Serie A
Lazio, Tudor: “Sono grato alla Juventus, difesa a 3? Vedrete…”
Il nuovo mister della Lazio Igor Tudor ha parlato nella sua prima conferenza in vista del match con la Juventus in programma sabato alle 18:00.
Lazio, le parole di Tudor
Di seguito le parole rilasciate del nuovo tecnico biancoceleste Igor Tudor in vista del match contro la Juventus in programma domani alle 18:00.
Come sono tornati i nazionali?
“I reduci dalle Nazionali stanno bene, ma abbiamo lavorato poco con loro mentre con gli altri abbiamo già effettuato 7/8 allenamenti. Hanno tutti voglia di fare, abbiamo lavorato bene”.
Domani ci sarà uno stadio importante, quale sono le sue emozioni?
Le sensazioni sono sempre positive, vogliamo sempre dare il massimo per gioire e vincere di squadra. Sono grato alla Juve, compagni, allenatori e dirigenti mi hanno fatto diventare il professionista e l’uomo che sono ora”
Il destino l’ha fatto esordire contro la Juventus. Cos’è la squadra bianconera per lei?
“Al destino non ci credo. Ho fatto 7/8 anni là della mia vita, costruendomi come giocatore e come persona. Sono grato a loro, ho avuto compagni, allenatori e dirigenti che mi hanno fatto diventare quello che sono ora.
Soprattutto dal punto di vista della cultura del lavoro che cerco di trasmettere ora come allenatore.”
Domani ci sarà uno Stadio Olimpico importante, quali emozioni?
“Belle sicuro. E’ una gara contro un avversario importante. Le motivazioni sono sempre alte, poi la partita va preparata nel modo giusto, in attacco, in difesa. sui piazzati.
Un allenatore pensa a come preparare la squadra, dandole quello che lui è. Io penso che la squadra debba essere sempre lo specchio di un allenatore. Ci vuole tempo, io sono qua da poco.
Servirà la pazienza di fare questa trasformazione da squadra di un allenatore a squadra di un altro. Ci proverò a farlo in fretta, ma all’inizio non sarà perfetta e non sarà quello che voglio. Col tempo si migliora”
Quale cose manterrà di Sarri e quali cambierà?
Ci sono due cose che penalizzano la trasformazione. Una è che c’è stato un allenatore per tre anni, seconda è che era un allenatore forte che trasmetteva idee forti. Ma dall’altra parte è così, va accettato.
Bisogna essere attenti nel fare le cose. Poi a voi piace parlare di moduli. C’è un’importanza ma non così importante come pensate. Parti con un modulo, poi se rompi gli schemi diventa un altro.
E’ tutto il modo in cui lo fai che fa la differenza, non i numeri. Poi vedrete, ormai manca poco. Vedremo domani.
Ha già in mente una squadra tipo o cambierà molti giocatori nelle prossime partite ravvicinati?
“È una situazione particolare, dovranno giocare per forza tutti. È la prima partita, dopo le nazionali, e poi ci sono due partite in 4 giorni. I 5 cambi sono importanti.
Io anche devo capire la squadra, una cosa sono gli allenamenti, un’altra le partite. Devo valutare i giocatori che possono migliorare e che possono seguire il tuo calcio. Poi bisogna vincere, c’è da fare bene da subito, serve essere tosti e con la qualità giusta”
Possono servire dirigenti per fare da raccordo tra squadra e proprietà? Una figura alla Peruzzi…
“Non è per me questa domanda. Non abbiamo parlato con la squadra del passato, ci siamo messi subito a lavorare”.
Sui social si è discusso molto su Immobile in Nazionale. Ne ha parlato con Ciro?
“Non leggo i social e i giornali, sarebbe un suicidio. Io penso a lavorare, sia quando vanno bene le cose che quando vanno male. Ciro ci ho parlato due volte anche su questo argomento, l’ho visto molto motivato.
Penso che lui ci tenga alla Nazionale, dipende solo da lui in questi due mesi.
Ha sempre segnato, penso che li farà ancora. Ci conto tanto, è un ragazzo con qualità non solo calcistiche ma anche umane. Lo conosco, sono convinto che saranno due mesi importanti”.
Si affiderà allo zoccolo duro?
“C’è sempre rispetto per passato, ma non si vive di passato. Il calcio è crudele. Noi dobbiamo vincere, conta la squadra”.
La posizione di Kamada?
“Lui in Germania giocava sia davanti che dietro, è un giocatore completo, ha corsa e qualità di gioco. Penso che, se devo essere sincero, è più adatto a questo calcio rispetto a quello precedente.
Non è pulitissimo tecnicamente, ma ha altre doti che a me piacciono tanto. Ha la mentalità giusta e poi ha gol, una dote che fa la differenza. L’ho visto anche bello allegro e voglioso, vedremo in campo”.
Come sta Lazzari? Può giocare con Pellegrini o Felipe Anderson?
“Lo vediamo oggi, ha avuto un problemino piccolo. L’equilibrio è sia offensivo che difensivo. Servono sempre giocatori con gol, ma anche che facciano la fase difensiva.
