I nostri Social

editoriale

Israele ha ucciso Suleiman Al-Obeid, il “Pelè di Palestina”

Pubblicato

il

Depositphotos_11116860_S

Il mondo del calcio piange Suleiman Al-Obeid. Leggenda del calcio palestinese, ucciso da Israele mentre era in fila per gli aiuti umanitari.

Il mondo del calcio si stringe attorno a Suleiman Al-Obeid. Leggenda del calcio palestinese, tanto da essere soprannominato “il Pelè di Palestina“. Suleiman, 41 anni, era in fila per ricevere gli aiuti umanitari, necessari per garantire il sostentamento alla sua famiglia, quando è stato trucidato dalle forze di occupazione israeliane.

Israele

Il calcio piange Suleiman Al-Obeid, ucciso a 41 anni da Israele

A dare la triste notizia è stata la PFA, la Palestine Football Association, lo scorso 6 Agosto. Suleiman Al-Obeid era il capitano della nazionale palestinese, con la quale ha disputato 19 presenze e 2 gol. La PFA ha dedicato uno struggente congedo al suo capitano, con un comunicato rilasciato sul proprio sito ufficiale.

Durante la sua lunga carriera ha segnato oltre 100 gol, il ché lo rende uno dei giocatori più brillanti nella storia del calcio palestinese” si legge nel comunicato. La carriera di Al-Obeid ha toccato il suo apice negli anni ’10 di questo secolo, quando ha vestito per 4 anni la maglia del Markaz Shabab Al-Am’ari. Club calcistico sorto nella città di Am’ari, un campo profughi palestinese situato all’interno della Cisgiordania occupata.

Vi militerà dal 2009 al 2013 e in quel periodo segnerà anche le sue uniche due reti con la Nazionale. Il primo (e l’unico ufficiale) il 27 Settembre 2010, nella fase a gironi della WAFF Championship (ovvero il campionato di calcio delle nazionali dell’Asia Occidentale) nella sconfitta (3-1) contro lo Yemen. Il secondo lo avrebbe realizzato poco meno di un anno dopo, il 22 Agosto del 2011: in un’amichevole persa 4-1 contro l’Indonesia.

Al-Obeid ha vinto la Scarpa d’Oro palestinese per tre anni di fila, ovvero dal 2016 al 2018. E’ il terzo ex calciatore della nazionale palestinese a venire ucciso da Israele dall’inizio del genocidio, dopo Mouyin Al-Maghribi e Mohammed Barakat: morti entrambi nel Gennaio del 2024. In generale si tratta del 662esimo atleta palestinese assassinato da Israele dal 7 Ottobre in poi, senza contare tutti quelli uccisi prima di allora.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Wear The Peace® (@wearthepeace)

Berruto lancia il monito: “Gli azzurri boicottino la partita”

Non è chiaro di quante atrocità il regime sionista debba ancora macchiarsi prima di venir escluso da tutte le competizioni FIFA e UEFA, come avvenuto per la Russia. Soprattutto alla luce del fatto che molti atleti israeliani, anche calciatori ma non solo, si arruolano volontari nelle forze di occupazione o sostengono apertamente il genocidio di Gaza o la colonizzazione in Cisgiordania.

A meno di un mese dalla partita fra Israele e Italia, valida per la fase a gironi delle qualificazioni ai Mondiali del 2026, i tifosi tornano a chiedere agli azzurri di boicottare la gara contro i rappresentanti del regime sionista. L’ex commissario tecnico della nazionale azzurra di pallavolo, nonché attuale deputato del Partito Democratico, Mauro Berruto ha dichiarato ad Adnkronos che “la partita non va giocata.

Una situazione simile a quella vissuta nel 1976, quando si chiese alla delegazione azzurra di boicottare la Coppa Davis (poi vinta dal trio Bertolucci, Panatta e Barazzutti) organizzata dal Cile di Pinochet. Ai calciatori azzurri si chiede quantomeno di prendere posizione, per rafforzare il nucleo di resistenza nostrano che non ci tiene a passare alla storia come collaborazionista di un altro olocausto dopo quello degli ebrei.

editoriale

Mourinho, Conte e l’impietoso confronto dell’Estadio da Luz

Pubblicato

il

José Mourinho torna un gigante d’Europa nella serata del da Luz. Antonio Conte e il Napoli ridimensionati, al netto delle pesanti assenze.

Tutto José Mourinho, quello dei bei vecchi tempi andati, nella serata dell’Estadio da Luz. La preparazione alla gara contro il Napoli di Antonio Conte è stata impeccabile, sia dal punto di vista comunicativo che da quello tecnico-tattico. Lo Special One si conferma un gigante d’Europa, mentre il salentino è rimandato.

