Serie A
Lazio-Juventus: statistiche e curiosità

La 36° giornata della Serie a tra le sfide in programma c’è Lazio-Juventus, che si giocherà domani alle ore 18 allo Stadio Olimpico.
La 36° giornata della Serie a tra le sfide in programma c’è Lazio-Juventus: i biancocelesti e bianconeri sono pari punti a quota 63, questo match è uno spareggio per un posto in Champions League.
Lazio-Juventus: curiosità e statistiche
Domani all’Olimpico va in scena Lazio-Juventus, una sorta di spareggio per l’ultimo posto disponibile per la Champions League, con biancocelesti e bianconeri pari a quota 63 punti insieme alla Roma. Perciò, sia per Baroni che per Tudor questa sfida è decisiva, ma vediamo qualche curiosità e statistica inerente al match.
La Juventus è la squadra che ha più volte battuto la Lazio in Serie A: sono 87 successi per i bianconeri sui laziali. In generale, la squadra che in Serie A vanta il maggior numero di successi contro un singolo avversario è l’Inter contro sempre la Juventus. Per la prima volta dal 2001 la Lazio vanta due successi contro i bianconeri, per arrivare a 3 vittorie di fila in casa bisogna risalire addirittura al 1953/1956.
La Lazio non ha mai ripetuto lo stesso risultato nelle ultime 10 partite di Serie A (4 vittorie, 5 pareggi e una sconfitta), con un successo contro l’Empoli nella più recente; in questo campionato già una volta, tra novembre e febbraio, i biancocelesti sono rimasti 11 gare consecutive senza ripetere due volte di fila lo stesso risultato (5 vittorie, 2 pareggi, 4 sconfitte).
La Lazio ha pareggiato le ultime cinque partite casalinghe di Serie A, per quella che è la serie aperta di pareggi interni consecutivi più lunga nella competizione; i biancocelesti non arrivano a sei segni “X” di fila in casa nella competizione dal 1991.
Il tecnico bianconero Igor Tudor ha ottenuto solo due punti nelle prime tre trasferte, ha ottenuto solo due punti nelle prime tre trasferte con la Juventus, l’ultimo allenatore bianconero a non aver vinto nemmeno una delle prime quattro gare esterne in campionato è stato Cestmir Vycpalek nel 1971.
Serie A
Como, Reina ai saluti: questa sera l’addio al calcio giocato

Questa sera oltre alla tanto bramata corsa scudetto, ci sarà anche un altro momento importante: l’addio al calcio giocato del portiere del Como Pepe Reina.
Al netto di incredibili ripensamenti stile Szczesny, questa sera sarà l’ultima partita da calciatore professionista per il portiere spagnolo Pepe Reina: all’età di 42 anni, l’estremo difensore del Como ha deciso di salutare il calcio giocato e lo farà nella partita di questa sera contro l’Inter. Con ogni probabilità dunque, Fabregas lo schiererà dal primo minuto, o quantomeno gli concederà nel finale un’ultima sensazione da calciatore professionista ed un ultimo applauso da parte del suo pubblico.

CESC FABREGAS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Como, Reina: una carriera da Campione
Cresciuto nel Barcellona, Reina nella sua carriera ha indossato maglie pesantissime, oltre ovviamente a quella blaugrana: ha giocato nel Liverpool, Bayern Monaco, Napoli, Lazio, Villareal, Milan, Aston Villa e ovviamente Como. In Italia ha messo in mostra le sue capacità nel Napoli di Sarri, dove per più di una volta ha anche indossato la fascia da capitano.
Nelle altre esperienze in giro per la penisola invece, ha avuto più un ruolo da secondo o da uomo spogliatoio, ma è sempre rimasto nel cuore dei tifosi per la sua “garra” e la sua personalità.
In quest’ultima annata con la squadra di Fabregas non è sembrato impeccabile tra i pali, tant’è che la società ha cercato dei sostituti fin da subito, ma ha avuto un’importanza cruciale nel legare il gruppo e far conoscere ai giovani il calcio italiano. Il calcio saluta quello che è stato un grande portiere, ma che senza dubbio tornerà in questo mondo sotto altre vesti.
Serie A
Milan, c’è la firma di Tare come nuovo DS

Il Milan ha il suo nuovo direttore sportivo. È arrivata nella giornata di oggi la firma di Igli Tare. L’ex ds della Lazio ha firmato un contratto di 3 anni con i rossoneri.
Inizia oggi ufficialmente l’era di Igli Tare al Milan. Dopo un lungo casting per il ruolo di direttore sportivo, alla fine i rossoneri hanno scelto di puntare sull’ex dirigente della Lazio. Nella giornata di oggi è arrivata la firma di Tare sul contratto, mentre il comunicato ufficiale del club non è atteso prima dell’inizio della prossima settimana. Secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, Igli Tare ha firmato con i rossoneri un accordo di 2 anni, con opzione per il terzo anno. Lo stipendio del dirigente dovrebbe aggirarsi intorno agli 800.000 mila euro all’anno.

