Focus
Inter, dietro la ThuLa il nulla: riserve d’attacco inadeguate
Uno dei problemi dell’Inter in stagione è stato il rendimento negativo degli attaccanti di riserva. Proprio il reparto d’attacco sarà rivoluzionato in estate.
All’indomani della netta sconfitta per 3-0 nel derby di Coppa Italia contro il Milan, è tempo di riflessioni in casa Inter. L’eliminazione nella semifinale della coppa nazionale, oltre a porre fine al sogno Triplete, ha messo ancor di più in evidenza un grande problema della rosa nerazzurra. Dietro la ThuLa, la coppia d’attacco titolare, c’è un enorme vuoto.
Le punte di riserva a disposizione di Simone Inzaghi, quando chiamate in causa, si sono dimostrate in varie occasioni inadeguate al livello che è richiesto in un top club come l’Inter. Solo Marko Arnautovic, autore di gol importanti nel 2025, soprattutto in campionato, ha dato il proprio contributo alla stagione nerazzurra.
Specialmente Mehdi Taremi, arrivato con l’aspettativa di essere una valida alternativa a Thuram e Lautaro, è da considerarsi un flop assoluto. La stagione dell’ex centravanti del Porto è stata pessima. Oltre ai pochi gol realizzati, appena 3 in stagione di cui 2 su rigore in oltre 1500 minuti di gioco, Taremi si è rivelato un pesce fuori dall’acqua nel sistema di Inzaghi. Tanto che l’ennesima prestazione negativa offerta nel derby potrebbe aver posto definitivamente la parola fine sulla sua esperienza a Milano, nonostante un contratto fino al 2027. Arrivato in estate a parametro zero, la dirigenza nerazzurra spera che l’iraniano possa attrarre acquirenti in Arabia Saudita.
Inter, impietoso il confronto con gli attaccanti del Milan

LA FORMAZIONE DELL’INTER ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Proprio nei tre derby stagionali di Coppa contro il Milan si è vista l’incapacità di Taremi e quella di Correa, la quinta e ultima punta dell’Inter, di rendersi utile. Questo perché il tecnico Simone Inzaghi non ha potuto quasi mai schierare nella stracittadina insieme Thuram e Martinez. L’attaccante francese era out nella finale di Supercoppa italiana e nel derby di ieri sera, lo stesso Lautaro era ai box nella semifinale di andata di Coppa Italia.
Sia l’iraniano che l’argentino hanno offerto delle prestazioni opache. Ancor di più se il loro contributo viene comparato con quanto fatto da da Jovic e Abraham, sulla carta non titolari nei rossoneri, che hanno messo a referto quattro gol in tre derby, tutti decisivi.
Inter, i nomi per l’attacco del prossimo anno
In estate l’Inter saluterà certamente Joaquin Correa, in scadenza di contratto e Mehdi Taremi, al quale andrà trovata una sistemazione. Arnautovic visto il buon rendimento avuto quando chiamato in causa, nutre ancora qualche speranza di rinnovo, visto anche la sua importanza all’interno dello spogliatoio. I nerazzurri quindi andranno sicuramente alla ricerca di 2 nuovi attaccanti per la prossima stagione.
È auspicabile quindi che la società nerazzurra non commetta gli stessi errori per il secondo anno di fila, e investa una parte importante del budget estivo su una 3° punta di livello. I parametri fissati dalla nuova proprietà Oaktree impongono ai dirigenti del club di cercare profili pronti, ma anche futuribili. Le principali piste portano a Jonathan David del Lille e Santiago Castro del Bologna. Entrambi restano affari complicati: il canadese per le alte richieste d’ingaggio e commissioni agli agenti, l’argentino per l’alta valutazione fatta dalla società emiliana. Per abbassare le richieste del Bologna i nerazzurri potrebbero inserire qualche contropartita tecnica, come Francesco Pio Esposito.
Le alternative ai primi due nomi sono rappresentati da due attaccanti che giocano in Italia, e che conoscono bene la Serie A, come: Nikola Krstovic del Lecce e Lorenzo Lucca dell’Udinese.
Focus
Pisa, notte nera a Lecce: ora la classifica si complica
Notte amara per il Pisa di Gilardino dopo la sconfitta contro il Lecce. Ora la classifica preoccupa e il mercato di gennaio diventa decisivo.
Un’altra sconfitta, forse la più pesante della stagione, per il Pisa di Alberto Gilardino. Nell’anticipo del venerdì sera i nerazzurri escono battuti dallo scontro diretto con il Lecce che avrebbe potuto cambiare il volto della classifica e che invece rischia di complicare ulteriormente il cammino verso la salvezza. Il punteggio racconta solo in parte quanto visto in campo.
