Focus
Fiorentina, come nasce un leader: guida di Rolando Mandragora
La Fiorentina vola in semifinale di Conference League grazie al pareggio contro il Celje. Decisivo ai fini del risultato Rolandro Mandragora.
La Fiorentina, pur soffrendo, ha conquistato le semifinali di Conference League grazie al pareggaio contro il Celje. Decisivo per la qualificazione Rolando Mandragora, autore di un gol all’andata e, nel 2-2 finale di ieri, protagonista con il primo gol del match e l’assist per il pareggio di Kean.
Un’altra prestazione maiuscola per il centrocampista napoletano, che fino a dicembre faticava a trovare spazio e continuità, ma che da gennaio è diventato un insostituibile per la Viola e per Palladino.
I numeri, d’altronde, parlano chiaro: 5 gol e 1 assist in Conference League, 2 reti e 2 assist in Serie A. Statistiche da mezzala moderna, che però raccontano solo una parte della crescita del classe ’97, oggi vero leader in campo e riferimento per i compagni.

LA FORMAZIONE DELLA FIORENTINA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Fiorentina, Mandragora trascinatore in Europa
Il doppio confronto con il Celje ha confermato un dato ormai evidente da settimane: Rolando Mandragora è un leader tecnico e caratteriale di questa Fiorentina. Dopo aver firmato il gol vittoria all’andata, nel ritorno di ieri si è confermato uomo chiave della qualificazione.
Da gregario silenzioso a protagonista assoluto: la sua trasformazione è simbolo della crescita della squadra.
La maturità di un centrocampista completo
Il cambiamento di Mandragora non è solo statistico, ma soprattutto mentale e tecnico. Palladino gli ha dato fiducia, e lui ha risposto con prestazioni solide, giocate di qualità e una leadership silenziosa ma concreta. Che si tratti di gestire il ritmo o di colpire nei momenti giusti, Mandragora ha dimostrato di avere tutto per essere considerato uno dei migliori interpreti del ruolo in Serie A.
Dopo una lunga gavetta e le polemiche seguite al suo addio alla Juventus nel 2018, ora Mandragora è pronto a prendersi il suo posto tra i grandi del nostro campionato. E la Fiorentina, intanto, se lo gode.
Focus
Roma, il 2025 è stato l’anno della rinascita
Il 2025 della Roma si è chiuso con una vittoria con il Genoa, che permette ai giallorossi di rimanere quarti in classifica. Un anno quasi perfetto grazie al lavoro di Ranieri e Gasperini.
Chiuso il 2025 è tempo di bilanci in Serie A. L’anno che sta per concludersi è stato in particolare molto positivo per la Roma, squadra ad aver totalizzato più punti nell’anno solare, a quota 82. Difficile immaginare un percorso simile per una squadra che nel 2024 aveva totalizzato appena 55 punti, e alternato 4 allenatori in panchina (Mourinho, De Rossi, Juric e Ranieri). Tutt’altra storia nell’anno trascorso.
Dati alla mano in 37 partite complessive di Serie A, i capitolini hanno ottenuto 26 vittorie, 4 pareggi e 7 sconfitte. Una media di 2,21 punti a gara: per la quarta volta nella storia i giallorossi hanno superato le 25 vittorie in un anno solare (26 anche nel 2006 e 2016, mentre nel 2017 venne stabilito il record di 28).
Un anno iniziato il 5 gennaio scorso con la vittoria nel derby contro la Lazio, grazie alle reti di Pellegrini e Saelemaekers, e concluso con un’altra vittoria interna, contro il Genoa di un vecchio amico come Daniele De Rossi.
Roma, da Ranieri a Gasperini: nel segno della continuità

L’ESULTANZA DI CLAUDIO RANIERI DOPO IL GOL DI BRYAN CRISTANTE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Proprio con l’arrivo dell’attuale Senior Advisor dei giallorossi è partita la risalita della Roma. Sir Claudio ha ereditato la squadra dalla gestione del tecnico croato nelle zone basse della classifica, e in enorme difficoltà. Pian piano l’esperto allenatore ha trovato la quadra giusta per rendere al meglio con i giocatori a disposizione, ridandogli fiducia, e inanellando una serie di vittorie molto importante, che ha permesso ai giallorossi di chiudere il campionato al 5°, sfiorando di poco l’ingresso in Champions League.
