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Roma, è palese: a Mourinho del campionato non importa

Quest’anno la Roma ha imparato a fare buon viso a cattivo gioco. Infatti, in quest’ultima fase di campionato, piuttosto infruttuosa, Mou non perde il sorriso.

Dicono che José Mourinho sia un campione anche e soprattutto in termini di comunicazione: hanno ragione.

Roma e il prestigiatore Mourinho

Il tecnico portoghese, infatti, con poche parole è in grado di sovvertire la percezione di una partita intera, spingendo gli astanti a valutarla da punti di vista che nessuno aveva considerato.

Ad esempio: sì, mancano i gol, ma c’è stata una buona reazione da parte dei giocatori. Il bicchiere è sempre mezzo pieno, anche se Mou non manca di criticare aspramente i suoi, talvolta individualmente. Anche se, per onestà, bisognerebbe ammettere che lo faceva di più a inizio stagione.

Mourinho non nega mai l’evidenza delle cose, ma sa come cucinare a puntino la realtà. La sua realtà. C’è una cosa, chiara come il sole fin dal suo arrivo al club giallorosso: a questo allenatore piace vincere. E gli piace da matti.

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Per uno come lui, abituato alle vittorie plateali su campi internazionali, in fondo un campionato è poca cosa rispetto a un grande torneo europeo.

Per questo motivo, dopo aver iniziato il campionato con le migliori intenzioni ma con la realistica consapevolezza delle ristrettezza dei propri mezzi in termini di budget, Mou ha cercato di vincere laddove poteva. Senza farsi troppe illusioni, almeno pubblicamente.

Quando poi è esploso il Napoli e grandi competitor come Inter e Milan hanno ritrovato lo smalto, con la risalita vertiginosa della Juventus post penalizzazione, Mou ha capito che il sogno Champions sarebbe stato una strada tutta in salita. E ci aveva visto lungo.

Obiettivo Europa League

Ora la Roma affronterà la sua seconda finale europea dall’arrivo di Mourinh0, nel 2021. Un anno dopo la celebratissima vittoria di Conference League, vittoria che è stata anche una festa di popolo.

L’attesa è altissima, e Mourinho lo sa: deve confermare la propria fama di allenatore vincente, e alla Roma in questa stagione non ha potuto lustrare granché il proprio palmares di vittorie.

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Dopo aver battuto, senza nemmeno segnare un gol, il Bayer Leverkusen nel ritorno della semifinale, ha capito che il sogno è davvero possibile. Anche con un parterre di giocatori stremati, infortunati e impreparati all’ennesima sfida.

Il suo vantaggio è il turnover al quale ha sottoposto molti titolari, pronti a tornare prepotentemente in campo in quest’occasione. Malgrado la difficile situazione di Paulo Dybala, la cui condizione fisica pare non migliorare, restano comunque: “The Wall” Smalling, che si è riscaldato ieri sera contro la Salernitana;

il colossale Matic, che proprio ieri ha segnato il gol decisivo che ha portato la Roma in pareggio (solo un punto, ma sempre meglio di niente); il sempre affidabile El-Shaarawy, che quando c’è da sfacchinare non si risparmia mai.

E poi ci sono i “bambini” di Mourinho, che più passa il tempo più tanto bambini non sono più: Zalewski, ormai veterano, Bove, Tahirovic, Missori. Il vero asso nella manica del buon Mou.

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Insomma: se c’è una partita che s’ha da vincere, Mou lo sa da tempo, è la finale contro il Siviglia. E per allora dovrà disporre di tutti gli uomini possibili. Accettando l’idea che la Joya possa non essere della partita.

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