperto contro i Blancos.
Champions League
Si scrive Real Madrid, si legge Champions League: 18° finale per i Blancos
Il Real Madrid di Carlo Ancelotti ha raggiunto la 18° finale di Champions League della sua storia. Nessuno come i Blancos: ben 7 in più del Milan.
Il Real Madrid di Carlo Ancelotti, nella serata di ieri, ha battuto il Bayern Monaco in semifinale di Champions League e è approdato in finale, dove se la vedrà con un’altra tedesca, il Borussia Dortmund.
I Blancos sono oramai da anni una schiacciasassi nella massima competizione europea. Infatti, grazie alla vittoria in extremis contro i bavaresi, il club di Florentino Perez ha raggiunto la 18° finale di Champions della sua storia. Più di qualsiasi club al mondo.
Ben 7 finali in più di Milan e Bayern Monaco, entrambe a quota 11 disputate.
Si scrive Real Madrid, si legge Champions League
Per capire meglio la supremazia dei Blancos quando si gioca per la Coppa dalla Grandi Orecchie solamente quattro club, negli ultimi dieci anni, sono riusciti a eliminare il Real Madrid dalla competizione.
Nel 2015 toccò alla Juventus di Max Allegri l’impresa del Bernabeu, nel 2019 l’Ajax dei giovani olandesi eliminò mister Zidane, mentre nel 2021 Tuchel con il suo Chelsea fece fuori i Blancos. Solamente una squadra è riuscita nell’impresa di eliminare gli spagnoli per ben due volte negli ultimi 4 anni: il Manchester City di Guardiola. Prima nel 2020, e poi lo scorso anno.
The ONLY teams to knock Real Madrid out of the 🆑 in the last 🔟 years 😳 pic.twitter.com/h1WzbQUB7w
— 433 (@433) May 9, 2024
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