editoriale
Questa è la Fiorentina? “Grazie ma no grazie”

La Fiorentina torna da Atene con le ossa rotte: il modo della sconfitta, ancor più del risultato, fanno riflettere.
Atene continua ad essere amara per i colori viola, dopo la sconfitta in finale di Conference League contro l’Olympiacos lo scorso 29 maggio, è arrivata la sconfitta per 3-2 contro il Panathinaikos nell’andata degli ottavi di finale di Champions League.
Una Fiorentina ancora una volta deludente, protagonista di una ripresa orrenda dal punto di vista tecnico e della voglia messa in campo. Per l’ennesima volta si è vista una Viola senza capo ne coda. Una prestazione partita sottotono, con una squadra svagata, che ha portato gli ateniesi al doppio vantaggio nel giro di un quarto d’ora, complici errori anche della difesa e di Terracciano, scelto da Palladino al posto di De Gea per le gare di Coppa, ma che evidentemente la panchina ha arruginito.
Nella seconda parte del primo tempo c’è stata una furente reazione dei ragazzi di Palladino, raggiungendo il pareggio in pochi minuti. La ripresa però ha visto per l’ennesima volta una Fiorentina opaca, scialba, “addormentata” secondo le parole di Beltran, uno dei pochissimi positivi della serata.
Una squadra per l’ennesima volta in campo senza carattere e con pochissimi spunti tecnici: la sensazione che la Fiorentina, dopo oltre metà di stagione, sia questa.
Ci viene da dire, come ripetuto da Willy Peyote a Sanremo: “Palladino, grazie ma no grazie!”. La Fiorentina non può essere solo questa, il tecnico deve tirare fuori dai presunti campioni Gudmundsson, Zaniolo (perché ieri non ha giocato, con la squalifica sulle spalle per domenica prossima a Napoli?), Fagioli molto di più da ciò che stanno dando.
Serve soprattutto un gioco che rimetta in luce Kean, altrimenti si rischia di inaridire anche l’unica vera fonte dei gol viola di questa stagione.
editoriale
Juventus, il problema non è solo Thiago Motta: ora serve…

In casa Juventus sono ore importanti per il futuro di Thiago Motta: la sconfitta contro la Fiorentina ha complicato ulteriormente la situazione del tecnico.
La Juventus è crollata anche a Firenze. Una battuta d’arresto che fa male, che arriva in un periodo già complicato dalle mille problematiche di una stagione molto deludente.
Dopo il confronto di ieri sera negli spogliatoi del Franchi, con Cristiano Giuntoli che ha parlato direttamente alla squadra e all’allenatore, è arrivata un’ulteriore rassicurazione nelle scorse ore.
L’incontro tra tecnico e dirigenza ha rappresentato un momento di chiarezza. Nessuna tensione plateale, ma un messaggio limpido. La Juventus deve rialzarsi e non trasformare le difficoltà attuali in un disastro irreparabile. La qualificazione in Champions League resta un obiettivo imprescindibile, soprattutto per le sue implicazioni economiche.

THIAGO MOTTA PENSIEROSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, le ultime sul futuro di Thiago Motta
Thiago Motta dunque è sempre in bilico. Juve-Genoa sarà decisiva. Da qui in avanti, ogni partita può segnare il tracollo o l’inizio di una risalita. Al momento, la dirigenza non ha un piano B e proprio per questo non ha affondato il colpo con un esonero. Ma il risultato di sabato 29 – e soprattutto la prestazione – dirà se questa fiducia è reale o solo di facciata. Il tempo scorre, e l’orologio di Thiago Motta continua a ticchettare.
Il problema però non è solo Thiago Motta, ora serve una risposta da parte della proprietà. La dirigenza ha le sue colpe e serve uno scossone anche in questo senso. Il tempo scorre anche per loro.
editoriale
Napoli, che delusione: l’atteggiamento non è da Scudetto

