Le interviste
Esclusiva CS, Mario Inter: ” Si al nuovo stadio ma non con i milanisti, Mourinho? magari. Su Lukaku…”
Mario Inter l’interista più amato del web
” Il mio amore per l’Inter è nato prima dell’arrivo di Ronaldo ”
Possiamo definire con certezza che Mario è lo youtuber più amato e apprezzato nel Mondo Inter, sincero nella sua passione e nel suo esprimersi nei confronti della sua squadra del cuore.
Ringraziandolo anticipatamente per la cortesia concessa e vi lascio alle sue parole.
Quando è iniziata la tua passione nel Mondo degli youtuber?
” Io ho iniziato nel 2018-19, guardavo un pò in giro e mi sono detto mah vediamo se anche io parlando un pò di Inter cosa riesco a fare e poi alla fine diciamo che è andata abbastanza bene, mi sono tolto tanti sassolini dalla scarpa, ho conosciuto tantissime persone, calciatori dell ‘Inter e molte persone del Mondo Inter diciamo che sono andato abbastanza bene va, mi ritengo un pò fortunato su questo.”
Sicuramente aggiungerei molto apprezzato, ricordiamo di quanti utenti è composto il tuo canale?
” Ma in tutto contando tutti i miei social vengo seguito da quasi 400 mila persone.”
Quando sei diventato veramente interista? Quando hai scoperto di esserlo?
” Sono nato interista prima che arrivasse Ronaldo. Ronaldo poi mi ha fatto emozionare moltissimo, non avendo un padre e una madre che tifano una sola squadra ho dovuto scegliere da solo e da lì ho capito che la cosa più importante, per me, erano i colori neroazzurri come il cielo e la notte, quindi da lì ho detto mi piacciono questi colori e forza Inter, via!”
Quanti anni avevi?
” 12 anni. Diciamo che si dice interista si nasce per questo dicevo prima di mio padre, normalmente, un genitore dice sempre al proprio figlio di tifare quella squadra, io invece, non ho mai avuto il genitore che mi diceva tifa Inter o tifa Juve o Milan non l’ho mai avuto, ho dovuto scegliere da solo , a me piaceva molto la Lazio, il Parma perchè all’epoca era fortissima, la Juventus di Ravanelli, di Vialli io però ho scelto l’Inter di passione proprio.”
Possiamo dire è nato il colpo di fulmine per l’Inter?
” Esatto è nato l’amore per l’ Inter i suoi colori e ne vado fiero. “
Quando hai seguito la tua prima partita allo stadio? Ti ricordi quale partita era?
” La mia prima partita è stata nel 1999 Inter – Juventus che terminò zero a zero. “
Prima partita dunque allo Stadio di San Siro?
” Sì, mi sono molto emozionato ero nel primo anello e mi sono veramente emozionato a vedere la partita allo stadio e da lì in poi sono andato sempre.”
La partita che porti nel cuore quella che ti è piaciuta di più tra tutte?
” Nel 2010 Inter -Milan quando è stato espulso Lùcio, ricordo la parata di Jùlio Cèsar su rigore di Ronaldinho con rete di Milito e Pandev quella per me fu il derby più bello. Ricordo anche che Mourinho voleva sostituire Pandev poi ci ripensò e gli fece battere il calcio di punizione e segnò dando conferma dell’intuizione esatta di Mourinho un vero spettacolo.”
La partita che ricordi con più amarezza?
“Inter-Schalke quel famoso 5 -1, tra l’altro ho visto il gol più bello della Uefa Champions di Stankovic contro Neuer da metà campo ma poi abbiamo subito 5 gol segnati da un grande Schalke dove giocavano un grande Raule, Farfan giocatori che mi hanno stupito dal vivo era veramente una bella squadra.”
Cosa ne pensi invece dell’attuale squadra e della sua rosa?
” Molti sbagli vedo che non siamo più un gruppo unito come lo siamo stati con Antonio Conte, c’è molto disordine il gruppo può fare la differenza perchè alla fine secondo me la rosa più forte è proprio quella dell’Inter ma poi alla fine senza gruppo… Che poi il gruppo è forte, inteso come calciatori ma come mentalità quest’anno siamo molto scarsi, infatti, non sembriamo un gruppo molto unito, Simone Inzaghi ha le sue difficoltà e sinceramente poteva fare molto di meglio. Vedremo come andremo avanti staremo a vedere.”
