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Premio Viareggio Sport 2018: premiati Pioli e Lotito
Parata di eccellenze del panorama sportivo all’hotel Principe di Piemonte di Viareggio per il premio dello Sport “Gherardo Gioè”, giunto quest’anno alla trentaquattresima edizione. Fra i premiati del mondo del calcio: Pioli, Lotito, Bergomi e l’arbitro Irrati.
Indice
“Chiesa e Biraghi, orgoglio viola”
Pioli, intervistato nella Hall del Grand Hotel prima della cerimonia di premiazione, ha parlato dell’attuale momento della Fiorentina, ritenendo normale, per una squadra giovane come la sua, attraversare un percorso di crescita nel leggere i momenti della partita. Il tecnico viola ha poi speso parole al miele per i nazionali Chiesa e Biraghi, ribadendo l’orgoglio della società per la loro convocazione in azzurro ed anticipando che sarà proprio Chiesa il capitano domenica, nel derby dell’Appennino contro il Bologna.
Pioli si è detto poi dispiaciuto per l’infortunio di Pezzella, ma fiducioso di recuperarlo per il match contro la Juve. Infine in occasione dell’incontro con il suo ex presidente Lotito, ha ricordato con il sorriso la sua avventura a Roma ricca di momenti felici, soprattutto nel primo anno.
“Questo premio è frutto del lavoro”
Anche il n. 1 biancoceleste ha trovato il tempo per rilasciare alcune dichiarazioni sulla cerimonia odierna e sulla Lazio. Lotito ha voluto evidenziare l’importanza del premio, considerando la tradizione calcistica di Viareggio, soprattutto in ambito giovanile, con il famoso torneo noto come Viareggio Cup. Il presidente ha poi affermato come questo riconoscimento sia frutto di un grande lavoro che ha portato la società a concludere l’anno con ben 38 milioni di utile; l’unica squadra a raggiungere un tale risultato.
Fra le tante domande a lui rivolte non poteva certo mancare il tema Immobile, irriconoscibile con la maglia della nazionale. Lotito sostiene che l’attaccante renda al meglio nella circostanza in cui abbia del tempo per ambientarsi; ciò che non può avvenire in azzurro, dove i giocatori si riuniscono saltuariamente per pochi giorni.
Vecchi amici
Il presidente ha infine riabbracciato volentieri il suo ex tecnico Pioli, spiegando, come a quel tempo, la separazione rappresentava la scelta migliore per il futuro della Lazio.
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La risposta di Lotito a Gravina: “La FIGC non è il suo granducato personale”
Continuano le schermaglie verbali a distanza fra il presidente della Lazio Claudio Lotito e quello della FIGC Gabriele Gravina.
Le parole di Lotito su Gravina
Non si è fatta attendere troppo la replica del presidente della Lazio Claudio Lotito alle accuse del numero uno della FIGC Gabriele Gravina. Repetita iuvant: stamane vi avevamo riportato le dichiarazioni del presidente federale, rilasciate a “Il Foglio“, in cui quest’ultimo attaccava frontalmente il patron bianco celeste.
In sostanza, Gravina accusava il vulcanico patron della società capitolina di voler dettare legge all’interno del consiglio federale. Oltre ad alludere a un presunto conflitto d’interesse, dato che Lotito è al tempo stesso membro del consiglio federale e membro del consiglio della Lega Calcio.
Oltre che, ovviamente, senatore della Repubblica Italiana e Presidente della Lazio. Tempo qualche ora ed è arrivata anche la replica del diretto interessato, affidata a un’intervista concessa all’Ansa.
❝Leggo con stupore le dichiarazioni del sig. Gravina sulla mia persona, che si commentano da sole. Chiare manifestazioni di pura ostilità e scomposto rancore nei miei confronti, al fine di difendersi dalle responsabilità circa lo stato attuale del calcio in Italia che tutti gli attribuiscono. I suoi rapporti personali con alcuni presidenti non escludono il disagio e la confusione che oggi regna nel sistema calcio, condivise da tutti gli operatori che cercano, nonostante gli ostacoli posti dal sig. Gravina, di rinnovarne le regole. La mia posizione di proprietario di club, consigliere federale, consigliere di Lega e componente del Senato, ruoli peraltro acquisiti con regolari e democratiche elezioni, mi consente di avere una visione più ampia e completa dei problemi e delle soluzioni possibili per eliminare i guasti prodotti. Il mondo del calcio non chiede isolamento, ma necessita di una visione ampia delle sue varie componenti. Alle quali i miei ruoli istituzionali, attesa l’importante ed alta valenza del calcio, mi danno la possibilità di offrire un contributo fattivo, facendolo uscire da un’autonomia erroneamente intesa come ‘granducato personale’.❞
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Mourinho: “Roma? Mi dissero di andare via dopo Budapest”
L’ex tecnico della Roma, José Mourinho, è tornato a parlare del suo passato sulla panchina giallorossa, terminato a gennaio 2024 per esonero.
José Mourinho torna a parlare della sua avventura a Roma sulla panchina giallorossa. Nell’intervista rilasciata qualche giorno fa al The Telegraph, Il tecnico portoghese si è soffermato sul post finale di Europa League di Budapest dove gli fu consigliato da amici e parenti di lasciare la società giallorossa.
Mourinho ha passato due anni e mezzo nella Capitale collezionando su 138 match 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte con una media punti pari a 1,70. Nella sua avventura giallorossa il portoghese ha portato la Roma a giocare due finali consecutive in Conference League (trionfo contro il Feyenoord) ed in Europa League (sconfitta ai rigori contro il Siviglia).
Mourinho, l’addio dopo Budapest
“I miei amici, la mia famiglia, perfino il mio agente mi dissero di andare via dopo la finale di Europa League dello scorso anno. Ma ho sentito la spinta del club, dal punto di vista emotivo, e sono andato avanti. Ho rifiutato la panchina della nazionale portoghese e anche un’offerta molto conveniente dall’Arabia Saudita per restare alla Roma”.
Scelta, quella di rimanere ai giallorossi, risultata sbagliata visto l’esonero arrivato a fine gennaio dopo aver collezionato 29 punti in 20 partite.
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