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Milan: Ibrahimovic vuole continuare a giocare
La vacanza in Svezia presso la famiglia ha ridato nuove consapevolezze e soprattutto ha permesso a Zlatan Ibrahimovic di riflettere al meglio in merito al suo immediato futuro e la risposta è stata la più scontata, lo svedese vuole contnuare a giocare. L’ipotesi del ritiro era ventilata a seguito del licenziamento di Boban, quando tutte le sue certezze erano venute meno e l’arrivo di Rangnick era sicuro, così come era pressochè certo che il Milan volesse affidarsi ad un undici under 25.
Le intenzioni dei rossoneri sono comunque ancora queste, soltanto che adesso Ibra vuole confondere le idee alla dirigenza chiedendo a gran voce di restare. Quando lo svedese è approdato al Milan ha fin da subito fatto la differenza, prima di tutto nello spogliatoio infondando nei giocatori un po’ di sana cattiveria agonistica che prima di allora non era presente negli imberbi ragazzini rossoneri, in secondo luogo ha contribuito con i suoi gol a migliorare una media reti disastrosa prima del suo arrivo.
Non soltanto il Milan
Ibrahimovic si sente pronto ed il suo desiderio è continuare ancora un anno con il Milan, la squadra che più ha amato e con la quale vorrebbe tornare ad alzare almeno ancora un trofeo. Insieme al suo agente Mino Raiola lo svedese sta cercando di valutare tutte le opzioni possibili per rinnovare con i rossoneri, ma eventualmente anche per giocare ancora un anno magari con un altro club, ma sempre in Italia.
Tutto dipenderà dalla volontà di Gazidis che al momento non sembra propenso al rinnovo, ma potrebbero nelle prossime settimane aprirsi degli spiragli. Molto dipenderà dal nuovo progetto rossonero, da chi sarà l’allenatore e da quali profili verranno scelti per l’attacco.
Non dovesse rinnovare con il Milan, Ibra starebbe valutando altre due piazze, il Napoli ed il Bologna. La prima opzione sarebbe suggestiva in quanto andrebbe alla corte di un vecchio compagno di squadra e grande amico: Rino gattuso, mentre la seconda ipotesi è più pittoresca, Mihajloivic stima lo svedese, ma la cifra per averlo è di quelle imporanti e la società potrebbe imporre dei veti.
I dubbi del Milan
Il Milan nutre fortissimi dubbi in merito al rinnovo di Ibrahimovic. Il classe ’81 la prossima stagione avrà 40 anni suonati e conoscendolo difficilmente gradirà di accomodarsi in panchina, potrebbe quindi rappresentare un peso per l’attacco rossonero. capisco di risultare impopolare, ma ritengo che lo svedese alla lunga potrebbe rappresentare un problema, soprattutto si è consapevoli che non si potrà basare un nuovo progetto su un giocatore che alla fine della prossima stagione lascerà il calcio e nemmeno possiamo credere che un quarant’enne possa assicurare un’intera annata da protagonista in attacco.
Ibrahimovic è fondamentale nello spogliatoio, questo è vero, ma in campo potrebbe risultare appensantito dagli anni, questo è un tema molto importante da considerare se unito al fatto che per il rinnovo del contratto servono 7 milioni di euro, cifra che andrebbe ben contro ai dettami imposti dalla proprietà Elliott che non ammetterebbe deroghe.
Quindi ritengo che il matrimonio tra Ibra ed il Milan terminerà a giugno di quest’anno, non ci sono i presupposti per il rinnovo e forse, se di progetto nuovo dobbiamo parlare, è meglio così.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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