Simone Inzaghi tu lo terresti? Chi vedresti al suo posto?
” Non sono io a dover dire se deve restare Simoni Inzaghi o no piuttosto bisogna sapere cosa vuole fare la società. La società ha deciso di investire oppure ha intenzione di fare come con Antonio Conte e dire guarda smantelliamo la squadra? Perchè se deve smantellare la squadra mi tengo Simone Inzaghi anche perchè se tu hai l’allenatore perfetto e mi tengo Gagliardini e Bellanova non è che puoi andare chissà dove, se devo spendere 10 milioni l ‘anno per un Klopp, ad esempio, e lo devo far giocare con un Gagliardini o un Bellanova e no non va bene, bisogna vedere se la società ha intenzione di investire e prendere qualche top player finalmente tenendo anche i calciatori buoni, in quel caso, Simone Inzaghi io lo darei via lo ringrazierei e poi gli direi ciao!
Cosa ne pensi dell’ ipotetico arrivo di Simeone?
“ Simeone è uno che sa il fatto suo ha fatto due finali di Champions se nn vado errato. Sinceramente io lo prenderei volentieri è un guerriero, sa come funziona l’ ambiente Inter per me va benissimo, magari! Ma anche sì!”
Di Lukaku cosa ne pensi? Sei contento del suo ritorno?
” No assolutamente no per me Lukaku è una cosa che deve andare via io non lo sopporto più. Per me non è stato un bel gesto quello di andare al Chelsea dopo aver vinto lo scudetto, fare quelle dichiarazioni e baciare la maglia del Chelsea come se gli avesse fatto schifo stare a Milano, se ne deve andare via subito chi è d’ accordo con me bene chi non è d’ accordo con me amen io accetto tutto di voi e voi dovete accettare me, per me Lukaku out.”

Cosa ne pensi invece delle voci che girano su Mourinho?
“Grande Mourinho, guarda ti dico la sincera verità io onestamente preferirei Simeone perchè non amo le minestre riscaldate ma se dovesse ritornare Mourinho, la lacrimuccia scapperebbe volentieri perchè Mourinho per me è il migliore allenatore del Mondo lui ha fatto vincere e ha fatto vincere tanto, il suo fatto lo sa non credo che l’Inter lo riprenda ma se dovesse arrivare lo accetto con il tutto il cuore.”
Un pensiero su questo campionato.
” Campionato disastro ma bisogna fare i complimenti al Napoli che ha saputo giocare più di tutti, la squadra più continua ed è giusto che vinca il campionato perchè inutile negarlo l’Inter è stata un disastro dalla seconda in giù stiamo facendo schifo questa è la verità.”
Si vocifera da ieri che la Juventus possa riavere i punti che le sono stati tolti di penalizzazione. meriterebbe confronto il Napoli di arrivare prima in quel caso?
” Per come la penso io sulla Juventus le possono dare anche i 15 punti ma lei come il Milan e dalle seconde in giù, inclusa l’Inter, sono tutte allo stesso piano il campionato è già vinto dal Napoli, non cè nessuna cosa per cui la Juventus possa vincere o avvicinarsi al Napoli perchè oramai il campionato è chiuso.”
Prospettive per il prossimo anno ne hai?
“Spero di incere tutto come tutti gli anni ma di più mi piacerebbe vincere, cosa molto difficile perchè abbiamo un problema come in Europa League, il mio sogno sarebbe vincere qualcosa in Europa che manca davvero da tanto tempo ma attualmente la vedo molto difficile, noi in Italia possiamo parlare solo di vincere nel nostro Paese e attualmente con il Milan c’è la possiamo giocare con la Juve pure e con il Napoli anche l’anno prossimo perchè De Laurentis, è un Presidente che vende i suoi pezzi da novanta da cento e bisogna vedere. Io credo sempre nella vittoria e l ‘anno prossimo punterei a vincere tutto in Italia con il sogno Champions League ma è difficilissimo.”