Claudio Ranieri non ha solo ridato la dignità smarrita alla Roma, ma si è anche preso la briga di scegliere il suo successore, chi doveva riportare i giallorossi in Champions League, sapendo di non poter sbagliare. L’ex tecnico ha scelto alla grande, convincendo Gian Piero Gasperini, uno dei tecnici più importanti del calcio italiano, a sbarcare nella Capitale e sposare il progetto giallorosso. Difficilmente una piazza esigente come Roma avrebbe accettato all’unanimità un “nemico del passato”, se non fosse stato proprio Ranieri in prima persona a dargli” le chiavi di Trigoria”.
Nonostante l’incredibile curriculum del tecnico di Bugliasco e quel che ha costruito a Bergamo, trasformando l’Atalanta in una delle più belle realtà della Serie A, con la soddisfazione finale della vittoria dell’Europa League nel 2023, aleggiava dello scetticismo sulla buona riuscita del matrimonio tra la Roma e Gasperini. Dubbi spazzati via con l’incredibile lavoro sul campo portato avanti dall’allenatore, i cui frutti si vedono partita per partita. Manca sicuramente ancora qualcosa dal punto di vista della brillantezza e negli scontri diretti, ma ormai non esiste tifoso romanista che non sia convinto che la direzione intrapresa non sia quella giusta.
Nonostante un mercato estivo non all’altezza, escluso Wesley, i giallorossi sono lì a lottare per l’obiettivo prefissato. Sperando che il primo mercato del 2026 possa colmare le lacune presenti nella rosa, per poter lottare fino alla fine per le zone di vertice, e andando fino in fondo in Europa League.
Focus
Napoli, addio al 2025: è stata un’altalena di emozioni
Un anno vissuto sulle montagne russe: il 2025 del Napoli è stato un continuo saliscendi emotivo, chiuso con nuove certezze e fame di vittoria.
Il 2025 è ormai arrivato ai titoli di coda e, per il Napoli, è stato davvero un anno da montagne russe. Un’altalena di emozioni fortissime, capace di passare dalla rabbia allo sconforto, dai dubbi all’euforia più totale. Alla fine, però, il bilancio racconta una stagione da incorniciare, impreziosita dalla vittoria dello Scudetto prima e della Supercoppa Italiana poi.
Eppure l’anno non era iniziato affatto nel migliore dei modi. La partenza improvvisa e dolorosa di Khvicha Kvaratskhelia in direzione Paris Saint-Germain aveva scosso profondamente l’ambiente. Una cessione che aveva fatto esplodere la rabbia dei tifosi e che aveva colpito anche Antonio Conte, privato di uno dei migliori giocatori del campionato nel pieno della corsa scudetto.
La caccia al sostituto, poi, non aveva portato ai risultati sperati, acuendo ulteriormente il malcontento, tanto da costringere il ds Giovanni Manna a intervenire in conferenza stampa per spiegare cosa non avesse funzionato.

L’ESULTANZA DEL NAPOLI A FINE GARA CON GIOVANNI DI LORENZO, ALESSANDRO BUONGIORNO E LELE ORIALI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, faticoso ma bellissimo
In mezzo a mille difficoltà, Conte è riuscito però a reinventare il suo Napoli. Lo ha fatto cambiando uomini, ruoli e soluzioni, trovando risposte dove sembrava non ce ne fossero. All’ultima giornata di campionato è arrivato uno Scudetto quasi miracoloso, che ha ribaltato completamente il clima attorno alla squadra.
L’estate si è aperta con la conferma tanto attesa di Conte, che sembrava destinato a un ritorno alla Juventus, e con il clamoroso colpo Kevin De Bruyne, capace di infiammare la piazza e di lanciare un messaggio chiarissimo: il Napoli voleva alzare ancora l’asticella. I successivi acquisti non sono stati dello stesso impatto mediatico, ma si sono rivelati funzionali per costruire una rosa profonda, pronta ad affrontare una stagione con quattro competizioni.
L’inizio della nuova annata, però, ha riportato dubbi e perplessità. Il Napoli ha faticato, soprattutto in Champions League, e anche in campionato non ha entusiasmato. Critiche al mercato, a Conte, al progetto: l’altalena emotiva è ripartita.
