Serie A
Verso Fiorentina-Atalanta, il tifo viola risponde presente
Verso Fiorentina-Atalanta, la società di Commisso sperava in una risposta calda del tifo viola: la risposta è arrivata.
La Fiorentina nei giorni scorsi per favorire una bella cornice di pubblico per la gara di domani alle ore 18 contro l’Atalata aveva messo in atto politiche per favorire l’accesso al pubblico più giovane.
Sconti importanti per i ragazzini e i bambini con alcuni settori anche ad ingresso gratuito, come la Curva Ferrovia.
Da quanto trapela, ai dati di ieri sera, a poco meno di 48 ore dal fischio d’inizio erano stati venduti 29mila biglietti, con la concreta possibilità di superare quota 30923 spettatori dell’esordio casalingo contro il Lecce.
Alcuni settori sarebbero già sold out: la Fiesole, il Parterre di Tribuna centrale e la Maratona Laterale, così riporta Fiorentina.it.
Un’ottima risposta del tifo viola che spera in una risposta analoga anche dalla squadra di Italiano, chiamata a reagire alla sconfitta di San Siro contro l’Inter.
Serie A
Bologna, Italiano vira sul doppio attaccante?
Il Bologna potrebbe tornare a valutare la doppia opzione in attacco nelle prossime gara, Italiano ci pensa.
Il tecnico rossoblu potrebbe tornare a valutare l’opzione doppia punta. L’ex allenatore della Fiorentina anche nei suoi trascorsi in gigliato ha mostrato di preferire l’opzione con un unico riferimento centrale, come sta riproponendo anche sotto le Due Torri, ma ora pare necessario trovare nuove chiavi tattiche per trovare con maggiore frequenza la via del gol e sbloccare anche l’olandese Dallinga, fin qui in difficoltà.
In questo avvio di stagione Castro e Dallinga insieme si sono visti solo nel pareggio interno contro l’Empoli di fine agosto, poi Italiano ha sempre scelto o uno o l’altro.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, nei prossimi allenamenti in vista della sfida contro il Genoa Italiano potrebbe ripensare al doppio centravanti: non affiancati ma in verticale, uno dietro all’altro. Con Castro dietro a Dallinga, visto che l’olandese è maggiormente un uomo d’area.
L’ex attaccante del Tolosa, pagato 15 milioni di euro più 3 di bonus, è stato “difeso” dall’ad Fenucci al Festival di Trento: «Come tutti gli stranieri c’è più difficoltà all’adattamento, discorso che vale soprattutto per gli attaccanti. Con l’allenamento e le settimane tutto sarà più semplice e avrà occasioni per far vedere le sue qualità che noi già vediamo in allenamento».
Serie A
Atalanta, Gasperini: “Una mia soddisfazione? vincere a Liverpool”
Gian Piero Gasperini ha rilasciato importanti dichiarazioni nella giornata di ieri, in cui si è celebrato il “Festival dello sport”, a cura de La Gazzetta dello Sport.
Ieri a Trento, al Festival dello Sport, il tecnico dell‘Atalanta ha risposto e chiarito alcune questioni importanti e ripercorso anche bei momenti come la vittoria dell’Europa League con la sua squadra.
Le parole di Gasperini
Europa League
“È stata un’impresa importante realizzata in Europa. Io ero convinto che avremmo messo in difficoltà il Bayer, che avevano battuto tutti i record ed erano i favoriti. Io ero fiducioso. Me lo sentivo che gli avremmo creato dei problemi”.
Il risultato
“Il risultato non può essere solamente alzare una coppa o vincere uno scudetto. Il risultato è un’altra cosa. È quando uno cerca di superarsi ogni giorno. Tutto il resto viene fatto per creare una pressione. Ognuno ha i propri traguardi e raggiungere la propria dimensione. Essere felice se ha una promozione o se riesce a fare qualcosa di più per la propria famiglia è i figli. Altrimenti la vita avrebbe poco senso. Il risultato è diverso dal successo”.
Crescere attraverso gli errori
“Considerare gli errori una frustrazione è una cosa che ti rovina la vita. L’errore serve per migliorarti e andare avanti. Lo sport non fa altro che rappresentare la vita, ma nel modo migliore perché nello sport impari a perdere. Ti forgia caratterialmente. Chi arriva dal mondo dello sport affronta meglio la vita. Quello che abbiamo raggiunto lo abbiamo fatto con la società e i giocatori, ma anche con la città”.
Il successo “Se ti alleni, se studi e se lavori hai più possibilità di raggiungere dei risultati.
Però non è una scienza esatta: ho visto gente vincere solo con il talento. Però secondo me chi si applica e chi si impegna ha più possibilità di crescere. Adesso ci sono degli atleti straordinari, la statura media ad esempio è cresciuta di 10 centimetri. C’è stata un’evoluzione fisica in tutti gli sport. La Spagna, invece, che di tradizione è molto simile alla nostra, ha difeso la propria storia con giocatori rapidi e veloci. La scuola spagnola ha rispettato la propria tradizione e ha ottenuto lo stesso risultati straordinari. Nello sport non c’è un’unica strada”.
