Serie A
Milan, un calcio al campionato e ai luoghi comuni: capolavoro Maldini
Milan, uno scudetto sofferto, meritato. Un lavoro di squadra non indifferente, un successo da parte di tutti.
94’, triplice fischio di Doveri e Milan Campione d’Italia. I rossoneri battono, anzi si sbarazzano, piuttosto agevolmente del Sassuolo con un netto 3-0 in trasferta al Mapei Stadium, terreno sempre piuttosto ostico per tutti.
Un cammino importante per gli uomini di Stefano Pioli, condottiero vero ed in grado di portare a bordo gran parte dello spogliatoio trasformando Milanello in uno dei posti migliori in cui vivere, lavorativamente parlando.
Eppure ad inizio campionato i rossoneri non erano visti neppure tra le prime quattro squadre. L’Inter arrivava dalla vittoria del campionato, la Juventus riabbracciava Allegri, il Napoli poteva cercare il colpaccio con Spalletti, la Roma era l’outsider con Mourinho, l’Atalanta di Gasperini di diritto era già viste tra le prime quattro con qualcuno che si sbilanciava persino oltre. Il Milan? Per gli addetti ai lavori avrebbe sofferto per un posto in Champions League.
Milan, le idee di Maldini
E poco importa se Paolo Maldini sognava in grande, ed a ragione. L’ex capitano rossonero predicava calma, prudenza, ma al tempo stesso in intervista dichiarava che il Milan lo scorso anno era arrivato secondo, a nemmeno troppa distanza dalla capolista.
Dichiarava altresì che i giovani visti ed ammirati la passata stagione, adesso avevano un anno in più, maggiori consapevolezze nei loro mezzi e sempre più fame. Non nascondeva nemmeno che Stefano Pioli aveva preso sempre più il pallino dello spogliatoio imponendo le sue scelte, i suoi ritmi, i suoi umori, i suoi schemi.
Non faceva nemmeno mercato a gennaio. Convinto di avere una squadra già di per sé forte, ma al tempo stesso bloccava Botman ed ipotecava Renato Sanches per la prossima stagione.
Una presenza fissa nello spogliatoio
Un vero capitano. Anche dopo anni che gli scarponcini erano appesi al proverbiale chiodo. Quando a metà stagione sono arrivati i primi scricchiolii, qualche partita storta, qualche scelta arbitrale dubbia, il dirigente rossonero con il fido Frederic Massara avevano iniziato a presenziare stabilmente le mura di Milanello per caricare la squadra, stare vicino al tecnico ed incitare tutti gli addetti ai lavori.
Perché si poteva fare. Perché il Milan ha portato a compimento un vero e proprio capolavoro, una sorta di genio incompreso dove probabilmente gli unici a non capire erano gli altri. In casa rossonera le idee e le consapevolezze erano ben chiare. A prescindere dalle disponibilità economiche. E su questa lezione ci sarebbe molto da dire e da scrivere.
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Serie A
Cagliari, la carica: in rimonta contro le grandi
Il Cagliari, che a marzo era in zona recessione, sta rialzando la testa con orgoglio tipicamente sardo. E lo sta facendo contro le grandi della Serie A.
Prima la vittoria 2-1 contro l’Atalanta dello scorso 7 aprile, poi i pareggi 2-2 contro due giganti: l’Inter e la Juventus, rispettivamente il 14 e il 19 aprile.
Il Cagliari ha alzato la testa e malgrado tre sfide molto complicate ha comunque portato a casa 5 punti, dimostrando le proprie qualità.
Una neopromossa in grado di mettere sotto la stessa Atalanta che quella settimana ha sottomesso il Liverpool accedendo alla semifinale di Europa League. E di pareggiare in rimonta contro i nerazzurri con 2 gol: un’impresa mai riuscita a nessuna squadra contro l’Inter, in questa stagione.
Cagliari, i punti forti
Ma come è stata possibile una simile impresa? Grazie ad un attacco rinvigorito. E in particolare all’ex Roma Shomurodov, sfruttato come centrale.
Gli altri protagonisti si chiamano Luvumbo e Gaetano, con quest’ultimo grande protagonista del centrocampo e realizzatore di gol, su rigore (come contro la Juventus) e non. Al centro del campo è protagonista anche Viola, realizzatore di uno dei due gol di San Siro.
Nel team dei realizzatori compare anche un difensore: l’ex Sampdoria Tommaso Augello. A dimostrazione del fatto che oggi, al Cagliari, tutti si stanno dando da fare. E che la squadra è bene orchestrata.
