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Vialli, Baggio riapre il caso: sotto i riflettori il doping

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Vialli

La scomparsa di Gianluca Vialli ha fornito uno spunto di riflessione all’ex compagno di squadra Dino Baggio. Che ha a che fare con il doping.

Si sa che il doping è un argomento tabù per tanti sportivi ma è comune a moltissimi sport, calcio incluso.

In un’epoca in cui si aspira a creare super uomini potenziati, cyborg capaci di portare il concetto di corpo umano su altri livelli, il doping è parte integrante del sistema.

Assumere farmaci per non avvertire la stanchezza e il dolore e migliorare la concentrazione sembra la soluzione più semplice ed efficace per ottenere prestazioni da record.

Il doping non esiste, però, da oggi: sono almeno trent’anni che i calciatori assumono farmaci e integratori in grado di dare loro quella spinta in più.

Baggio ricorda Vialli

Lo ha ricordato l’ex centrocampista della Juventus Dino Baggio, che è tornato sull’argomento in occasione della morte dell’ex compagno di squadra Gianluca Vialli.

Bisognerebbe investigare sulle sostanze che abbiamo preso in quel periodo. Il doping c’è sempre stato. Bisogna capire se certi integratori col tempo hanno fatto male. Ho paura anch’io, sta succedendo a troppi calciatori“.

Baggio ricorda che anche Vialli, in questi anni (primi anni Novanta, ndr) ha fatto uso di sostanze la cui composizione ed effetti sul medio e lungo periodo andrebbero indagati più a fondo.

Non è scontato che la malattia di Vialli abbia qualche correlazione con l’uso di tali sostanze, ma tuttavia è un’ipotesi che non è possibile escludere a priori.

La legge che riguarda le sostanze dopanti risale, ormai, a 23 anni fa: era il 14 dicembre 2000 quando si attribuiva una definizione ufficiale al doping, riferito all’uso di “sostanze biologicamente attive che aumentano le prestazioni fisiche”.

La categoria delle “sostanze dopanti” è ampissima. Include anche molti prodotti che sono disponibili al grande pubblico e senza bisogno di ricetta medica come il Buscopan per attenuare il dolore e persino integratori che contengono dosi elevate di caffeina.

Doping: quali gli effetti a lungo termine?

Baggio ha ragione: sulla questione degli effetti a posteriori causati dal doping c’è scarsa chiarezza e informazione.

Ad esempio, l’uso di stimolanti, che acuiscono la sensazione di forza e potenza fisica, può incidere negativamente sulla salute del cuore, aumentando la frequenza del battito cardiaco e la pressione sanguigna, e può avere effetti anche sul piano psicologico. Può arrivare a causare anche schizofrenia.

La percezione del dolore è un campanello d’allarme per il cervello, che si rende così conto che il corpo sta compiendo un’azione potenzialmente pericolosa per la salute dell’organismo: ecco perché eliminarlo del tutto può causare molti problemi e mettere a repentaglio la salute dell’individuo.

Inoltre è provato scientificamente che assumere sostanze come gli anabolizzanti e l’ormone della crescita possono facilitare la comparsa di tumori, soprattutto a carico della prostata e dei testicoli.

Ed ecco che la smania di primeggiare sul campo da calcio potrebbe risultare fatale.

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Serie A, violato il Piracy Shield. Bloccata la lotta alla pirateria

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Un attacco hacker nella notte ha portato alla pubblicazione di tutto il codice sorgente del Piracy Shield, il software che combatte la pirateria digitale.

Serie A, hackerato il Piracy Shield

Durante la notte un hacker ha attaccato il software che blocca le trasmissioni illegali delle partite di Serie A. Introdotto poche settimane fa per combattere principalmente il famoso pezzotto, agisce anche contro i siti online e le applicazioni presenti sui vari store digitali.

Questo attacco ha portato alla pubblicazione sul social Reddit di tutto il codice sorgente del software. In particolare, è emerso che il Piracy Shield non agisce contro siti di proprietà di Google Amazon. Un assist che porterà a nuovi stratagemmi per eludere il controllo. Inoltre, la piattaforma ha già censurato siti (tra i 3.212) che non hanno nulla a che vedere con la pirateria.

piracy shield

La Lega Serie A dovrà quindi ricorrere ad altri modi per combattere il pezzotto. Infatti, dal momento che gli Indirizzi IP non sono univoci, la possibilità che vengano bloccati anche altri siti è realtà.

Il pericolo che un sito legato alle istituzioni sia preso di mira non è da escludere. Nel caso in cui un sito venisse censurato (è emerso che il software censura, non blocca) l’indirizzo IP corrispondente rimarrà bloccato. Tuttavia, dopo qualche giorno gli amministratori ricorrerebbero ad un nuovo indirizzo.

Quelli appena citati sono solo alcuni dei problemi che possono tranquillamente contrastare questa piattaforma. Molti tecnici e ingegneri informatici hanno spesso criticato la struttura stessa del software, giudicato non in grado di assolvere la sua funzione. Al momento il servizio è sospeso per aggiornare il codice in modo da scemare ogni tentativo di elusione dai controlli. Servirà sicuramente un lavoro molto intenso.

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Camarda, il Milan non ci sta: l’ultima offerta

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Camarda, un indiscutibile talento dal futuro ad oggi ancora incerto. Abbiamo scritto ieri di una situazione tesa, vediamo qui di seguito gli ultimi aggiornamenti.

Tanti, troppi i milioni chiesti dall’agente Beppe Riso per trattenere Francesco Camarda in rossonero. Una situazione in continuo divenire, fatti salvi i rapporti non facili tra il procuratore e la dirigenza rossonera.