A pesare non è neanche tanto il risultato finale, quanto la prestazione. Perché se è vero che fin qui il Pisa aveva spesso dato l’impressione di meritare più punti di quelli raccolti, con prove solide anche contro le grandi del campionato, quanto visto ieri sera è stato ben lontano dalla media stagionale. Una squadra spenta, rinunciataria, mai davvero dentro la partita e incapace di reagire.
Un Pisa praticamente irriconoscibile, come ammesso dallo stesso Gilardino nel post-partita. Poca intensità, poche idee e una sensazione di fragilità che non si era mai vista in modo così evidente. Ed è proprio questo l’aspetto più preoccupante: perdere uno scontro diretto senza mai dare la sensazione di poterlo davvero vincere.

Idrissa Toure’ (Pisa) during warm up during Italian soccer Serie B match AC Pisa vs Ascoli Calcio at the Arena Garibaldi in Pisa, Italy, December 08, 2022 – Credit: Gabriele Masotti
Pisa, il mercato per invertire la rotta
Questa terza sconfitta consecutiva lascia ora il Pisa momentaneamente a quattro punti dalla zona salvezza, una distanza che potrebbe anche aumentare nel prosieguo del weekend. Un dato che fotografa un momento complicato e che non può essere ignorato. Anche perché il bilancio complessivo parla chiaro: un solo successo finora, arrivato contro la Cremonese ormai più di un mese fa. Decisamente non abbastanza per guardare alla salvezza con ottimismo.
A rendere il quadro ancora più difficile ci sono poi le assenze imminenti. Le partenze di Nzola e Akinsanmiro per la Coppa d’Africa toglieranno soluzioni, profondità e qualità a una rosa già in affanno. La sensazione è che, senza interventi, il rischio di scivolare ulteriormente sia concreto.
Per questo gennaio diventa un passaggio obbligato. Servirà intervenire con forza sul mercato per provare a invertire la rotta e dare nuove energie a un gruppo che, dopo un buon avvio, sembra aver perso certezze e brillantezza.
Il Pisa ha mostrato di poter stare in questa categoria, ma ora servono risposte immediate. Perché il tempo stringe e la classifica, giornata dopo giornata, inizia a fare davvero paura.
Focus
Inter, il futuro di Akinsanmiro: basta un milione per riportarlo a Milano
Akinsanmiro stupisce al Pisa e torna nei piani dell’Inter: grazie alla clausola di recompra da 1 milione i nerazzurri possono riportarlo subito a Milano.
Stankovic, Pio Esposito e suo fratello Sebastiano sono solo alcuni dei maggiori talenti usciti dalle giovanili dell’Inter, settore di cui oggi la società di via della Liberazione va particolarmente fiera. Ovviamente, l’unico che gioca stabilmente nella squadra in cui è cresciuto è il più piccolo della famiglia Esposito, Pio, che — a differenza di suo fratello Sebastiano, oggi al Cagliari — ha concluso la classica trafila di prestiti nella scorsa stagione allo Spezia.
Tuttavia, non si può dire lo stesso dell’altro giocatore citato. Pur essendo attualmente in Belgio, Stankovic continua a vestire una maglia nerazzurra, quella del Club Brugge, anche se è dei tre quello più lontano: per riportarlo a Milano, infatti, l’Inter dovrebbe versare i 15 milioni previsti dalla clausola di recompra, inserita nella trattativa con il club vicecampione del Belgio.
Non è però l’unico giocatore con un passato interista ad avere una clausola simile, e che — guarda caso — ha cambiato città, ma non colori. Il nome in questione è quello di Ebenezer Akinsanmiro, centrocampista nigeriano arrivato nel 2023 alla corte nerazzurra e oggi in forza al Pisa. Come per Stankovic, anche sul suo contratto è presente una clausola che permetterebbe all’Inter di riportarlo a Milano senza ulteriori trattative; ma, a differenza del figlio d’arte, la cifra è notevolmente più bassa, rendendo il tutto più realistico.
