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Como, Fàbregas: “Vogliamo partire con il piede giusto. Su Morata…”

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Como

A pochi giorni dalla sfida di Coppa Italia contro il Sudtirol, l’allenatore del Como, Cesc Fàbregas, è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match.

Di seguito un estratto delle parole del tecnico spagnolo in vista della sfida contro la squadra altoatesina, valida per i trentaduesimi di Coppa Italia.

Como, le parole di Fàbregas

Sono  molti anni che il Como non avanza in Coppa Italia. Che significato ha questa competizione per voi?
“È un appuntamento importante per noi, iniziamo la stagione carichi dopo un ottimo ritiro. La Coppa è una parte fondamentale del nostro percorso e vogliamo partire col piede giusto. Vedremo, con questa squadra, fin dove possiamo spingerci. Durante l’anno ci sarà più rotazione”.

Morata potrebbe essere tra i convocati per la gara?
“Sono tutti a disposizione. Con Alvaro devo ancora parlarci: ha seguito un programma con il Galatasaray, poi ha fatto qualcosina a casa, ma non è stato costante. Kuhn invece non ci sarà ancora. Per quanto riguarda Morata, valuterò tra stasera e domattina”.

Con tanti elementi in rosa, ci sarà qualcuno che cambierà ruolo?
“Difficile dirlo ora, sarà il campo a parlare. Abbiamo le nostre idee, ma ogni giocatore deve essere pronto a interpretare più ruoli. Baturina ha fatto il falso nove, Nico Paz ha giocato esterno… Sono cose che succedono nel nostro modo di intendere il calcio. Oggi non si può più parlare di formazioni fisse: tutto dipende dalle fasi del gioco. Serve grande disponibilità a leggere e interpretare il gioco”.

Dopo l’amichevole col Barcellona, ha fatto delle riflessioni sul vostro stile così offensivo?
“È un rischio e un’opportunità. Se nei primi 20 minuti fossimo andati sul 2-0 sarebbe cambiato tutto, ma quando sbagli, a questi livelli, ti massacrano. Abbiamo avuto un blackout dopo lo 0-2 e avremmo potuto prenderne tanti altri. Ma il secondo tempo è stato importante: potevamo abbassarci, invece siamo andati avanti col nostro gioco. Abbiamo recuperato 62 palloni, vinto tanti duelli. La squadra ha avuto coraggio e voglia di mantenere la propria identità. Questo servirà in futuro”.

Quindi alla fine è rimasto soddisfatto della prova?
“Sì, ho visto cose nuove e interessanti. Situazioni che normalmente non capitano”.

Como

ALVARO MORATA ( FOTO SALVATORE FORNELLI )

Che tipo di rapporto ha con Morata, visto il passato condiviso?
“Non siamo amici. Dopo il Chelsea non ci siamo più sentiti, solo qualche complimento. È un ragazzo eccezionale, umile, lavora tanto. Non mi preoccupa il nostro rapporto, ha lasciato più del 60% dello stipendio per venire qui, questo dice tanto sulla sua mentalità. Non mi ha promesso gol, ma lavoro e positività. È un segnale importante per me e per i compagni”.

Ha chiesto un altro difensore dopo l’arrivo di Jacobo Ramon. Ci sono aggiornamenti?
“Arriverà un portiere, su questo non ci sono dubbi. Sul difensore invece non so, è una decisione che prenderemo con la società. La squadra è giovane ma coraggiosa. Abbiamo dei nomi sul taccuino, stiamo valutando”.

Avete deciso chi sarà il capitano in stagione?
“Gabrielelloni resta il capitano, ma stiamo facendo delle valutazioni. Da Cunha l’ha già fatto, anche Sergi Roberto e Goldaniga. Finché non chiudiamo il mercato non voglio decidere. Sono tutti ragazzi umili, per noi non è una cosa fondamentale, anche Cutrone è un riferimento”.

Cutrone resta o può partire?
“Non lo so. Il mercato è aperto. Strefezza non doveva andare e poi è successo. Azon stamattina ha preso un volo per Ipswich, andrà in prestito, scelta sua. Vediamo cosa succederà nelle prossime settimane”.

Nico Paz è tra i giovani più osservati. Su cosa deve ancora migliorare?
“Non si tratta solo di gol e assist. Deve incidere nell’ultima parte di campo, ma è intelligente, fa domande, impara in fretta. Il mio compito è aiutarlo a crescere. Deve essere pronto sempre, e adattarsi a tutto”.

