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Torino-Lazio: curiosità e statistiche

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TorinoLazio, recupero della 21ª giornata di Serie A 2023/24, si giocherà allo Stadio ‘Olimpico Grande Torino’ questa sera con calcio d’inizio alle ore 20:45

Torino-Lazio

Torino-Lazio si giocherà allo Stadio ‘Olimpico Grande Torino’

La Lazio è rimasta imbattuta nelle ultime quattro trasferte contro il Torino in Serie A (2N, 2P) e non è mai arrivata a cinque gare esterne di fila senza sconfitte contro i granata nel massimo campionato.

Ma entriamo nel vivo del match e scopriamo che…

La Lazio è la squadra che ha pareggiato più partite contro il Torino in Serie A (58), con 40 successi granata e 39 biancocelesti a completare il bilancio.
Il Torino ha mantenuto la porta inviolata in 3 delle ultime 6 partite contro la Lazio in Serie A, tante clean sheet quante nelle precedenti 25 sfide contro i biancocelesti nella competizione.
Il Torino è soltanto una delle 3 squadre (al pari di Inter e Atalanta) a non avere perso alcuna partita di campionato nel 2024: 6 match per un bilancio di 3 vittorie e 3 pareggi per i granata nel periodo).
Soltanto una volta la squadra piemontese è rimasta imbattuta nelle prime 7 sfide di un anno solare in Serie A: nel 2015, con Giampiero Ventura, quando la sconfitta arrivò alla 10ª gara, sul campo dell’Udinese (3-2).
Il Torino ha collezionato 12 ‘clean sheet’ in questo campionato (al pari della Juventus e meno soltanto dell’Inter, primo a quota 15).
L’ultima volta in cui la squadra granata ha tenuto più volte la porta inviolata dopo le prime 25 sfide giocate di un campionato di Serie A risale alla stagione 1991/92, con 14 gare senza subire gol (terzo posto finale al termine del torneo, sotto la gestione di Emiliano Mondonico).
Dopo 5 risultati utili di fila (4V, 1N), la Lazio ha perso 2 delle ultime 3 partite di campionato (1V): tante sconfitte quante quelle subite dagli uomini di Maurizio Sarri nelle precedenti 10 gare di Serie A.
I biancocelesti potrebbero perdere 2 match di fila per la seconda volta nel torneo in corso, dopo le prime 2 sfide della Serie A 2023/24, contro Lecce e Genoa lo scorso Agosto.
La Lazio ha vinto 3 delle ultime 4 trasferte di Serie A (1P), lo stesso numero di successi ottenuti nelle precedenti 9 gare esterne nella competizione (1N, 5P).
La Lazio è la squadra che ha segnato meno gol di testa in questo campionato: soltanto uno, realizzato da Valentín Castellanos (lo scorso Dicembre) contro il Frosinone all’Olimpico.
Nei 5 maggiori tornei Europei in corso, solo il Rayo Vallecano ha fatto peggio dei biancocelesti con questo fondamentale (zero reti).
Duván Zapata (4 gol contro la Lazio in 17 incroci) ha preso parte a 5 marcature (3 reti e 2 assist) nelle 6 partite di campionato nel 2024: soltanto una partecipazione in meno rispetto a quelle collezionate in tutte le precedenti 17 del torneo in corso (6).
Inoltre, il colombiano potrebbe andare a segno per 3 match consecutivi nella competizione per la prima volta da Novembre 2021 (5 in quel caso, andando a segno anche contro i biancocelesti in quella serie).
Ciro Immobile ha realizzato 9 gol contro il Torino in Serie A: solo contro 5 squadre ha fatto meglio nella competizione.
In maglia granata, Immobile ha segnato 27 gol in 47 presenze nel massimo campionato, una media di 0.57 a partita (0.65 invece in maglia biancoceleste).

Serie A

Noslin, l’inversione di rotta: da partente a certezza

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Lazio

In attesa di chiarimenti sul mercato di gennaio, Sarri trova una soluzione interna: Noslin, vicino all’addio in estate, ora è una risorsa.