Il Milan non vuole tuttavia perdere un simile talento ed è pronto a rilanciare, seppur parzialmente, la sua proposta iniziale. Consapevole che su Camarda il Manchester United fa sul serio, Zlatan Ibrahimovic starebbe lavorando per trattenere il giocatore.

L’ultima offerta, prendere o lasciare, prevede un ingaggio netto stagionale a 1 milione di euro. Cifra di certo non sufficiente a pareggiare le offerte provenienti dalla Premier League, ma di tutto rispetto per un 16enne che si sta affacciando ora al calcio che conta.

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Odiare non è uno sport, il 6 aprile flash mob nelle città

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odiare non è uno sport

In occasione della Giornata Internazionale dello Sport campioni sportivi, società dilettantistiche, scuole e gruppi giovanili scendono in campo.

Indice

ODIARE NON È UNO SPORT, grande evento il 6 aprile

Non è più accettabile che i discorsi d’odio, il linguaggio volgare e aggressivo, le vere e proprie discriminazioni siano una parte strutturale delle conversazioni sportive, online e offline, come evidenzia l’ultima edizione del Barometro dell’Odio nello Sport, realizzato dall’Università degli studi di Torino nel quadro del progetto Odiare non è uno sport.

Ecco perché sabato 6 aprile, in occasione della Giornata Internazionale dello Sport per lo sviluppo e la pace, nelle città italiane si terrà un flash mob che coinvolge società sportive, campioni e campionesse, scuole e giovani del territorio.

Mobilitazioni da Nord a Sud

Dalla Pallacanestro Cantù al Cus Torino Rugby femminile, dal Verona Volley alla Polisportiva San Filippo Neri di Milano, e ancora il Dingo Rugby Club di Verona, l’Asd Lazise Calcio, il Basket Lions Lentini (Catania), il Volley Team di Bologna, la Santinelli Dance Academy di Roma, la Lady Maerne Calcio femminile di Treviso: sono molte le realtà che hanno aderito all’iniziativa.

Il flash mob raggiungerà anche le centinaia di società sportive protagoniste del Campionato Nazionale di Corsa campestre del Centro Sportivo Italiano, in programma a Calco (LC), e l’International Mountain Bike Race a Goriška, in Slovenia.

Così come parallelamente grandi e piccole società sportive giocheranno con le pettorine di Odiare non è uno sport per ribadire che il confronto sul campo dev’essere prima di tutto lealtà, inclusione e rispetto delle regole.

I campioni dello sport

Fin dalla sua prima edizione, sono stati molti i campioni che hanno sostenuto la campagna Odiare non è uno sport: Stefano Oppo, Assunta Legnante, Igor Cassina, Valeria Straneo, Angela Carini, Alessia Maurelli, Frank Chamizo, Rossano Galtarossa, Paola Egonu, ed ancora Emanuele Lambertini, Gaia Tortolina, Valentina Petrillo, Maria Magatti, Vittoria Di Dato, Luca Cesana, Mattia Gaspari, Veronica Lisi, Valentina Quaranta, il sindaco di Verona Damiano Tommasi, le squadre di basket in carrozzina Briantea84 e Amicacci di Giulianova, la motociclista Francesca D’Alonzo, i giornalisti sportivi Riccardo Cucchi e Mimma Caligaris, assieme a tante squadre italiane di sport popolare.

sport

Paola Egonu (foto Facebook)

Anche in questa occasione molti di loro torneranno a rilanciare il messaggio tramite i canali e i profili social, fotografandosi con la scritta Odiare non è uno sport. Un gesto semplice ma potente, che si unirà a quello di centinaia di studenti e gruppi giovanili, tra cui la Scuola Media Ascoli di Gorizia, il Liceo Agnesi di Milano, l’associazione ACMOS di Torino, e tutte quelle persone che condividono i valori fondanti dello sport. QUI LA GALLERY.

Il Barometro dell’Odio

L’urgenza di mobilitarsi collettivamente contro i discorsi d’odio online emerge ancor più dopo la diffusione dei dati della seconda edizione del Barometro dell’Odio nello sport, presentata lo scorso ottobre al Foro Italico di Roma.

A seguito di tre mesi di monitoraggio dei canali social delle principali testate sportive italiane, la ricerca ha intercettato oltre un milione di commenti d’odio: dal linguaggio volgare agli insulti discriminatori, fino alle vere e proprie minacce on line.

Rispetto ai dati della prima edizione, riferiti al 2020, sono più che raddoppiati su Facebook i post con oltre 25 commenti di hate speech. Anche su X (Twitter) l’hate speech è cresciuto in maniera significativa. Nei prossimi mesi la ricerca proseguirà, concentrandosi su altri social, come Instagram e TikTok.

Per unirsi al flash mob

Chiunque può contribuire alla campagna, rilanciando il messaggio attraverso i propri canali social, taggando le pagine di Odiare non è uno sport su Facebook (@odiarenoneunosport) o su Instagram (@odiarenonesport) e utilizzando gli hashtag #odiarenoneunosport e #nohatespeech.

Per info e interviste

[email protected]
Ilaria leccardi 393.0250146
Silvia Pochettino 346.9546862

Il progetto è sostenuto dall’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo e promosso dal Centro
Volontariato Cooperazione allo Sviluppo, in partenariato con 7 ONG italiane con ampia
esperienza nell’educazione alla cittadinanza globale (ADP, Aspem, CeLIM, COMI, COPE, LVIA,
Progettomondo), gli Enti di Promozione Sportiva CSI e Libertas, Informatici senza Frontiere e
Impactskills srl per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche e due Atenei (UniTo e UniTs) per la
realizzazione della ricerca e la supervisione scientifica

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