Mourinho-Conte, amici mai: il confronto in tre immagini

Torna Sun Tzu, con un pizzico di Coser e una spruzzata di Dahrendorf

“Conte si lamenta delle assenze? Non fatemi ridere, perché io potrei piangere. Se a lui manca Lobotka può mettere McTominay e se gli manca De Bruyne può mettere Neres“. Per una sera, lo stile comunicativo del tecnico lusitano è tornato affilato e contundente come quello dei tempi migliori. L’invettiva del Profeta di Setubal sembrava annacquata da troppi anni, incapace di raccapezzarsi con il moderno flusso tecnologico.

Però, anche se solo per una sera, stavolta ha funzionato alla perfezione. Ha spostato tutta la pressione sui propri avversari, tecnicamente superiori e con una maggiore spesa sul mercato alle spalle. E le assenze, seppur pesanti, di Bah e Lukebakio appaiono come un Everest impossibile da scalare, mentre i partenopei vengono resi “schiavi” della vittoria a tutti i costi nonostante una lista di defezioni quasi impossibile da enumerare.

Ma Mou è così. Distorce la realtà, la plasma a suo piacimento con la propria narrazione orwelliana. La sua è una neo-lingua, che però ti arriva alle orecchie quasi come fosse il tuo dialetto madre. L’evergreen di Sun Tzu, su cui il tecnico portoghese ha costruito le sue fortune dialettiche, appare meno vetusto. Quasi “modernizzato”, con il rebranding, dovuto all’implementazione di concetti propri dei sociologi Coser e Dahrendorf, che lo fan sembrare “fresco”. E’ quella che nelle scienze sociali si chiama “teoria del conflitto esterno“, ovvero l’individuazione di un nemico esterno che serve a solidificare il proprio gruppo e a rafforzarne l’identità.

Come un “6-3-1” in fase di non possesso può apparire lo zenit del modernismo

Dal punto di vista tattico, è stato lo stesso Mourinho di sempre. “Vecchio” per alcuni, estremamente piazzato nella modernità per altri. Il Benfica, in fase di non possesso, si è trincerato in difesa con il più “mourinhano” dei 6-3-1. Taluni lo chiamerebbero “catenaccio”, ma è una parola desueta. Siamo nell’epoca dei neologismi e a Coverciano preferiscono “blocco basso”, così come il deprecabile “contropiede” è stato sostituito dal più politicamente corretto “transizioni negative”. A suo modo, anche questa è una sorta di neo-lingua orwelliana.

Sono però analisi superficiali, poiché i lusitani, almeno ieri sera, sono stati il connubio perfetto di modernità e pragmatismo. Mourinho, nel presentare la partita, era stato schietto come sempre. “Non possiamo accettare il loro uno contro uno a tutto campo, altrimenti ci ammazzano”. Detto, fatto. Ed ecco che allora il suo Benfica applica un altro dei concetti tipici della linguistica moderna applicata al pallone, ovvero la “riaggressione“.

La fase di non possesso ormai si articola in due momenti diversi: quando l’avversario è nel proprio terzo difensivo e quando salta la prima pressione. Nel primo caso, i portoghesi sono aggressivi. Alti e corti, quasi a soffocare la prima costruzione del Napoli. Che infatti è farraginosa, lenta e prevedibile. Il trio difensivo azzurro non riesce quasi mai a far uscire il pallone in maniera pulita da dietro. Milinkovic-Savic è spesso costretto a lanci lunghi e idem dicasi per i tre centrali, che non riescono a scivolare sulla linea laterale.

Ma quale “catenaccio”: il calcio di Mourinho è qualità allo stato puro

Peccato che quel tipo di situazione Mou l’abbia preparata alla perfezione. Hojlund non è Lukaku e lo si è lapalissianamente capito (qualora servisse un’ulteriore dimostrazione) nella serata di Lisbona. Forzare la palla diretta equivale, nella maggior parte dei casi, a restituire la sfera ai padroni di casa. Otamendi e Araujo hanno anticipato in maniera sistematica il centravanti danese, spegnendo le velleità offensive azzurre che peccavano della qualità tecnica necessaria per scardinare centralmente l’area di rigore militarizzata dai lusitani.

Rimaneva solo la via degli esterni, ma Lang e Neres venivano sistematicamente raddoppiati (da qui il “6-3-1” in fase difensiva) perdendo la propria peculiarità nell’1 vs 1. E anche se crossi, dato che in mezzo hai comunque Hojlund e McTominay, la prendono sempre loro: del resto l’avevano preparata così. Solo tattica, quindi? Macché! Il brio alla manovra offensiva la danno i giocatori, mica gli allenatori, e il Benfica di qualità nei piedi ne ha. Basti vedere l’illuminante tacco di Aursnes nel primo tempo, sull’ennesimo errore di Ivanovic.

