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ESCLUSIVA CS – Bruno Pizzul The Voice: “Pizzul un’icona del giornalismo italiano. Vi dico tutto su Inter, social e beneficienza”

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In esclusiva ai microfoni di Calciostyle, l’imitatoreBruno Pizzul the Voice” che ci ha parlato della sua passione per il calcio italiano.

Le parole di Bruno Pizzul The Voice

Bruno Pizzul The Voice

Di seguito le parole dell’imitatore “Bruno Pizzul The Voice”, rilasciate in esclusiva ai microfoni di Calciostyle:

Sei tifoso di qualche squadra di Serie A?

Io sono tifoso di calcio. Essendo “Bruno Pizzul The Voice” sono neutrale, ma le persone che mi conoscono bene sanno che squadra tifo.

Un parere sullo scudetto vinto dall’Inter ?

Diciamo che l’Inter ha fatto un’ottima stagione e ha meritato di vincere lo scudetto. E’ la squadra con l’organico più completo e ha saputo distaccare gli avversari. E’ stato uno scudetto meritato, anche se ci sono stati episodi arbitrali che hanno fatto discutere: ma quando si vince c’è poco da dire.

Quando ti sei reso conto di essere così simile, a livello vocale, a un’icona del giornalismo italiano come Bruno Pizzul?

Io ho iniziato durante gli anni 90 a provare a imitarlo, quando lui faceva le telecronache d’Italia 90′. Poi in questi anni, con l’avvento dei social, ho riscontrato (grazie al mio amico della Nazionale Italiana Barbuti, ovvero il capitano Diego Bazoli, che mi ha spinto a iscrivermi sui social) parecchio successo.

Hai mai incontrato Bruno Pizzul di persona?

No, purtroppo non ci sono riuscito. Dovrei sentire un giornalista di Udine, che mi aveva detto che si stava impegnando per metterci in contatto, e quindi (sapendo anche dove abita) vorrei mettermi in contatto con lui per andarlo a trovare. Sì, diciamo che è il mio obiettivo. Per me è un grande, un’icona del giornalismo italiano anche a 86 anni.

I tuoi prossimi impegni lavorativi?

Sarò ospite a diversi eventi, a cui presterò la mia voce per beneficienza e per fare del bene. E’ la cosa di cui sono più orgoglioso. Sono felice di poter prestare la mia voce per aiutare chi sta meno bene di noi e fare del bene. Non guardo in faccia nessuno in queste cose, perché dovrebbe essere una priorità per ognuno di noi.

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Chierico al Premio Cesarini: “Ecco cosa penso della Roma”

