Mondiale per Club
Fluminense-Al Hilal, Inzaghi eliminato da due rigori “fantasma”

Fluminense-Al Hilal 2-1: i mattatori dell’Inter matano anche l’ex allenatore dei nerazzurri, che può recriminare per due rigori non dati.
Finisce ai quarti di finale l’avventura di Simone Inzaghi e dell’Al-Hilal nel Mondiale per Club. Un percorso virtuoso, fatto anche di alcuni scalpi eccellenti (quello del Manchester City su tutti) e che ha visto la squadra saudita andare spesso ben oltre le proprie reali possibilità. Continua, invece, il sogno del Fluminense, che dopo aver eliminato l’Inter in semifinale troverà il Chelsea di Maresca o il derby brasiliano col Palmeiras.
Fluminense-Al Hilal 2-1, Inzaghi fuori ma quei due rigori “fantasma” gridano vendetta
Il piacentino ha i giocatori contati. Sia perché l’Al Hilal non ha una rosa lunghissima (è molto valida negli undici, ma c’è un abisso a livello tecnico fra i titolari e le loro riserve), sia perché è perseguitata da infortuni e squalifiche. A causa delle numerose indisponibilità, il club saudita è stato costretto a prelevare dall’Al-Shabab il 34enne attaccante locale Hamdallah (prolifico mestierante in patria) con una formula molto “particolare”.
Infatti, il centravanti saudita è approdato alla corte di Inzaghi in prestito secco e soltanto fino alla fine del Mondiale per Club. Ergo, i 15 minuti (più recupero) di questa sera sono stati (e saranno) gli unici disputati con la maglia dell’Al Hilal. Questo per via dell’infortunio del centravanti titolare (l’ex Fulham Mitrovic) e le condizioni fisiche non perfette di Malcom, comunque titolare e fra i migliori in campo degli sconfitti.
C’è da dire che il suo sostituto, ovvero Marcos Leonardo, non lo ha fatto certo rimpiangere. 4 gol e palma di capocannoniere del torneo, in ex aequo con l’eterno Di Maria. Una di queste quattro reti è arrivata proprio stasera, per pareggiare l’iniziale vantaggio brasiliano (propiziato da un clamoroso errore di Cancelo) segnato da Martinelli: tuttocampista del Fluminense che promette di essere al centro del mercato questa estate.
Fra i due gol dei due connazionali, l’Al Hilal può recriminare per un gol prima assegnato in presa diretta dal direttore di gara Makkelie e poi revocato dopo On Field Review. Finalmente ora gli arbitri spiegano il motivo delle loro decisioni, ma forse sarebbe stato meglio che non l’avessero fatto. Infatti, il fischietto olandese qualifica l’intervento come “un normale contatto di gioco” che “non aveva visto in presa diretta“.
Decisione condivisibile, dato che il contatto fra i due giocatori è leggero e involontario, ma per anni ci avevano spiegato che se c’è contatto il VAR non può intervenire perché solo l’arbitro dal campo può giudicarne l’entità. Saltata anche questa regola, una delle poche certezze per tifosi e addetti ai lavori nell’era della tecnologia applicata (male) al calcio, salta tutto e ne si ha la dimostrazione nel finale di gara.
L’ex Napoli Koulibaly viene ripetutamente placcato in area da Inacio, che, dopo una serie di trattenute reiterate ma reciproche, trascina a terra il centrale senegalese con un intervento che sarebbe consono nel rugby e non nel calcio. Makkelie tace, il VAR fa spallucce e la partita s’innervosisce ulteriormente. Lo stesso Koulibaly verrà pure ammonito per simulazione nei concitati minuti finali, ma in realtà il contatto fra il suo tallone e la gamba del difensore del Fluminense c’è tutto. Forse non è rigore, ma sicuramente non simulazione.
Il Fluminense però resiste, stoicamente, e si presenta alle semifinali (dove incontrerà o il Chelsea di Enzo Maresca o il Palmeiras) con un invidiabile bigliettino da visita: ha infatti subito un solo gol nei secondi tempi delle ultime dieci gare ufficiali. Si lecca le ferite la squadra di Inzaghi, che forse meritava qualcosa in più per quanto fatto vedere sul campo ma che ha fisiologicamente pagato una rosa non attrezzata per questo genere di competizione. In caso di passaggio del turno, infatti, il tecnico piacentino avrebbe dovuto fare a meno anche di Ruben Neves, Renan Lodi e di Koulibaly stesso: tutti diffidati e ammoniti questa sera.
Troppi per una squadra la cui rosa è ridotta all’osso e che ha costretto l’ex tecnico nerazzurro ad adattare il laterale brasiliano ex Atletico Madrid in un ruolo non suo, ovvero il braccetto di sinistro in una difesa a tre, per cercare di tamponare l’emergenza. Proprio su un suo mancato intervento, probabilmente condizionato anche dall’ammonizione, il giustiziere dell’Inter Hercules (subentrato proprio a Martinelli, migliore in campo e autore del gol dell’1-0) ha segnato un altro gol pesantissimo e alimentato il sogno del Fluminense.