La questione Stankovic
Tuttavia, anche nel caso di Stankovic si tratta di un’operazione tutt’altro che sconveniente: il giocatore, che non avrebbe trovato spazio — o almeno non quanto nella scorsa stagione al Lucerna, dove aveva collezionato 38 presenze, segnato tre gol e fornito due assist — è stato ceduto a una squadra dove certamente avrebbe avuto modo di giocare. Ma il Club Brugge non avrebbe agito “pro bono” per l’Inter senza nulla in cambio. Ecco perché, ai 10 milioni incassati dai nerazzurri, la dirigenza guidata da Giuseppe Marotta ha deciso di aggiungere una clausola di recompra da 25 milioni: da un lato testimonianza del grande valore del giocatore cresciuto sotto la guida di Christian Chivu, dall’altro segnale che l’Inter, pagando 25 milioni, riacquisterebbe un profilo molto più maturo e con esperienza accumulata anche su palcoscenici importanti, al prezzo di 15 milioni di euro, cifra più bassa di quella che potrebbe diventare la sua valutazione da qui a qualche mese.
Inter, cosa fare con Akinsanmiro
La società nerazzurra sarebbe rimasta molto soddisfatta dell’apporto dato alla causa del Pisa dal suo giovane talento, un fattore che di fatto lo avrebbe riportato al centro dei piani dell’Inter per il futuro. Il giocatore, infatti — per il quale, ricordiamo, basterebbe versare solo un milione per riaverlo — ha già praticamente sextuplicato il valore dell’investimento che l’Inter dovrebbe sostenere per riportarlo a Milano.
L’Inter comunque non si è fatta cogliere alla sprovvista. Durante l’ultima finestra di mercato, quando si è seduta al tavolo con la dirigenza del Pisa, avrebbe deciso di impostare la trattativa nel seguente modo, come raccontato anche da Calciomercato.com: il giocatore sarebbe passato al Pisa in prestito oneroso, con una opzione di riscatto a 7 milioni.
E allora perché l’Inter può riprendere totalmente possesso del suo giocatore — dato che, di fatto, lo è ancora — per soltanto un milione?
La risposta risiede nella clausola di recompra, in pieno stile Real Madrid, una tutela fondamentale per i grandi club che, spesso impegnati in progetti ambiziosi, rischiano di lasciarsi sfuggire i migliori talenti cresciuti nel loro settore giovanile. Una clausola che, in questo caso, permetterebbe — come già detto — di riacquistare il giocatore tramite un controriscatto da un milione di euro.

LAUTARO MARTINEZ PENSA ALLA CHAMPIONS LEAGUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Focus
Arbitri, VAR e polemiche: Un problema creato dal sistema
Arbitri e VAR sono al centro di molte discussioni nel calcio italiano. Ogni giornata porta nuovi dubbi e polemiche sulle decisioni in campo, che spesso finiscono sotto la lente dei media e dei tifosi.

Il problema non riguarda solo gli arbitri: anche il sistema in cui operano influisce sulle scelte. Il VAR è arrivato con la promessa di maggiore chiarezza, ma non sempre riesce a evitare gli errori o a spiegare le decisioni in modo trasparente.
Quando le situazioni restano controverse, spesso le responsabilità sembrano sfumare tra arbitri e tecnologia.
In altri Paesi, gli arbitri forniscono spiegazioni ufficiali dopo le partita; in Italia, invece, la comunicazione resta limitata. Questo contribuisce a creare incertezza e sospetti tra tifosi e addetti ai lavori. Gli arbitri italiani affrontano una pressione costante e, talvolta, questo si riflette nelle decisioni prese in campo.
Var, cambiamento a fuoco lento
Un esempio recente arriva dalla partita Lazio–Milan a San Siro. Nei minuti di recupero, il VAR ha richiamato l’arbitro Collu al monitor per valutare un possibile rigore per la Lazio, dopo un tocco di braccio di Pavlovic che inizialmente era stato ignorato. Dopo l’on‑field review, l’arbitro ha deciso di non concedere il penalty, assegnando invece un calcio di punizione per fallo in attacco.
La scelta ha provocato proteste della Lazio, critiche diffuse sui media e la squadra biancoceleste ha anche saltato la conferenza stampa post‑gara, pubblicando immagini del replay sui social per contestare il verdetto. L’allenatore Maurizio Sarri ha poi suggerito di riposizionare le postazioni VAR lontano dalle panchine per ridurre tensioni e confusioni durante le partite.
Nonostante le critiche, ogni stagione vengono annunciate nuove iniziative per aumentare trasparenza e dialogi, ma i cambiamenti concreti sono spesso lenti o limitati. In sintesi, il dibattito sugli arbitri e sul VAR no riguarda solo singoli episodi: riflette questioni più ampie legate al sistema del calcio italiano, alla gestione della tecnologia e alla comunicazione con tifosi e media.
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