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Tra i grandi nomi del calcio che prenderanno parte al Premio Cesarini nella serata di lunedì 27 maggio a Jesi (An) c’è Odoacre Chierico, allenatore ed ex giocatore di club quali Inter e Roma. A pochi giorni dalla cerimonia Odoacre Chierico si è concesso in esclusiva alle nostre domande. Un commento sul calcio italiano, dall’Inter alla Roma passando per il Real Madrid del suo amico Carlo Ancelotti e per l’imminente cammino della Nazionale di Luciano Spalletti ad Euro 2024. Andiamo a scoprire cosa ha detto Odoacre Chierico. Buongiorno Odoacre, innanzitutto le chiediamo un suo giudizio sulla stagione dell’Inter… L’Inter è sicuramente una grande squadra e merita tutto ciò che ha conquistato con mister Inzaghi. Unica pecca a mio avviso… non mi è piaciuta per niente la partita contro il Sassuolo. Nuova era in casa giallorossa con Daniele De Rossi. Qual è il suo commento a riguardo? La Roma finalmente ha un allenatore, un ragazzo di esperienza anche se molto giovane. Un uomo di calcio che in poco tempo ha saputo dare una quadratura alla squadra. E la Roma direi che ha fatto un buon finale di stagione. Il fiore all’occhiello sarebbe arrivare in Champions League. Non è semplice però tutto può succedere, e credo sia il coronamento al lavoro fatto. Mourinho o De Rossi? Sono dalla parte di uomini e calciatori che dimostrano di essere un allenatore… Mou non credo sia un allenatore di calcio… Per lei si tratta di un ritorno al Premio Cesarini che aveva ricevuto negli anni scorsi… Che emozioni proverà ad arrivare nuovamente nelle Marche? Ho avuto la fortuna di conoscere la regione Marche tramite Floriano Bini, mio grande amico da oltre 30 anni. Poi comunque ho giocato anche ad Ascoli. Le Marche hanno veramente un bel fascino, una terra di grandi imprenditori e artigiani. Una regione davvero meravigliosa che mi ha sempre accolto al meglio. Ascoli retrocessa in Lega Pro… Un’annata fallimentare… Mi dispiace molto per l’Ascoli, una retrocessione secondo me immeritata. Purtroppo le cose accadono, oggi il calcio è ricco di insidie. Auguro all’Ascoli una pronta promozione il prossimo anno… Dispiaciuto davvero molto per tutta la piazza e per il Presidente Pulcinelli. Non può mancare un pronostico su Euro 2024 e un commento su Spalletti, anche lui premiato al Cesarini 2024… Credo che negli ultimi anni la nostra Nazionale sia stata penalizzata dai pochi giovani lanciati dalle società e soprattutto dai tanti stranieri che arrivano. Tanti giocatori possono essere bravi ma la maggior parte purtroppo non si sono rivelati all’altezza di questo campionato. Io direi che è ora di trovare per il calcio italiano le agevolazioni per i giovani. Credo nel contempo che i giovani calciatori italiani siano sempre al primo posto per quanto riguarda giocatori validi, giocatori su cui poter contare. Detto questo, Spalletti – che conosco bene perché è stato anche alla Roma – è a mio modo di vedere un grandissimo allenatore e saprà come affrontare al meglio questo europeo. Un pronostico? Dico solo che Euro 2024 non sarà facile Da Spalletti ad Ancelotti. Carletto è un tuo grande amico: potrà davvero conquistare un’altra Champions? “Non è mai facile affrontare i tedeschi, ci andrei molto cauto perché stiamo parlando di una partita secca. Ancelotti è il numero uno degli allenatori a mio modo di vedere. Sicuramente si avvale di uno staff che è gestito dal figlio in prima persona, da ragazzi validi che lavorano con le tecnologie che ci sono oggi. Credo il Real sia una squadra meravigliosa, vederlo giocare è meglio che andare a teatro. E penso all’altezza del Real ci possa essere soltanto il Manchester City di Guardiola. Per me quella era la finale anticipata di Champions. Che dire, siamo tutti a tifare per Ancelotti e gli auguriamo di portare a casa questa coppa che merita. Gabrielloni e Cheddira sono due grandi attaccanti marchigiani. Qual è il tuo giudizio sul loro cammino? “Sinceramente ho seguito poco il Como e dunque non posso dare giudizi su Gabrielloni. Cheddira l’ho visto giocare, credo sia un buon giovane. Poi bisognerà vedere il suo rendimento nelle grandi piazze come Napoli. Tuttavia credo di poter dire che Cheddira abbia fatto un ottimo campionato. Spero che il mio grande amico Eusebio Di Francesco possa raggiungere la salvezza che merita. Certamente Eusebio ha saputo gestire bene i tanti giovani a sua disposizione. Grazie Odoacre (Chierico). Grazie a te Daniele (Bartocci). Approfittiamo per ricordare che l’atteso derby per il 6° posto (che può significare Champions se l’Atalanta arriva al 5° posto e vince l’Europa League – si appresta a vivere le 2 puntate conclusive. Oggi è Lazio-Inter e Roma-Genoa. Ringraziamo ancora una volta Odoacre Chierico per la disponibilità. Non resta che incontrarlo nuovamente al Premio Cesarini 2024.
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Esclusiva Alexandra Colasanti: “Allegri ha sbagliato, ma è umano. La società avrebbe dovuto portargli maggiore rispetto. Con Boniperti o Agnelli…”

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alexandra colasanti

Alexandra Colasanti, ex arbitro ora presentatrice, opinionista televisiva e showgirl, ha rilasciato un’intervista alla nostra redazione sulla Juventus e su Allegri.

Di seguito le sue parole di Alexandra Colasanti:

Indice

Alexandra Colasanti:”Allegri ha sbagliato, ma è umano. Dopo una finale vinta si parla solo del suo show. Sull’arbitraggio e sulla società…”

Allegri è un essere umano e come tale la sua reazione va contestualizzata all’interno dello stress a cui è stato sottoposto. Io credo che la sua reazione sia in parte anche figlia delle decisioni arbitrali, che possiamo dirlo sono andate a sfavore della Juventus, e che queste abbiano fatto traboccare il vaso della sua pazienza.

Confrontandomi anche con alcuni colleghi, ancora in attività e non, posso confermare come il rigore per la Juventus ci fosse. Dopodiché è stato annullato un gol per un fuorigioco millimetrico, e sappiamo tutti che sta passando al vaglio la regola della ‘luce sui corpi’, e in quel momento c’è stata quell’esplosione evidente. 

Una reazione che in quel momento ha subito l’arbitro Mariani, ma che era indirettamente indirizzata a tutta la società e anche ad alcuni giocatori. Non giustifico ciò che lui ha fatto con il giornalista, ma dopo una finale di Coppa Italia vinta meritatamente si parla più del suo show che non di quello.