La stagione è alle porte. Come si gestisce la pressione?
“Noi siamo diversi, speciali. Non ci interessa cosa dice la gente. Qui si costruisce un progetto, una famiglia. Non si tratta solo di soldi. Il progetto è di 4-5 anni, solido. Alcuni di questi ragazzi in futuro varranno 50-60 milioni. La cosa importante è creare valore, per noi e per la città. La pressione c’è, ma va gestita: Jacobo Ramon è alla prima esperienza, farà errori. Idem Jesus, Addai, Baturina. Vedremo cosa dirà il campo”.

Che impressione le ha fatto Alex Valle finora?
“Contro il Betis ha fatto molta fatica, ne abbiamo parlato. Ma è sereno, si allena bene, deve crescere in tante fasi del gioco. Ogni tanto accelera troppo, deve imparare a gestire. Ma ha sempre l’atteggiamento giusto. Rodgers me lo disse: va sempre al massimo. È un professionista serio e farà una bella carriera”.

Contro Sudtirol, che partita si aspetta? Avete già pensato ai rigoristi?
“Sarà una gara diversa, non per forza più semplice. Servirà l’atteggiamento giusto. Loro pressano alto sul portiere, hanno un’identità chiara. Con il loro 3-5-2 spingono tanto sulle fasce, le mezzali si inseriscono. È una squadra diretta, non cerca il palleggio. Noi dovremo farci trovare pronti, giocare forte”.

Kuhn è ancora ai box?
“Sì, abbiamo trovato qualcosa al tendine. Voleva spingere subito ma non era al meglio. Proviamo a recuperarlo per Bologna, se no dopo la sosta”.

Dossena potrebbe rientrare già prima di dicembre?
“Anche prima. Lo stiamo seguendo, poi farà un mini-ritiro personalizzato. Ma sta andando bene”.

Contro il Betis alcuni hanno parlato di eccessiva aggressività. Cosa risponde?
“Non siamo una squadra aggressiva di natura. Quando sbagliamo, ce ne assumiamo la responsabilità. Diao non ha potuto giocare col Barça per un brutto fallo subito. Ma ormai è passato”.

 

Coppa Italia

Milan, l’addio amaro alla Coppa Italia riaccende il tema della rosa corta

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Milan – Errori tecnici, seconde linee insufficienti e un organico troppo leggero per reggere il doppio fronte. La sconfitta dell’Olimpico conferma i limiti strutturali della squadra di Allegri.

L’eliminazione del Milan agli ottavi di Coppa Italia per mano della Lazio lascia più di un rimpianto. Alla vigilia, Allegri aveva avvertito i suoi su Sportmediaset: «Servirà giocare molto bene dal punto di vista tecnico». Un campanello d’allarme che si è rivelato profetico. All’Olimpico, infatti, proprio la qualità tecnica è mancata. Le occasioni più pericolose dei biancocelesti sono nate da errori evitabili in uscita, soprattutto di De Winter e dei compagni di reparto.

Rispetto alla sfida di campionato, il Milan ha creato qualcosa in più, ma è uscito sconfitto 1-0 per il gol di Zaccagni a difesa schierata, una situazione su cui Allegri e il suo staff insistono molto in settimana. In una gara povera di qualità, la Lazio di Sarri ha avuto almeno il merito di provarci con maggiore convinzione.

Milan, su chi puntare il dito?

Puntare il dito contro un singolo sarebbe ingeneroso, ma è evidente che le seconde linee – Estupiñán escluso – non abbiano sfruttato la chance. De Winter è apparso insicuro, Ricci non ha inciso, Loftus-Cheek è stato appena sufficiente e Nkunku ha sprecato un’altra occasione per sbloccarsi. Qualche segnale interessante è arrivato da Jashari, ancora però lontano dalla miglior condizione.

Milan

RAFAEL LEAO RAMMARICATO DOPO UN GOL FALLITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La debolezza strutturale della rosa rossonera emerge con forza: appena 19 giocatori reali a disposizione e molti giovani chiamati a coprire buchi importanti. Un limite che rende complicato competere su due fronti, come già visto a inizio stagione con il ko per 3-0 contro la Cremonese, in parallelo al crollo del Napoli contro il Verona un anno prima. Anche Conte, senza impegni europei, uscì dalla Coppa Italia contro la Lazio: un destino simile che racconta le difficoltà di chi non può permettersi rotazioni profonde.

Allegri spera almeno di replicare l’epilogo della scorsa stagione di Conte, trasformando una delusione di metà anno in un finale in crescendo. Per farcela, però, servirà ben altro rispetto alla prova opaca vista all’Olimpico.

