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Milan, una catastrofe annunciata? I soci arabi stanno scappando? Acqua sul fuoco e maggiore calma, please
Milan, un fulmine a ciel sereno si è abbattuto nell’assolata giornata milanese di ieri. L’irruzione della Guarda di Finanza ha fatto tremare tifosi e addetti ai lavori dell’AC Milan. Ma siamo sicuri di parlare di una catastrofe?
Sicuramente quello di ieri non è stato un pomeriggio come gli altri per i tifosi rossoneri i quali stavano solo aspettando l’ingresso dei soci arabi nell’organigramma societario preparandosi alla trasferta di Europa League contro lo Slavia Praga. Ed invece la notizia è stata un’altra, una doccia gelata che non ha fatto altro che innescare brividi lungo la schiena tra i tifosi ovviamente, ma anche tra le alte sfere del club meneghino, naturalmente.
Indagati Ivan Gazidis e Giorgio Furlani, rispettivamente Amministratore Delegato precedente e attuale. Dubbi su chi sia il reale proprietario dell’Ac Milan, inchiesta sul vendor loan, ossia il prestito da 600 milioni da parte del Fondo Elliott a Redbird per l’acquisizione del club. Tutto documentato peraltro. Difficilmente un fondo, e non propriamente l’ultimo arrivato, non conserva nelle sedi opportune traccia di un prestito di tale entità. Dubitare dell’esistenza dello stesso già di per sé mi sembra comico, o tragicomico.
Veniamo poi alle parole di Paul Singer, patron del Fondo Elliott, il quale tramite un portavoce ha dichiarato che si tratta di assoluta falsità. Un commento veloce, ma che per gente del suo rango significa molto, perchè le parole ad alti livelli hanno un peso specifico ben differente.
Ora invece parliamo della pletora di giornalisti, o presunti tali, oltre che di tifosi terrorizzati, i quali non stanno perdendo occasione per denigrare la società ed “informare” la plebe su imminenti catastrofi, punti di penalizzazione, esclusione dalle Coppe, Serie B e bruttezze varie. Mi viene da rispondere nella stessa maniera di Elliott, tutte falsità. Esclusivamente perchè siamo a meno di 24 ore dai fatti.
Personaggi che fino a ieri mattino escludevano qualsiasi trattativa con Pif, adesso nel giro di 24 ore sanno perfettamente cosa accadrà? Sanno perfettamente che la trattativa con gli arabi è saltata? Quando avevano 6 mesi per informarsi? Ricordo che il sottoscritto e Calcio Style dell’interesse degli arabi scrive da metà ottobre. E ritengo oltremodo difficile che se ci fossero state palesi irregolarità, e la proprietà di un club è cosa palese, Pif e Aramco sarebbero andati ugualmente avanti. Probabilmente, in caso di strada nebbiosa, avrebbero fatto inversione di marcia e proseguito verso altri lidi. O no?
Quindi, per finire, si è colpevoli fino a prova contraria. Il Milan si professa estraneo ai fatti e le indagini proseguiranno con il loro corso regolare. E sappiamo che in Italia le indagini possono durare anche anni. Aspettiamo con pazienza e calma, nulla è ancora precluso, a maggior ragione una trattativa seria che prosegue da mesi e che non si arresterà proprio adesso.
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Mourinho: “Commesso un errore a non aver accettato il Portogallo quando ero alla Roma”
L’ex allenatore della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare della sua esperienza sulla panchina giallorossa e sulla possibilità di lasciarla dopo Budapest.
José Mourinho è tornato a parlare della sua esperienza di due anni e mezzo sulla panchina della Roma. Il tecnico portoghese ha rilasciato una breve intervista ai microfoni del canale coreano di EA Sports su Youtube soffermandosi sul periodo dopo la finale di Budapest con la proposta di sedersi sulla panchina del Portogallo.
Le parole dello Special One
“Le due finali con la Roma sono state quelle più difficili da raggiungere. Forse anche l’Europa League con il Manchester United è stata molto difficile. Perché erano due squadre che quando sono arrivato erano in una situazione molto difficile. Alcuni allenatori sono magari più furbi e intelligenti e quindi scelgono l’incarico giusto con le condizioni ideali per arrivare al successo.