Il Napoli pareggia a Venezia e fallisce l’occasione per il sorpasso sull’Inter. Il sogno Scudetto non è svanito, ma serve una svolta.
Il Napoli perde punti anche a Venezia e fallisce l’opportunità di sorpassare, almeno momentaneamente, l’Inter in classifica. Un pareggio che pesa per gli azzurri, ma in cui la vera preoccupazione non è il risultato in sé, quanto l’atteggiamento.
Il Venezia ha affrontato la gara con più determinazione, dimostrando fin dal primo minuto una fame che avrebbe dovuto appartenere agli uomini di Conte. Nei contrasti, sulle seconde palle e nella ricerca del gol, i padroni di casa hanno messo in campo un’intensità nettamente superiore.
Non è la prima volta che si critica l’approccio del Napoli nelle ultime settimane: da gennaio in poi la squadra ha iniziato a creare più occasioni, ma è venuta meno quella mentalità che aveva contraddistinto la prima parte di stagione.

Rome, Italy 15.02.2025 : Amir Rrahmani of Napoli during Italian football championship Serie A Enilive 2024-2025 match SS Lazio vs SSC Napoli at Olympic stadium in Rome.
Napoli, troppi giocatori in calo
Tra i singoli, alcuni sembrano aver perso brillantezza. Amir Rrahmani, dopo una prima parte di stagione eccellente, sta vivendo un momento difficile: dopo l’autogol rocambolesco contro il Como, anche a Venezia è apparso incerto, sbagliando diversi anticipi e buttando via molti palloni in impostazione.
In difesa anche Giovanni Di Lorenzo è apparso in affanno, mentre Alessandro Buongiorno non sembra ancora completamente recuperato dall’infortunio che lo ha tenuto fuori a lungo.
I due giocatori più deludenti, però, sono Stanislav Lobotka e Matteo Politano. Il regista slovacco fatica a garantire fluidità alla manovra, risultando spesso troppo lento nel fraseggio e poco incisivo nei contrasti.
Politano, invece, sembra quasi un terzino aggiunto più che un esterno offensivo: pochi assist, pochissimi gol (solo due in stagione) e tanti cross sbagliati. Con l’assenza di Kvaratskhelia, ci si aspettava molto di più anche da lui.

LA DELUSIONE DEL NAPOLI A FINE GARA CON ROMELU LUKAKU ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serve una svolta: il Milan crocevia delle ambizioni
La mancanza di carattere e determinazione è forse il vero problema di questo Napoli. A volte si ha la sensazione che la squadra non rispecchi affatto il temperamento del proprio allenatore, che in panchina si agita, urla e sprona i suoi, mentre in campo la squadra appare statica e prevedibile.
Ora arriva la sosta, ma al rientro ci sarà subito una sfida cruciale contro il Milan. Gli azzurri hanno raccolto appena 8 punti nelle ultime 7 partite: se vogliono ancora credere nello Scudetto, la svolta deve arrivare subito.
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Fiorentina, volere è potere

La Fiorentina batte il Panathinaikos e approda ai quarti di Conference League contro il Celje.
La notte europea del Franchi regala qualche certezza e sicurezza in più a Palladino, probabilmente la miglior viola vista in stagione in Coppa, convincente per gran parte della gara.
Finalmente un avvio di gara convinto, con una squadra votata al pressing alto e al recupero palla nei pressi dell’area avversaria: il risultato dell’andata obbligava un certo atteggiamento, alla ricerca dei gol necessari al passaggio del turno.
Un approccio fisico e mentale che negli ultimi mesi raramente si è visto. Un primo tempo che ha visto i viola segnare due reti e creare almeno il doppio di altre occasioni favorevolissime.
Un’indicazione tecnico-tattica e mentale che se la Fiorentina vuole, può fare meglio di quanto espresso ultimamente. L’atteggiamento sparagnino “difesa-palla a Kean” deve essere superato in questo finale di stagione.
Il ritorno con continuità di Gudmundsson, l’inserimento di Fagioli, i ritorni di Adlì e Folorunsho, con la speranza che anche Zaniolo possa diventare un fattore sono indicatori di una Fiorentina che può e deve essere migliore di quanto visto fino adesso.
Domenica pomeriggio arriva la Juventus, subito la controprova per i cuori forti viola.
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