Allegri è stato sempre al centro delle polemiche e questo, a un certo punto, ha portato a una rottura nervosa, perché non puoi sostenere in eterno tutte queste responsabilità. Ricordiamo che Allegri ci ha sempre messo la faccia, ha sempre fatto da scudo a società e giocatori. Anche quando di fatto la Juventus non aveva una dirigenza, dopo le dimissioni di Andrea Agnelli, che è stato il momento peggiore.”

Giocatori più responsabili di Allegri, ma si parla solo dell’allenatore. Nei suoi confronti accanimento mediatico.

“A un allenatore del genere, che ha passato quello che ha passato, non è bello che venga a scoprire dai giornali che verrà preso un nuovo allenatore. Ci vuole rispetto nei confronti dell’uomo ma anche dell’allenatore, che ha fatto il massimo possibile vincendo un trofeo e arrivando in Champions.

Ieri abbiamo visto, per la prima volta dopo tanto tempo, la Juventus che tutti noi giocatori volevamo vedere da tempo. Quindi perché ce la prendiamo con Allegri anche quando i giocatori, che vengono pagati milioni e milioni di euro, non giocano da squadra? Per me il mancato scudetto è più responsabilità dei giocatori, che se avessero giocato sempre come ieri sera forse lo avrebbero vinto, che non di Allegri

La reazione con Giuntoli a fine partita secondo me dipende in larga parte dal fatto che Allegri aveva chiesto determinati giocatori, fra la finestra di mercato estiva e quella invernale, e non gli sono stati dati. Questo è sotto gli occhi di tutti, poiché sappiamo tutti che se l’anno prossimo la Juventus vorrà fare una stagione importante allora dovrà prendere giocatori più importanti di quelli che ha adesso

L’aggressione al giornalista non è in alcun modo giustificabile, ma io invito sempre tutti a guardare l’uomo e a guardare l’accanimento mediatico che c’è nei suoi confronti. E’ l’unico uomo che da anni ha tutti i fari del mondo bianconero puntati addosso. Allegri forse non doveva dire determinate cose, ma è stato vittima di un crollo nervoso. I milioni di euro che percepisce e il fatto di essere un personaggio pubblico normalmente ti dovrebbero imporre di mantenere il controllo anche in situazioni di forte stress e di non rivolgerti in quel modo ai tuoi datori di lavoro, ma ci sono stati tantissimi episodi di personaggi extra-calcistici che hanno avuto atteggiamenti simili. Non lo sto giustificando, ma non punto neppure il dito contro di lui.”

“Allegri un grande allenatore, la società avrebbe dovuto portargli maggiore rispetto. Con Boniperti o Agnelli…”

Non è vero che Giuntoli, come dice qualcuno, non si sia preso le sue responsabilità, perché comunque davanti alle telecamere a metterci la faccia ci è andato. Credo però sia una mancanza di rispetto far apprendere al tuo allenatore che forse verrà esonerato al termine della stagione dai giornali.

Chi di dovere dovrebbe sedersi a riflettere sul fatto che lo stile Juventus è quello che ci hanno insegnato Boniperti e l’avvocato Agnelli, e che di questo passo finiremo per essere una società come tutte le altre. Uscendo dal ‘magico mondo della Juventus’, dove riservatezza ed eleganza regnavano sovrani. Allegri non ha mai dato scandalo, nemmeno nei momenti di maggior tensione, e questo è stato un punto di rottura per lui.

Per me Allegri rimane un grande allenatore e sono preoccupata dai nomi che circolano in orbita Juventus per la sua successione. Il prossimo anno la Juventus si troverà ad affrontare una stagione difficilissima, la più lunga della sua storia, e non andremo molto lontano con determinati nomi e soprattutto senza determinati rinforzi. Personalmente ringrazio Allegri per tutto ciò che ha fatto per la Juventus.”

La direzione ringrazia per la disponibilità Alexandra Colasanti.

alexandra colasanti

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L’ex Latina Bedetti “Gabrielloni del Como esempio per i giovani”

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gabrielloni como

Fresco di salvezza Daniele Bedetti, attuale vice-allenatore dello United Riccione in Serie D ed ex vice-allenatore di club quali Vis Pesaro Latina Calcio (entrambe le avventure in Lega Pro con mister Daniele Di Donato). A Daniele Bedetti, jesino doc, abbiamo chiesto un giudizio su Alessandro Gabrielloni, bomber del Como (promosso in Serie A), cresciuto proprio nel settore giovanile della Jesina di cui Bedetti ha fatto parte. “Direi che Alessandro ha coronato il suo sogno personale ma paradossalmente anche quello di molti jesini”, ci fa sapere Daniele Bedetti.

“Erano tanti anni che non si vedeva più un giocatore di Jesi ai massimi livelli. Un ragazzo, Alessandro, che ho visto crescere, nonostante la differenza di età… Ho potuto allenarlo e non allenarlo ai tempi del settore giovanile della Jesina. Ci siamo sempre mantenuti in contatto, anche quando io ero in giro con Di Donato. Ricordo che ci siamo perfino scontrati quando io ero all’Arezzo e lui al Como. Alessandro è rimasto il ragazzo di allora, con grandi doti di tempra e di carattere”.

