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Juve: Ronaldo candidato al Golden Foot 2018, ecco come votare

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Manca davvero poco all’attesissima premiazione per il Golden Foot 2018, che si terrà a Montecarlo fra il 29 ed il 30 ottobre, al cospetto del Principe Alberto II di Monaco. Tra i candidati spicca il nome di CR7 che vuole rifarsi dalle delusioni ricevute con i premi UEFA Men’s Player of the Year Award e The Best FIFA Men’s Player, dove tutti i riflettori sono stati puntati su Luka Modric.

Oltre al portoghese gli altri giocatori in lizza per ricevere questo prestigioso premio sono Manuel Neuer, Lionel Messi, Luis Suarez, Edinson Cavani, Gareth Bale, Sergio Ramos, Robert Lewandowski, Sergio Aguero, Thiago Silva. Vedremo se una Champions da assoluto protagonista e 44 gol segnati con la maglia dei blancos, di cui 15 nella massima competizione europea, saranno decisivi per convincere i tifosi a consegnare al campione di Madeira questo prestigioso premio internazionale.

Verranno premiati inoltre, nella sezione leggende, personaggi storici del calcio fra i quali Pirlo, Lippi, Seedorf, Leonardo e Deschamps.

Indice

Il premio

Il premio, giunto quest’anno alla sedicesima edizione, nasce nel 2003 da un’invenzione di Antonio Caliendo, un ex manager che ha gestito giocatori del calibro di Trezeguet e Maradona. Il Golden Foot è l’unico premio internazionale dove il vincitore viene eletto direttamente dai tifosi e non da giornalisti o esperti di calcio.

Infatti tutti possono esprimere il loro voto, scegliendo il calciatore preferito direttamente dal sito internet. Il vincitore avrà l’onore di lasciare l’impronta dei suoi piedi sulla Champions Promenade, una Walk of Fame in stile Hollywood Boulevard, situata sul lungomare del Principato di Monaco, voluta fortemente proprio dal Principe Alberto II di Monaco, grandissimo appassionato di calcio.

Il premio viene assegnato annualmente ad un giocatore in attività, votato su 10 candidati, di almeno 28 anni di età, scelti da una giuria composta da giornalisti di ogni parte del mondo. Il trofeo può essere vinto una sola volta, impedendo così che si realizzino quelle situazioni di monopolio che ha caratterizzato spesso la cerimonia del Pallone d’Oro.

Il vincitore del Golden Foot si deve essere distinto non solo per i propri meriti sportivi, sia a livello individuale che di squadra, ma anche per la sua sportività.

Le passate edizioni

Il primo giocatore a vincere questo prestigioso premio è stato Roberto Baggio. All’impronta dei piedi magici del “Divin Codino” si sono poi affiancate quelle di altri grandissimi giocatori che hanno scritto pagine memorabili della storia del calcio, fra i quali Nedved, Schevchenko, Roberto Carlos, Del Piero, Totti ed Iniesta.

Il detentore del premio è Iker Casillas. Il portiere del Porto ha potuto così lasciare l’impronta delle proprie mani sulla Walk of Fame accanto a quelle di Gigi Buffon, vincitore dell’edizione precedente.

Ecco come votare

La bellezza di questo premio sta proprio nella possibilità per chiunque di dare il proprio voto. Votare è facilissimo: basta andare sull’apposito sito www.goldenfoot.com ed esprimere la preferenza, scegliendo fra i 10 candidati.

Non ci resta che aspettare fino al 30 ottobre per sapere se i tifosi di tutto il mondo siano ancora ammaliati dalla tecnica sopraffina di CR7, anche dopo il polverone sollevato dal caso Mayorga.

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Inter, parla Marotta dopo lo scudetto

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Inter, Marotta

Il CEO dell’ Inter ha elogiato il presidente Steven Zhang per la sua abilità nel delegare responsabilità efficacemente.

Le parole del CEO dell’Inter

Dapprima Marotta ha sottolineato l’importanza di concedere autonomia al management per consentire all’Inter  di operare al meglio.  Un’altra questione approfondita dal dirigente  é come  Zhang comprenda l’importanza della delega di compiti per il successo dell’organizzazione.