Sei favorevole al nuovo stadio per l’Inter?
” No. Il cuore mi dice no ma da un lato bisogna dire sì ma non con i milanisti deve essere uno stadio tutto nostro, con i nostri colori neroazzurri, tutto nostro però ripeto il cuore dice no perchè San Siro è sempre stato lo stadio più bello quello che emoziona di più però abbiamo esigenza di fare una cosa del genere e giusto fare lo stadio nuovo.”
Cambio società, sei favorevole e pensi ci sarà un cambio a breve?
” A breve secondo me ci saranno cambi, sono favorevole a un cambio, Zhang lo ringrazio per quello che ha fatto ma non può fare secondo me il bene dell’Inter è pieno di debiti non riusciamo più a prendere un calciatore, non riusciamo più a fare niente, non entrano più grandi introiti in casa neroazzurra quindi giusto dare la società in mano ad un altro Presidente.”
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Carlo Nervo: “Il Bologna può arrivare in Europa quest’anno ha una rosa molto competitiva. Nazionale? Ci sono troppi…”
L’ex centrocampista del Bologna Carlo Nervo (1994-2005, 2006-2007) ha parlato ai nostri microfoni della’attuale situazione dei rossoblù, sulla lotta Scudetto in Serie A e molto altro.
In un’intervista di 5 minuti, Carlo Nervo ha detto la sua su come può andare il Bologna questa stagione, parlando anche di giocatori come Bernardeschi e Orsolini, e anche dell’allenatore dei rossoblù Vincenzo Italiano.
Inoltre ha analizzato anche la situazione della Nazionale Italiana e del motivo per cui, secondo lui, gli Azzurri stanno vivendo un momento così complicato.
Di seguito, l’intervista di Carlo Nervo.
Le parole di Carlo Nervo
Dove può arrivare questo Bologna in campionato e in coppa?
“Vista espressione di gioco e i risultati, può arrivare in alto. Secondo me l’Europa dovrebbe essere la giusta posizione, però sognare non costa niente. Le altre squadre sono forti, però il Bologna li ha messi sotto”.
Secondo lei il Bologna ha bisogno di rinforzarsi nel mercato di gennaio, visti alcuni infortuni sulle fasce?
” A mio avviso, a parte gli infortuni, la rosa é completa. Immobile, al momento, é fuori ma é un giocatore forte che segna molti gol: inoltre la crescita di Bernardeschi é stata importante. Secondo me la rosa é molto competitiva, io non toccherei niente”.
Chi vince il campionato?
“Bella domanda, magari il Bologna. No, io vedo il Milan che può insidiarsi”.
Quindi Allegri con il suo Corto Muso?
“Secondo me hanno una bella rosa e un allenatore che sa vincere”.
Italiano é un pò sottovalutato come allenatore?
“No, non é sottovalutato, nel senso che lui é già in una grande squadra, perché il Bologna é una grande squadra”.

VINCENZO ITALIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Un aggettivo per l’allenatore e per quello che sta facendo?
“Consapevole: lui é consapevole di essere in una grande piazza”.
Orsolini? E’ un Nervo 2.0
“No, secondo me è più forte. Vede molto la porta, ma soprattutto é un ragazzo per bene che é legato alla città e alla maglia. Quindi deve continuare come sta facendo”.
Adesso nella Nazionale Italiana c’é meno abbondanza di grandi giocatori. Come si può risolvere questa cosa?
“Ai miei tempi per andare in Nazionale dovevi essere forte. Adesso fai dieci partite bene in Serie A e ti chiamano in Nazionale. Non ci sono i campioni come Del Piero e Totti: bisognerà analizzare perché non vengono fuori questi talenti qui in Italia, e valutare tutti i settori giovanili.
Poi, troppi stranieri: quando c’ero io arrivavano i top player stranieri, ora ci sono giocatori che trovi anche in Serie B, in Serie C. Hanno un cognome difficile, quindi impattano sul pubblico. E poi un’altra cosa, meno potere e procuratori”.