Io ho bisogno di lavorare sempre, sentire che sto facendo qualcosa e sto aiutando. Mi piacciono le sfide, anche se a volte sono ingiuste perché non ci si può aspettare che io vinca trofei quando la mia squadra non è la più forte.
Quale nazionale allenerei? È normale, il Portogallo. Ho avuto due volte la possibilità di andarci, ma non sono arrivate al momento giusto per me. Mi sono fatto prendere dalle emozioni quando non ho accettato l’ultima offerta, perché ho deciso di restare alla Roma e penso di aver fatto un errore. Perché ora il Portogallo ha una squadra fantastica, una delle migliori, tra le prime cinque.
Lo sapevo, ma mi sentivo in grande connessione con la Roma, con i tifosi, quindi non ho voluto prendere quella decisione. L’occasione Portogallo è arrivata due volte, credo però che arriverà anche una terza e la prenderò. Sperando che la generazione che avrò sarà forte come questa”.
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Inter: per l’Aiac il migliore è Inzaghi
Il grande cammino in campionato dell’Inter porta in prima pagina i volti di molti interpreti. Uno su tutti Simone Inzaghi, il tecnico premiato dall’AIAC.
Inter, Simone Inzaghi incoronato come miglior allenatore della Serie A per la stagione 2023-2024
Ci avviamo verso il concludersi della stagione ed oltre ai verdetti è tempo anche di riconoscimenti individuali per i protagonisti del nostro campionato.
Tra i premi che hanno già trovato un padrone c’è quello dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio), che ogni anno assegna questo riconoscimento a quello che è stato il miglior allenatore della stagione, attraverso una votazione.
Riconosciuto da molti, tifosi e non, come uno dei maggiori artefici della grande cavalcata scudetto dell’Inter, il vincitore non poteva che essere Simone Inzaghi.
Il tecnico interista ha battuto il collega e tecnico del Bologna Thiago Motta, con oltre il 55% dei voti a favore e riceverà il premio, assegnato in collaborazione col famoso marchio delle figurine Panini, a Rimini durante la terza edizione dell’evento “Premio Panini – The Coach Experience Figurina D’Oro” che si terrà dal 6 all’8 giugno.
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Milan, un muro intorno a Leao: discorsi con Mendes e fiducia condizionata
Milan, è un po’ sulla bocca di tutti il comportamento in campo dell’esterno portoghese. Divisa infatti la tifoseria la quale pretende un rendimento diverso. Vediamo qui di seguito i ragionamenti della dirigenza rossonera.
Sono ore di riflessione queste per il nuovo reparto offensivo rossonero. La priorità è quella di trovare un attaccante in grado di sostituire al meglio la partenza di Olivier Giroud. Una volta trovato quello, la dirigenza potrebbe anche considerarsi soddisfatta là davanti.
Senonché verranno fatte attente riflessioni anche su Rafael Leao, il cui rendimento non è di certo stato all’altezza durante buona parte della stagione. Le aspettative su di lui erano alte. da tempo si dice che gli manca poco alla consacrazione a top player, che i tempi sono maturi e che la prossima stagione sarà quella buona e sistematicamente queste premesse vengono disilluse. Ma quindi quale è il vero Leao? Un buon giocatore o un potenziale top player?
Se lo sta chiedendo anche il Milan che comunque propende verso la seconda ipotesi e di conseguenza sta costruendo un muro intorno a lui al fine di trattenerlo ancora la prossima stagione. La fiducia sarà appunto condizionata al rendimento in campo, consapevoli della clausola rescissoria che pende sulla sua testa di 175 milioni di euro.
Sappiamo che il discorso è stato affrontato in queste ultime settimane con il procuratore Jorge Mendes il quale avrebbe garantito al Milan (in cambio di un suo assistito sulla panchina, ndr) di trovare un acquirente in grado di avvicinarsi come cifra a tale clausola. I rossoneri hanno risposto no grazie, con l’intenzione di tenere Leao almeno ancora per un anno e farlo allenare da un altro allenatore che sicuramente prenderà il posto di Stefano Pioli in estate. La speranza è che con stimoli nuovi, soprattutto mentali, il calciatore possa davvero switchare in modalità top player.
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