Focus
Roma, Ranieri: le mosse che cambiano un derby
Dalla sostituzione di Totti e De Rossi nel 2010 all’inserimento di Pellegrini nel derby di ieri: le mosse del tecnico della Roma per vincere la stracittadina.
Spesso si dice che l’allenatore più bravo è quello che sa azzeccare i cambi durante la partita, o subito a ridosso di essa. Vedi Gasperini, che in questa stagione con l’Atalanta spesso ha pescato dalla panchina gli uomini giusti per poter vincere la gara. Vedi anche Allegri, un altro allenatore che con la Juventus molte volte si è trovato portare a casa la vittoria grazie ai subentrati.
In questa categoria, senza ombra di dubbio, c’è anche Claudio Ranieri. La sua specialità? Anche e soprattutto vincere i derby con mosse a sorpresa. Con quello di ieri fanno 5 su 5 nella sua carriera da allenatore della Roma, cominciata nel settembre 2009.
L’inserimento di Lorenzo Pellegrini nell’undici titolare di ieri contro la Lazio è stata una mossa che ha sorpreso tutti, ma forse non chi conosce veramente bene il passato del tecnico testaccino. Ed il capitano giallorosso, tra lo stupore generale, gli ha dato subito ragione, aprendo le danze con lo splendido gol del vantaggio. Una rete che, di fatto, ha messo da subito la gara in discesa per i giallorossi.
Nella conferenza stampa post match di ieri Ranieri ha detto di come, parlando con Pellegrini alla vigilia del derby, avesse intravisto in lui una clamorosa voglia di giocare e di dare tutto per la sua Roma nella gara più importante della stagione. Ranieri lo ha accontentato, preferendolo a Pisilli, e rischiando il tutto per tutto, anche le possibili critiche da parte di stampa e tifosi in caso la partita non fosse andata per il verso giusto.
Una mossa decisiva, quasi ai limiti di una visione. Eppure, come detto, non è la prima volta che Ranieri sorprende tutti, anzi. E come in quella volta c’è sempre un derby di mezzo.
Totti e De Rossi: la mossa folle per vincere il derby
Era il 18 aprile 2010. La Roma affrontava la Lazio nel derby di ritorno. I giallorossi sono in un testa a testa serrato contro l’Inter di Mourinho, che ha vinto per 2-0 sulla Juventus, e vogliono battere i rivali cittadini per riprendersi la vetta della classifica. In campo i giallorossi però appaiono contratti, tesi. La squadra non riesce ad essere minimante pericolosa, anzi, a passare in vantaggio è la Lazio con la rete di Rocchi.
La Roma va negli spogliatoi in svantaggio. E’ una gara che non si può assolutamente perdere, e Ranieri decide di fare una mossa che resterà per sempre nella mente e nei ricordi di tutti i tifosi. Nella ripresa il tecnico decide il ribaltone: fuori Totti e De Rossi, dentro Menez e Taddei. Una scelta che lascia interdetti in molti, sia gli spettatori davanti alla tv che quelli presenti allo stadio. Ranieri decide di fare a meno dei due simboli della Roma e di prendersi tutti i rischi. Una scelta che però sarà decisiva per il match.
Eppure, ad inizio ripresa, la Lazio rischia addirittura di raddoppiare: Cassetti stende Kolarov in area e Tagliavento assegna il rigore. Dagli undici metri, però, Floccari si fa ipnotizzare da Julio Sergio, e da la scossa che serviva agli uomini giallorossi. Pochi minuti dopo Taddei si procura un calcio di rigore che Vucinic trasformerà nella rete dell’1-1. La Roma ritrova verve, gioco e movimenti, ed il subentrato Menez con una serpentina al limite dell’area di rigore si guadagna il fallo. Sulla punizione seguente Vucinic calcia forte e regala il vantaggio alla Roma.
Il derby terminerà 2-1 per la Roma, che tornerà capolista della classifica di Serie A. Uno dei derby più belli della storia giallorossa: vittoria e primo posto solitario in classifica, mentre con quella sconfitta la Lazio resterà pericolosamente vicina ad una zona retrocessione. Totti festeggerà sotto la Curva Sud con i pollici versi come sfottò contro i biancocelesti, ma a prendersi le prime pagine dei giornali, oltre a Vucinic, sarà Sir Claudio. La sua coraggiosa mossa ha cambiato, di fatto, l’inerzia di una gara che sembrava ormai segnata in negativo.

IL GOL DI LORENZO PELLEGRINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Quindici anni dopo la storia si ripete, ma al contrario. Invece di una sostituzione, è un ingresso a fare la differenza. Annunciato da tutti ancora una volta in panchina, Claudio Ranieri decide di dare a Lorenzo Pellegrini. il capitano della Roma, il posto da titolare in campo.
Forse qualcuno ieri prima della partita avrà pensato la mossa di ieri come un atto d’amore finale prima dei saluti, ma il campo ha dimostrato altro. Il gol, l’esultanza, e la festa al termine del match sotto la Curva Sud con giro di campo finale. E’ stata la notte di Pellegrini che, con la rete di ieri, ha voluto dire al mondo: questa è casa mia.