Il Gewiss Stadium
“Ora il Gewiss è un gioiello. È frutto di 8 anni di lavoro. All’estero ci sono degli stadi meravigliosi che costeranno delle cifre pazzesche. Non so come si possano trovare queste risorse. Noi siamo rimasti indietro su questo aspetto ma gli stadi continuano a essere pieni e questo è un bel segnale”.
Sulla nuova Champions
“Questa nuova formula è una sorta di tentativo di Superlega: si giocano molte più partite. Poi si capirà più avanti se questa è una formula più spettacolare. È tutto rivolto a cercare di aumentare lo spettacolo: non sempre si riesce e a volte si fa anche qualche danno. Si cercano di aumentare gli introiti economici. Giochiamo ogni tre giorni e non so se anche questo sia una causa a livello di infortuni. Faccio fatica a dare delle risposte nette. Noi ci stiamo adattando”.
Sulla vittoria con il Liverpool
“Una grande soddisfazione che ricordo? Sicuramente vincere a Liverpool. Quando abbiamo finito la partita abbiamo ricevuto un applauso da tutto il pubblico. È un pochino difficile che questo accada in Italia: c’è ancora tanta maleducazione”.
Su Papu Gomez
“Molti giocatori mi hanno dato delle grandi gratificazioni. Io traggo qualcosa da ogni giocatore. Il Papu era un giocatore straordinario. Lui ti anticipava ed era rapido, di grande qualità e con una grande intelligenza calcistica. Purtroppo lo sport è impietoso e quando arriva il momento in cui abbassi un po’ la prestazione diventa un problema. Quando le strade di me e il Papu si sono divise ci ho anche sofferto, è normale”.
Il ruolo da allenatore
“L’allenatore deve pensare alla squadra e forse è il motivo per cui un allenatore non deve stare sempre nella stessa squadra. Se ragioni da allenatore lo fai in un modo, se ragioni dal punto di vista umano lo fai in un altro. Si devono fare delle scelte e se metti sempre davanti la squadra, qualche volta le scelte sono dolorose. Questo è il problema di chi deve decidere”.
Su Ilicic”
Lui è caduto in questa situazione nel momento migliore della sua carriera. Lui dopo Valencia era un giocatore che forse era candidato al pallone d’oro. O comunque nei primissimi. Quando subentra la depressione è difficile. La cosa è andata avanti per un po’. Ogni tanto aveva dei barlumi di classe. Ha avuto dei momenti di grande difficoltà ma po’ era tornato alla normalità ma non con le stesse prestazioni purtroppo”.
Sulla nuova stagione
“Ho già avuto almeno 3 Atalante. Ogni anno partiamo con un’idea non troppo chiara sul dove vogliamo arrivare. La capiamo strada facendo. Battere l’Atalanta oggi dà molta più soddisfazione rispetto al batterla qualche anno fa. Non sono scontento di questo avvio anche se magari ci manca qualche punticino”.
Il fallimento?
“Il fallimento nello sport non esiste. Il fallimento è quando abbandoni. Se ti accorgi che sei competitivo, chi è che si tira indietro? Ma il fatto di voler mettere per forza un obiettivo è un tentativo per mettere pressione. Questa è una cosa che mi dà abbastanza fastidio. Se lo fissano le proprietà è diverso”.
Serie A
Juventus, Tacconi: “Heysel ricordo bellissimo e orribile allo stesso tempo. Su Boniperti…”
L’ex portiere della Juventus Sergio Tacconi è stato intervisto dal quotidiano “La Stampa” in occasione del suo nuovo libro “L’arte di parare“.
Juventus, le parole di Tacconi
Boniperti? “Ogni volta che facevo qualche stupidaggine scattava la multa. Negli anni gli ho dato tanti di quei soldi… per fortuna vincevo e mi tornavano indietro.”
Sigarette con Platini? “E non solo con lui. Una volta in ritiro il Trap piombò nella camera che dividevo con Favero e ci trovò avvolti nella nebbia. Spalancò le finestre e ci disse: ‘Adesso le tenete così.’ Fuori c’erano dieci gradi sottozero.”
Cosa non rifarei? “Dichiarare che rimpiangevo Zoff, che nel 1984 se n’era andato in polemica con la società. Il giorno dopo l’Avvocato piombò a Villar Perosa con l’elicottero per sgridarmi. Provai a nascondermi dietro un albero, ma mi beccò. ‘Tacconi, se lei rimpiange Zoff si immagini noi.’ E finii in panchina per il resto della stagione.”
Heysel? “Ricordo bellissimo e orribile allo stesso tempo. Se non fossimo scesi in campo sarebbe stata una carneficina persino peggiore.”
Scelta di giocare? “Della gendarmeria belga. Un generale entrò negli spogliatoi e ci disse: ‘Vestitevi e uscite, o qui la situazione degenera ulteriormente.’ Dopo la vittoria fu sempre la polizia a chiederci di festeggiare in campo con la coppa, per dar loro il tempo di evacuare gli Hooligans.”
Matteo Di Tria
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