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Ezio Simonelli ha parlato in conferenza stampa al termine dell’Assemblea di Lega Serie A. Tanti i temi toccati, da Milan-Como fino ai tifosi e i settori ospiti.
Il presidente della Lega Serie A è intervenuto davanti alla stampa per aggiornare la situazione a proposito di alcune tematiche che stanno interessando in prima persona diverse istituzioni ma anche i tifosi.
Serie A, le parole di Simonelli
Che assemblea è stata? Quali sono stati gli argomenti?
“Assemblea di cose d’ordine, ci siamo dedicati soprattutto alle licenze nazionali che andranno poi in approvazione nel consiglio federale del 19 dicembre. Ci sono dei suggerimenti dei club di Serie A che andranno perfezionati nel weekend per fare una sintesi da presentare in Federazione a Gravina, nel consiglio che svolgeremo in collegamento da Riyahd.
L’assemblea ha anche preso in considerazione la proposta del Milan di mettere un tetto al prezzo del biglietto del settore ospiti: non mi sembra ci sia grande condivisione, si è deciso di costituire una commissione che dovrà portare a una proposta e poi a una votazione. Alla proposta, che nasce dal Milan, si sono associate anche altre squadre, tra cui Juventus e Inter. Poi abbiamo discusso della modifica dello statuto.
Oggi è un anno che sono stato eletto: abbiamo fatto un po’ di cose, spero giudicate positivamente. Non sto a fare un elenco, ma penso che intanto si sia ritrovata unità d’intenti con la Federazione: quando c’è armonia si lavora meglio, poi si discute anche partendo da posizioni diverse, ma la Lega ha aiutato i club a dialogare con la FIGC.
Abbiamo ottenuto anche alcuni benefici nell’ambito delle licenze nazionali, per esempio di non considerare nel costo del lavoro allargato gli italiani under 23: consente di investire sui giovani italiani e può essere un aiuto alla Nazionale. Mi pare una cosa molto positiva. Inoltre in quest’anno abbiamo concordato una riduzione automatica degli stipendi del 25% in caso di retrocessione, mi pare una cosa che vada verso la sostenibilità del sistema: se chi retrocede non ha meccanismi per equilibrare il costo diventa tutto meno sostenibile.
Abbiamo consolidato i rapporti con il governo, ho avuto modo di incontrare tutti i vertici dell’esecutivo, a partire dalla presidente Giorgia Meloni. Ognuno deve fare il suo mestiere, ma noi rappresentiamo una parte importante del PIL italiano e anche l’immagine dell’Italia all’estero, come mi ha rappresentato Meloni: una Nazionale vincente, che tutti ci auguriamo vada ai Mondiali, sarebbe un bel biglietto da visita per il Paese. Io vedo tanto scetticismo, ma lo vedevo anche nel 2021 quando siamo andati agli Europei: sembrava dovessimo uscire subito, invece, con la grinta che anche Gattuso saprà trasmettere, sono convinto che faremo la nostra bella strada. Sempre che tutto vada come ci auguriamo.
Ci sono un po’ di prime volte in Lega che mi piace citare: il presidente della FIFA, ma anche il Capo della Polizia. Con quest’ultimo abbiamo iniziato a discutere delle cose che servono al calcio, ipotizzando un protocollo d’intesa anche per quei temi che angosciano i tifosi, a partire dal divieto di trasferta che spesso viene comunicato a poche ore.
E poi ci siamo chiesti perché i tifosi ospiti vanno relegati tutti in un settore, che è la curva: se uno è abbonato in casa, perché non può andare nello stesso settore in trasferta? Sono cose condivise con la Polizia, l’obiettivo è trasformare gli stadi in luoghi sicuri, dove non entrino i malviventi. Le autorità si stanno battendo, credo che gli strumenti possano esserci a breve, per far sì che allo stadio vada solo chi vuole andare a tifare per la propria squadra”.