ZLATAN IBRAHIMOVIC SORRIDENTE ( FOTO KEYPRESS )
Igli Tare sarà subito operativo all’interno della società rossonera, e sarà chiamato a prendere una serie di decisioni importanti, sul mercato e non solo. La priorità in casa Milan resta quella di individuare l’allenatore per la prossima stagione.
Serie A
Roma, Ranieri: “Rivoluzioni in estate? Non penso. E sul nuovo allenatore…”

Il tecnico della Roma, Claudio Ranieri, ha parlato in conferenza stampa a due giorni dall’ultima gara del campionato contro il Torino di Vanoli.
Claudio Ranieri, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla due giorni dall’ultima panchina della sua carriera. Il tecnico giallorosso, al termine della stagione, prenderà posto all’interno della dirigenza della Roma. diventando un consigliere della famiglia Friedkin.
L’obiettivo finale di Ranieri è provare a centrare la qualificazione in Champions League. Oltre a trovare la vittoria in casa del Torino, i giallorossi devono sperare che la Juventus non riesca a raccogliere i tre punti in quel di Venezia.

CLAUDIO RANIERI GRAZIE ROMA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Roma, le parole di Ranieri
Come arriva la squadra a questa partita? Qual è il suo coinvolgimento emotivo?
“Sono concentrato sulla partita, poi magari nelle giornate seguenti penserò a tutto quello che mi è successo in questi giorni. Prima di tutto volevo ringraziare i tifosi della Roma, io non mi aspettavo una cosa del genere l’altra sera. Non mi aspettavo una scenografia così meravigliosa e li voglio ringraziare di vero cuore. Ci avviciniamo, come ho sempre detto, fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Siamo entrati in Europa, non sappiamo in quale Europa, ma dobbiamo uscire dal campo consapevoli che abbiamo dato il massimo. Poi ci sono degli episodi che ti condannano o ti fanno sorridere e io sono soddisfatto, per cui dobbiamo dare tutto noi stessi. Credo che questo sia degli ultimi campionati una cosa veramente bella, perché c’è chi lotta per vincere il campionato, chi lotta per retrocedere, chi lotta per entrare in Europa e credo che questo sia stato veramente un campionato molto interessante per tutti i tifosi italiani”.
Ha pensato alle 23 di domani? E a prescindere dall’entrata o no in Champions, quale voto si dà a questa stagione?
“Io non mi do voti. Non c’è mai nessuno che vince sempre. Qualche volta devi conoscere anche l’amaro così sai apprezzare anche il dolce. L’altra domanda era cosa penserò domani. Il primo pensiero era le 23, fammici arrivare alle 23. E poi forse lo dirò, ma io non sono bravo nell’esternare a parole le mie emozioni, quello che sento dentro. L’ho vissuto l’anno scorso a Cagliari, ero sicuro, lo ripeto ancora una volta, che sarebbe finito tutto. Ero contento, ero rilassato, ho passato un’estate bella, serena, con i miei amici soliti. E penserò questo, a stare bene con i miei amici”.
Che clima c’era a Trigoria? Dovbyk come sta? Dybala e Pellegrini verranno a Torino?
“Credo che partiranno tutti, ancora non glielo ho chiesto, ma credo di sì. Dovbyk ha fatto allenamento sotto il controllo di dottori, fisioterapisti e preparatori. Credo che domani, se tutto andrà bene, me lo daranno disponibile per fare l’ultimo allenamento. L’allenamento è stato bello, concentrato come sempre, con grossa determinazione da parte dei ragazzi. Questo mi rende sereno, perché io so che andremo ad affrontare una grande squadra che vuole far bene, vuole chiudere bene il suo campionato, gioca in casa. Il Torino ha grandi giocatori, un grandissimo allenatore, giovane, ma molto valido e vorrà far bene. Noi ce la dovremo sudare come se la dovranno sudare tutti quelli che vogliono conquistare quello che ha in ballo”.
Come accoglierà il nuovo allenatore la piazza?
“Io non penso a come lo accoglierà, io penso che quando andrà via i tifosi saranno dispiaciuti, questo è quello che io vorrei”.
