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Champions League

Inter, Lautaro: “Sono contento per Arnautovic”

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Il capitano dell’Inter, intercettato ai microfoni di InterTV, ha analizzato la vittoria con l’Atletico Madrid.

Le parole di Lautaro

“Nel primo tempo abbiamo avuto tante difficoltà a far girare il pallone. Abbiamo fatto correre troppo lentamente la palla. Nel secondo tempo invece abbiamo cambiato qualcosa, la circolazione del pallone è stata più veloce e lì credo che siano cambiate le cose.

Abbiamo portato a casa una bella vittoria, ma nel primo tempo potevamo fare meglio. Questa squadra migliora ogni partita che gioca, dobbiamo continuare su questa strada perché è quello che conta”.

L’abbraccio con Arnautovic?
“È un ragazzo che si allena al massimo, che ha fatto una grande carriera, che dimostra tantissimo. Meritava il gol stasera, è entrato bene in campo e sono contento per lui”.

Inter, Lautaro, Arnautovic, Calhanoglu

Champions League

Ancelotti re di coppa, quinta Champions conquistata: nessuno come lui

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Ancelotti

Carlo Ancelotti sempre di più nella storia. Da Manchester nel 2003 a Wembley nel 2024 la musica non cambia: è lui il re della Champions League.

Da Manchester contro la Juventus a ieri sera contro il Borussia Dortmund la musica non cambia: Carlo Ancelotti è sempre di più nella storia del calcio europeo e mondiale.

Da quella sera nel lontano 2003 sulla panchina del Milan, il tecnico italiano è diventato l’esperto della Champions League. Infatti, l’ex tecnico del Napoli è diventato il primo allenatore nella storia a conquistare ben 5 Coppe dalle Grandi Orecchie.

Il primo trofeo risale, appunto, al 2003 a Manchester contro la Vecchia Signora ai calci di rigore (3-2), poi nel 2007 con la vendetta della finale di due anni prima contro il Liverpool. Il tecnico poi, sulla panchina dei Blancos alzerà la Champions nel 2014 conquistato la decima per il club madrileno. Ancelotti raggiunge il quarto trofeo nel 2022 contro il Liverpool a Parigi, ed infine la quinta nella serata di ieri grazie alle reti di Carvajal e Vinicius.

Per renderci conto della grandezza del tecnico emiliano solamente il Real Madrid ha vinto più Champions League dell’allenatore, mettendo nel conto anche le due coppe vinte da giocatore. A pari merito con il Milan e sopra di uno a Liverpool e Bayern Monaco.

L’appuntamento ora è con la Supercoppa Europea contro l’Atalanta di Gasperini per raggiungere Miguel Muñoz come mister più vincente nella storia del Real.

ancelotti champions-league

I record di Ancelotti

  • Allenatore con più Champions League vinte (5)
  • Unico allenatore ad aver vinto due volte la Champions con due squadre diverse
  • Con 13 titoli è il secondo allenatore più vincente della storia del Real Madrid, dietro a Miguel Muñoz (14)
  • Uno dei sette allenatori ad aver vinto la Champions League sia da tecnico che da giocatore
  • Allenatore ad aver vinto più la Supercoppa UEFA (4, in attesa della sfida con l’Atalanta)
  • Allenatore ad aver vinto più competizioni UEFA per club (10)
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Champions League

Real Madrid, Perez: “Ora si pensa alla sedicesima”

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Florentino Perez è rimasto soddisfatto di Ancelotti dopo la vittoria riportata dal Real Madrid nella 15ª Champions League.

Indice

Il Real Madrid trionfa in Champions League

Il Real Madrid ha conquistato la sua 15ª Champions League, dopo una vittoria sofferta contro il Borussia Dortmund in finale. I Blancos hanno segnato con Carvajal prima e Vinicius poi, assicurandosi il trofeo dalle grandi orecchie. Al termine della partita, il presidente Florentino Perez ha rilasciato alcune dichiarazioni.

Perez su Ancelotti e la Champions League

Florentino Perez ha espresso grande soddisfazione per il ritorno di Carlo Ancelotti alla guida del club: “Siamo contentissimi che Ancelotti sia tornato. È un dialogo che si ripete tra di noi… avete 5 Champions, 3 con noi. Sia noi che lui siamo identificati con questa coppa.

Real Madrid, Ancelotti

Carlo Ancelotti

Chiunque viene qui, si identifica con la storia d’amore tra questo club e la Champions. Ora stiamo già pensando a vincere la prossima. Ne abbiamo già vinte molte, ma la cosa importante è restare sempre concentrati sulla prossima. Speriamo di vincerla”.

La storia del Real Madrid in Champions

Il presidente ha poi sottolineato la difficoltà e l’importanza di questa vittoria: “Vincere una Champions League non è facile, anche se il Real Madrid in questa competizione ha una storia che tutti conoscono. Ci siamo meritati questa coppa, per noi la quindicesima”.