Il Benfica questa partita l’ha dominata, soprattutto nel primo tempo, e il passivo sarebbe potuto essere anche più ampio, se Mourinho non avesse scelto di far riposare il suo bomber. Con Pavlidis al posto di un Ivanovic impresentabile, che ha fallito almeno due occasioni nitide, l’umiliazione (tattica) subita dal Napoli avrebbe assunto i connotati tennistici di quella di Eindovhen. E allora cosa resta? Al netto delle attenuanti, legate agli infortuni e al calendario, che Mourinho, checché se ne dica, resta un gigante d’Europa, a differenza di (questo) Conte. Portare questa squadra, con queste assenze e con questo calendario, ai playoff sarebbe un’impresa che solo a lui può riuscire. Ora bisogna andare allo Stadium (dove Mou in Champions League ha già vinto, quando allenava il Manchester United) contro una Juventus mediocre e poi al da Luz arriverà il Real Madrid di uno Xabi Alonso quasi esonerato. Impossible is nothing, per il Re delle notti magiche in Europa.

Mourinho

SCOTT MCTOMINAY RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Continua a leggere

editoriale

Milan, il corto muso funziona ancora: ora date due giocatori ad Allegri! L’editoriale di Mauro Vigna

Pubblicato

il

Milan

Milan, la squadra di Allegri si sbarazza a fatica del Torino e riconquista la vetta della classifica. Un primo posto in comproprietà col Napoli e l’esigenza di mettere mano al portafoglio a gennaio.

Il corto muso funziona ancora, Massimiliano Allegri mette un gol davanti a quelli del Torino e vince una partita che dopo i minuti iniziali sembrava già sentenziata. Un gol in più dell’avversario, semplice per il tecnico livornese il quale magari non sempre fa giocare bene le sue squadre, ma le rende dannatamente efficaci. Ed è questo che serve, il bel gioco è fine a sè stesso se poi alla fine si stringe poco.

Alzi ora la mano chi reclama il bel gioco, in fondo a noi interessa essere lì davanti a tutti e per farlo serviranno almeno due colpi a gennaio. La fotografia del Milan attuale parla di un attacco sterile, eccezion fatta per il cecchino Pulisic, capocannoniere della Serie A. Gimenez ed Nkunku non stanno ripagando la fiducia di tecnico e dirigenza e in difesa la necessità è regalare un rinforzo al tecnico livornese il quale prega per la lunga vita di Gabbia, Pavlovic Tomori.

Essere primi comporta onori e oneri, ma anche la dirigenza ora dovrà fare la sua parte. Si è detto che non ci saranno soldi a gennaio. A parte crederci poco, comunque se così fosse, basterà mettere sul mercato l’attaccante messicano il quale ha mercato. Per poi fiondarsi magari su un usato sicuro nell’attesa di Vlahovic in estate. Oppure dirottare tutto e subito su Mauro Icardi, uno che la porta la vede, eccome se la vede.

Continua a leggere

editoriale

Juventus, continua il caso David–Openda: pochi minuti e Mondiali a rischio

Pubblicato

il

Juventus

Juventus – gli acquisti di punta dell’estate faticano a trovare spazio. Spalletti continua a preferire altre soluzioni, mentre gennaio si avvicina e si valutano scenari inattesi.

La Juventus arriva alla metà del campionato con problemi ancora irrisolti. Il cambio Tudor–Spalletti non ha cancellato gli squilibri di una rosa costruita con fragilità strutturali, e i due investimenti più importanti dell’estate, Jonathan David e Lois Openda, restano ai margini. Anche nel ko di Napoli, nonostante l’assenza di Vlahovic, entrambi sono partiti dalla panchina, mentre Spalletti ha scelto Yildiz come falso nove.

Il rendimento dei due attaccanti è deludente. David, arrivato a parametro zero ma costato oltre 12 milioni di commissioni e con un ingaggio pesantissimo, ha segnato appena due gol in quasi venti partite e ha perso continuità in campionato e Champions. Openda, preso in prestito con obbligo di riscatto dal Lipsia per circa 45 milioni complessivi, ha raccolto finora pochissimi minuti in Serie A e un unico guizzo europeo. Il belga ha anche ammesso pubblicamente le difficoltà di adattamento.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Bouzou (@l.openda)

Juventus, il tempo stringe per andare al Mondiale…

Il club chiede un cambio di passo immediato. L’infortunio di Vlahovic, che potrebbe restare fuori a lungo, sembrava poter aprire spazi ai due attaccanti, ma le scelte dell’allenatore raccontano altro. Chiellini ha provato a smorzare i toni, parlando di “opportunità” per entrambi, ma le decisioni tecniche continuano a penalizzarli.

