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Italia-USA: Mancini dà spazio agli esordienti, le probabili formazioni
L’Italia di Roberto Mancini scende in campo questa sera ore 20.45 a Genk per sfidare in amichevole gli Stati Uniti. C’è molta curiosità per vedere all’opera soprattutto gli esordienti Tonali, Sensi e Grifo, i quali probabilmente avranno la loro occasione a partita in corso o forse addirittura dall’inizio. Per la prima volta in una gara Uefa, ci sarà la sperimentazione del Var.
Indice
Ultimo impegno per gli Azzurri
Archiviata la Nations League, l’Italia riparte in Belgio per proseguire i miglioramenti mostrati nel nuovo corso Mancini. L’amichevole contro gli Stati Uniti, ultimo impegno della Nazionale in questo 2018, rappresenta un’opportunità per provare a ripetere l’ottima prestazione fatta contro il Portogallo e, soprattutto, per dare la possibilità ai giovani di mettersi in mostra e fare esperienza. Nel ritiro dell’Italia il clima è disteso e tra gli Azzurri c’è una nuova consapevolezza: quella di essersi scrollati di dosso l’onta della mancata partecipazione al Mondiale di Russia e la voglia di poter tornare tra le big d’Europa e del mondo.
Italia: tocca alla Nazionale B
Il ct Mancini dovrà far fronte alle numerose assenze poiché tanti giocatori hanno già lasciato il ritiro per acciacchi vari. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato Lorenzo Pellegrini. Un’assenza che si è aggiunta a quelle di Insigne, Chiellini, Jorginho, Florenzi e Immobile. Tra i pali, Sirigu dovrebbe prendere il posto di Donnarumma, mentre al fianco del confermato (e fischiato) Bonucci dovrebbe essere il turno di Rugani. Sulle corsie De Sciglio ed Emerson Palmieri nettamente favoriti. Il centrocampo dovrebbe subire le minori modifiche con Barella e Verratti confermati e l’ultimo posto disponibile destinato a Sensi, comunque in ballottaggio con Gagliardini. Come sottolineato dallo stesso Mancini nella conferenza della vigilia, però, nella ripresa ci sarà spazio per il millenial Tonali. L’attacco sarà tutto nuovo: sicuri titolari sono Lasagna al centro e Berardi sulla destra, con Grifo (che indosserà la maglia numero 10) favorito su Chiesa a sinistra, a causa delle condizioni non perfette dell’esterno della Fiorentina.
Stati Uniti: titolare il figlio di Weah
In maniera simile alla nostra nazionale, anche la formazione americana sta attraversando una fase di rinnovamento. Nella rosa statunitense sono presenti anche nomi importanti, come Weah e Klinsmann, rispettivamente i figli di George e Jurgen (tra l’altro ex Ct degli USA). Tra questi due probabilmente partirà titolare il giovane Weah (che milita nel Paris Saint Germain), mentre il portiere Klinsmann, difficilmente potrà trovare spazio. Gli americani si schiereranno quindi con il loro tipico 4-2-3-1 in cui dovrebbero trovare posto Guzan tra i pali, Yedlin e Villafana come terzini, con Carter-Vickers e Brooks centrali. Il dubbio è in attacco, nel ruolo di prima punta: ballottaggio tra Wood e Sargent, con il primo in vantaggio. Il trio di fantasisti dovrebbe essere composto da Pulisic, Gall e Weah.
Probabili formazioni e dove vederla
Italia (4-3-3): Sirigu; De Sciglio, Bonucci, Rugani, Emerson Palmieri; Barella, Verratti, Sensi; Berardi, Lasagna, Grifo. All. Mancini
Usa (4-2-3-1): Horvath; Yedlin, Carter-Vickers, Brooks, Cannon; Acosta, Trapp; Pulisic, Gall, T. Weah; Wood. All. Sarachan
Arbitro: Çakir (Turchia)
La partita verrà trasmessa in diretta su Rai1 alle ore 20.45.
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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”
All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.
Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.
Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.
Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.
Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).
Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.
Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.
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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna
Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.
Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.
Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.
Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.
Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.
Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.
Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.
Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno o Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.
Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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