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Juventus-Milan: numeri, protagonisti e mister a confronto

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Juventus-Milan

Juventus e Milan, dopo il successo bianconero per 0-1 targato Locatelli a San Siro, sono pronte ad affrontarsi all’Allianz Stadium in questo girone di ritorno.

Juventus - Milan

Juventus-Milan

La 34° giornata di Serie A ci regala il big match tra Juventus e Milan.

E allora, avviciniamoci a questo appuntamento andando a conoscere i numeri, i protagonisti della sfida e il confronto tra mister Allegri e Pioli.

Indice

I numeri

La Juventus ha perso appena 8 punti una volta passata in vantaggio in questa Serie A, più solo di Torino (2) e Napoli (6) tra le formazioni attualmente nel lato sinistro della classifica.

Quella bianconera è da un lato la formazione che ha subito meno tiri dall’interno della propria area di rigore in questa Serie A (191), dall’altra quella che ne ha concesse di più dalla distanza (190).

La Juventus è la squadra che ha subito meno goal nei primi 15′ dopo l’intervallo in questa Serie A, appena tre.

La squadra allenata da Massimiliano Allegri è la formazione con la seconda più alta percentuale di duelli vinti in questo campionato: 51.7%, più bassa solo dell’Inter (53.7%).

Il Milan è la formazione che ha segnato più gol su sviluppi di calcio d’angolo in questo campionato (11), dall’altra parte, però, la Juventus è la squadra che ne ha subiti meno da corner nel torneo in corso (2).

Quella rossonera è la squadra ad aver subito meno goal di testa in questa Serie A: 2, una delle quali, però, proprio nel match più recente, con Francesco Acerbi. Dall’altra parte, la Juventus è la formazione che ha tentato più conclusioni con questo fondamentale (101 incluse le conclusioni ribattute).

Il Milan è la squadra che ha subito più reti da fuori area in questa Serie A: 10; nel corso delle ultime 20 stagioni nel massimo campionato, i rossoneri hanno fatto peggio solo nel 2019/2020 (11).

Quella allenata da Stefano Pioli è la squadra che ha segnato più goal con giocatori entrati a gara in corso nel torneo in corso: 15, record per i rossoneri in un singolo torneo di Serie A nell’era dei 3 punti a vittoria, mentre in generale dal 1994/1995 hanno fatto meglio solo il Napoli (16 nel 2022/2023), la Fiorentina (17 nel 2022/2023) e l’Atalanta (20 nel 2019/2020 e 21 nel 2020/2021).

I singoli bianconeri

Dusan Vlahovic è l’unico giocatore in doppia cifra di gol nel 2024 in Serie A (10 reti in 12 presenze). Il classe 2000 non ha mai affrontato il Milan all’Allianz Stadium in campionato, mentre con la maglia della Fiorentina aveva preso parte a 4 reti in quattro sfide al “Franchi” contro i rossoneri in Serie A (2 goal e 2 assist).

Federico Chiesa ha preso parte a 6 goal contro il Milan in Serie A (3 reti e 3 assist) e contro nessuna squadra ha fatto meglio nella competizione.

Solo Lamine Yamal è più giovane di Kenan Yildiz tra gli attaccanti che hanno collezionato almeno 20 presenze nei cinque grandi campionati europei in corso.

Le prime 2 reti di Arkadiusz Milik in Serie A sono state realizzate contro il Milan: doppietta con la maglia del Napoli il 27 agosto 2016; l’attaccante polacco è andato a segno in 2 delle sue ultime 3 presenze in tutte le competizioni, tante volte quante nelle 21 precedenti.

Wojciech Szczesny, che contro il Cagliari ha giocato la sua 400ª gara nei cinque grandi campionati europei, ha collezionato finora 99 clean sheet in 248 presenze in maglia bianconera considerando tutte le competizioni, più di ogni altro portiere di Serie A dal suo esordio con la Juventus nel 2017/2018.

Adrien Rabiot, ha segnato la sua prima rete in Serie A il 7 luglio 2020 contro il Milan, anche se quella è stata la sua unica partecipazione attiva in nove incroci nella competizione contro i rossoneri.

Andrea Cambiaso ha realizzato 2 reti e fornito 3 assist in questo campionato e con una partecipazione attiva registrerebbe il suo miglior bottino in una stagione di Serie A (cinque anche nel 2021/2022 con il Genoa – una rete e 4 passaggi vincenti).

Le prime 48 presenze di Manuel Locatelli in Serie A sono arrivate con la maglia del Milan tra il 2016 e il 2018, nelle quali ha segnato 2 goal, tra cui uno contro la Juventus, il 22 ottobre 2016.

Mister a confronto

Sono stati 133 gli incontri per Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan in Serie A, in cui ha ottenuto 74 successi (34N, 25P); da giocatore segnò la sua prima rete nel massimo campionato proprio contro i rossoneri, il 13 settembre 1992 con il Pescara.

