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Fiorentina, l’arma in più di Iachini si chiama Ghezzal
Lo aveva già detto Beppe Iachini nel dopo gara di Fiorentina–Brescia: “Dispiace aver tolto Rachid dopo soli 6 minuti, ma ho dovuto farlo per il bene della squadra. Per come si è allenato ultimamente, avrà sicuramente altre occasioni.” Parole, queste, che vogliono dire tanto nei confronti di un giocatore che prima con Montella e con lo stesso tecnico marchigiano poi non ha trovato molto spazio.
Che sia l’arma in più dei viola per queste ultime partite? Lo sperano i tifosi, lo spera Ghezzal, che farà di tutto per essere riscattato, anche se al momento questa ipotesi sembra essere molto complicata.
Da ala destra a mezzala
Arrivato nelle ultime ore di mercato per ricoprire il ruolo di ala d’attacco destra con una caratteristica unica in rosa, come specificato dallo stesso ds Pradè, ovvero quella di saper rientrare col sinistro (in attesa, ovviamente, della crescita di Montiel), forse l’unica prova positiva del numero 18 viola in quel ruolo è stata quella in Coppa Italia contro il Cittadella, partita in cui siglo’ due assist (entrambi a Benassi). Proprio in quell’occasione, a differenza di quanto avvenuto lunedì, Montella decise, causa l’espulsione di Venuti, di sostituire Sottil pur di lasciare in campo l’algerino, a testimoniare quanto fosse importante sotto l’aspetto tattico.
Vediamo adesso cosa succederà, fatto sta che con Iachini Ghezzal, quando ha giocato, lo ha fatto nel ruolo di mezzala.
Grande tecnica
Se chiedi ad un calciatore della Fiorentina di nominare i calciatori più forti e tecnici della squadra, quasi sicuramente ti risponderanno che uno dei migliori in allenamento è l’ex Lione. A questo punto la domanda è lecita. Come mai non sta rispettando le aspettative? Beh, come Eysseric e Cristoforo, il calciatore algerino è dotato di una grande tecnica di base e di un’ottima visione di gioco, anche se tutto ciò non basta per un campionato, quello italiano, che richiede più fisicità e rapidità di pensiero nel giocare il pallone. Un limite, purtroppo, che nel calcio di oggi fa la differenza…
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Baggio, da 20 anni “orfani” del Divin Codino
Roberto Baggio è stato uno degli attaccanti che hanno fatto la storia, il più amato dai tifosi. Vent’anni fa il suo ritiro dal calcio giocato.
Il 16 maggio 2004 è un giorno che è rimasto impresso nella memoria di molti: è allora, infatti, che Roberto Baggio, noto a tutti come il Divin Codino, ha disputato la sua ultima partita.
All’epoca, al teatro del calcio si celebrava lo scudetto del Milan e, allo stesso tempo, si salutava l’ormai ex giocatore e il suo numero 10 al Brescia.
Dopo un calvario di infortuni fisici – due menischi in meno, i legamenti di un ginocchio ricostruiti, tre operazioni, due anni senza giocare – a San Siro si rendeva omaggio a un gigante. Che uscì dal campo al 39esimo minuto.
Baggio tra vittorie, cadute e risalite
Vincitore del Pallone d’Oro nel 1993, il giocatore è stato amato soprattutto dai tifosi e dagli appassionati di calcio, indossando maglie di club contrapposti tra loro – Fiorentina, Juventus, Milan e Inter – e riuscendo ad unire l’Italia e i suoi tifosi, anche rivali.
È stato protagonista di alcuni momenti passati alla storia: i gol del Mondiale Italia 1990, il rigore sbagliato al Mondiale 1994, i molti infortuni, la conversione al buddhismo E poi l’addio e il ritiro in Argentina, dopo aver giocato 643 partite da professionista, segnato 291 gol e realizzato infiniti assist.
Come canta Cesare Cremonini nella canzone Marmellata #25, “dal momento in cui Baggio ha smesso di giocare, non è più domenica”.
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Roma, l’infermeria si svuota
La Roma sta svuotando l’infermeria in vista del match contro il Genoa
Daniele De Rossi sta valutando insieme al suo staff i giocatori da schierare o meno, i problemi fisici continuano nonostante l’infermeria sia – sostanzialmente – svuotata. Sul fronte Paulo Dybala la faccenda è particolare perchè lo staff medico non rileva nessun infortunio ma il ragazzo continua a sentire fastidio. Nel pre-match contro il Bayer Leverkusen si è voluto ascoltare il parere della Joya lasciandolo a riposo. L’unico giocatore, ad oggi, indisponibile è Leonardo Spinazzola che ha una lesione muscolare al flessore destro.
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Milan-Conte, i dieci giorni della verità: il nodo Pioli e il risiko delle panchine
Milan-Conte, parte ufficialmente il countdown, o dentro o fuori. Andremo a provare a fare chiarezza con questo articolo, consapevoli che potrebbe letteralmente ancora accadere di tutto.
Iniziamo a parlare della situazione Antonio Conte al Milan. Nonostante le secche smentite di grandissima parte degli organi di stampa, a noi di Calcio Style risulta che il primo nome per la panchina sia proprio il tecnico leccese. Tutto fatto? Probabilmente no, per il semplice fatto che il tanto atteso incontro tra Conte e Furlani, probabilmente in presenza anche di Gerry Cardinale via Skype, ad oggi, salvo errori, non c’è ancora stato.
Situazione, se fosse confermata, a tratti imbarazzante, ma giustificabile dal fatto che tra oggi e domani la dirigenza avrà un lungo colloquio proprio con Stefano Pioli durante il quale si cercheranno di capire molte cose, soprattutto dal punto di vista economico e professionale del tecnico parmense.
Conte pretende un incontro entro fine settimana prossima con la dirigenza e siamo certi che avverrà. O dentro o fuori. La situazione è sempre la stessa, Furlani e Moncada continuano a non vedere di buon occhio il tecnico leccese, tuttavia la strada sembra essere quella e l’accordo potrebbe essere trovato.
Troviamo quindi il Napoli che certamente ha avuto diversi contatti con Conte, ma per adesso, dopo i ripetuti rifiuti del tecnico, sarebbe orientato verso altri allenatori quali Gasperini, Italiano e lo stesso Pioli. La Juventus potrebbe ritenersi soddisfatta con l’arrivo di Thiago Motta, ma come il Milan, prima dovrà piazzare Massimiliano Allegri.
Inutile dire che se Pioli dovesse rimanere senza una squadra, ancorché sembra che Sarri sia orientato verso Bologna, diverrebbe difficile per lo stesso Milan sostenere l’ultimo stipendio del parmense e nello stesso tempo assoldare Conte.
Riteniamo che solo ed esclusivamente non si trovasse una quadra per la buonuscita di Pioli, e tra oggi e domani sapremo, Conte potrebbe essere a rischio. E solo ed esclusivamente allora sarebbe inevitabile virare su un piano B che la dirigenza, ad oggi, non ha ancora previsto. I nomi di Fonseca e Gallardo sono venuti fuori perché proposti dai loro agenti e non perché direttamente cercati dal Milan.
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