Il tempo stringe anche in ottica Mondiali. David punta a essere protagonista con il Canada nella rassegna “di casa”, mentre Openda teme la concorrenza feroce nella nazionale belga. Per entrambi diventa indispensabile giocare con continuità nella seconda parte della stagione.

Juventus

KENAN YILDIZ, DUSAN VLAHOVIC E LOIS OPENDA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il mercato di gennaio potrebbe offrire soluzioni, ma non senza ostacoli. David, con un ingaggio elevato, sarebbe accessibile quasi solo ai club di Premier League. La posizione di Openda è ancora più intricata per via degli accordi con il Lipsia e dell’obbligo di riscatto già fissato. In un mercato invernale di opportunità più che di investimenti, servirà creatività.

La Juventus, intanto, non può più permettersi rallentamenti: fuori dalla lotta scudetto e obbligata a lottare per il piazzamento Champions, ha urgente bisogno di certezze. E il tempo delle attese sta per scadere per tutti, David e Openda compresi.

Continua a leggere

Ultime Notizie

Inter Inter
Serie A7 minuti fa

Inter, Marotta: “Vogliamo entrare nelle prime 8 in Champions. Il calcio è imprevedibile, la squadra più forte non vince sempre”

Visualizzazioni: 9 Il presidente dell’Inter Beppe Marotta punta agli ottavi di Champions League senza passare dai playoff, cercando di sfruttare...

Lecce Lecce
Serie A17 minuti fa

Lecce, con il Pisa gara dal doppio volto: allungare o cadere nella zona salvezza

Visualizzazioni: 6 Il Lecce deve rialzarsi dopo la sconfitta maturata sul campo della Cremonese. Questa sera c’è lo scontro diretto...

Premier League, Mohamed Salah Premier League, Mohamed Salah
Premier League27 minuti fa

Arne Slot su Salah: “Dopo il colloquio deciderò se convocarlo”

Visualizzazioni: 20 Arne Slot si esprime sul futuro di Momo Salah in vista della prossima partita: una decisione cruciale in...

Virtus Verona Virtus Verona
Serie C47 minuti fa

Union Brescia, i tecnici sono tutti ex rosanero

Visualizzazioni: 30 L’Union Brescia ha ufficializzato Eugenio Corini come nuovo tecnico subentrando ad Aimo Diana: un altro ex Palermo alla...

Castellini Castellini
Serie A1 ora fa

Luciano Castellini: “L’Italia soffre per troppi stranieri mediocri in Serie A. Mi piace molto Chivu”

Visualizzazioni: 21 Luciano Castellini si esprime sulla Serie A: troppi stranieri di basso livello frenano l’Italia, mentre l’Inter di Chivu...

Bologna Bologna
Focus1 ora fa

Garanzia Vincenzo Italiano: l’obiettivo minimo è sempre centrato

Visualizzazioni: 35 Nonostante l’emergenza in difesa, il Bologna batte il Celta Vigo e vede la fase a eliminazione diretta: con...

Parma-Como Parma-Como
Calciomercato1 ora fa

Parma, Delprato cambia agente: novità in vista sul futuro?

Visualizzazioni: 29 Enrico Delprato, capitano del Parma, cambia agente: si unisce all’agenzia di Federico Pastorello, confermando le anticipazioni di fine...

Roma Roma
Focus2 ore fa

Roma, svolta importante per Ferguson? La doppietta in Europa può cambiargli la stagione

Visualizzazioni: 52 Fuoco di paglia o è l’inizio di una grande ripresa da parte di Evan Ferguson? Questo il dubbio...

Cremonese-Lecce Cremonese-Lecce
Calciomercato2 ore fa

Cremonese, a gennaio un altro rinforzo dal Napoli?

Visualizzazioni: 56 La Cremonese è interessata al difensore del Napoli Luca Marianucci per un possibile trasferimento in prestito nel mercato...

Padalino Padalino
Esteri2 ore fa

Camerun, Aboubakar non convocato. Eto’o è il responsabile?

Visualizzazioni: 44 In Camerun fa discutere la mancata convocazione di Aboubakar in Coppa d’Africa e, al centro della questione, sembra...

Le Squadre

le più cliccate

📱 Scarica la nostra App!
Disponibile su iOS e Android