Massimiliano Allegri (299) è vicino alle 300 panchine in Serie A con la Juventus: solo Giovanni Trapattoni (402) ha finora tagliato questo traguardo nella competizione con i bianconeri.

Allegri è uno dei sei allenatori nella storia della Serie A in doppia cifra di vittorie contro i rossoneri, insieme a Giovanni Trapattoni (15), Luciano Spalletti (15), Hermann Felsner (12), Arpad Weisz (11) ed Eugenio Bersellini (10).

Massimiliano Allegri è l’allenatore che ha vinto più partite contro Stefano Pioli in Serie A: 12 (almeno 4 in più di chiunque altro), completano 5 pareggi e 2 successi di Pioli.

Stefano Pioli è stato un calciatore della Juventus in tre stagioni tra il 1984/1985 e il 1986/1987; il tecnico emiliano ha perso 13 gare da allenatore contro i bianconeri in Serie A (più rispetto ad ogni altra avversaria), a fronte di 4 successi e 5 pareggi.

 

Serie A

Napoli-Parma, le formazioni ufficiali

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Napoli-Parma è il secondo posticipo (l’altro è Lazio-Milan) del terzo Saturday Night di Serie A. I partenopei ospitano i crociati al Maradona.

Il mercato del Napoli va giudicato sotto due punti di vista, distinti e separati. Quello in entrata è stato forse il migliore dell’intera estate italiana. Sono arrivati tantissimi giocatori (Lukaku, Gilmour, McTominay, Spinazzola, Buongiorno e Neres) e tutti di altissimo livello, al netto di nessuna cessione eccellente.

E se questo potrebbe sembrare quasi positivo, visto com’era iniziata l’estate azzurra con i casi Di Lorenzo e Kvaratskhelia, non lo è solo perché non è arrivata l’unica che tutti si aspettavano: ovvero quella di Victor Osimhen. Fra il nigeriano e la società campana volano gli stracci e nessuno sa quali strascichi potrà portare con sé questa convivenza forzata. L’unica cosa certa è la virtuale impossibilità di ricucire lo strappo.

Il contratto che lega Osimhen al Napoli scadrà nel 2026 e questa era l’ultima estate per monetizzare al massimo dalla sua cessione. De Laurentiis si è però fossilizzato sulla sua clausola rescissoria, folle e totalmente fuori mercato, rischiando di dilapidare un patrimonio. Chi sarà disposto ad offrire anche solo la metà di quanto chiesto dal Napoli fra sei mesi? Per un giocatore chiaramente escluso dal progetto e prossimo alla scadenza?

Il Napoli ha speso tanto sul mercato (quasi 150 milioni di euro) e, come abbiamo detto poc’anzi, non ha operato cessioni eccellenti. Sebbene quella partenopea sia fra le poche in Italia con i bilanci in ordine, gli investimenti profusi questa estate pongono sulla testa di Antonio Conte una Spada di Damocle non indifferente. Il Napoli è praticamente obbligato a qualificarsi per la prossima Champions League

Un obiettivo che di per sé non dovrebbe rappresentare un problema, per numerosi motivi. La qualità della rosa (l’ossatura dello scudetto di due anni fa è rimasta pressoché invariata); l’ottimo mercato in entrata; l’assenza di competizioni europee e la presenza di un grande allenatore in panchina, specializzato in campionati. A rompere questo idillio ci pensa la complessa situazione ambientale, che potrebbe essere esacerbata proprio dal caso Osimhen.

A Conte, da sempre uno straordinario gestore di uomini, l’ingrato compito di tenere in piedi uno spogliatoio che dovrà fare i conti con tutte le premesse di cui sopra. Dopo il pessimo esordio in campionato, la vittoria (netta) sul Bologna e il mercato hanno riportato ottimismo nella piazza. Tuttavia, il caso Osimhen e un eventuale passo falso stasera contro il Parma potrebbe riaccendere i malumori malcelati dopo l’ultima (disastrosa) stagione.

Al Maradona arriva una squadra in salute, che ha iniziato il campionato con il piglio classico delle neopromosse e che non ha nulla da perdere. E’ una squadra fresca, giovane e spavalda. Una squadra che ha dimostrato di saper affrontare le big, come testimoniano il pareggio di Firenze e la vittoria interna con il Milan. Comunque vada a finire, Napoli-Parma ci dirà di più sullo stato dei lavori in casa Napoli e sulla bontà del progetto di Pecchia.

Napoli-Parma, le formazioni ufficiali

Di seguito, le formazioni ufficiali di Napoli-Parma:

NAPOLI (3-4-2-1): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno; Mazzocchi, Anguissa, Lobotka, Olivera; Politano, Kvaratskhelia, Raspadori. Allenatore: Antonio Conte.

PARMA (4-2-3-1): Suzuki; Coulibaly, Balogh, Circati, Valeri; Sohm, Bernabé; Man, Kowalski, Mihaila; Bonny. Allenatore: Fabio Pecchia.

