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L’angolo del Monza: né vincitori né vinti

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Monza

Un pareggio e nulla più per il Monza! Ci si sarebbe aspettati altro, in verità, ma col rischio a tratti incombente di perdere questo derby lombardo con la Cremonese, anche un pareggio con l’ultima in classifica va bene.

La partita tra le due contendenti è stata, sul piano del gioco, una sorta di monologo biancorosso con notevole possesso palla, tiri in porta, azioni da gol; ma chi ha per prima messo il naso avanti è stata proprio l’avversario di turno, la banda grigiorossa di mister Ballardini che, nella ripresa, col gol di Ciofani, ha letteralmente gelato il sangue ai tifosi monzesi.

E per fortuna che, una manciata di minuti dopo il buon Carlos Augusto, ha messo una pezza sul risultato altrimenti sarebbero stati guai seri. Un punto per continuare a sperare, ma in cosa, poi… Non certo per salvarsi perchè il Monza, salvo da tempo lo è già nonostante la matematica non ancora lo certifichi; men che meno per la corsa all’Europa, sogno immaginifico del duo BerlusconiGalliani, che pare allontanarsi sempre più.

Una bella squadra questo Monza, lo abbiamo detto e ribadito più volte, ma anche una squadra senza campioni conclamati, senza “stelle” di prima grandezza in organico. E allora qual è il programma che si intende perseguire, la strada da percorrere lungo la quale si vuol raggiungere che cosa? D’accordo – e ne sono assolutamente consapevole io per primo – che per il Monza è solo il primo anno in Serie A e che pertanto serve, prima di fare voli pindarici e guardare lontano, assuefarsi alla nuova situazione lasciando da parte sogni, speranze e aspettative.

Ma, comunque sia, un traguardo deve pur essere fissato, un punto d’arrivo sul quale porre l’attenzione e la concentrazione. Mi pare invece che il Monza veleggi, al momento, a destra e a sinistra senza una meta precisa, un approdo al quale agganciarsi.

Ora c’è la sosta per le nazionali, ed è questo il momento per riflettere, farsi delle domande e, possibilmente, darsi delle risposte. Escludendo – e lo abbiamo già detto e ribadito – un eventuale ritorno in zona-pericolo, che intendono fare, in questo finale di campionato Raffaele Palladino e i suoi ragazzi? Restare in una sorta di limbo dorato oppure prendere decisamente in mano la situazione e dare a questa loro stagione una svolta ben più concreta?

Beh, lo vedremo presto, tra una dozzina di giorni, al ritorno in campo contro la Lazio e nei successivi passaggi che vedranno i biancorossi affrontare in rapida successione Udinese, Inter e Fiorentina. Un poker di gare da incubo che decideranno presente e prossimo futuro di Pessina e soci…

 

Editoriale a cura di Elio Arienti

Serie A

Fiorentina, il 2025 è da dimenticare: peggior annata della storia viola

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Fiorentina

Il 2025 in casa Fiorentina si è chiuso con l’ennesima sconfitta di questo campionato. Mai così male in tutta la sua storia: un anno da dimenticare.

24 sconfitte complessive. Questo è il dato che contraddistingue la Fiorentina nel 2025: un anno da buttare completamente quello che vedrà chiudersi tra qualche giorno in casa Viola.

Certo le 13 sconfitte complessive, tra Serie A e Conference League, da inizio stagione pesano parecchio sul groppone della banda guidata da Vanoli, ma anche nella stagione passata le cose non sono andate nel migliore dei modi.

Fiorentina

STEFANO PIOLI PENSIEROSO ( FOTO FORNELLI/KEYPRESS )

Dopo una prima parte di stagione con Palladino in cui i tifosi viola hanno potuto sognare di ambire a piazzamenti europei migliori rispetto alla Conference, da inizio 2025 la Viola ha perso smalto e le diatribe tra tifosi e società non hanno fatto altro che ingigantire i problemi di fine stagione. Palladino se ne è andato e al suo posto è stato chiamato Pioli.

Per l’ex Milan è stato un ritorno traumatico. Neanche una vittoria e ultimo posto in classifica. Un problema che si è pensato di poter risolvere con il suo esonero e l’arrivo di Vanoli, ma anche con l’ex Torino la musica non è cambiata. Adesso, dopo 17 giornate di Serie A la Fiorentina si ritrova ultima in classifica con 9 punti realizzati, a fronte di 1 vittoria e 6 pareggi.