Solo nell’ultimo mese la squadra ha cambiato volto, ancora una volta grazie alla capacità del tecnico di reinventarsi, anche forzato dalle tante indisponibilità.
Qualche passo falso non è mancato, ma le vittorie consecutive nei big match contro Atalanta, Roma e Juventus, seguite dal trionfo in Supercoppa dopo aver superato Milan e Bologna, e infine dal successo di Cremona nell’ultima gara dell’anno, hanno restituito certezze e entusiasmo.
Il messaggio è chiaro: il 2025 è stato un’altalena, sì, ma il Napoli ha dimostrato di saper restare in piedi a ogni curva. E soprattutto ha fatto capire che questo progetto è solo all’inizio e che l’obiettivo è continuare a vincere.
Focus
Da Mbappé a Haaland: 2025 a suon di gol!
Si chiude il 2025 calcistico nei top 5 campionati europei. Andiamo a vedere i bomber più prolifici nell’anno solare appena trascorso. Guida la classifica Kylian Mbappé del Real Madrid.
I bomber della stagione 2025 nei campionati
Seppur privo di trofei rilevanti conquistati, il primo anno di Kylian Mbappè al Real Madrid è stato da incorniciare, almeno dal punto di vista individuale. L’asso francese ha chiuso l’anno solare eguagliando il record di gol in tutte le competizioni in un anno in maglia Blancos di Cristiano Ronaldo, a quota 59 reti.
Considerando solo i gol realizzati nel solo campionato, il numero 10 del Madrid ha chiuso la stagione con 39 centri in 36 gare di Liga. Di seguito la classifica completa, di gol realizzati nei top 5 campionati europei nell’anno solare:
- Mbappé, 39 goal in 36 partite
- Kane, 31 goal in 33 partite
- Haaland, 27 goal in 29 partite
- Greenwood, 22 goal in 34 partite
- Guirassy, 20 goal in 32 partite
- Lewandowski, 19 goal in 29 partite
- Alvarez, 19 goal in 37 partite
- Ferran Torres, 18 goal in 31 partite
- Schick, 18 goal in 31 partite
- Lepaul, 17 goal in 33 partite
- Budimir, 17 goal in 36 partite
- Mateta, 17 goal in 36 partite

LAUTARO MARTINEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A, abbiamo un problema
Come si evince da questa classifica, nessuno dei primi 12 cannonieri nei top 5 campionati europei gioca in Serie A. Sostanzialmente in Italia i grandi bomber si sono estinti. Si dice spesso di quanto la Serie A sia un campionato tattico, in cui è difficile segnare, e in cui faticano specialmente le punte straniere ad ambientarsi. Basta prendere ad esempio il caso di Artem Dovbyk, arrivato alla Roma dal Girona con il titolo di capocannoniere della Liga, e capace di segnare appena 8 gol in un anno intero di Serie A.
Per inserire i primi giocatori che militano in Italia in questa classifica, ovvero chi ha segnato più gol in Serie A, Riccardo Orsolini e Lautaro Martinez entrambi a quota 15 centri, bisognerebbe scendere fino alla 21esima posizione. Un confronto abbastanza impietoso, che fotografa bene, quello che sta vivendo il calcio in Italia. Meno campioni, meno giocate, e meno gol. In generale si può dire che l’epoca dei grandi bomber di una quindicina d’anni fa, capaci di segnare almeno in 4 /5 più di 20 gol a campionato, sia un lontano ricordo.
-
Calciomercato7 giorni faMilan, Schira: “No allo scambio Ricci-Gatti: proposti altri due giocatori alla Juventus”
-
Calciomercato1 giorno faMilan, lo Sceriffo è atteso in città: Tare scommette sull’attaccante dell’Angers
-
Calciomercato2 giorni faLa Fiorentina prova il colpo in casa Atalanta | Ipotesi scambio?
-
Focus6 giorni faSerie A: quando si giocava anche il giorno di Natale
-
Calciomercato1 giorno faMilan, Modric spinge Sergio Ramos: decisiva una sua chiamata | La situazione
-
Notizie1 giorno faFiorentina, Vanoli in bilico: Paratici pensa all’ex tecnico della Juventus
-
Calciomercato2 giorni faMilan, Tare al lavoro per Gila: dissapori tra Fabiani e Tare | La situazione
-
Livinmantra5 giorni faFantacalcio: consigli e probabili formazioni
