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Summit con la proprietà e confronto con Maldini: la decisione su Gazidis
Ore frenetiche queste per il futuro dell’Amministratore Delegato Ivan Gazidis dopo una settimana di certo non tranquilla in seguito alla nascita della Superlega, progetto poi affossato nel giro di 48 ore. Gli strascichi sono proseguiti e probabilmente proseguiranno ancora a lungo, in giornata però sarebbe stata presa la decisione per il manager rossonero.
Milan, sono stati cinque giorni di certo burrascosi dovuti alla nascita della Superlega nella notte tra domenica e lunedì, operazione che ha di fatto tentato di rivoluzionare il calcio, ma che però nel giro di sole 48 ore ha visto il suo fallimento. Un ruolo chiave lo hanno avuto i Club Fondatori tra cui il Milan che tramite l’Amministratore Delegato Ivan Gazidis è stato promotore di questa competizione insieme alle altre italiane Juventus ed Inter oltre ovviamente a tutti gli altri club europei.
Lo stesso Gazidis sarebbe in questi giorni nell’occhio del ciclone, Paolo Maldini infatti nell’immediato pre gara contro il Sassuolo aveva rilasciato un’intervista davanti ai microfoni di Sky denunciando il fatto di non essere stato minimamente avvisato e di essere venuto a conoscenza della Superlega solamente il lunedì mattina come tutti gli altri. Parole evitabili probabilmente, soprattutto per il timing con le quali sono arrivate, ma che hanno reso un evidente segnale dell’aria che tira in questi giorni in Via Aldo Rossi.
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Confronto acceso e decisione su Gazidis
Nella giornata di lunedì, in occasione dell’allenamento dei giocatori, ci sarebbe stato un confronto acceso tra Maldini e Gazidis, il manager africano aveva infatti intenzione di parlare alla squadra spiegando le motivazioni che avevano portato a suppoortare la Superlega, il Direttore Tecnico invece aveva deciso di non coinvolgere i ragazzi per tenere distanziate questioni societarie con quelle di campo.
A tal proposito si erano vociferate le dimissioni dello stesso Gazidis, una mossa del tutto clamorosa che aveva infatti preso tutti alla sprovvista obbligando di conseguenza la proprietà Elliott ad incontrare il manager con urgenza. Stando quindi alle ultime indiscrezioni trapelate, Ivan Gazidis non sarebbe a rischio dimissioni, il fondatore del Fondo Elliott Paul Singer si era speso in prima persona per avere il manager e di fatto non sarebbe in alcun modo disposto ad accettare una simile decisione.
Avanti con Gazidis, l’intenzione nel breve termine sarà quella di riappacificare i due dirigenti per il bene del Milan e per proseguire una strada intrapresa che peraltro ha portato alcuni frutti, su questo il fondo Elliott è stato chiaro e categorico, l’assett manageriale non verrà variato.
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Milan, perché Furlani non vuole Conte
Milan, in questi ultimi giorni, e per noi di Calcio Style, in questi ultimi mesi, abbiamo parlato di un cambio sulla panchina rossonera. Andiamo qui di seguito a leggere cosa starebbe accadendo e del perché Furlani stia facendo opposizione.
La dirigenza rossonera è al momento spaccata in due. C’è chi vuole un allenatore in grado di lavorare coi giovani come ad esempio Lopetegue o Farioli, mentre c’è Zlatan Ibrahimovic che in maniera nemmeno troppo velata sta spingendo per Antonio Conte.
Quest’ultimo tuttavia non è nome gradito soprattutto a Giorgio Furlani. Ma quali possono essere i motivi principali? Sicuramente uno dei primi è l’aspetto economico. Essendo Furlani una sorta di trait d’union tra Redbird e il Fondo Elliott, e ben sapendo che tra un anno scadrà il vendor loan da 600 milioni di euro, l’idea è quella di mantenere una certa parsimonia nei costi. Il che non significa non fare mercato, ma conoscendo il pacchetto Conte, la paura è che possano essere autorizzate spese non coerenti.
Secondo motivo, una questione meramente di leadership. Sappiamo che l’avvento di Ibrahimovic ha ovviamente un po’ offuscato la restante parte della dirigenza e l’arrivo di Conte non farebbe altro che aumentarne gli effetti. Riteniamo tuttavia che Cardinale avrà l’ultima parola.
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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto
Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.
Le parole del CEO dell’Inter
Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter di operare al meglio. Un’altra questione approfondita dal dirigente é come Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.
Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team è per lui responsabile di ciò che accade all’interno del club.
Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.
Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.
Marotta parla del club
Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.
Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.
Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro. Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.
La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.
La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.
È importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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