Quanto cambierebbe la qualificazione in Champions League?
“Solo domande inerenti alla partita. C’era un saggio grandissimo allenatore che diceva non dire gatto se non l’hai nel sacco. Noi abbiamo un gatto a nove code che scappa via da tutte le parti. Prima chiudiamo il sacco e poi vediamo”.
Quali sono le sue sensazioni in queste ultime giornate?
“No, è sempre un cocktail di mille sensazioni, perché poi l’allenatore, io soprattutto vado a sensazioni, a quello che mi dicono i ragazzi in campo. Mi dicono con loro atteggiamento, ho sempre pensato di mettere la squadra che mi potesse far vincere. E poi ho sempre detto a loro, si gioca in sedici, ho la possibilità di fare cinque cambi, state sempre tutti a disposizione. Per cui certamente il cambio di Dybala è costato parecchio, perché Dybala ci dava non solo quel punto di riferimento là davanti, ma quel giocatore che ci sapeva tenere palla e nelle situazioni difficili, vedevate che i ragazzi subito palla lui e lui ci tirava fuori dai guai.
Senza di lui abbiamo un attimino sofferto, per cui ho cercato di correre ai ripari con scelte da parte mia, credo, da parte mia logiche. Naturalmente possono essere sembrate particolari, strane, perché così, perché così, perché non ho giocato sempre 3-4-3, abbiamo vinto a Milano, perché non ripetere. A me piace studiare l’avversario, mi piace cercare di metterlo in difficoltà, gli altri fanno sicuramente lo stesso con noi. Gioco forza devo cercare di tenere tutti sul chi vive e cercare di vincere la partita”.
Tralasciando il rapporto con i tifosi che è stato ricucito dal suo avvento da novembre, rispetto al Ranieri allenatore e consigliere, ha centrato tutti gli obiettivi che si era prefissato quando si è seduto sulla panchina?
“Sono molto soddisfatto di quello che sono riuscito a fare nell’arco di questi, quanti sono? 5-6-7 mesi. C’è ancora tanto da lavorare, c’è tanto da lavorare insieme, però la strada che è stata tracciata mi piace, mi ha dato soddisfazione”.
Leandro Paredes giocherà? Baciare lo stemma sotto la curva ha allontanato le voci sul Boca, secondo lei?
“Dipenderà da lui e dal prossimo allenatore. Dire se gioca? Non lo dico perchè darei un opportunità all’allenatore avversario…”
Che Torino si aspetta, visto che c’è la possibilità di non mandare in Champions la Juventus? Questi sono ragionamenti che anche in uno spogliatoio si fanno. Ha fatto una promessa, un regalo in caso di Champions League della propria squadra?
“Io? Un regalo? Sono loro che lo devono fare a me! Io devo fare il regalo? Non credo a queste cose. Queste sono cose che stanno fuori dalla mente di chi gioca a calcio, soprattutto a questi livelli. Io ai miei ho detto quello che ho detto a voi. Il Torino è una buonissima squadra che nelle ultime 5 partite in casa ha fatto due vittorie, due pareggi e solo una sconfitta. Ci sarà da sudare e lottare fino all’ultimo secondo. Questo è quello che ho detto ai ragazzi e credo che i ragazzi mi credano perché io ho sempre detto la verità.
Gli ho sempre prospettato le difficoltà che avremmo incontrato durante un match. Per cui il Torino farà la sua gagliarda partita perché il Torino per DNA è una squadra che lotta sempre. Tra virgolette mi è sempre piaciuta, proprio per questo suo. Io poi giocavo contro Pulici e Graziani, era uno spettacolo. Era un dispiacere perché perdevamo quando giocavo nel Catanzaro, però era uno spettacolo vederli”.
A prescindere dalla qualificazione in Champions o meno, in estate ci dobbiamo aspettare rivoluzioni?
“Vediamo. Io credo che di rivoluzioni non possiamo farne e non dobbiamo farne. Se questa è una squadra che nel girone di ritorno dovrebbe essere prima, allora c’è solo da migliorare. Ma diamo fiducia a questa squadra”.
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