L’addio di Toni Kroos e la squadra

Perez ha commentato anche l’addio di Toni Kroos: “Era quello che voleva, ritirarsi quando era ancora all’apice. Resterà per sempre e senza dubbio una delle grandi leggende del Real Madrid“.

Riferendosi alla squadra, Perez ha elogiato lo spirito di gruppo: “Tutti hanno giocato per aiutare la squadra, a volte Vinicius segna e altre volte Joselu segna. E tutti sono ugualmente contenti, quello che conta è la squadra, l’atmosfera in cui vivono, che è una grande famiglia. Nessuno vuole essere più protagonista degli altri”.

Il messaggio ai tifosi

Infine, Perez ha rivolto un messaggio ai tifosi, mostrando la sua emozione: “Sono emozionato di averne visti così tanti stasera. Nessuno dubitava che avremmo vinto. Questo è il punto di partenza per provare subito a vincere la sedicesima”.

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Champions League

Champions League: l’ultima notte di Kroos e Reus

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Toni Kroos

Una finale di Champions League dai sentimenti opposti per i due campioni, che nella notte di ieri a Wembley hanno salutato per l’ultima volta i loro club.

La notte di Wembley ha visto il Real Madrid campione d’Europa per la quindicesima volta. L’ennesimo trionfo di una squadra che sembra avere il segno della vittoria nelle stelle e nel suo destino.

Ma la gara di ieri è stata anche un mix di emozioni contrastanti. Gioia ed euforia, esaltazione e sconforto. Sentimenti che solo una finale può lasciare, ma ieri c’era anche quel velo di romanticismo nostalgico che ci ricorda, semmai ce ne fosse bisogno, perché siamo innamorati ancora (e nonostante tutto) di questo sport.

Già, perché ieri sera è stata l’ultima gara con i propri club di due campioni, o meglio due leggende: Toni Kroos e Marco Reus. Entrambi hanno salutato i loro tifosi, ma con sentimenti totalmente opposti.

Vincere ancora una volta

Champions League

Pochi giorni fa Toni Kroos aveva annunciato che la finale di Wembley sarebbe stata l’ultima gara con il Real Madrid. Dopo dieci anni di Madrid il tedesco ha annunciato il suo addio al calcio. Potremo ancora gustarcelo negli Europei di giugno con la sua Germania, ma intanto ieri sera ha sollevato la sua quinta Champions League con i blancos, la sesta personale (la prima era stata vinta con il Bayern Monaco). 

La ciliegina su una torta condita da ogni genere di trofeo. Uno dei migliori centrocampisti della sua generazione, e forse di sempre. La notte di Londra lo ha incoronato, ancora una volta. Il giusto riconoscimento ad una carriera sempre al top, sempre al centro. Sempre da Kaiser.

Al termine della partita Kroos è andato sotto i suoi tifosi a festeggiare e a salutarli per l’ultima volta da giocatore. Li saluta da vincente, li saluta con una vittoria. L’ennesima.

Ancelotti ha detto che al triplice fischio che il centrocampista lo ha abbracciato, ringraziandolo per questo meraviglioso epilogo. L’umiltà di un campione che, dopo tutti i trofei, si sente ancora grato verso chi gli ha dato la possibilità di poter vincere ancora una volta.

Le lacrime di Marco

Come ogni finale che si rispetti, davanti a qualcuno che gioisce ci sarà sempre qualcuno che non lo potrà fare. E quel qualcuno, in questo caso, è Marco Reus. E ci piacerebbe tanto poter dire che la sconfitta di ieri sera sia stata solo la prima della sua carriera, ma purtroppo non è così.

Dopo aver perso la Bundesliga all’ultimo respiro nella scorsa stagione Reus aveva voglia di rifarsi. Anche lui aveva annunciato qualche giorno prima del suo connazionale Kroos che la finale di Wembley sarebbe stata l’ultima con la maglia del Borussia Dortmund. Dopo aver battuto il PSG nella semifinale tutto sembra poter far presagire finalmente il lieto fine. Tutti, infondo, saremmo stati felici di vedere Reus trionfare finalmente anche in Europa. Sarebbe stato l’epilogo perfetto di una carriera sfortunata, forse troppo. Un fuoriclasse che ha dovuto combattere da sempre contro il destino avverso.

E invece, ancora una volta, finisce con Reus in lacrime. Ancora una volta Marco è arrivato ad un soffio dalla gloria. Sognava di alzare quella coppa dalle grandi orecchie proprio lì, a Wembley, dove undici anni prima l’aveva persa contro il Bayern Monaco, i rivali di sempre.

Ma cosa unisce allora Kroos e Reus? L’amore per il calcio e per le sue emozioni che a volte crediamo di aver perso, ma che le notti come quella di ieri ci fanno ritrovare. Cos’altro dire, se non auf wiedersehen?

 

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