Focus
Juventus, Nico Gonzalez e il nuovo ruolo con Tudor

Nella prima Juventus targata Igor Tudor, Nico Gonzalez è stato impiegato esterno di centrocampo in una linea a quattro. Può essere il ruolo giusto per lui?
Nico Gonzalez, arrivato in estate alla Juventus dalla Fiorentina per 38 milioni di euro, non ha avuto fin qui l’impatto che ci si aspettava in bianconero. L’esterno argentino nei suoi primi nove mesi a Torino, in base al rapporto costo del cartellino-rendimento in campo, ha rappresentato uno dei più grandi buchi dell’acqua impuntati dai tifosi juventini a Thiago Motta e Cristiano Giuntoli. Sotto la guida del tecnico ex Bologna, le prestazioni di Gonzalez hanno spesso lasciato a desiderare. Soltanto 3 gol realizzati in tutte le competizioni, e pochissimi sprazzi del gran giocatore ammirato a Firenze nelle stagioni passate.
Le idee confuse e i continui cambi ruolo apportati da Thiago Motta non l’hanno di certo aiutato: piazzato prima a destra, poi a sinistra, infine da prima punta, quando si era rotto il rapporto tra l’allenatore e Dusan Vlahovic. Adesso, con il nuovo corso di Igor Tudor, le prospettive di Nico Gonzalez alla Juventus sono totalmente diverse. Il tecnico croato, nella prima uscita contro il Genoa, ha schierato il classe 1998 esterno destro a tutta fascia nel suo 3-4-2-1.

NICOLAS GONZALEZ IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, la prestazione di Nico Gonzalez da esterno a tutta fascia
Nico Gonzalez, contro il Genoa, è stato schierato largo a destra nel 3-4-2-1 disegnato da Igor Tudor. La prestazione dell’ala della Juventus, in un ruolo inedito, e per giunta con pochi allenamenti, visto che Nico era impegnato con la selezione Argentina, è stata incoraggiante. L’ex viola ha subito giovato della cura Tudor: contro il Genoa ha totalizzato il 75% di dribbling riusciti, la metà dei duelli aerei vinti e 70% di passaggi completati. Ma soprattutto ha colpito i tifosi bianconeri per l’applicazione e l’abnegazione, tanto da terminare la partita con i crampi.
Igor Tudor, nella sua avventura alla Lazio, aveva già sperimentato un evoluzione simile con Mattia Zaccagni e Felipe Anderson. Nella sua esperienza a Roma, l’allenatore chiedeva ai due esterni di restare aperti e alti, provando a supportare i trequartisti e sfruttare l’ampiezza per aprire le difese avversarie. Contro il Genoa si è visto poca manovra offensiva, ma la Juventus che ha in mente Tudor deve essere in grado di creare più occasioni e segnare di più. In questo senso, Nico Gonzalez può rappresentare un’ arma importante.
Focus
Addio a Papa Francesco: da Maradona al San Lorenzo, la sua grande passione per il calcio

Il mondo del calcio è in lutto per la morte di Papa Francesco avvenuta stamani, del Pontefice si ricorda anche la sua grande passione per il calcio.
Il mondo del calcio è in lutto per la morte di Papa Francesco avvenuta questa mattina. Tra le altre cose, si ricorda la sua grande passione per il gioco del calcio, la sua passione per il San Lorenzo ed anche l’incontro in udienza in Vaticano con molti giocatori ed anche ex, tra cui l’incontro con Maradona.
Papa Francesco, il mondo del calcio piange la scomparsa del Pontefice: dalla passione per il San Lorenzo all’incontro con Maradona in Vaticano
Il mondo del calcio, e non solo, piange la scomparsa di Papa Francesco, avvenuta questa mattina. Tra le varie cose che c’è da ricordare dello scomparso Pontefice, la sua grande passione per lo sport e il calcio in particolare. Grande tifoso della squadra argentina del San Lorenzo , si ricorda all’indomani della sua elezione al soglio Pontificio, il club argentino pubblicò una foto che lo ritraeva stringere tra le mani il gagliardetto della squadra argentina.
In Vaticano in udienza, durante tutto il suo Pontificato, Papa Francesco ha incontrato diversi giocatori, ma quello più celebre è datato 1 settembre 2014, quando ricevette in udienza Diego Armando Maradona, con il quale parlò abbastanza a lungo, tanto che il Pibe de Oro in quella occasione regalò al Pontefice una maglia dell’Argentina con il nome del Pontefice e il numero 10. Inoltre, ricevette anche in udienza un altro grande calciatore argentino, Lionel Messi, il 13 agosto del 2013 prima di una amichevole Italia-Argentina dedicata proprio al Pontefice.
Un altro episodio significativo fu nel 2019, dove in udienza ricevette la Nazionale italiana, dove pronunciò una frase storica: “Anche con una palla di stracci si fanno dei miracoli”. Ma nello scomparso Santo Padre non ci fu solo calcio, ma anche il basket, visto che da giovane fu cestista nella sezione pallacanestro del San Lorenzo. In un occasione, utilizzò un termine specifico cestistico per parlare ai sacerdoti:
“Sappiate fare perno e quel perno è la croce di Cristo. Poi uno si muove, proteggendo la palla, con la speranza di fare canestro e cercando di capire a chi passarla”.
Focus
Venezia, senza veleno non c’è salvezza

