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L’Italia vince all’ultimo respiro: le pagelle degli azzurri

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All’ultimo respiro l’Italia riesce a battere gli USA grazie al gol del subentrato Politano, dopo aver collezionato nell’arco dei 90 minuti tante occasioni da gol non sfruttate a dovere dagli attaccanti azzurri. Fra le note positive si segnalano l’ottimo esordio di Sensi e la grande solidità difensiva che per le terza volta consecutiva ha portato gli azzurri a non subire gol. Resta però ancora il problema realizzativo.

Le pagelle degli azzurri

Sirigu voto 7. Non si sporca mai i guanti nel primo tempo, poi sfodera una grandissima parata nella ripresa. Gioca bene con i piedi quhando viene chiamato in causa.

De Sciglio voto 6. È bravo in entrambi le fasi, senza sfoderare grandi giocate. Non corre mai pericoli in fase difensiva.

Bonucci voto 7. Gli avversari che ha davanti non sono certo dei colossi, però lui dimostra sempre grande sicurezza. Gioca d’anticipo e costruisce. Che classe il lancio d’esterno per Lasagna. Gran giocatore.

Acerbi voto 6,5. Buona partita del centrale azzurro. Bravo a non concedere niente agli attaccanti statunitensi.

Emerson voto 6. Percorre la fascia a ripetizione, facendo vedere anche le sue notevoli doti tecniche. Ottimo il cross nel secondo tempo non sfruttato dai compagni. Perde un po’ troppe volte palla.

Barella voto 6. Dopo le ottime prestazioni precedenti, gioca una partita ordinata, limitandosi al “compitino”.

Gagliardini s.v.

Verratti voto 7,5. Altra partita di altissimo livello per il centrocampista del Psg. Gioca con una facilità incredibile, dimostrando anche un’ottima condizione atletica. Fraseggia a meraviglia con i compagni e sfodera lanci millimetrici, come quello per Lasagna nella ripresa. Va anche vicino al gol di testa, non certo il pezzo forte della casa.

Sensi voto 7. Esordio straordinario del centrocampista del Sassuolo che gioca con una personalità da veterano, chiedendo spesso palla anche quando pressato. Bravissimo sia in fase di costruzione che in interdizione. Nel primo tempo mostra la sua enorme tecnica con due intuizioni geniali, una per Chiesa ed una per Bonucci.

Berardi voto 6,5. Buona partita per il giocatore del Sassuolo che si dimostra, fin dall’inizio, voglioso di mettersi in mostra. Cerca spesso di costruire gioco, ma spesso sbaglia l’ultimo passaggio. Va anche vicino al gol nel primo tempo con un gran sinistro dei suoi su cui è bravo il portiere avversario a mettere in corner.

Grifo voto 6. Insigne gli lascia n. 10 e dopo pochi minuti scopriamo il perché: ottimo il suo destro a giro in avvio di ripresa su cui è bravo Horvath a mettere in angolo. Nel complesso un buon esordio.

Kean voto 6. Entra bene in partita, dimostrando di avere grandi doti fisiche e tecniche. Dopo un po’ di emozione, si scioglie e si rende pericoloso in alcune circostanze.

Lasagna voto 5,5. L’unica insufficienza della serata, non certo per l’impegno messo in campo, ma per le enormi occasioni sprecate. Mette l’anima in campo, ma sono davvero troppe le palle gol mangiate dall’attaccante dell’Udinese, soprattutto nella ripresa.

Politano voto 7. È suo il gol vittoria, dopo un ottimo stop orientato. Dimostra così il suo grande momento di forma. Grande giocatore.

Mancini voto 6,5. Pur cambiando interpreti, lo spartito è lo stesso: pressing, fraseggio e verticalizzazioni. L’unica pecca resta la scarsa vena realizzativa mostrata anche stasera. Come note positive: terza partita senza subire gol.

 

 

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Torino, 75 anni fa era Grande e fu annientato

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Grande Torino, oggi ricorre l'anniversario della tragedia di Superga

Settantacinque anni, per colpa di un beffardo destino, il Grande Torino Campione d’Italia venne annientato. Ricordiamo insieme la strage di Superga.

Il Torino, allora, si chiamava Grande Torino: l’appellativo se lo era meritano appieno, dal momento che nella decade degli anni Quaranta aveva avuto un exploit pazzesco: ben cinque scudetti conquistati, a partire dalla stagione 1942-1943.