Ancora una volta Claudio Ranieri ha avuto ragione. Perché prima dell’allenatore c’è l’uomo, e prima dell’uomo c’è il padre. E Ranieri sa come trattare i suoi figli. I figli di Roma.
Focus
Roma-Genoa, Wesley vs Norton-Cuffy: sfida ad alta velocità
La gara tra Roma e Genoa sarà anche il confronto tra il brasiliano giallorosso e l’inglese rossoblù, due dei migliori terzini del campionato.
Domani sera la sfida tra Roma e Genoa chiuderà la diciassettesima giornata di Serie A. Una gara carica di significato in termini di classifica e, soprattutto, di emozioni, con il ritorno all’Olimpico per la prima volta da avversario dei giallorossi di Daniele De Rossi.
Ma la sfida tra giallorossi e rossoblù sarà anche l’occasione di assistere a duelli individuali, seppure su porzioni opposte di campo. La sfida più significativa, in questo senso, sarà quella tra i due terzini destri delle squadre: Wesley e Norton-Cuffy.
Wesley: dai dubbi sulle cifre all’insostituibilità
Il terzino brasiliano della Roma, arrivato nella capitale la scorsa estate per una cifra di quasi 30 milioni di euro dal Flamengo, è diventato uno dei punti fermi della squadra targata Gian Piero Gasperini. Dopo aver bagnato l’esordio ufficiale con la rete decisiva all’Olimpico nella prima partita di campionato contro il Bologna, nella primissima parte di stagione le prestazioni di Wesley avevano diviso gli addetti ai lavori ed i tifosi: volenteroso, ma troppo confusionario.

GIAN PIERO GASPERINI E WESLEY VINICIUS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Eppure, partita dopo partita, Wesley è diventato costantemente uno dei migliori in campo. Il terzino brasiliano è, di fatto, la prima arma offensiva per la Roma in fase di proposta, ma anche in quella difensiva l’ex Flamengo ha mostrato un miglioramento evidente dalle prime uscite. La costante che non è mai mancata è l’instancabilità fisica: una continua spinta sulla fascia destra che ha deliziato e convinto anche i più scettici.
Norton-Cuffy continua a stupire: per lui c’è già l’interesse della Juventus
Se Wesley ha sorpreso, dall’altra parte Brooke Norton-Cuffy lo sta facendo, forse, ancor di più. Arrivato l’anno scorso al Genoa dalle giovanili dell’Arsenal, dopo una buonissima prima stagione il rendimento del terzino inglese sta salendo in termini di prestazioni e di presenza.
Dopo un calo di rendimento dovuto al difficile inizio di stagione con la squadra rossoblù, con la guida di De Rossi Norton-Cuffy sta crescendo sempre di più. Lo scorso 8 dicembre una sua rete (la sua prima in Serie A) ha regalato il successo al Genoa ad Udine e confermato, di fatto, quello che di buono si era già visto.

NORTON-CUFFY ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
E le prestazioni di Norton-Cuffy, arrivato a Genova per soli 4 milioni, stanno attirando le attenzioni di alcuni top club: la Juventus lo avrebbe già messo nel mirino già per il mercato di gennaio, così come l’Inter, ma per portarlo via la richiesta della dirigenza rossoblù sarebbe di almeno il triplo di quanto sborsato un anno fa per strapparlo all’Arsenal.
Il minimo comun denominatore tra Norton-Cuffy e Wesley è però lo stesso: la spinta costante sulla fascia. Una caratteristica fondamentale per gli schemi di Gasperini e De Rossi, ma anche per tutte le squadre che vogliono giocare un calcio propositivo come il loro, e proprio per questo avere due terzini di questo calibro a disposizione nella propria rosa è un arma di inestimabile valore.
Focus
Zhegrova è una boccata d’aria fresca per il calcio italiano
La Juventus vince ancora e si avvicina alla vetta: contro il Pisa la svolta è arrivata grazie a Zhegrova, il talento capace di rompere ogni schema.
La Juventus ha trovato ieri la terza vittoria consecutiva in campionato, portandosi a ridosso della vetta della classifica, in attesa delle partite di oggi e dei recuperi di Inter, Milan e Napoli. Un successo importante, arrivato contro un Pisa solido, compatto e ben organizzato, che per lunghi tratti aveva limitato le soluzioni offensive bianconere.
A fare davvero la differenza, però, ancora più dell’identità e dell’organizzazione portate da Luciano Spalletti, è stato l’ingresso nella ripresa di Edon Zhegrova. E non è difficile capirne il motivo. Il kosovaro ha portato in campo imprevedibilità, strappi, dribbling, fantasia.
In pochi minuti ha scombussolato i piani del Pisa, rompendo gli equilibri e costringendo la difesa avversaria a rincorrere. Esattamente ciò per cui la Juventus ha deciso di puntare su di lui in estate.

LA GRINTA DI LUCIANO SPALLETTI E ALBERTO GILARDINO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Zhegrova, il talento che va oltre la tattica
Perché in fondo esistono giocatori che vanno oltre ogni schema. Calciatori che, con la sola qualità individuale, possono distruggere qualsiasi piano tattico e cambiare il volto di una partita. Zhegrova rientra perfettamente in questa categoria, ma non è un caso isolato.