Una situazione molto pericolosa che vede già adesso la Viola a rischio retrocessione. Per evitare ciò la società deve cancellare questo 2025 orrendo e sperare in un nuovo anno che porti energie fresche e una serie di risultati che possano evitare il peggio.

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Serie A

Atalanta, si chiude con un ko il 2025 dei cambiamenti

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Atalanta

Atalanta, l’ultima partita dell’anno e’ un deja-vu dei trascorsi contro l’Inter. L’inizio dell’era post Gasperini parte in salita.

Alla fine, in quella che e’ stata l’ultima contesa del 2025, l’Atalanta ha stabilito un record, purtroppo negativo.

Erano tre anni, infatti, che la Dea non usciva dal campo senza nemmeno concludere in porta una sola volta.

Alla New Balance Arena, i nerazzurri hanno subito gli strascichi di una tradizione che li vuole soccombere all’Inter spesso e volentieri da cinque anni.

Una abitudine, dunque, che ha caratterizzato anche il primo scontro tutto nerazzurro con in panchina Raffaele Palladino.

L’ex Monza ha provato invano, e per poco non ci riusciva, a spingere i suoi verso il colpo di coda, che alla fine non e’ arrivato.

Negativo, quindi, e’ stato il sipario su un 2025 che ha portato con sé una svolta dopo nove anni di regno ininterrotto firmato Gianpiero Gasperini.

L’ultimo regalo, l’ennesima qualificazione in Champions League, ha fatto da porta per il nuovo corso, che i Percassi avevano disegnato su misura di Ivan Juric.

Una fiducia mal riposta, se si pensa a quanto poco ha impiegato il tecnico croato a entrare in conflitto con l’ambiente.

Il simbolo delle discordie e’ stato, non a casa, Ademola Lookman, ovvero chi si vedeva ormai da giugno lontano da Zingonia.

Veleni, mancanza di feeling, nonché una certa dose di avversione da parte dell’ambiente, hanno fatto si che si spingesse, ben presto, per il cambio.

A uno dei (pochissimi) errori compiuti dalla dirigenza atalantina negli ultimi anni, dunque, si e’ deciso di porre rimedio ben presto, consapevoli che traccheggiare a lungo avrebbe compromesso definitivamente la rincorsa al treno Europa.

Fino ad ora la scelta appare corretta, con Palladino che sta dimostrando di saper essere un buon condottiero per una Dea che non vuole uscire dal circolo delle grandi.

Un posto in Champions League sarà arduo da raggiungere, ma una chance per quanto riguarda l’Europa League sembra esserci.

Se perdere contro l’Inter può essere messo agli atti come un incidente di percorso, e’ assolutamente sicuro che, da gennaio a maggio, gli scivoloni saranno banditi dal vocabolario di Bergamo.

Soprattutto contro quelle grandi che rappresentano le vere contendenti per regalarsi, per l’ennesima volta, il biglietto con destinazione una nuova campagna europea.

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Serie A

Milan, il tabù è spezzato: ora Allegri vince anche con le “piccole”

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Milan – Il 3-0 al Verona certifica la crescita rossonera. Ora ci sono solidità, maturità e segnali concreti in chiave Scudetto.

Il Milan supera un limite che aveva frenato la sua corsa e lancia un messaggio forte al campionato. Il netto 3-0 rifilato al Verona a San Siro non vale solo tre punti, ma rappresenta una svolta stagionale: i rossoneri di Massimiliano Allegri iniziano finalmente a vincere con continuità anche contro le squadre di medio-bassa classifica.

Fin qui la classifica del Diavolo era stata costruita soprattutto negli scontri diretti, mentre contro le “piccole” erano arrivati passi falsi pesanti. La prova contro il Verona, invece, racconta una squadra matura, compatta e concentrata, capace di controllare la partita e chiuderla senza affanni.

Milan, inizia una nuova fase della stagione?

Protagonista assoluto del match è stato Christopher Nkunku, autore della sua prima doppietta in Serie A: il rigore che sblocca il match e il gol in campo aperto che lo chiude sono il simbolo della fiducia ritrovata e della gestione lucida di Allegri, supportato anche da leader come Modric. La porta inviolata completa una prestazione convincente, arrivata dopo settimane di dubbi e risultati altalenanti.

Milan

Christopher Nkunku in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Il successo certifica una crescita mentale prima ancora che tattica e rafforza le ambizioni rossonere. Con il mercato invernale pronto a offrire nuove soluzioni, il Milan ha iniziato a colmare le proprie lacune strutturali. Vincere queste partite è il passaggio decisivo per trasformare una stagione solida in qualcosa di molto più ambizioso.

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