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Il Torino ha sollevato dall’incarico il Ds Davide Vagnati, lasciando spazio così a un ritorno molto gradito dai tifosi granata di Gianluca Petrachi.
Parliamo di un Ds dalla grandissima esperienza, che ha mostrato già in passato di saper regalare grandissimi colpi a basso prezzo.
L’ha mostrato a Roma, l’ha mostrato soprattutto a Torino e, come detto da Petrachi stesso, l’esperienza con la Salernitana è stata la seguente: “Fin prima della Salernitana avevo un rendimento da otto. Non avevo mai sbagliato una stagione. Quei sei mesi hanno macchiato il mio percorso”.
Andiamo ad analizzare meglio la carriera di uno dei ds migliori in Italia.

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La sua carriera parte con un’ottima parentesi al Pisa, dal 2007 al 2008 che convince il Torino a puntare sul ds italiano.
A gennaio 2010 passa in granata e ci rimane, per 9 lunghi anni. Un percorso che ha visto arrivare un Petrachi e andarne via un altro.
Era un Torino ben diverso da quello che conosciamo oggi. Navigava in Serie B e risalire in A si stava rivelando più complicato del previsto.
Grazie a vari acquisti, nel corso degli anni i granata hanno avuto modo di non solo tornare in Serie A, ma anche di raggiungere l’Europa League.
Tra i colpi più importanti merita una menzione sicuramente Danilo D’Ambrosio.
Arrivò per 500mila euro nel gennaio del 2010 dalla Juve Stabia in comproprietà, in 6 mesi il classe ’88 si guadagnò la conferma in granata, diventando fondamentale sia per la promozione che per la salvezza in Serie A.
Sirigu artivò dopo una stagione insoddisfacente all‘Osasuna, Petrachi però decise di puntarci sopra.
Glik venne acquistato dal Palermo per 300mila euro e divenne un punto fermo della difesa granata. Fu ceduto al Monaco per ben 11 milioni di euro.
Altra super plusvalenza fu Maksimović: acquistato nel 2013 dall’Apollon Limassol (che lo aveva appena preso dalla Stella Rossa) per meno di 3 milioni, venne venduto al Napoli nel 2016 per 26 milioni.
Bruno Peres fu portato a Torino da Petrachi nel settembre 2014, in cambio di 2 milioni al Santos. Venne poi acquistato dalla Roma, per una cifra vicina ai 15 milioni di euro.
Altri colpi dall’altissimo spessore sono poi stati sicuramente Ciro Immobile, vero trascinatore dei granata nella stagione 2013/14 che ha condotto il Torino alla qualificazione in Europa League.
Senza dimenticare Andrea Belotti, capitano e bomber per moltissimi anni dei granata.
Da menzionare sicuramente Bremer, arrivato come un completo sconosciuto dall’Atlético Mineiro, ceduto poi per 50 milioni alla Juventus.
Davide Zappacosta arrivato nel 2014 dall’Atalanta, è stato poi ceduto per 25 milioni al Chelsea nel 2017.
Infine anche Cerci, Darmian, Ansaldi, Džemaili, Benassi e Buongiorno (prodotto del vivaio ma comunque valorizzato dal club) sono stati dei colpi importanti.
Alla Roma sono da nominare Smalling, Mkhitaryan e Gianluca Mancini in particolar modo.
Nonostante la breve e non particolarmente felice esperienza con la Salernitana, il ds stesso, tempo fa, ha voluto ribadire il proprio operato in termini numerici: “Alla Salernitana ho prodotto un lavoro da 50 milioni di euro: 32 milioni di entrate dal mercato e 18 milioni risparmiati sugli ingaggi. A fronte di tutto questo, però, mi sono ritrovato con soli 1 milione e 200mila euro per costruire la squadra. Con una cifra simile puoi solo ritoccare, non cambiare l’ossatura”.
In ogni caso, il ritorno di Petrachi farà sicuramente molto piacere alla stragrande maggioranza dei tifosi del toro.