Fino alla fatale stagione 1948-1949 proprio alla fine della quale, il 4 maggio del 1949, avvenne un terribile incidente aereo che passò alla storia come la tragedia di Superga.

Indice

4 maggio 1949: la tragedia di Superga

L’incidente coinvolse il velivolo Fiat G.212, un aereo da trasporto sia civile che militare, registrato come I-ELCE, che si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga a Torino.

A bordo c’era l’intera squadra dell’allora Grande Torino, insieme a dirigenti, giornalisti sportivi e l’equipaggio. Tutti persero la vita, per un totale di 31 persone.

Grande Torino, le circostanze dell’incidente aereo

L’incidente avvenne dopo l’ultima partita giocata contro il Benfica a Lisbona. Alcuni giocatori e personaggi influenti non erano a bordo per vari motivi, tra i quali infortuni, malattie e impegni personali.

L’aereo, dopo uno scalo intermedio a Barcellona, avrebbe dovuto atterrare a Torino, ma le cattive condizioni meteorologiche contribuirono all’incidente.

Tragedia di Superga, le vittime

Come abbiamo scritto, la squadra del Grande Torino venne annientata. Ad eccezione di due fortunati giocatori: il difensore Sauro Tomà, che non prese parte alla trasferta portoghese per un infortunio al menisco e trovò poi la morte a 92 anni (nel 2018), e il portiere di riserva Renato Gandolfi, al quale fu preferito il terzo portiere Dino Ballarin.

Morirono tre dirigenti del club: il direttore generale Egidio Agnisetta, il dirigente accompagnatore Ippolito Cavalieri e Andrea Bonaiuti, addetto all’organizzazione delle trasferte. Oltre, ovviamente, al giovane allenatore, l’inglese Leslie Lievesley, al direttore tecnico Egri Erbstein e al massaggiatore Ottavio Cortina.

Nell’incidente morirono anche tre noti giornalisti sportivi: Renato Casalbore di Tuttosport, Renato Tosatti della Gazzetta del Popolo e Luigi Cavallero de La Nuova Stampa. Avevano tutti meno di 60 anni.

Gli effetti della tragedia sulla collettività

L’incidente ebbe un impatto devastante sulla città di Torino e sull’intero Paese. I funerali delle vittime attirarono una partecipazione popolare massiccia.

Nonostante la tragedia, il campionato continuò e il Torino fu proclamato Campione d’Italia. La Nazionale italiana, colpita dall’evento, scelse di viaggiare via nave per i Mondiali in Brasile l’anno successivo.

I resti dell’aereo e alcune memorabilia sono conservati nel Museo del Grande Torino. Molti dei giocatori sono sepolti a Torino e nei loro comuni d’origine, mentre alcuni membri dell’equipaggio sono sepolti nella città stessa.

Grande Torino, il ricordo sui social

Stamattina, a dedicare omaggi via social alle sfortunate vittime di quell’incidente sono in molti. A partire dagli stessi granata, ma includendo anche i cugini/eterni rivali della Juventus.

Non mancano anche i media, come RaiSport.

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Rassegna stampa: i quotidiani del 4 maggio

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Rassegna stampa, le prime pagine dei quotidiani sportivi in edicola oggi: tra campionato e mercato, parte il Giro d’Italia.

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Milan, distanze per Simic: non è un problema economico | La situazione

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Milan, il rinnovo del giovane difensore è al momento in stand-by. Stando a quello che ci riferiscono, il suo non sarebbe un problema economico. Spieghiamo qui di seguito.

Distanze per il rinnovo di Jan-Carlo Simic. Il giovane difensore rossonero, in accordo con il suo entourage, ha preferito lasciare la situazione in stand-by, pronto a riprenderla tra alcune settimane.

Il motivo di questo stop non è prettamente economico. Ovvio, l’ingaggio verrà preso in considerazione, tuttavia il serbo vuole capire come si evolverà la situazione sulla panchina del Milan.

Sappiamo infatti che il giocatore non era troppo visto dal tecnico Pioli il quale lo ha utilizzato con il contagocce e solo in caso di forte emergenza in difesa. E, per dovere di cronaca, il ragazzo aveva risposto in maniera dignitosa sul campo, segnando pure una rete in campionato.

I discorsi siamo certi proseguiranno, ma come detto, Simic pretende garanzie soprattutto sul fatto di potere essere considerato una preziosa risorsa quale sulla carta è.

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