Serie A
Roma-Bologna, Motta: “Possiamo fare il nostro massimo con zero pressione”
Roma-Bologna è una bella vittoria per Thiago Motta, che ha espresso la sua soddisfazione anche nella copnferenza stampa post-partita.
Nel post partita di Roma-Bologna, l’allenatore dei rossoblu Thiago Motta è intervenuto in conferenza stampa su quella che per lui e per il Bologna è una vittoria che consolida la futura presenza della squadra in Champions League, oggi a 7 punti dal quinto posto dalla Roma.
Ecco che cosa ha detto a proposito del match Roma-Bologna dell’Olimpico.
Roma-Bologna, le parole di Thiago Motta in conferenza stampa
Nel primo tempo ci hai lasciati senza parole, avete giocato con autorità contro una grande squadra. Avete difeso con maturità nella ripresa, siete cresciuti in questo? I due palloni persi nel primo tempo è perché la squadra deve partire da dietro senza buttare la palla?
“Dobbiamo fare i complimenti ai ragazzi per la partita fatta stasera da parte di tutti, sono orgoglioso di essere il loro allenatore. Glielo avevo detto prima del match ed è facile ribadirlo ora dopo la gara, gli errori esisteranno sempre e se uno non vuole commetterli non deve fare questo sport, è sempre più facile giocare lontano dalla nostra porta ma dobbiamo giocare con personalità anche vicino la nostra porta e come fatto stasera.
Si vede che la squadra ha attitudine, cercano sempre di aiutarsi. Se andiamo a vedere i gol presi dopo uno sbaglio, ci sono altre cose da sistemare, oggi siamo stati bravi e abbiamo avuto anche un pizzico di fortuna perché avevamo una squadra di qualità e molto tecnica, con giocatori che possono fare la differenza, complimenti ai ragazzi, alla nostra gente e al pubblico della Roma, ho visto che hanno applaudito la nostra squadra e questo fa bene al nostro sport. Dopo la partita finisce tutto e si va avanti”.
Leggerezza e coraggio per la tua squadra?
“L’Olimpico porta molto bene a El Azzouzi, ha segnato anche contro la Lazio. Non abbiamo pressioni, possiamo fare il nostro massimo con zero pressione. È bello vedere questi ragazzi con questa personalità e questo spirito di gruppo, si aiutano e si guardano e comunicano tra loro.
Giocano un calcio collettivo molto bello, giocano per il gruppo e questo fa solo che ingrandire tantissimo questo grande club che è il Bologna. Giochiamo per la nostra maglia e per la nostra gente, è stata un’altra bellissima serata”.
Quanto sei felice da 1 a 10? Sul secondo gol penso abbiate fatto un minuto e 40 secondi di possesso palla, è il tuo manifesto?
“Vorrei sempre vedere questo gioco, è chiaro che oggi avevamo di fronte un altro tipo di squadra, anche loro giocano bene a calcio, hanno grandissima qualità, ti possono mettere in difficoltà ma ti possono lasciare giocare.
Abbiamo approfittato di questi momenti, il secondo gol è stata un’azione bellissima dopo un bel possesso palla, abbiamo invitato la squadra avversaria a venire e poi li abbiamo attaccati, è un esempio di quello che vogliamo vedere e sono orgoglioso di vederli giocare in questo modo. Li ringrazio per tutto il lavoro fatto in settimana, penso che sono stanco e felice”.
Che cosa aveva preparato nello specifico contro la Roma?
“Non avendo Ferguson che ha dimostrato il suo valore, che fa grande volume di gioco e ha spirito nella fase difensiva e ha qualità negli inserimenti, abbiamo scelto El Azzouzi e volevamo creare più movimenti per non dare riferimenti all’avversario e non lasciare l’uno contro uno.
Abbiamo avuto un bel volume di gioco, non volevo che fosse una partita una contro uno a centrocampo, i miei centrocampisti hanno giocato in modo quasi perfetto, erano sempre disponibili in difesa e in attacco, hanno capito che devono occupare zone del campo specifiche dove fa gioco la Roma, ho tre ragazzi intelligenti che possono fare questo lavoro e hanno fatto una grandissima partita”.
Il Bologna è una tua creatura, cosa hai deciso per il futuro?
“Se vuoi fare un’altra domanda… ho lasciato la possibilità al giornalista di fare un’altra domanda, già sai la risposta”.
A dicembre vedevamo una squadra che aveva ambizione, c’erano tutti i presupposti per crescere.
“Hai avuto la seconda opportunità, ma vuoi andare sempre su quella strada. Abbiamo fatto un’ottima partita”.