In casa Lazio continua a esserci una certa tensione in vista del mercato di gennaio. Dalla società non sono ancora arrivati segnali chiari e né l’ambiente né Maurizio Sarri sanno esattamente cosa aspettarsi. Le prossime mosse restano un’incognita e, in questo momento, l’unica strada possibile è andare avanti come fatto finora, cercando di ottenere il massimo da ciò che già c’è in rosa e facendo di necessità virtù.

In questo senso, però, Sarri può dire di aver già trovato un rinforzo senza passare dal mercato. Tijjani Noslin, di fatto, rappresenta un nuovo acquisto già in casa, sebbene fino a poco tempo fa fosse fuori dal progetto. 

L’attaccante olandese ex Hellas Verona è stato a un passo dall’addio in estate dopo una stagione ben al di sotto delle aspettative. Il PSV spingeva per il suo ritorno in Olanda e la sua partenza appariva una possibilità molto concreta. A cambiare tutto è stato il blocco del mercato della Lazio, che ha costretto la società a trattenerlo per garantire a Sarri un’alternativa in attacco.

Lazio, Noslin

Tijjani Noslin ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lazio, un nuovo Noslin

Con il passare delle settimane, quella che sembrava una scelta obbligata si sta trasformando in una risorsa preziosa. In questa stagione, e soprattutto nelle ultime giornate, si sta vedendo un Noslin completamente diverso rispetto a quello dello scorso anno. Più concentrato, più dentro le partite e decisamente più utile alla squadra. Partito inizialmente indietro nelle gerarchie, l’olandese è riuscito a guadagnare spazio grazie alla sua duttilità, venendo utilizzato sia da esterno sia da punta.

Ed è proprio nel ruolo di attaccante centrale che Noslin sta dando le risposte migliori. Nelle ultime settimane ha superato anche Dia nelle scelte di Sarri, offrendo garanzie soprattutto dal punto di vista dell’atteggiamento. I gol segnati contro Lecce e Parma certificano il suo momento positivo, con la rete contro i ducali che racconta bene la sua voglia di imporsi e di ritagliarsi uno spazio importante in questa Lazio.

Con l’infortunio di Isaksen e un Castellanos rientrato da poco e ancora lontano dalla miglior condizione, il reparto offensivo resta pieno di punti interrogativi. In questo contesto, l’ora di Noslin potrebbe scoccare presto. La sua partenza a gennaio, che fino a qualche settimana fa sembrava molto probabile, oggi non è più così scontata, anche se non può essere esclusa del tutto. 

L’olandese, però, ha dimostrato di voler restare, di voler giocare le sue carte e di voler diventare una certezza per la Lazio. E il campo, al momento, gli sta dando ragione.

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Hellas Verona, niente 16° giornata: un bene o un male?

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hellas verona

L’Hellas Verona non scenderà in campo per la 16° giornata insieme alle altre squadre per via della Supercoppa Italiana, che vedrà impegnato il Bologna.

Dopo le due vittorie consecutive contro Atalanta Fiorentina, per i gialloblu arriva dunque una soste eccezionale che permetterà di recuperare le energie ma potrebbe far scendere l’adrenalina e l’entusiasmo accumulati nelle ultime settimane.

Hellas Verona, meglio riposo o sfruttare l’effetto vittorie?

Lo stop forzato, che non permetterà alla squadra di Zanetti di scendere in campo nel weekend contro il Bologna al Bentegodi, arriva forse nel momento peggiore in quanto la situazione si era finalmente risollevata. Dopo un inizio di campionato quasi disastroso, la resurrezione contro l’Atalanta aveva dato nuove speranze di salvezza, alimentate poi dalla straordinaria vittoria di Firenze che ha rilanciato definitivamente in corsa l’Hellas.

Per questo motivo, da un parte, l’obbligo di restare fermi due settimane, esattamente come se ci fosse la Nazionale di mezzo, potrebbe essere deleterio per la rosa che avrebbe potuto sfruttare l’onda dell’entusiasmo e magari dare continuità ai risultati positivi anche contro la squadra di Italiano.