SIMONE INZAGHI LANCIA IL PALLONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Mondiale per Club
Chelsea, una vittoria da outsider come nel 1998 in Supercoppa europea

La vittoria di ieri nel Mondiale per club del Chelsea contro il PSG ricorda molti la vittoria in Supercoppa europea 1998 contro il Real Madrid da outsider.
Ieri il Chelsea ha vinto il Mondiale per club battendo il PSG in finale a sorpresa: una vittoria da outsider dei Blues, che ricorda molto quella in Supercoppa europea nel 1998 contro il Real Madrid di Raul.

London, United Kingdom, 7th August 2024:- Outside Stamford Bridge, the home of Chelsea Football Club
Chelsea, i Blues vincono il Mondiale per club da outsider: una impresa simile quella del 1998 in Supercoppa europea contro il Real Madrid
Il Chelsea chiude la sua straordinaria stagione vincendo il Mondiale per club, battendo il PSG campione d’Europa in finale per 3 a 0, per Enzo Maresca è il secondo trofeo stagionale dopo la Conference League di maggio contro il Betis. La vittoria dei Blues è stata davvero contro tutti i pronostici, visto che il PSG aveva vinto e stravinto tutto in questa stagione, sembrava davvero un armata invincibile. Ma si sa, nel calcio i pronostici si possono ribaltare nel campo di gioco, questa impresa a molti tifosi Blues è ricordata quella dell’agosto del 1998 in Supercoppa europea contro il Real Madrid campione d’Europa di Raul.
Anche in quella occasione, i Blues partivano sfavoriti, non per la formazione, che era di livello altissimo tanto che il compianto Gianluca Vialli decise di non scendere in campo, vestendo solo i panni del tecnico, delegando l’attacco a Zola e Casiraghi, mica chiunque. Certo, le merengues erano uno squadrone, oltre Raul c’erano anche Redondo, Seedorf, Hierro, Sanchis, Mijatovic e Roberto Carlos, tanto che Guus Hiddink si permise di tenere in panchina nientemeno che Fernando Morientes. Ma alla fine la spuntarono i Blues di misura per 1 a 0, con la rete di Gustavo Poyet. Quindi, un impresa da outsider, che ancora una volta dimostra che i pronostici lasciano il tempo che trovano e conta ciò che si fa nei 90 minuti di gioco, come lo ha dimostrato il Chelsea ieri sera ed anche quello del lontano 1998.
Mondiale per Club
Mondiale per Club: duello spettatori Real Madrid-Psg

Con il Mondiale per Club ormai terminato è tempo di tirare le somme sulla nuova competizione organizzata dalla FIFA. A partire dall’affluenza media.
Al Metlife Stadium di East Rutherford la competizione mondiale per club registrava 81.118 presenze, rendendo l’atto finale tra Chelsea e Psg l’incontro più visto, seppur di poco, del torneo.