La Roma che ha visto stasera possa essere in grado di arrivare a giocarsi la Champions League? Quante possibilità ha rispetto a Bologna e Atalanta?
“Hanno possibilità, da quando è arrivato De Rossi la Roma esprime un gioco bello da vedere, offensivo, difficile per gli avversari e i risultati sono dalla sua parte. Abbiamo visto una bellissima partita, potevano segnare e noi abbiamo sfruttato meglio le nostre occasioni.
In semifinale di Europa League affronteranno il Bayer Leverkusen, i giallorossi hanno giocatori di qualità difficili da contrastare, sarà difficile non lasciare loro spazi. Sono dei giocatori che hanno la caratteristica di pressare e questa è un’idea che lui in poco tempo è riuscito a far capire a questi giocatori e i frutti del suo lavoro si stanno vedendo.
Stasera non può essere soddisfatto, vuole vincere sempre però sicuramente è soddisfatto del suo lavoro e la Roma arriverà in alto a fine campionato, giocano in avanti, sono pericolosi. Noi abbiamo fatto una buona prestazione e meritato di vincere“.
Serie A
Roma-Bologna, De Rossi: “La prestazione dei ragazzi c’è stata”
Roma-Bologna è il secondo tonfo di campionato dei giallorossi di De Rossi, dopo la debacle contro l’Inter. Ecco le parole dell’allenatore nel post-partita.
Nel post partita di Roma-Bologna, l’allenatore dei nerazzurri Simone Inzaghi ha risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa.
Indice
Roma-Bologna, le parole di Daniele De Rossi in conferenza stampa
Sull’arbitraggio di Maresca
De Rossi: “Quanto ha inciso l’arbitro e cosa ci siamo detti? Penso che una squadra forte, se è vero che si è fatta innervosire dall’arbitro, si può far innervosire per un rigore inesistente o un’espulsione. Per me Maresca ha sbagliato i nostri primi due gialli, ma non può essere abbastanza da farci innervosire.
Per il resto Maresca non ha fatto male. Se c’era qualcosa in passato è un peccato, è un circolo, ci vediamo sempre, non possiamo portarci dietro scorie. L’inizio anche a me ha un po’ disturbato, ma non abbiamo perso per l’arbitro. Dopo tre minuti ha cambiato l’atmosfera, non ho visto cosa fosse successo. Nell’arco di una partita però non può essere un fattore così importante”.
Sul turn-over
De Rossi sul turn-over ridotto oggi: “Ho messo i giocatori che pensavo ci potessero far vincere, dobbiamo avere giocatori più volte pronti a giocare in una settimana. Non erano stanchi, a parte Tammy, hanno fatto tutti la loro partita, il 3-1 ci ha un po’ ammazzato, sembravano tutti molto più stanchi.
Sul 3-1 ho provato a tenere in campo giocatori che potevano farmi il 3-2 o il 3-3, con Dybala in campo siamo più pericolosi o con Pellegrini idem. Bove? Ha giocato una partita fondamentale tre giorni fa”.
Sul nervosismo
“Non ho ancora rivisto il match, però che cosa hanno fatto di clamoroso i giocatori in campo per farvi saltare all’occhio questo nervosismo folle? Potevamo essere più lucidi, ok, poi voi giudicate la partita influenzati dal risultati, lo facciamo quando vinciamo che siamo fenomeni e quando perdiamo che sembra tutto negativo. Tra le ammonizioni importanti che abbiamo subìto, ci siamo innervositi, ma potevamo segnare.
Il calcio è fatto di falli, non ho visto una squadra andare fuori di testa, abbiamo perso le distanze tatticamente alla fine e di fiato, ma ci può stare in questo punto della stagione. Voglio giocare che si innervosiscano, io lo facevo, è una cosa sana la protesta, il nervosismo.
Sono arrivato qui e ho percepito una situazione di chissà che cosa, io non sono un chierichetto, mi piacciono i calciatori che hanno la mosca sotto al naso, è sintomo di essere vivi e di essere squadra, dopo cinque minuti, se segna El Shaarawy, mi avreste fatto i complimenti. Il risultato ci fa sembrare tutto più nero o estremo, i ragazzi hanno fatto una buona partita, eravamo tutti nervosi per il risultato, dopo l’1-3 andavano forte e vanno fatti i complimenti al Bologna.
Ringrazio la squadra per come si è comportata fino alla fine, dobbiamo ringraziare la curva intera che ha applaudito e cantato per i giocatori. A volte hanno la percezione di una squadra che molla, ma se ci hanno applaudito, a parte gli errori fatti da me e dalla squadra, hanno capito che ci abbiamo provato fino all’ultimo“.
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