 

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Coppa Italia

Lazio, Sarri: “Basic è tra i migliori nei movimenti”

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Maurizio Sarri elogia Basic dopo la vittoria della Lazio sul Milan in Coppa Italia, definendolo uno dei giocatori più affidabili.

Il Trionfo della Lazio in Coppa Italia

La Lazio ha ottenuto una vittoria preziosa contro il Milan, consolidando la propria posizione nel torneo di Coppa Italia. La partita, caratterizzata da una prestazione convincente dei biancocelesti, ha visto emergere alcuni protagonisti chiave. Tra questi, il centrocampista Toma Basic, il cui contributo è stato particolarmente apprezzato dall’allenatore Maurizio Sarri. Dopo la gara, Sarri ha sottolineato come Basic si sia dimostrato uno dei giocatori più affidabili in termini di movimenti in campo.

Le Parole di Sarri su Toma Basic

Maurizio Sarri ha espresso parole di grande stima nei confronti di Toma Basic, evidenziando come il suo ruolo sia cruciale per l’equilibrio della squadra. “A livello di movimenti, Basic è tra i più affidabili, se non il più affidabile,” ha dichiarato Sarri, lodando la capacità del centrocampista di interpretare al meglio le dinamiche del gioco. La prestazione del croato è stata determinante per il successo della Lazio, dimostrando ancora una volta il valore aggiunto che porta alla squadra.

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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio

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Coppa Italia

Sarri: “Noslin non penso verrà ceduto. Tavares lo sto facendo giocare poco, spero si arrabbi. Insigne? Vedrà la società”

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Lazio

Maurizio Sarri commenta in conferenza stampa la vittoria della Lazio per 1-0 contro il Milan in Coppa Italia

Maurizio Sarri ha parlato in conferenza stampa al termine del match di Coppa Italia tra Lazio e Milan, in cui la sua squadra ha conquistato la vittoria per 1-0.

Le parole di Sarri in conferenza stampa

I cambi sono stati la soluzione

“Secondo me le sostituzioni ci hanno dato un buona porto anche sabato, molto probabilmente ci avevano portato a fare risultato. abbiamo tanti ragazzi che vengono dagli infortuni e non sono al massimo, ci stanno aiutando in spezzoni di partita. Visto come stanno evolvendo, molto presto ci daranno un contributo più importanti. I cambi sono stati un fattore sicuramente”.

Noslin è entrato benissimo: merita più spazio? Andrà via a gennaio?

“La cessione non penso, non abbiamo parlato di questo. È un giocatore complicato da connotare, nelle partite come queste con più spazi diventa un giocatore che può fare la prima punta. Contro le squadre più chiuse fa fatica. Nelle ultime partite sta entrando più spazio, ho la sensazione che ci potrebbe dare una grossa mano”.

La Lazio sta diventando una squadra da big match?

“Non c’è un rapporto tra squadre forti e deboli, c’è anche un discorso di caratteristiche, contro squadre che giocano di più troviamo più spazi. Speriamo sia un discorso di motivazioni che è più facilmente risolvibile”.

Tavares è entrato bene: come lo si recupera?

“Non è un soggetto semplice. Ci ho provato con le buone all’inizio ma lo stavo perdendo. Ora sto provando con le cattive, lo sto tenendo a distanza, lo sto facendo giocare poco e spero che lui si incazzi (ride, ndr.)”.

Sabato c’era Luis Alberto allo stadio, stasera c’era Milinkovic. Ci ha pensato a fargli uno squillo?

“Credo si stiano abituando a stipendi che qui non possono prendere. Fa piacere che due ragazzi siano così legati al gruppo e a questi colori. Ho visto una foto con l’esultanza di Sergio al gol, è bello. Ora loro viaggiano su situazioni economiche difficilmente proponibili. Uno ci farebbe comodo per qualità tecniche e di assist, l’altro ha sempre fatto doppia-doppia. Ci farebbero comodo tutti e due”.

Le piace vedere Mario Gila che sale palla al piede? 

“Lo stiamo preparando a non farlo. Non le deve fare quelle cose, è roba da dilettanti. Ci ha fatto prendere un contropiede. Sono cose che non deve assolutamente fare”.

Che tipo di leader è Zaccagni?

“Sicuramente è un leader tecnico. Da come l’ho ritrovato mi sembra stia prendendo le caratteristiche anche di leader emotivo. È in evoluzione”.

Arriva Insigne?

“Non ne ho assolutamente idea. Avevamo parlato di altri ruoli, una volta sistemati quelli la considerazione spetta alla società. Sono molto affezionato a lui, come un figlio, ci ho passato anni bellissimi insieme. Poi bisogna fare i conti con la società, i ruoli indispensabili erano altri”.

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