December 16, 2023, Brazil. In this photo illustration, the DAZN logo is displayed on a smartphone screen
Le indiscrezioni su una possibile partnership più stretta con DAZN?
“Non dipende dalla Lega, ma dalle singole squadre. È un’iniziativa economica importante di DAZN, che prevede la quotazione in pochi anni: ogni presidente deve valutare se quell’investimento può interessarlo o meno. È una cosa che DAZN sta offrendo come opportunità, anche a condizioni vantaggiose, alle singole società o alle rispettive proprietà: per esempio, nel caso del Milan, penso che potrebbe essere non il club calcistico, ma RedBird. Se dovessero farlo loro, sarebbe già un buon indicatore della bontà dell’investimento”.
Se alcuni aderissero e altri no, non sarebbe uno squiliibrio?
“Beh, intanto sarebbe una partecipazione marginale. Molti presidenti avevano azioni della FIAT, ma non incidevano sulle scelte della Juventus. È un esempio paradossale, ma per dire che un azionista di minoranza non ha grande grip”.
Milan-Como rientrerà tra le cose fatte in quest’anno?
“Ho letto cose non corrette in questi giorni. Non è un’ipotesi tramontata, ma in itinere: abbiamo avuto tanti pareri favorevoli, tra cui dall’Asia. L’AFC è l’unica che non ha dato un ok pulito, ma con due condizioni talmente impraticabili da non potersi considerare valide. Per questo abbiamo chiesto alla FIFA di dare una risposta finale: non reputiamo accettabili quelle condizioni, ma non perché non le vogliamo accettare.
È impossibile andare a giocare una partita di campionato italiano senza definirla come tale. Come pure andare a giocare in Australia senza arbitri italiani. Ma poi io dico: cara confederazione asiatica, ti sei accorta che noi a breve andremo in Arabia Saudita, nel territorio asiatico, a giocare una competizione, la Supercoppa, con arbitri italiani? Siamo andati in Cina, in Qatar: forse è un abbaglio.
E se è un abbaglio consideriamo quelle condizioni inesistenti e lo prendiamo come parere favorevole. Questo non vuol dire che abbiamo la certezza che si giocherà: vedrò Infantino a Doha a giorni, poi se la FIFA dirà che la partita non s’ha da fare ne prenderemo atto. Non mi sbilancio, e non do nemmeno giudizi, dico solo che il percorso è ancora attivo”.
C’è una deadline?
“Sicuramente sì, può essere questo incontro a Doha del 17. Poi se dovesse emergere la necessità di un approfondimento vedremo, ma intanto già il 18 avremo chiaro se ci sarà un orientamento favorevole”.
L’alternativa?
“Non abbiamo fatto alcuna ipotesi ancora, proprio perché lavoriamo sull’8 febbraio a Perth. È chiaro che, se il 18 dicembre avessimo chiaro che non si potrà giocare, starà ad Andrea Butti, head of competition, gestire l’organizzazione di quella partita”.

I TIFOSI DEL MILAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Piersilvio Berlusconi ha ipotizzato una partita in chiaro.
“Lo vedremo nel prossimo bando, tanti italiani lo vorrebbero. Vedremo se si potrà prevedere, nei vecchi bandi era prevista questa possibilità: dovremo mettere sul piatto della bilancia le offerte dall’esclusiva totale o da quella limitata. Ma chi non può essere d’accordo?”.
Ha detto che non c’è grande condivisione sulla proposta del Milan sul tetto al prezzo dei biglietti nel settore ospiti. Ci può dire di più?
“C’è poco da aggiungere. C’è chi ha detto che c’è libero mercato e chi ha detto che all’estero si fa in maniera diversa, calmierando i prezzi per i settori ospiti. È un po’ bianco o nero, quando le società si ritroveranno cercheranno di capire l’orientamento”.
Con il Capo della Polizia avete parlato del riconoscimento facciale?
“Ne abbiamo parlato, per me è la frontiera, oggi il riconoscimento è complicato. Però si scontra con alcune cose della normativa sulla privacy, ma sono cose che potrebbero essere superate, per esempio se gli abbonati dessero l’ok con una clausola nel contratto. Abbiamo avuto l’occasione di parlare di cosa accade negli Stati Uniti: appena entri ti danno il benvenuto, c’è la tua foto, al bar se prendi una birra non devi tirare fuori il portafogli perché è già tutto collegato. Il futuro è quello, noi dovremo vedere le best practice senza violare la privacy di nessuno”.
Il bilancio del suo primo anno di presidente?
“Intanto dovreste farlo voi, e non io. Io sono soddisfatto e contento di questo periodo, è un lavoro direi impegnativo: benché lo conoscessi, è una scoperta. Di cose da fare ce ne sono tante, dipende anche da come uno nella vita prende gli impegni, se con coinvolgimento o con distacco. Io sono abituato a fare tutto con massimo impegno”.
Gravina ha già detto che proporrà di ridurre il turnover tra campionati?
“Mi sembra una cosa molto lontana, io ero sul palco con lui e tutti siamo convinti che 100 società professionistiche siano troppe, o perlomeno difficilmente sostenibili. Gravina ha delle idee, ma non sono state ancora condivise: finché non le scopriremo, ci limitiamo a dire che qualcosa si dovrà fare, ma personalmente non saprei dare una ricetta sulla riduzione del numero di squadre professionistiche, né sulla formula per arrivarci. Facile dire voglio arrivare da 100 a 60, credo sia complicato trovare un criterio per non scontentare tante città”.

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