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Spettatori Mondiale per Club: il duello che non ti aspetti
Si perchè la finale per poche centinaia di spettatori supera quel Psg e Atletico Madrid della fase a gironi che aveva registrato 80.619 spettatori. Alla fine della fiera, o per meglio dire del torneo, la spuntata il Chelsea di Enzo Maresca, che aggiunge un altro trofeo dopo la Conference League. Ma non solo. Con il successo nel Mondiale per Club il Chelsea diventa l’unica squadra ad aver vinto almeno una volta tutte e 5 le competizioni europee.
C’è da dire che, non con molto stupore però va segnalato, che nessuna delle due finaliste ha registrato un’affluenza media inferiore rispetto agli altri club, pur essendo arrivate fino in fondo. I campioni in carica addirittura terminano il loro torneo al 5o posto per affluenza media, dietro addirittura all’Atletico Madrid martoriato a suon di gol dalla squadra transalpina.
Si conferma squadra dal Dna internazionale il Real Madrid. La squadra del neo allenatore Xabi Alonso si conferma prima alla fine del torneo con 68.962 spettatori medi per partita, pur essendo arrivata fino in finale. Ma la squadra spagnola aveva affermato il suo dominio già nella fase a girone. A chiudere il podio la squadra di Luis Enrique, seconda, con 68.019 spettatori di medi e l’Inter Miami di Leo Messi, arrivato agli ottavi, con 54.799.
Quasi snobbate le italiane. Entrambe uscite agli ottavi di finale, la Juventus si è in qualche modo difesa, mentre differente la situazione dell’Inter. La Vecchia Signora ha chiuso al 13esimo posto con una media di 41.651. L’Inter ha chiuso il percorso nella caldissima Charlotte supportato da 20.030 spettatori. Tuttavia, quest’ottavo di finale è risultato il match meno visto dalla fase a eliminazione diretta in poi. I nerazzurri chiuderanno poi con una media di 32.596, la terzultima fra le europee.
Peggio di loro infatti, a livello europeo, solamente il Salisburgo (28.573) ed il Benfica 30.380).
Mondiale per Club
PSG, Luis Enrique perde la testa e la sua prima finale: interrotta una striscia di 11 vittorie

Il tecnico del Psg, Luis Enrique, ha fatto registrare la prima sconfitta in carriera in una finale. Prima del Chelsea aveva portato a casa 11 trofei.
Una serata da dimenticare per il Paris Saint Germain e per Luis Enrique, allenatore del club francese. Dopo aver subito solamente una rete in tutta il Mondiale per club, i parigini nella finale contro il Chelsea ne hanno incassati ben tre in meno di 45 minuti.
Proprio nella partita più importante della competizione la squadra vincitrice dell’ultima Champions League ha capitolato, mostrando difficoltà che in questo 2025 difficilmente erano venute a galla così palesemente. Una novità per una formazione che era per molti la favorita alla vittoria finale.
Una novità anche per il tecnico spagnolo del PSG. Infatti, per Luis Enrique si tratta della prima sconfitta in finale della propria carriera. Nelle precedenti 11 a trionfare era sempre stato l’ex Roma, che ora dovrà anche fare i conti con il suo comportamento avuto al termine del match.
Hanno fatto il giro del mondo le immagini del tecnico che rifila una manata all’attaccante del Chelsea Joao Pedro. Un gesto che probabilmente gli costerà una squalifica di almeno tre giornate. Un finale di stagione da dimenticare per lo spagnolo, che vede scomparire il suo record di imbattibilità nelle finali.
Adesso un pò di meritato riposo prima di scendere nuovamente in campo per un trofeo. L’appuntamento infatti è ad Udine il 13 agosto per la finale di Supercoppa Europea contro un’altra inglese, il Tottenham.
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