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Gineitis, alla scoperta della super sub di Vanoli

Gvidas Gineitis, centrocampista lituano classe 2004, inizia a brillare in Serie A con la maglietta del Torino. Ecco la sua storia, dal suo arrivo fino ad oggi.
Nella partita di ieri contro la Lazio, terminata 1-1, il Torino ha dato lustro ad uno dei suoi giocatori, Gvidas Gineitis, autore del gol del pareggio e della sua terza rete in campionato.
Altro ingresso decisivo per il centrocampista 2oenne, salito alla ribalta già per il gol vittoria contro il Milan.
Un’escalation dell’Olimpo di Serie A impressionante, iniziata, per il centrocampista di Mažeikiai (al confine con la Lettonia), dall’allenatore Ivan Juric, nella scorsa stagione.
Un passaggio appena iniziato dalle stalle alle stelle, che lo vede spesso e volentieri paragonato al suo compare centrocampista Davide Frattesi, a detta dell’allenatore Federico Coppitelli.
Tutti e due accomunati dall’incredibile capacità di entrare dalla panchina in campo e fare subito gol.
Infatti Gineitis, nel post partita contro la Lazio, ha dichiarato:
“Sono fatto così, quando giochiamo contro le squadre al top entro e segno”.
Gvidas Gineitis guarda, da quando era un 18enne appena avviato (a San Siro contro il Milan), al giocatore del Barcellona Frenkie de Jong, quale suo massima aspirazione da emulare.
Un punto di riferimento da guardare, studiare e imitare, per arrivare, tramite un duro allenamento, ad assomigliarli.
“Il mio idolo è Frenkie de Jong del Barcellona: mi alleno per assomigliargli”.

IL TORINO FA GRUPPO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il percorso di Gineitis
Il centrocampista 20enne è approdato in Italia nell’estate del 2020, grazie all’intervento dell’ex direttore sportivo delle giovanili SPAL Ruggero Ludergnani, che poi lo portò, un anno e mezzo dopo, a passare al Torino.
Un passaggio vagamente turbolento, a detta di Ludergnani, in quanto era in ballottaggio con altre squadre estere, ma che in seguito è stato confermato da un trasferimento di circa 40.000 euro.
Un conto irrisorio, che non solo ha permesso al giocatore di rientrare nell’operazione Demba Seck, ma che al momento viene valutato per un ammontare di 7-8 milioni, destinati ulteriormente a crescere.
Ora ricordiamo le parole dell’ex direttore Ludergnani riguardo il percorso di Gvidas Gineitis:
“A fine 2019 mi arriva la segnalazione dal suo agente, Paolo Scotti. Vediamo i video, ci sembra subito molto interessante, ma abbiamo bisogno della prova del campo: così, a Natale, viene a Ferrara qualche giorno in prova. Giochiamo un’amichevole contro il Monza, e ci fa una grandissima impressione: in soli due giorni mi ha letteralmente conquistato. Ma poi nascono un po’ di problemi… Gvidas ha in calendario un po’ di provini con club in Germania, destinazione che mi dicono preferire. Non sono convinti di venire in Italia, ma a noi piace troppo. Tanto. Facciamo di tutto per prenderlo, alla fine in estate ci riusciamo per una cifra irrisoria, circa 40.000 euro”.
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Atalanta, De Roon: un capitano da 30 e lode

Marten De Roon è uno dei pilastri su cui si basano tanti successi ottenuti negli ultimi anni dall’Atalanta. L’olandese ha passato una vita alla Dea da capitano.
Un tuttofare in mezzo al campo capace di farsi carico delle responsabilità più pesanti e scaraventarle in rete grazie al suo potente destro. I tifosi lo amano e la sua avventura in nerazzurro potrebbe essere arrivata alla fine.
Atalanta, un De Roon è per sempre: i numeri con la Dea
Arrivato prima tramite prestito nel 2015 dal Middlesbrough e poi tornato definitivamente nel 2017, il centrocampista classe 1991 ha subito impressionato prima Edy Reja e poi Gianpiero Gasperini che ha deciso di metterlo subito al centro del progetto.
La sua seconda stagione a Bergamo è da incorniciare con ben 46 presenze tra tutte le competizioni al centro di quel centrocampo a 4 che condividerà con tantissimi colleghi diversi. Con la Dea ha collezionato più presenze in Serie A di chiunque altro (301) collezionando 19 gol e 22 assist.

5.05.2019. Stadio Olimpico, Rome, Italy. Serie A. MARTEN DE ROON in action during the match Italy Serie A league, SS LAZIO VS ATALANTA at Stadio Olimpico in Rome.
Una presenza costante e rassicurante per qualsiasi debuttante, energia inesauribile e dedizione alla causa come pochi altri in questo sport. In Italia però ha avuto anche la possibilità di cambiare ruolo e intraprendere il percorso per diventare, all’occorrenza, un difensore centrale nel trio davanti al portiere.
In questa posizione ha giocato 28 partite, contribuendo a tamponare un reparto martoriato dagli infortuni. L’unico trofeo conquistato dall’esordio tra i professionisti con lo Sparta Rotterdam è la clamorosa Europa League vinta la scorsa stagione in finale contro l’imbattibile Bayer Leverkusen. Purtroppo a causa di un infortunio non ha potuto prendere parte attivamente alla partita, ed è stato costretto alla panchina, ma ha sempre dimostrato grande vicinanza ai compagni e assolto i proprio compiti da capitano.
Il contratto è in scadenza nel 2026 e a meno di Last Dance le possibilità che lasci l’Atalanta sono decisamente alte. In qualunque caso, sarà ricordato da tutto il popolo nerazzurro per moltissimo tempo.
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Gianluca Mancini e Patric: un compleanno per due a Roma