Dall’altra parte però, un riposo così lungo, del quale altre squadre non possono godere, potrebbe rappresentare un vantaggio dal punto di vista atletico e fisico, per arrivare ai prossimi impegni tra fine 2025 e inizio 2026 con nuove energie per risalire ancor di più in classifica e recuperare lo svantaggio.

Gli ultimi acciacchi di Giovane Serdar, ma anche quelli di Akpa Akpro e l’assenza di Belghali a causa della Coppa d’Africa potranno essere affrontati con più serenità dall’allenatore Zanetti e di conseguenza nasceranno nuove soluzioni. L’importante è arrivare alla seconda parte di questa stagione con il morale, la condizione fisica e le strategie tattiche al massimo per scongiurare nuovamente il rischio retrocessione.

giovane hellas verona

Rome, Italy 31 August, 2025: Giovane Santana Do Nascimento of Verona seen in action during the Serie A Enilive 2025-2026, day 2, football match between SS Lazio and Hellas Verona at Olympic Stadium.

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Fiorentina, a gennaio sette cessioni e l’idea Giuntoli: ma basterà davvero?

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Fiorentina

Fiorentina nel caos: mercato di gennaio rivoluzionario, sette possibili cessioni e l’idea Giuntoli per rifondare il club.

“La Fiorentina è pronta a una sorta di rivoluzione. Previste sette cessioni a gennaio: andranno via con ogni probabilità Gudmundsson, Džeko e Ndour. E non solo: i viola vogliono un nuovo direttore sportivo e sono in pressing su Giuntoli”. Secondo quanto riportato da la Repubblica nell’edizione nazionale odierna.

Quanto sta accadendo a Firenze ha davvero dell’incredibile. Piani saltati, allenatori e dirigenti esonerati o dimessi, un clima di profonda instabilità che riporta alla mente un inquietante flashback. Tornando indietro nel tempo, infatti, si può intravedere un parallelo con la stagione 1992-93: anche allora la Fiorentina partì con le migliori intenzioni, con in rosa un certo Gabriel Batistuta, ma chiuse il campionato al quindicesimo posto, retrocedendo in Serie B dopo una stagione deludente sotto ogni punto di vista.

Togliere gli scheletri dall’armadio viola, però, non sarà né facile né scontato, nemmeno qualora dovesse arrivare una figura forte come Giuntoli. La Fiorentina oggi pecca nelle basi: non sa soffrire, non sa reggere da squadra nei momenti chiave della partita e tende a sgretolarsi alla prima avversità. È successo contro Sassuolo e Verona, ed è un copione già visto più volte nel corso di questa stagione.

Le dimissioni di Pradè e l’esonero di Pioli non hanno certo aiutato un ambiente che vive nella costante paura di non essere all’altezza delle aspettative, aspettative che ormai si sono infrante da tempo. La classifica parla chiaro: con soli sei punti e il ruolo di fanalino di coda della Serie A, l’unico obiettivo possibile oggi si chiama salvezza.

Come già riportato da la Repubblica, a gennaio sono attese virate nette, sia a livello dirigenziale sia nella composizione della rosa. Tra i possibili partenti c’è anche Gudmundsson, considerato da molti uno dei giocatori più indolenti all’interno del gruppo. Sullo sfondo resta anche la figura di Vanoli, accusato da più parti di una comunicazione poco efficace, quasi a voler prendere le distanze dalle responsabilità. E forse, almeno in parte, potrebbe anche essere così, ma la colpa sicuramente non esclusivamente la sua: perché oltre ai tatticismi esistono i giocatori, la loro personalità e la loro disponibilità a sorreggere una baracca che, al momento, sembra priva di fondamenta.

Il futuro mercato della Fiorentina si preannuncia drastico, ma uno smembramento e una ricostruzione della squadra in un solo mese difficilmente basteranno a risolvere problemi così profondi. Per uscire dalla crisi serviranno tempo, coraggio e soprattutto la voglia di non arrendersi al destino, rispondendo sul campo in un momento buio che a Firenze non si vedeva da quasi quarant’anni.

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