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Martusciello the last one standing: il nuovo modulo, la chiamata a Sarri e un retroscena…

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Lazio

Stamane è arrivata l’ufficialità delle dimissioni di Maurizio Sarri, ma sorprendente il suo vice (Giovanni Martusciello) è rimasto.

Martusciello ha chiamato Sarri: il retroscena

Ha sorpreso un po’ la scelta di Giovanni Martusciello, storico braccio destro di Maurizio Sarri, di non seguire il proprio mentore nell’esodo da Formello. Stando alle indiscrezioni raccolte da “Il Messaggero“, il nuovo allenatore bianco celeste avrebbe comunicato telefonicamente a Sarri la sua volontà.

La motivazione? “Non vorrebbe darla vinta ai giocatori“: qualsiasi cosa voglia dire. Che qualcosa fra Sarri e la squadra si fosse rotto è abbastanza evidente. Basti vedere la sfuriata di Immobile lunedì sera al momento del cambio, per non dover tornare alla precedente lite che ha visto protagonisti Vecino e lo stesso Martusciello.

Difficilmente Sarri si sarebbe dimesso senza la consapevolezza che una parte dello spogliatoio lo aveva rigettato. Il gruppo che aveva faticosamente creato era stato alla base delle mancate dimissioni della scorsa estate e il tecnico napoletano deve essersi sentito tradito dai suoi ragazzi.

E’ dello stesso parere Mirko Valdifiori, fedelissimo di Maurizio Sarri ai tempi dell’Empoli tanto da seguirlo anche nella sua esperienza partenopea ma senza le stesse fortune, che ha recentemente parlato della questione:

Si, sono rimasto sorpreso. Magari c’era qualcosa all’interno, di cui noi non sappiamo niente, che si era rotto da un po’. Se ha preso questa decisione vuol dire che non c’era più niente da fare. Conoscendolo è difficile che uno come lui prenda decisioni di questo tipo. Crede nel suo lavoro, crede nei suoi ragazzi, se è arrivata questa scelta sicuramente è un segnale che le cose non andavano bene. Lui difficilmente molla. E’ un uomo vero. A volte reagisce d’istinto, non so se magari qualcosa possa avergli dato fastidio ma non è una cosa semplice. Aveva un contratto in essere che lasciava pensare a un progetto da proseguire. Sta di fatto che questa scelta mi ha sorpreso. Adesso la Lazio dovrà cercare di concludere al meglio la stagione.❞

Martusciello

(FOTO FORNELLI/KEYPRESS)

Ipotesi nuovo modulo?

Nel finale della partita interna persa contro l’Udinese, in cui Martusciello ha sostituito proprio lo squalificato Sarri, la Lazio ha varato un inedito 4-2-3-1 nel finale di gara. Una piccola variazione sul tema rispetto al dogma del 4-3-3 che ha contraddistinto il triennio sarrista. In quell’occasione, Pedro ha agito da trequartista (alle spalle di Castellanos) con Zaccagni e Isaksen larghi sulle corsie laterali.

Proprio il tecnico di Ischia, nell’immediata conferenza stampa post-Udinese, aveva aperto alla possibilità di un cambio di modulo. Nonostante ciò, le idee di Martusciello sono molto simili a quelle di Sarri e per questa ragione ipotizzare una rivoluzione tattica sarebbe abbastanza fantasioso.

Oltretutto, un radicale cambio di modulo significherebbe recedere dalle motivazioni che lo hanno spinto a rendersi disponibile per il post-Sarri. Martusciello non vuole darla vinta ai giocatori. A quei giocatori che, una volta venuti a conoscenza della sua volontà, si sono fintamente mostrati dispiaciuti.

Lo spogliatoio, sempre secondo quanto riportato da “Il Messaggero“, avrebbe mandato nell’ufficio dell’oramai ex-allenatore bianco celeste una delegazione di sei senatori con l’obiettivo di fargli cambiare idea. Una pantomima ignobile, che non solo non ha smosso di un millimetro l’orgoglio ferito di Sarri ma che ha contribuito ad accendere la miccia che ha poi portato Martusciello a confrontarsi con Lotito.

Nel frattempo, la Lazio è stata mandata in ritiro dal suo presidente. Ritiro però già finito dopo la seduta di stamattina, con diversi giocatori che hanno minacciato l’ammutinamento qualora questo fosse continuato. Sugli scudi in particolare Alessio Romagnoli, che avrebbe inveito contro Fabiani minacciando di chiedere la cessione in estate. La Lazio attuale è una polveriera che difficilmente riuscirà a concludere in maniera dignitosa la stagione, con il finale di campionato che rischia di essere soltanto una sorta di garbage time in attesa della tanto agognata rivoluzione estiva che porterà la dirigenza a fare tabula rasa.

