Serie A
Frosinone, Eusebio il motivatore
La società del Frosinone ha organizzato un incontro al termine del quale il tecnico ha parlato della sua esperienza sulla panchina gialloblù.
Frosinone, l’isola felice di Di Francesco

Eusebio Di Francesco
Legame di contratto, ma anche di cuore. Eusebio Di Francesco ha le idee chiare su ciò che voglia essere per il suo Frosinone: “Voglio contribuire a farlo crescere”.
Il tecnico ex Sassuolo si è aperto a Tutto Frosinone dicendosi molto felice di essere approdato in Ciociaria, terra di buon cibo e vino, gente aperta e gioviale e calcio vissuto ancora a misura di passione autentica.
S’ode insomma forte e chiaro il fruscio del gaudio di chi sente di avere scelto la strada giusta per il rilancio: “anche se – chiosa – non mi piace parlare di rilancio, direi che questo è un anno zero per me”.
La sua filosofia è precisa. Per cercare di creare una squadra vincente, gli ego spropositati non devono trovare cittadinanza ma deve sempre prevalere il noi, lo spirito di squadra. “Spesso – prosegue – la vittoria non va di pari passo con la parola leadership e con quello che si porta all’interno di un gruppo di lavoro”. Con un altro principio aureo annesso che gli spunta dalle labbra: rispetto per tutti e paura per nessuno.
Per lui il calcio non si potrebbe concepire senza portarsi dietro un pizzico di emozione. E quasi si commuove nel vedere dei giovani che cercano di ritagliarsi uno spazio nel calcio di più alto livello. “Credo – afferma – che i ragazzi giovani abbiano bisogno di tempo”.
Gli spunta dalla bocca il rammarico per qualche punto che, a suo avviso, manca dalla classifica del suo collettivo. Ma è al contempo fiducioso nel fatto che questi punti saranno recuperati per via e moltiplicati.
Eccolo, il Di Francesco della felicità che ha trovato nel Frosinone un “ambiente nel quale si può lavorare bene perché c’è tutto”. E che, al presidente Maurizio Stirpe, ha detto senza giri di parole: “sono contento di stare qui e vorrei rimanerci per almeno dieci anni”.
C’è un giocatore per il quale farebbe carte false per avere nel Frosinone? La risposta gli esce immediata, scontata: “Berardi, è un fenomeno”. E, avendoci lavorato insieme a Sassuolo, ne parla con piena cognizione di causa.
Serie A
Lazio-Cremonese 0-0, all’Olimpico regna la noia
All’Olimpico finisce 0-0 Lazio-Cremonese, poche emozioni e possibile svolta nel finale ma il risultato non si sblocca con le squadre che si dividono la posta.
La 16° giornata, formato spezzatino, di Serie A si è aperta a Roma con la sfida tra i biancocelesti di Sarri e i grigiorossi guidati da Davide Nicola.
Lazio-Cremonese 0-0, mancato l’aggancio alla zona Europa
Match decisamente bloccato per tutta la durata del primo tempo con tanti errori in impostazione dei padroni di casa, che più di qualche volta hanno rischiato di favorire le ripartenze di Bonazzoli e Vardy. L’assenza di Zaccagni pesa e Pedro non da più le garanzie di un tempo, sulla fascia opposta invece un ispirato Cancellieri è stato più volte coinvolto nella manovra offensiva.
Dall’altra parte il centrocampo formato da Bondo, Folino, Barbieri, Grassi e Pezzella ha inizialmente retto bene la qualità di Guendouzi e nella ripresa il copione, almeno nella prima parte, è stato lo stesso. Poche occasioni e partita sugli scudi per più di un’ora, i cambi hanno visto il rientro dopo il rosso nel derby di Belahyane insieme a Noslin.
I due ex Hellas Verona, in particolare l’olandese, hanno inciso positivamente ma non sono bastati a sbloccare il risultato in favore dei biancocelesti. All’Olimpico regna la noia per tutto il resto del secondo tempo, senza emozioni e occasioni degne di nota.
Il picco si raggiunge negli ultimi secondi di partita quando uno strappo di Guendouzi lancia Cancellieri davanti al portiere, che viene steso al limite dell’area da Ceccherini. Rosso diretto spulso e punzione dal limite dell’area a Cataldi che però spedisce alto di pochissimo.
Termina dunque 0-0 tra Lazio e Cremonese, i padroni di casa salgono a quota 23 punti mentre i lombardi toccano quota 21. Nel prossimo turno i biancocelesti saranno ospiti dell’Udinese mentre allo Zini arriverà il Napoli di Conte.

GUENDOUZI RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Juventus-Roma, le formazioni ufficiali
Juventus-Roma, match valido per la sedicesima giornata di Serie A, mette di fronte i bianconeri di Spalletti (padroni di casa) e i giallorossi di Gasperini.
Juventus-Roma, formazioni ufficiali
Di seguito le formazioni ufficiali del match.
JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio; Kalulu, Bremer, Kelly; McKennie, Locatelli, Thuram, Cambiaso; Conceicao, Yildiz; Openda. Allenatore: Luciano Spalletti.
ROMA (3-4-2-1): Svilar; Rensch, Ziolkowski, Mancini; Celik, Cristante, Koné, Wesley; Soulé, Pellegrini; Dybala. Allenatore: Gian Piero Gasperini.

Serie A
Theo Hernandez su Maldini: “Io e Calabria a Milanello con la sua maglia”
Theo Hernandez critica la gestione del Milan e l’assenza di “milanismo” nel club dopo l’addio di Paolo Maldini, citando un episodio vissuto insieme a Calabria.
Theo Hernandez e il legame con Maldini
Theo Hernandez ha espresso il suo disappunto riguardo alla gestione del Milan, sottolineando la mancanza di “milanismo” nel club. In un’intervista, il terzino sinistro ha rivelato che lui e il capitano Davide Calabria si erano presentati l’anno scorso a Milanello indossando la maglia di Paolo Maldini, un gesto che non è stato accolto favorevolmente da alcuni membri del club. Hernandez ha evidenziato come la rimozione di Maldini sia stata un errore, affermando che “hanno strappato una bandiera per nulla”.
L’assenza di una famiglia rossonera
Hernandez ha continuato a parlare della mancanza di identità nel Milan attuale, riferendosi alla partenza di Zlatan Ibrahimovic come un altro colpo importante per la squadra. Ha descritto gli anni passati come “magici”, sottolineando che il club aveva una forte identità familiare. Secondo il giocatore, la presenza di figure storiche come Maldini e Ibrahimovic è fondamentale per mantenere lo spirito e l’identità del Milan.

Theo Hernandez
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Fonte: l’account X di Schira
#TheoHernandez su #Maldini: “Io e Calabria l’anno scorso ci presentammo con la maglia di Paolo a Milanello, a qualcuno non andò bene. Hanno strappato una bandiera per nulla. A parte Ibra si sente mancanza di milanismo nel club. Eravamo una famiglia: sono stati anni magici” #Milan
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 20, 2025
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