Serie A
Atalanta, dalla polvere alle stelle
Con l’entrata in scena del gruppo Percassi, l’Atalanta è passata da un passivo di 10,9 milioni di Euro del 2011 a un attivo di undici milioni nel 2021.
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Atalanta, l’impresa dei Percassi
Una prima volta la condusse tra il 1990 e il 1994. Poi lui, Antonio Percassi, si prese qualche anno di pausa e riabbracciò l’Atalanta nel 2010 divenendone presidente. E, da lì, il sodalizio nerazzurro avrebbe cominciato un’ascesa che lo avrebbe condotto dalla cadetteria all’ambito europeo. Classe 1953, nativo di Clusone, in Val Seriana, ultimo di una famiglia di sei figli, Percassi ha subito messo in chiaro le cose. A se stesso e a Bergamo: voglio rendere grande l’Atalanta. Missione compiuta.
E per rendere a dovere l’idea di come il bruco desiderio si sia tramutato in farfalla realtà, “Tutto Atalanta” fa scendere in campo anche i numeri. “Acquistata per dieci milioni in serie B– rende noto il sito dedicato alle gesta del sodalizio orobico – rivenduta per circa 300, i Percassi hanno trovato nell’Atalanta la propria miniera d’oro , riuscendo contemporaneamente a diventare una delle squadre più forti del nostro campionato, costantemente nella parte sinistra della classifica, cosa che nei cento anni di storia precedente non era riuscita a mantenere per più di qualche stagione consecutiva”.
Insomma, con rispetto parlando, ieri l’avversaria poteva chiamarsi Sambenedettese e oggi ha finito per chiamarsi Paris Saint Germain. Quando ha deciso di riprendere in mano le fila del sodalizio fondato nel 1907, Percassi ha dovuto fare i conti con non poche criticità. Ma lui, con autentico spirito seriano e bergamasco, poche parole e abitudine a rimboccarsi le maniche, ha intonato nei fatti il “mola mia” e ha raddrizzato con decisione una barca che stava affondando nelle acque di 17,5 milioni di debiti nel 2016. “Sono stati fatti investimenti importanti per garantirsi il ritorno rapido in serie A- prosegue “Tutto Atalanta” – salvo poi cercare di galleggiare tra penalizzazioni e qualche difficoltà di troppo tra Colantuono e Reja”. La musica sembrava non cambiare con un solo segno più nel bilancio risalente al 2016 con 300 milioni d’attivo.
I Percassi, però, con Antonio il seriano in testa, non hanno alzato bandiera bianca. E, sempre con quel “mola mia” come compagno di strada e vendendo pezzi pregiati , da Zappacosta a Baselli per dieci milioni di Euro a Bonaventura al Milan per sette, poi, da Caldara per 19 milioni a Gagliardini per 22,5, Kessie per 28 e Petagna, ha cambiato il verso delle cose. Facendo tornare a splendere il sole sulla Bergamo che mastica pane e sfera di cuoio. Risultato: in dodici anni di gestione i Percassi hanno cancellato dalla lavagna il segno meno iniziale e lo hanno sostituito con un più e un 157,4 milioni di Euro a fargli compagnia subito dopo.
E “TuttoAtalanta” può così chiosare parlando di “un modo straordinario di fare calcio con un occhio ai conti e l’altro ai risultati”. E un elemento non proprio irrilevante: la capacità di scegliere un allenatore che, dopo i fasti di Emiliano Mondonico, ha saputo far tornare Bergamo a respirare aria d’Europa ovvero Gian Piero Gasperini. Il primo rifulge nel ricordo dei tifosi bergamaschi che ne conservano carezzevolmente la memoria essendo la loro Dea approdata alla semifinale di Coppa delle Coppe nel 1988. Il secondo è diventato uno degli orgogli stabili della Città dei Mille avendole fatto assaggiare le glorie del massimo campionato (l’Atalanta europea di Mondonico militava in cadetteria e approdò in Coppa Coppe dopo la sconfitta in finale con il Napoli quando questo andò a disputare la Coppa dei Campioni con la vittoria in campionato) e riassaporare quelle europee.
Serie A
Bologna, Italiano: “Un po’ di fatica è venuta fuori. La Supercoppa è un grande orgoglio”
Il tecnico del Bologna Vincenzo Italiano ha parlato in conferenza stampa al termine della partita contro la Juventus, terminata con una sconfitta per 0-1.
Bologna, le parole di Italiano
Togliendo la parte in 10, un po’ più sporchi rispetto al solito: come mai?
“Perché di fronte avevamo una squadra forte e su questi momenti della partita si fa trovare pronta. Per me siamo stati dentro questa partita, persa per una palla inattiva. In 10 si è complicato tutto, ma fino a quel momento c’eravamo. meno qualitativi del solito, ma grandi meriti alla Juve e in questo trittico di partite un po’ di fatica è venuta fuori. La perdiamo, ci dispiace ma il nostro cammino continua con la presenza nella Supercoppa e di questo siamo orgogliosi”.
Difficoltà sui raddoppi che la Juve faceva sugli esterni e vi siete fatti sorprendere su qualche palla lunga alle spalle del difensore centrale?
“Dovevamo essere un po’ più veloci nell’andare ad isolare Cambiaghi e Orsolini. Se sei lento, ripristinano la linea a 5 e non è facile. Su queste palle in profondità si può andare anche un minimo in difficoltà, ma di solito riusciamo a leggerle bene. Heggem non è riuscito a prendere la palla e lì un po’ la partita l’abbiamo abbandonata. Bisogna fare attenzione a tutte le situazioni e tecnicamente non siamo stati puliti come in altre partite. Ci può stare, abbiamo partite su partite e l’abbiamo preparata in allenamento. Non è un alibi, ma essere sempre brillanti non è semplice e rimanere nella partita è un merito”.
La scelta di Castro in panchina e come sta Immobile?
“Castro ha fatto più di 80 minuti a Vigo in una condizione incredibile. Siamo arrivati alle 5 del mattino, i dati di quasi tutti erano in grossa difficoltà: gente affaticata, che meritava di essere riproposta vista la partita di giovedì ma se vuoi essere brillante abbiamo deciso di prepararla così. Quando qualcuno è più stanco, è normale scegliere chi è al 100%. Sconfitta che non ci ridimensiona, la Juve lotterà per i primi posti. Ciro, quando rimaniamo in 10, siamo andati in difficoltà nelle sostituzioni. Volevo affiancarlo a Santi, ma non è stato possibile e lo vedremo in altre circostanze”.