Basta guardare come il Napoli abbia cambiato marcia da quando David Neres è tornato centrale nel gioco azzurro, o quanto il Milan perda soluzioni offensive quando Rafael Leão è indisponibile.
Sono giocatori che vanno coltivati e, a volte, coccolati più della tattica stessa, perché la loro capacità di accendere una partita è un valore aggiunto enorme. Finora Spalletti ha utilizzato Zhegrova soprattutto a gara in corso, come arma per spaccare le partite. Ma continuando così, non servirà molto prima che il tecnico di Certaldo gli conceda fiducia anche dal primo minuto con maggiore continuità.
Perché Zhegrova non è solo una risorsa per la Juventus: è una boccata d’aria fresca per il calcio italiano. Ed è anche ciò che manca, da tempo, alla nostra Nazionale.
Focus
Calcio italiano, i giocatori da tenere d’occhio per il 2026
Il 2026 si avvicina: tra gol, talento e personalità, ecco i giovani italiani pronti a prendersi il futuro del nostro calcio italiano.
Calcio italiano, i talenti sui quali puntare per il 2026
Negli ultimi anni il calcio italiano ha vissuto una fase di transizione, tra la necessità di rinnovare generazioni e l’urgenza di ritrovare protagonisti in grado di competere ai massimi livelli.
La stagione 2025/26 potrebbe segnare l’affermazione di nuovi nomi che presto potrebbero dominare la scena in Serie A e anche con la maglia dell’Italia: attaccanti letali, registi moderni, difensori tecnici e creativi. Ecco i prospetti su cui scommettere.
Francesco Camarda (Milan, in prestito al Lecce)
Forse il nome più chiacchierato della nuova generazione, Francesco Camarda, ha già scritto pagine importanti nella sua giovane carriera. Debuttato giovanissimo in Serie A e addirittura in Champions League, è considerato uno dei centravanti più promettenti in Italia: dotato di un ottimo fiuto del gol, movimento intelligente e senso della posizione, Camarda potrebbe (se gestito bene fisicamente e tatticamente) diventare il riferimento offensivo di una grande squadra italiana.
Francesco Pio Esposito (Inter)
Un altro attaccante che sta facendo parlare di sé è Francesco Pio Esposito. Classe 2005, fisico imponente e abilità nel gioco di sponda lo rendono un profilo molto interessante per il calcio moderno. Dopo una stagione positiva in Serie B con lo Spezia, Esposito sta trovando spazio anche a livello maggiore e ha già iniziato ad accumulare esperienza con la Nazionale giovanile; il salto di qualità potrebbe arrivare proprio nel 2026.
Giovanni Leoni (Parma)
Tra i talenti difensivi spicca Giovanni Leoni, giovane centrale dotato di grande maturità, lettura delle situazioni e capacità di impostare l’azione dal basso. Cresciuto nel Parma e accostato a club importanti, Leoni rappresenta il prototipo del difensore moderno: forte nel duello, sicuro in fase di possesso e già con esperienza in prima squadra. La sua crescita potrebbe collocarlo stabilmente tra i migliori difensori italiani di domani.
Simone Pafundi (Udinese)
Talento già noto nel panorama giovanile, Simone Pafundi è un trequartista/ala con grande tecnica, visione di gioco e capacità di creare superiorità numerica. Con la stagione 2025/26 che potrebbe risultare decisiva, Pafundi ha tutte le carte in regola per diventare un protagonista: il suo elemento chiave è l’abilità di collegare centrocampo e attacco con passaggi filtranti e dribbling netti.
Niccolò Fortini (Fiorentina)
Giovane difensore viola, Niccolò Fortini è emerso con personalità nonostante i minuti limitati in Serie A. Con la sua velocità, lettura degli spazi e capacità di adattarsi su più ruoli – dal centro alla fascia – Fortini può diventare un elemento importante sia per club che per la Nazionale Under-21 nei prossimi anni.
Altri talenti da seguire
Mattia Liberali (esterno offensivo), giovane con visione tecnica e talento naturale nelle giovanili, già aggregato alla prima squadra in alcune occasioni.
Niccolò Amatucci e Gabriele Guarino, centrocampista e difensore, entrambi con esperienza in Serie B e potenzialità per compiere il salto in Serie A.
Non dimentichiamo, ovviamente, ottimi portieri italiani emergenti come Carnesecchi, Caprile e Turati, che stanno guadagnando fiducia tra i pali in Serie A.
Perché questi giocatori saranno importanti per il calcio italiano nel 2026?
La risposta è semplice: l’Italia ha bisogno di una nuova generazione di protagonisti in grado di portare freschezza, carattere internazionale e competitività nei club e nella Nazionale, soprattutto dopo alcuni anni in cui la presenza di talenti nostrani nei grandi club è stata scarsa e di mancate partecipazioni ai Mondiali.
Ed è dai giovani che si può ripartire per inaugurare una nuova fase del calcio italiano, che sia in grado di tornare a competere ai massimi livelli europei e mondiali.
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