Napoli-Parma

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Serie A

Lazio-Milan, le formazioni ufficiali

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Lazio - Milan

Lazio-Milan è il primo posticipo (l’altro è Napoli-Parma) del terzo Saturday Night di Serie A. I biancocelesti ospitano i rossoneri all’Olimpico.

Imperativo, per entrambe le squadre, è andare alla sosta senza ulteriori dubbi o inciampi. Due settimane senza calcio non passano molto in fretta, soprattutto per coloro che sono al centro dell’occhio del ciclone. Non lo è più di tanto Baroni, anche se la brutta sconfitta di Udine ha riacceso i dubbi (mai realmente sopiti) su di lui.

Lo è sicuramente Fonseca. Anche lui scelta contestata (dalla tifoseria), ma, differentemente da quanto capitato al suo collega, non ha avuto nemmeno la boccata d’ossigeno di una vittoria nelle prime due giornate. I rossoneri si presentano allo Stadio Olimpico con un punto in due partite e la sensazione è che non fosse neppure meritato.

Il bellissimo Torino di Vanoli, che ieri si è abilmente sbarazzato del Venezia, avrebbe meritato di congedare il campionato a punteggio pieno. Un punto frutto dell’istinto predatorio di un grande attaccante come Alvaro Morata, che tanto è mancato ai meneghini nei 150 minuti in cui lo spagnolo non è potuto scendere in campo.

Lui e Fofana (appena arrivato e quindi, fisiologicamente, non ancora centrato negli schemi) spostano troppo gli equilibri per poter essere regalati. Un Milan certamente non ancora pieno, ma le sue assenze non giustificano il rendimento delle prime due giornate. Pessimo dal punto di vista quantitativo, ma soprattutto qualitativo.

E’ normale appellarsi alla “necessità di tempo” quando si cambia un allenatore, ma la richiesta di pazienza deve essere accompagnata da qualcosa. Il tecnico deve far sì che la sua mano si veda sin da subito se vuole ottenere clemenza nei giudizi. Nel Milan di Fonseca, invece, non si vede niente. In entrambi i sensi.

Nel Milan non si vede nulla di Fonseca, inteso come novità portate dall’allenatore, ma nemmeno si vede nulla nel Milan di Fonseca in generale. Nel calcio esistono tre tipi di squadre. Quelle che non segnano molto, ma subiscono poco. Quelle che segnano molto e subiscono molto, anche se meno di quanto segnano, e quelle “perfette.

Ovvero quelle che segnano poco e subiscono poco. Il Milan si piazza nella quarta categoria, ovvero nella peggiore possibile. Fra quelle squadre che segnano poco e subiscono tanto. Il Milan sin qui non è mai parso in grado di creare situazioni in grado di nuocere all’avversario, ma al contempo gli avversari hanno sempre dato la sensazione di poter far male in qualunque momento: corroborando l’impressione che quattro gol subiti in due partite siano quasi un affare.

Comunque vada a finire, Lazio-Milan ci dirà a che punto è il percorso dei due allenatori. La Lazio sin qui è quasi ingiudicabile, dato che ha giocato una buona partita (ma in casa e contro un avversario probabilmente già condannato al ritorno in Serie B) e una pessima partita: ma su un campo dove, e sarei pronto a scommetterci, lasceranno punti in tante. Siamo solo ad Agosto, ma già da domani si inizieranno a tirare le prime somme.

Lazio-Milan, le formazioni ufficiali

Lazio (4-2-3-1): Provedel; Lazzari, Patric, Romagnoli, Nuno Tavares; Guendouzi, Rovella; Tchaouna, Dia, Zaccagni; Castellanos. Allenatore: Marco Baroni

Milan (4-2-3-1): Maignan; Emerson Royal; Tomori, Pavlovic, Terracciano; Reijnders, Fofana; Chukwueze, Loftus-Cheek, Pulisic; Okafor. Allenatore: Paulo Fonseca

Lazio-Milan

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Napoli, Gilmour è in città: stasera al Maradona

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gilmour napoli

L’ultimo colpo in ordine cronologico del Napoli, Billy Gilmour, è arrivato in città e questa sera sarà presente al Maradona per partita con il Parma.

Lo scozzese ha già firmato il contratto prima della chiusura del mercato e si prepara a iniziare la sua nuova avventura in Serie A. Prima della sosta però assaggerà un po’ di tifo azzurro.

Napoli, Gilmour al Maradona: primo impatto con l’ambiente

L’entusiasmo e la voglia di firmare hanno portato il giovane centrocampista in Campania. Il club ha riconosciuto la sua forte volontà e ha anticipato un’affare ormai destinato a gennaio.

Napoli su Gilmour

Il giocatore ha firmato nella serata di ieri ed è stato ufficializzato quasi sul gong. La sua avventura inzierà già questa sera, anche se non sul campo, col pubblico che gli riserverà un benvenuto speciale.

L’ex Brighton si cimenterà con la Serie A appena dopo la sosta per le nazionali. Con il nuovo compagno McTominay infatti rappresenterà il proprio paese ma la testa è già all’impegno contro il Cagliari in Sardegna.

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