SANTIAGO CASTRO RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Juventus, Spalletti: “Cabal è un cavallo talentuoso. Gli ho rotto un po’ le scatole”
Il tecnico della Juventus Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa dopo la bella vittoria per 0-1 sul campo del Bologna, siglata dalla rete di Cabal.
Juventus, le parole di Spalletti
E’ la vittoria più bella e importante da quando allena la Juve?
“Sicuramente sì, incontravamo una squadra che ha un valore, forza ed entusiasmo. Squadra lavorata bene e costruita bene, anche in 10 ci hanno creato situazioni difficili. Aver vinto qua è ancora più merito per i miei calciatori e stasera gli va detto bravi veramente”.
Il cambio di Cabal è stata la mossa decisiva?
“Se non fai risultato e non migliori diventa difficile, ma io delle cose fatte bene in allenamento le avevo viste. Li avevo trovati energici e reattivi, c’era bisogno di una prestazione che desse tranquillità e spero che metta loro nelle condizione di ripeterla. Stasera la squadra è stata dentro la partita, andando oltre ai duelli individuali a cui ti costringe il Bologna. Cabal deve imparare talvolta a correggere la sua emozione. Ha gamba e forza, è talentuoso anche chi fa 2o volte i 100 metri a tutto fuoco e lui ha questo. Nelle partite che ha giocato fino a dora è stato troppo sporco per il valore che ha, per cui gli ho rotto un po’ le scatole”.
Openda l’ho visto molto bene?
“E’ un calciatore differente, è uno che lega il gioco: a volte mi sembra più una seconda che una prima punta. Un calciatore che probabilmente, contro squadre come il Bologna, si trova più a suo agio perché ha 60 metri di strappo fatti di potenza e velocità pura. E’ stato un po’ avvantaggiato dal tipo di partita e dal modo di giocare del Bologna”.

KENAN YILDIZ, DUSAN VLAHOVIC E LOIS OPENDA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Bologna-Juventus, Cabal finalizza uno schema da maestro di Spalletti: i bianconeri sbancano il Dall’Ara
Termina sullo 0-1 la sfida tra Bologna-Juventus. La squadra di Spalletti espugna il Dall’Ara grazie ad uno schema da calcio d’angolo eseguito alla perfezione.
La sfida per un posto in Europa la vince la Juventus. Un Bologna visibilmente provato fisicamente dal giocare ogni 3 giorni, cade di fronte ai bianconeri di Spalletti. Partita interpretata alla grande dalla squadra ospite che sfrutta al meglio un calcio d’angolo trasformato in rete da Cabal. I rossoblu escono dal campo senza punti e si preparano con una sconfitta alla grande trasferta in Supercoppa.
Bologna-Juventus, finalmente la Vecchia Signora
La partita inizia con una fase di studio tra le due squadre. Il Bologna tiene maggiormente in mano il palino del gioco, mentre la Juventus attende ordinata in attesa di poter far male.
Verso la fine della prima frazione di gioco si hanno due grandi emozioni da una parte e dell’altra: prima i bianconeri segnano con David la rete del vantaggio, annullata per un precedente fuorigioco di McKennie. Poi, i padroni di casa colpiscono una traversa con Zortea, che prende il legno da distanza ravvicinata grazie al tocco di Di Gregorio.

L’URLO DI MICHELE DI GREGORIO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Nella ripresa è la squadra di Spalletti che sembra essere maggiormente ispirata e al 64′ minuto trova il vantaggio. Da calcio d’angolo la Juventus mette in pratica alla perfezione uno schema preparato in allenamento, che lascia l’appena entrato Cabal nelle condizioni di poter colpire indisturbato e siglare la rete dello 0-1.
Passano pochi minuti ed arriva un’altra batosta che spezza le gambe ai rossoblu: sul rilancio di Di Gregorio, Openda sgattaiola via alla marcatura di Heggem che lo travolge da ultimo uomo al limite dell’area e si guadagna un cartellino rosso.
La gara si mette sui binari giusti per la Vecchia Signora, che riesce ad amministrare la partita e a portare in salvo il risultato fino al 90′ minuto, senza rischiare nulla.
Torna dunque alla vittoria in campionato la Juventus dopo la sconfitta con il Napoli nell’ultimo turno e può sorridere per aver ritrovato Bremer ed aver visto dei primi sprazzi di un ottimo Openda. Notizie meno buone invece arrivano per il Bologna, che perde punti contro una diretta concorrente.
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