Le interviste
ESCLUSIVA CS – Giulio Scarpati: “La Roma non ha l’obbligo di vincere, per questo oggi vola. Gasperini ha cambiato tutto: ora la squadra corre fino al 90°”
Lo storico volto di Un Medico in Famiglia e romanista dichiarato, Giulio Scarpati ha raccontato ai nostri microfoni una vita intrecciata al giallorosso: dagli anni dell’alzabandiera sempre ammainato alle domeniche allo stadio con il fratello, fino allo sguardo lucido sulla Roma di oggi.
In una lunga intervista, Scarpati ha condiviso le sue opinioni sul lavoro di Gasperini, il momento della squadra, gli obiettivi stagionali e la crisi della Nazionale. Un dialogo sincero, appassionato, a tratti critico, che ci rivelato l’anima di un tifoso autentico, oltre che di un grande attore.
Di seguito, l’intervista di Giulio Scarpati.
Le parole di Giulio Scarpati
Ci vuole parlare del suo legame con la Roma?
“Essere tifoso della Roma significa, prima di tutto, accettare una certa dose di sofferenza. Negli anni ’60 la squadra non era certo tra le grandi. La Juventus ci passava spesso i suoi “bidoni”, giocatori ormai a fine carriera. Per fortuna, con il tempo, la società è cresciuta e si è strutturata molto meglio. La mia passione è nata grazie a mio fratello maggiore, romanista sfegatato. A casa avevamo l’alzabandiera da issare quando la Roma vinceva, ma non lo usavamo quasi mai… le vittorie erano rare, così la bandiera rimaneva per lo più ammainata. Ricordo anche che quando la Roma vinceva, ritagliavamo i titoli di giornale e li attaccavamo in camera. Da bambino andavo anche tanto spesso allo stadio con la tessera dello Junior Club, sempre assieme a mio fratello.
Da attore, poi, mi è capitato di giocare più volte con la Nazionale degli Attori, allenata da Giacomo Losi: una persona straordinaria. Mi dava ottimi consigli su come migliorare in difesa, il ruolo in cui giocavo. Io e mio fratello abbiamo sempre seguito la Roma, nel bene e nel male. Forse avremmo potuto vincere qualcosa di più, ma proprio perché si vince poco, quando succede la gioia è enorme. I festeggiamenti per uno Scudetto a Roma…a Torino se li sognano!”
Mettiamo da parte il passato e guardiamo al presente: avrebbe mai immaginato a inizio stagione questa Roma capolista?
“Assolutamente no, devo essere sincero. Però riponevo molta fiducia in Gasperini, che sa fare benissimo il suo lavoro. Si è integrato in modo sorprendente e credo che anche il lavoro miracoloso fatto da Ranieri l’anno scorso lo abbia agevolato. Peccato per quella Champions sfiorata di un punto. Chissà, magari con altre due partite ci saremmo qualificati noi al posto della Juventus… Da tifoso, comunque, sono felicissimo del percorso che stiamo facendo.”
È davvero soddisfatto in tutto?
“Beh, l’unica ombra, finora, è l’Europa League. Non stiamo brillando e migliorare la classifica sarà complicato, soprattutto con tutte le partite ravvicinate. L’obiettivo sarebbe entrare tra le prime otto, ma la vedo dura. Detto ciò, resto ottimista: per me è già molto ciò che la squadra ha fatto finora.”
Dove si nota maggiormente la mano di Gasperini?
“Ha ridato motivazione a tanti giocatori. Penso a Pellegrini, che sta vivendo una vera e propria rinascita. Anche il gioco è cambiato. Oggi le partite sono più dinamiche, divertenti, c’è una chiara volontà di dominare l’avversario – una sensazione che, con tutto il rispetto, si percepiva meno nell’era Mourinho. Gasperini è l’allenatore ideale per questo gruppo, e lo dimostra la condizione atletica: la Roma corre e pressa fino al 90°, è un miglioramento enorme. Serve però che gli attaccanti inizino a segnare con più continuità, quello resta un problema.”

GIAN PIERO GASPERINI DA INDICAZIONI AI SUOI RAGAZZI. IN EVIDENZA EL AYNAOUI E TSIMIKAS ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
La Roma ha subito solo cinque gol diventando così la miglior difesa del campionato. Come se lo spiega?