ALESSANDRO GABRIELLONI (COMO): “UN BOMBER CHE E’ MIGLIORATO TANTO”

“Un ragazzo che non si dà mai per vinto, è migliorato nel tempo anche fisicamente e tecnicamente”, prosegue Daniele Bedetti. “E’ bello per tutti gli jesini vedere un ragazzo di Jesi partire dalla Jesina Calcio (Serie D, ndr) e salire così in alto, realizzando questa incredibile scalata. Tutto ciò senza saltare nemmeno un gradino. Non vedo l’ora di vederlo giocare in campi importanti contro squadre blasonate. Penso saremo tutti lì a fare il tifo per lui, se lo merita davvero. E merita tante altre cose belle”

Daniele, quali sono a tuo avviso i punti di forza di Gabrielloni e gli ingredienti ‘segreti’ che hanno permesso al bomber del Como questa grande scalata? “Sicuramente tempra caratteriale. Ale è un ragazzo con grande carattere, molto forte. Non molla mai. Un giocatore che è partito dal basso, affrontando mille difficoltà. Nella sua evoluzione fisica e tecnico-tattica è naturale che gli allenatori che ha avuto nel suo percorso hanno forgiato anche le altre capacità, soprattutto si è strutturato molto fisicamente. E’ diventato un attaccante importante. L’esperienza, la tecnica raffinata nelle varie categorie, giocando al fianco di calciatori di alto livello”.

Quindi abbiamo chiesto al vice-allenatore United Riccione se vuol dare un consiglio ai difensori che dovranno marcare in Serie A Alessandro Gabrielloni. “Non ti saprei dire. Ale è un uomo d’area di rigore, sente la porta. Negli ultimi anni ha affinato la dote di essere uomo d’area, di essere al posto giusto al momento giusto, aumentando la capacità realizzativa. Soprattutto ha fiuto per i gol pesanti, cosa non da poco per un attaccante al giorno d’oggi. Fermarlo sarà difficile per qualunque difensore. Da parte sua, sarà invece un bel test. Gabrielloni infatti avrà di fronte difensori di caratura internazionale, davvero un bel banco di prova”.

Mister Stefano Belardinelli, ex Jesina e oggi nello staff della Vis Pesaro, ci ha detto che Gabrielloni meriterebbe una chance azzurra, magari nei vari stage. Secondo te il suo è un chiaro messaggio a Luciano Spalletti? “Direi che nessuno avrebbe mai immaginato che un calciatore di Jesi, col suo percorso e alla soglia dei 30 anni (il prossimo 10 luglio, ndr), arrivasse in Serie A. Oggi sognare è lecito, spero davvero per lui la Nazionale possa essere il prossimo step. Gli auguro con tutto il cuore possa indossare un giorno la maglia azzurra. Il suo tragitto calcistico è partito da lontano, è arrivato oggi ad un grandissimo livello. E dunque perché non arrivare ora in Nazionale? Solo il futuro ce lo potrà dire con certezza. Indubbiamente Alessandro ha tutte le carte in regola per poter completare questo suo percorso in maglia azzurra”

GABRIELLONI VS CHEDDIRA: BOMBER A CONFRONTO

Alessandro Gabrielloni vs Walid Cheddira: quali sono secondo te le differenze tra i due attaccanti? Sarebbero compatibili insieme per una coppia d’attacco completamente Made in Marche? “Entrambi due ragazzi che sono partiti dal basso, si sono creati ed evoluti nel tempo”, così l’ex vice-allenatore del Latina Calcio ai nostri microfoni. “Walid Cheddira del Frosinone, in prestito dal Napoli, magari è più un giocatore pratico, meno tecnico di Gabrielloni. Ale è uno che fa giocare anche la squadra. Diciamo che Cheddira è uno che attacca più la profondità, più smaliziato all’interno dell’area di rigore. Ale è invece più un giocatore più funzionale al gioco della squadra.

Potrebbero far coppia? Nulla è impossibile, nel senso sarebbe curioso vedere due marchigiani fare coppia, magari in Serie A. In ogni modo si tratta di due percorsi incredibili, che devono solo alimentare i sogni e le passioni dei vari giovani calciatori. Perché nulla è impossibile, anche partendo dal basso o dai campi di periferia. Due esempi concreti per le nuove generazioni che vogliono coronare il proprio sogno sportivo. Nothing is impossible! Ringraziamo Bedetti (ex Latina Calcio e Vis Pesaro, oggi allo United Riccione) per la disponibilità e professionalità.

Di Donato e Bedetti ai tempi del Latina Calcio

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