Poi si sceglie in base all’avversario e alla partita. A me piace attaccare, ma non prendere gol. Felipe Anderson a tutta fascia? Ah c’è già un sistema di gioco? Non lo ho provato, non so questa domanda.
Ma lui è molto disponibile, ha gamba e qualità. Lei è convinto che giocheremo con la difesa a 3, magari non è quella”.
Dal punto di vista umano, che spogliatoio ha trovato?
“Sono vogliosi e molto orgogliosi. Non sono giocatori da nono posto, vogliono riscattarsi. In 10 giorni sono tutti perfetti perché c’è il nuovo allenatore, con il tempo però capiremo meglio. La gente vera si vede più avanti, nelle battaglia, quando non gioca o deve subentrare”.
Come ha trovato la Lazio dal punto di vista fisico?
“Vedremo domani se sarà in grato di esaudire le mie richieste. Nei dati fisici, la Lazio è sempre stata in alto. Abbiamo parlato tanto di questo, è un argomento importante, sono le distanze che saranno diverse.
Dovranno fare corse diverse, ma anche delle similitudini perché Sarri voleva andare a prendere la palla su, la stessa cosa che voglio io”.
Marusic o Hysaj possono giocare nel terzetto difensivo?
“Tutto è ipotetico. Se non voglio dirti una cosa, posso non rispondere (ride, ndr). Patric è tornato, mi è sempre piaciuto da fuori, può essere un giocatore per me. Mi piace come difende anche a campo aperto”.
La Lazio segna poco di testa, al contrario delle sue squadre del passato…
“Sì, ogni squadra ha caratteristiche diverse. Serve però la cattiveria per fare gol, questo fa la differenza”.
È riuscito a trasferire la sua mentalità vincente?
“Se un allenatore ci riesce in 5 allenamenti è un mago (ride, ndr)”.
Sono tre partite decisive, si gioca tutto la Lazio…
“Non esistono partite della vita, è tutta un’esagerazione, è tutto fumo. Sono partite. A me interessa la squadra, prepararla bene, oggi voglio caricarla. Questo appartiene a me. Il resto è tutto fumo”.
Serie A
Roma, Cristante lo stakanovista
La Roma cerca di raggiungere due obiettivi importanti da qui a fine stagione: scopriamo insieme quali sono.
L’avventura romanista non è ancora conclusa, a tre giornate dal termine del campionato ed una semifinale di ritorno da giocare non può fare abbassare la guardia alla squadra giallorossa.
Stando alle statistiche di quest’anno ci sono alcuni giocatori che sono scesi in campo più degli altri, garantendo alla squadra una colonna portante veramente di livello.
Il calciatore che è stato più presente sul terreno di gioco è Bryan Cristante che ha perso solamente 124 minuti. Al secondo posto il difensore centrale Gianluca Mancini che non è sceso sul terreno di gioco solo 464 minuti; gradino più basso del podio per Leandro Paredes (621 minuti).
Serie A
Frosinone, continua la crescita di Soulè
Il Frosinone lotta per la salvezza in Serie A ma alcuni talentini brillano
Matias Soulè continua nel percorso virtuoso dimostrando di poter giocare con i grandi. La sua stagione è molto positiva e, con molta probabilità, rientrerà alla Juventus per cercare di vestire la maglia da titolare in bianconero. L’esterno d’attacco è il giocatore con il maggior numero di dribbling in tutto il campionato: novantuno (91). Segue Kvaratskhelia con ottantasei, tredici in più di Rafael Leao del Milan. Numeri impressionanti per un calciatore che vuole fare il definitivo salto di qualità e lasciare il segno anche in terreno europeo.
Serie A
Inter, Mkhitaryan: “Non mi vedo altrove. Futuro in Arabia?…”
Il centrocampista dell’Inter Henrikh Mkhitaryan ha parlato ai microfoni di ARMTv. Di seguito le sue parole.
Le parole di Mkhitaryan
“Ho ancora un contratto di due anni con l’Inter, fino al 2026. Vedrò se il mio fisico mi consentirà di onorare quell’accordo, al momento non mi vedo altrove. Poi penseremo se continuare qui, andare in altri club o fare delle riflessioni sulla mia carriera.”
Sullo Scudetto: “Ho aspettato a lungo lo scudetto, è un trofeo prezioso. Sono molto felice perché non tutti riescono a vincerlo a 35 anni, ma non mi adagierò su questo risultato. Per un calciatore di questa età è un po’ difficile giocare sempre: cerco di riposarmi bene, di allenarmi bene, cerco di dare il massimo. Non ho un particolare segreto”.
Futuro in Arabia?: “Portando giocatori forti, la Saudi Pro League sta cercando di sviluppare il calcio e rafforzare il campionato, ma io vedo la cosa negativamente perché i soldi non sono importanti in questo sport. L’amore per il calcio è importante. Ho sempre avuto quell’amore sin da quando ho toccato la palla per la prima volta. Ho sempre amato il calcio per il gioco, non per i soldi. Quella porta per me è chiusa. Non discuto questa opzione e non voglio nemmeno farlo perché il livello del calcio europeo, il calore e l’atteggiamento dei tifosi sono completamente diversi”.
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