“Molto merito va a Svilar, che sta facendo miracoli. Negli ultimi anni abbiamo avuto portieri straordinari – da Alisson a Szczęsny – e lui sta seguendo quella scia. C’è poi la crescita di Mancini e, più in generale, l’organizzazione difensiva plasmata da Gasp. Non c’è un singolo leader: la forza è il gruppo. Ed è bello vedere che l’allenatore coinvolga tutti, soprattutto i giovani come Pisilli.”
Si può dire allora che Gasperini sia un allenatore che sposta gli equilibri? Guardando l’Atalanta con Juric verrebbe da pensarlo…
“Al di là del valore di Gasperini, credo che Juric abbia limiti nella gestione del gruppo. È suscettibile e comunica poco coi giocatori. Gasperini, anche quando si arrabbia, lo fa per stimolare. Juric non mi è sembrato ancora abbastanza maturo per allenare una grande squadra.”
Non teme un calo di rendimento della rosa?
“La vera incognita restano gli infortuni. Dybala è un valore assoluto, ma purtroppo non garantisce continuità. A questo si aggiunge il vincolo del fair play finanziario, che ha limitato la possibilità di intervenire sul mercato con innesti mirati. Detto ciò, apprezzo molto il lavoro della società e, in particolare, l’impronta lasciata da Ranieri: si sarà capito che ho un debole per lui! Lo stimo profondamente per come l’anno scorso è riuscito a risollevare la squadra.”
C’è qualcosa che la Roma ha più degli altri top club?
“Sì, ha un vantaggio psicologico enorme. Non ha l’obbligo di vincere sempre e comunque, come accade invece a Inter o Napoli. E questo, in campo, pesa eccome.”
Eppure, negli scontri diretti la squadra fatica…
“Diciamo che molti avversari contro cui abbiamo perso erano più attrezzati. Col Milan abbiamo sbagliato l’approccio perché siamo sì partiti fortissimo, ma non siamo mai riusciti a concretizzare. Con l’Inter il divario tecnico si è visto. Non credo ci sia un problema strutturale negli scontri diretti; piuttosto dobbiamo essere più cinici quando le occasioni capitano, perché in partite del genere non sono mai tante.”
Che idea si è fatto delle altre big del campionato?
“Sono certo che la Juventus con Spalletti adesso crescerà moltissimo. L’Inter è fortissima ma talvolta vince anche con un po’ di fortuna, ed è quella che temo di più. Il Milan mi sembra più solido dello scorso anno. Il Napoli con Conte non mollerà un centimetro: è tignoso e combatterà fino alla fine anche se ora è in difficoltà.”

L’ESULTANZA URLO DI ANTONIO CONTE DOPO IL GOL DI SPINAZZOLA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Qual è l’obiettivo minimo della Roma?
“La Coppa Italia.”
Perché proprio la Coppa Italia?
“Perché sarebbe fantastico vincere la decima.”
E l’obiettivo più grande, invece?
“Tornare a giocare in Champions. È un qualcosa di fondamentale anche a livello economico.”
Passiamo alla Nazionale. Cosa ne pensa della disfatta contro la Norvegia?
“È stata una partita strana. Nel primo tempo abbiamo fatto meglio noi, loro sembravano quasi in vacanza. Poi, quando la Norvegia ha iniziato a far valere la sua qualità, l’Italia ha perso ritmo ed è andata in blackout. Purtroppo, in Nazionale il problema è molto più profondo di quanto sembri…”
A cosa si riferisce?
“Al fatto che da anni la Nazionale non esprime un gioco convincente. I club hanno ormai un peso enorme e i raduni non sono più quelli di una volta. Spalletti, secondo me, ha fallito proprio per questo: non ha avuto il tempo necessario per costruire un’identità di gruppo.”
Che ne pensa invece di Gattuso?
“È un allenatore onesto, diretto, che dice ai giocatori ciò che pensa. Lo apprezzo molto.”
Ora che i playoff sono una realtà, ritiene che l’Italia riuscirà a supererli?
“Se incroceremo squadre meno attrezzate di noi, credo proprio di sì. E speriamo anche in un pizzico di fortuna, che non guasta mai.”