Giorno di festa nella Capitale: Gianluca Mancini (Roma) e Patric (Lazio) festeggiano i rispettivi compleanni, con emozioni contrastanti.
I due calciatori -oltre al ruolo condividono- lo stesso giorno di nascita, il 17 aprile. Quindi grande festa nell’Urbe, anche se uno dei due festeggerà un pò meno vista la sua situazione fisica.
Mancini e Patric: uniti nel compleanno, divisi dalla rivalità
Con il derby numero 185 in archivio, nella città di Roma si pensa già ai prossimi impegni. Da entrambe le parti ovviamente. la Roma con la testa al Verona, per provare a rimanere attaccato al trenino per la Champions. La Lazio invece con la testa al ritorno di Europa League contro il Bodo/Glimt. I ragazzi di Baroni devono ribaltare il 2-0 patito in Norvegia, con tutte le difficoltà del caso.
Ma oggi per due ragazzi delle due squadre questi pensieri vanno in secondo piano. Si sta parlando di Gianluca Mancini, difensore centrale romanista, e Patric, centrale della Lazio. Entrambi condividono oggi, 17 aprile, come data dei nascita.

GIANLUCA MANCINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Il ragazzo di Pontedera, classe 96′ compie 29 anni, mentre per lo spagnolo di Mula le candeline da spegnere sono 31.
Entrambi arrivano però al loro compleanno con emozioni e sensazioni diverse.
L’ex Barcellona Athletic è fermo ai box per l’operazione alla caviglia destra. Il ragazzo, infortunatosi contro il Como a novembre, aveva prima optato per una terapia conservativa, salvo poi arrendersi all’intervento chirurgico. Per il classe 93′ quest’anno 18 presenze quest’anno, 172 totali in Serie A, con i biancocelesti ed un gol.
Uno dei compleanni probabilmente meno fortunati per Patric Gabarron, che anche se non in campo continuerà a sostenere i suoi compagni fino a fine stagione.
Situazione inversamente proporzionale per il romanista. Il Nazionale italiano ha festeggiato nel derby le 200 presenze in Serie A con i giallorossi. Ma non solo. Un altro traguardo è alle porte: contro il Verona, all’Olimpico, sarà la 400esima presenza totale.
Decisamente migliore, non ce ne voglia Patric, la settimana del ragazzo di Pontedera.
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Ancelotti dice no all’Italia, ma quale sarà il suo futuro?

Alla vigilia della sfida di ritorno dei quarti di finale di Champions League tra Real Madrid e Arsenal, Carlo Ancelotti è tornato a far parlare di sé.
Non solo per la gara decisiva contro l’Arsenal, ma anche per le sue dichiarazioni sul futuro, Ancelotti ha destato attenzione. In un’intervista a RSI, ha spiegato perché ha rifiutato la Nazionale italiana: “Mi piace lavorare quotidianamente con i giocatori, la Nazionale mi sembrava un part-time che mi faceva perdere passione”. Parole che sembrano escludere anche l’ipotesi Brasile.
Ancelotti ha anche raccontato un retroscena sul suo ritorno a Madrid nel 2021, dopo l’Everton: “In realtà li ho chiamati io – ha ammesso – L’anno prima li avevo sentiti per capire se avessero giocatori disponibili per noi. Poi, sapendo che cercavano un allenatore, dissi al direttore che dovevano prenderne uno bravo”.
Quel “bravo”, alla fine, è stato lui stesso. Il suo secondo ciclo al Real ha portato altri trofei e momenti memorabili: tre Champions League in totale con i Blancos, due Liga, Coppe del Re, Supercoppe europee e Mondiali per Club. Eppure, nonostante il palmarès, il suo futuro sulla panchina più prestigiosa del mondo sembra di nuovo in bilico.
Arsenal decisivo, Xabi Alonso alla finestra
Come riportato da Fabrizio Romano, la gara contro l’Arsenal potrebbe rappresentare uno snodo decisivo per il futuro del tecnico di Reggiolo. In Liga, il Real è attualmente a -4 dal Barcellona. L’eventuale eliminazione in Champions, dopo la sconfitta dell’andata, potrebbe accelerare i tempi del cambiamento.
Florentino Perez starebbe già valutando un possibile successore. Il nome più caldo è quello di Xabi Alonso, ex leggenda del club e oggi tecnico emergente del Bayer Leverkusen. L’ex centrocampista ha già declinato offerte importanti, aspettando forse proprio una chiamata da Madrid.
Ancelotti riflette: addio vicino?
Se l’addio al Real dovesse concretizzarsi, Ancelotti si troverebbe davanti a una scelta importante. Al momento, l’idea di allenare una nazionale sembra lontana. Resta da capire se qualche altra grande panchina europea tenterà l’assalto a uno degli allenatori più vincenti di sempre. Nel frattempo, però, c’è un match da ribaltare. E Ancelotti sa bene che una “remuntada” domani sera al Bernabeu potrebbe cambiare tutto.
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