Il Venezia pareggia in casa dell’Empoli e perde un’occasione importante in chiave salvezza. Gli uomini di Di Francesco pagano un’atra disattenzione nel finale.
Il pareggio sul campo dell’Empoli lascia al Venezia più rammarico che soddisfazione. I lagunari, infatti, perdono una grande occasione per scavalcare in classifica proprio i toscani e il Lecce, fermandosi a un punto che, per com’è arrivato, brucia ancora di più.
Dopo essere andati sotto a inizio secondo tempo, i ragazzi di Di Francesco erano riusciti a ribaltare la partita prima con il pareggio firmato da Yeboah e poi con il guizzo di Busio all’85°, che sembrava consegnare tre punti d’oro.
Ma la gioia è durata appena due minuti: al minuto 87 Anjorin, da poco entrato, ha trovato il gol del definitivo 2-2 con un destro preciso all’angolino su cui Radu non ha potuto nulla.

GAETANO ORISTANIO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Una stagione decisa dai dettagli
Quel gol, certamente bellissimo, nasce da un contrasto sulla trequarti che racconta molto della stagione dei veneti. Cacace ha semplicemente avuto più voglia, più determinazione, più cattiveria dei giocatori aracioneroverdi. Una situazione che lo stesso Di Francesco ha commentato nel post-partita, in cui ha sottolineato come alla sua squadra manchino ancora furbizia e malizia, soprattutto nei momenti decisivi.
È l’ennesima dimostrazione di come al Venezia sembri mancare sempre qualcosa per fare uno step in avanti, quel centesimo che non arriva mai per completare l’euro. Il tempo però stringe, e la classifica non aspetta nessuno.
Venezia, non basta essere belli
La squadra gioca, crea e adesso segna. Ma tutto questo, da solo, non basta. Nella lotta salvezza contano anche i contrasti, la gestione dei momenti, l’essere belli ma anche rudi, concreti, cattivi se serve.
Mentre Parma e Cagliari oggi hanno la possibilità di prendere il largo, il Venezia si ritrova ancora a inseguire e riflettere su un’occasione persa. Perché ormai anche una singola disattenzione può cambiare il volto di una stagione. E il veleno, quello vero, serve adesso.
Focus
Napoli, Lobotka irriconoscibile: è ora di dirsi addio?

In un Napoli che fatica a Monza, delude ancora Stanislav Lobotka. Il centrocampista slovacco sta vivendo un momento complicato.
Il Napoli vince a Monza, ma fatica più del previsto contro una squadra ben organizzata e tutt’altro che arrendevole. I tre punti conquistati in Brianza permettono alla formazione di Antonio Conte di restare nella scia dell’Inter nella corsa Scudetto, ma la prestazione complessiva degli azzurri continua a far discutere.
La squadra appare ancora troppo fragile mentalmente e, in alcuni momenti, quasi bloccata dalla pressione. Diversi giocatori hanno fatto male, con atteggiamenti che fanno pensare più a un peso da sopportare che a un obiettivo da inseguire con fame e determinazione.
Tra questi, uno dei più deludenti è stato Stanislav Lobotka, protagonista in negativo di una partita opaca e priva del solito ordine che in questi anni lo ha reso uno dei pilastri del centrocampo partenopeo.

Stanislav Lobotka player of Napoli, during the Champions league match between Napoli vs Sporting Braga final result, Napoli 2, Sporting Braa 0, match played at the Diego Armando Maradona stadium.
Lobotka smarrito: tanti retropassaggi e poca verticalità
Il centrocampista slovacco, al Napoli dal 2020, è apparso irriconoscibile. Lento nella gestione del pallone, impreciso nei lanci e quasi sempre orientato con il corpo all’indietro, Lobotka ha rallentato la manovra in più occasioni, provocando irritazione anche tra i compagni. In un paio di occasioni Di Lorenzo e Raspadori, completamente liberi, hanno manifestato il proprio disappunto per la scelta dello slovacco di tornare all’indietro.
L’emblema della sua prestazione resta però il pallone perso a trenta secondi dalla fine: un errore banale, figlio della poca lucidità, ma gravissimo, visto che ha concesso al Monza un’ultima occasione per cercare il pareggio. Lo slovacco ha ignorato Ngonge libero sulla fascia destra e, nonostante un errore di movimento di Simeone, ha tenuto troppo il pallone in una zona rischiosa, permettendo il recupero dell’avversario.

Stanislav Lobotka player of Napoli, during the match of the Italian Serie A league between Napoli vs Udinese final result, Napoli 4, Udinese 1, match played at the Diego Armando Maradona stadium.
Napoli, fine di un ciclo? Il futuro di Lobotka in discussione
Quella di Monza non è stata una parentesi isolata. Da gennaio, le prestazioni di Lobotka sono calate sensibilmente, e anche la presenza di Gilmour al suo fianco, nel ruolo di secondo play, non è bastata a mascherarne le difficoltà.
In un Napoli che fatica a tenere il possesso e ad aggredire alto, i limiti di fisicità e atletismo dello slovacco diventano ancora più evidenti. Conte continua a dargli fiducia, come dimostra la sostituzione di Gilmour all’intervallo, ma l’impressione è che per il tipo di calcio del tecnico salentino possa servire un profilo diverso: più verticale e muscolare.
L’estate si avvicina e con essa una nuova rivoluzione in casa Napoli. E tra gli addii, non è più così impensabile che possa esserci anche quello di Lobotka. Dopo cinque anni, il suo ciclo sotto il Vesuvio potrebbe davvero essere al capolinea.
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