MATEO RETEGUI RAMMARICATO ( FOTO KEYPRESS )
Le bombe di Vlad
LBDV presenta: “Il portiere di Ceaușescu” e “Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio”
Domenica 16 novembre, alle ore 18.00, il Punk Roma (Via dei Durantini 18, Roma) ospiterà un evento speciale dedicato alla letteratura sportiva e alla cultura calcistica.
Protagonisti della serata saranno due firme d’eccezione: Guy Chiappaventi, giornalista di La7, autore del libro “Il portiere di Ceaușescu” (Bibliotheka Edizioni), e Ciro Romano, caporedattore di LBDV, che presenterà “Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio” (Garrincha Edizioni).
A dialogare con gli autori ci sarà Daniele Garbo, giornalista sportivo già volto di Mediaset e Direttore Editoriale di LBDV, mentre la presentazione sarà affidata al giornalista di Le Bombe di Vlad, Alberto Caccia.
L’incontro rappresenta un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di calcio, giornalismo e narrazione sportiva. Due libri diversi ma accomunati da una stessa passione: quella per il pallone e per le storie che lo rendono eterno.
Il portiere di Ceaușescu. Helmut Duckadam, storia di un antieroe
Una storia lunga quasi quarant’anni e undici metri, la storia di quando una squadra di sconosciuti strappò il titolo più importante del calcio europeo – la Coppa dei Campioni – a una superpotenza, il Barcellona.
Era la notte magica del 7 maggio 1986 quando, nello stadio di Siviglia, Helmut Duckadam, allora ventisettenne, riuscì nell’impresa di parare tutti e quattro i rigori dei giocatori catalani consentendo alla Steaua Bucarest di laurearsi campione d’Europa, prima volta per una squadra dell’Est. Una notte di felicità per un popolo che viveva con le luci spente, senza riscaldamento e con il frigorifero vuoto.
Quando la Steaua rientrò in Romania, all’aeroporto 15 mila persone accolsero i giocatori e almeno altrettante scesero in strada per seguire il tragitto del pullman fino a Bucarest. Fu un fatto insolito per la Romania comunista, dove le manifestazioni spontanee di piazza erano vietate, ma il regime volle capitalizzare la vittoria. Il presidente Ceaușescu invitò la squadra a palazzo e Duckadam diventò per sempre l’eroe di Siviglia.
L’autore
Giornalista, inviato del tg La7. Dopo aver raccontato la suburra di Roma, la mafia e la ‘ndrangheta, due guerre in Medio Oriente, terremoti, tsunami e alluvioni, negli ultimi anni ha seguito la cronaca a Milano.
Ha vinto il premio Ilaria Alpi, il Premiolino e il premio Goffredo Parise. Ha pubblicato sette libri, incrociando spesso il calcio con la cronaca: il primo, Pistole e palloni sulla Lazio anni Settanta, ha avuto otto edizioni in quindici anni e ha ispirato la serie Sky Grande e maledetta.
Jongbloed. Il romanzo del tabaccaio
Ciro Romano ci racconta le gesta dello storico portiere olandese Jongbloed, eroe dell’arancia meccanica di sua maestà Cruijff . Un viaggio dentro la vita di uno dei calciatori più importanti della sua era. Non una monografia, dimenticate i tabellini, quello che troverete in queste pagine è l’atmosfera, è l’uomo prima del calciatore, è la storia prima dei gol, è il lato nascosto del pallone. Preparatevi, riavvolgete il nastro, premete play e godetevi questa partita di carta e inchiostri, inseguendo in campo un calciatore indimenticabile. Una nuova figurina letteraria da collezionare, una nuova figurina per completare lo scaffale dei campioni.
L’autore
Ciro Romano vive a Salerno è avvocato, abilitato alle Magistrature Superiori. Guarda il calcio dall’età di tre anni, e ne scrive per testate giornalistiche e pagine social. Prima per passione, poi per motivi professionali, diventa esperto di tifo radicale. Tiene conferenze e partecipa a dibattiti pubblici per l’abolizione alle limitazioni di legge al tifo e agli spostamenti delle tifoserie.
Ha pubblicato “Volevo solo giocare a ping pong” (Caffèorchidea).
(Foto: DepositPhotos)
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