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“Caro Milan…perché?”, lettera di un tifoso deluso | L’editoriale di Mauro Vigna

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Caro Milan, perché? Mi faccio probabilmente portavoce di un numero importante di rossoneri scrivendo questa lettera, che non vuole essere altro che uno sfogo nei confronti delle mosse della dirigenza.

Caro Milan, perché? Me lo chiedo in questi ultimissimi giorni quando sembrava che Zlatan Ibrahimovic avesse convinto tutti su Antonio Conte. Vero, io non ce lo vedo lo svedese in queste cose, la diplomazia forse non è di casa, tuttavia un uomo di campo con la sua esperienza poteva fare leva con effetti migliori.

Soprattutto perché era stato definito da Gerry Cardinale come la sua estensione in Italia. Un nome Ibra aveva proposto a gennaio, stringendo pure un accordo di massima: Antonio Conte. E invece nulla, la dirigenza ha parlato con almeno 5 o 6 altri allenatori diversi. Spaccatura totale.

Eppure Conte è ancora lì che aspetta una chiamata. È stato spesso visto a Milano con Ibrahimovic, si è pure incontrato con lo svedese a Montecarlo negli uffici di Rafaela Pimenta. Ammicca ad ogni post su Instagram, fa foto coi tifosi rossoneri, ha rifiutato tre volte il Napoli, ha rifiutato (ad oggi) il Bayern Monaco.

Eppure nulla…la Juventus prenderà Thiago Motta, l’Inter ha Inzaghi, se il Milan non si decide, Conte alla fine (ma proprio alla fine fine) accetterà Napoli e quindi? Lopetegui? Farioli? Tedesco? Rose? Van Bommel? No…io non ci sto a questa sconfitta ancora prima di giocare. Ed un esame di coscienza se lo dovrebbe fare la dirigenza.

C’erano tutte le basi per prendere Conte. Una squadra già robusta, un mercato importante. Prova a dare 200 milioni in mano a Conte e carta bianca sul mercato, al primo colpo vince lo scudetto. Ed è una brutta cosa? Questo vogliono i tifosi. Non rimanere tra le prime quattro, raggiungere la zona Champions e far passare la stagione come trionfale con zero titoli in bacheca. Perché così sta succedendo, e noi tifosi tristemente ci stiamo abituando alla mediocrità, senza nemmeno più lamentarci troppo.

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Milan, la dirigenza chiude il cerchio: Lopetegui o Tedesco in pole

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Milan, continuano ad arrivarci indiscrezioni in merito al prossimo allenatore dei rossoneri. Vediamo qui di seguito in dettaglio.

I tempi sono maturi e il Milan sta cercando di chiudere il cerchio. Nonostante Antonio Conte stia ancora aspettando una chiamata, sembra avere vinto la linea della dirigenza la quale da tempo ha bocciato il tecnico leccese per andare su un profilo meno invadente più aziendalista.

I nomi a oggi sono due: Julen Lopetegui Domenico Tedesco. Entrambi molto bravi e portati a lavorare coi giovani. Due profili fortemente seguiti e contattati da Geoffrey Moncada, che piacciono a Giorgio Furlani il quale ha direttamente conferito con Gerry Cardinale.

Fuori da tutto questo troviamo Zlatan Ibrahimovic il quale sembrerebbe non gradire le due proposte della dirigenza, continuando a proporre Conte a gran voce con Van Bommel possibile nome di riserva. Ma sia lo svedese che Conte, stanno perdendo speranze…e pazienza.

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Conte, quarto tentativo di De Laurentiis: Milan cosa aspetti?

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Conte, è l’ora della verità. Nonostante almeno una manciata di indizi, le sorti del tecnico leccese potrebbero essere diverse rispetto a quanto ipotizzato. 

Lo abbiamo visto stringere un accordo con Ibrahimovic a gennaio, è stato avvistato diverse volte in ristoranti milanesi, abbiamo raccolto testimonianze da persone a lui vicine, diversi indizi social, compreso quello di ieri, eppure il futuro di Antonio Conte, alla data di oggi, è ancora tutto da scrivere.

Il Milan continua a non chiudere, su di lui la dirigenza è spaccata, forse in maniera irreversibile. Fatto sta che Aurelio De Laurentiis ancora una volta, capendo che adesso è il momento di osare, ha preso contatti diretti col tecnico leccese.

Lo abbiamo scritto più volte, il sogno di Conte non è Napoli, tuttavia l’esigenza di rimanere in Italia, unita alla paura di rimanere col cerino in mano, in caso di ulteriori cincischiamenti del Milan, obbligherebbero il tecnico ad accettare l’offerta partenopea.

Se il Milan davvero tiene a Conte lo vedremo nelle prossime giornate, ma il rischio è reale, la dirigenza rossonera potrebbe perderlo. E con Thiago Motta che va alla Juventus, ai rossoneri resterebbero solo scommesse.

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