Marotta ha dichiarato che Zhang è costantemente informato sulle attività dell‘Inter. Quindi il team  è per lui   responsabile di ciò che accade all’interno del club.

Ha evidenziato come la responsabilità ricade sul management e non sulla proprietà.

Lavorare insieme in modo efficiente è essenziale per il successo e Marotta ha  apprezzato il rapporto di collaborazione tra il management e la proprietà.

Marotta parla del club

Anche la fiducia di Marotta nella leadership di Zhang è evidente cosí come la solidità della gestione del club sembra promettente per il futuro.

Marotta ha garantito ai tifosi che il club è finanziariamente solido . Probabilmente la proprietà fornirà inoltre ulteriori dettagli sul rifinanziamento del debito.

Ha assicurato che qualsiasi errore è imputabile al management e non alla proprietá  ed ha enfatizzato la trasparenza e la responsabilità del team di gestione nerazzurro.  Ha sottolineato che lavoreranno duramente per garantire il successo della squadra.

Inter, Marotta

Giuseppe Marotta

La collaborazione efficace tra management e proprietà è orientata verso la stabilità e il successo del club.

La gestione di Zhang ha portato a significativi risultati sportivi per i neroazzurri. Marotta ha voluto rassicurare i tifosi sulla solidità della leadership del presidente.La prospettiva di continuità e di successo per il club sembra essere al centro della strategia di gestione del team.

È  importante sottolineare che da quando é presente la gestione di Zhang ha portato a importanti risultati sportivi per il club. Tra questi la vittoria del titolo di campione d’Italia nella stagione 2020/2021.

 

 

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Assemblea ECA, Al-Khelaifi: “La Superlega non esiste”

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Assemblea ECA, Nasser Al-Khelaifi

All’Assemblea ECA (European Club Association) svoltasi ieri a Madrid ha presenziato il presidente Nasser Al-Khelaïfi, noto per essere anche il presidente del PSG.

Il presidente Nasser Al-Khelaïfi ha parlato della situazione dell’ECA. che sta attraversando una fase di grande espansione e conta oggi oltre 600 club affiliati grazie all’arrivo di 266 squadre aggiuntive in questa stagione.

Queste le parole di Al-Khelaïfi a tale proposito: “È un momento fantastico a causa della nostra rapida espansione e della nostra evoluzione positiva. Questo dimostra che l’ECA è un’organizzazione dinamica, democratica, rappresentativa e inclusiva.

Quando sono diventato presidente dell’ECA, c’erano 174 club… ora siamo 610. L’unità è la forza dell’ECA, che è completamente diversa dal precedente G-14”.

Il presidente ne ha approfittato anche per polemizzare sulla Superlega. Queste le sue parole: “La porta è sempre aperta per quei club che non sono nell’ECA. La Superlega non esiste. Quindi, quando se ne renderanno conto, saranno i benvenuti a tornare (l’allusione è soprattutto al Barcellona, ndr).

Abbiamo giocato contro di loro nei quarti di finale della Champions League, la migliore competizione per club al mondo. È la migliore competizione, il miglior sistema che abbiamo. Non sono davvero contenti, ma ancora una volta ci giocano perché sanno che è importante.

Sanno che è la competizione principale. Spero che quindi ne siate consapevoli. Sanno che la porta è sempre aperta. Siamo in contatto congiunto con la FIFA e l’UEFA”. I club che ancora sostengono convintamente il progetto della Superlega sono, in particolare, il Barcellona e Real Madrid.

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Milan, così non va: esci dalla mediocrità! | L’editoriale di Mauro Vigna

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Milan, già dal titolo si può capire di che tenore (senz’altro duro) è il taglio di questo articolo. Non si può sprecare un’altra stagione.

Parlare con mesi di anticipo a volte può dare delle soddisfazioni, in quanto, spesso si viene smentiti. Ed è quello che spero vivamente accada. Perché altrimenti dovremo nuovamente assistere a un anno, il prossimo, sotto il segno della mediocrità.

Mediocrità, parola ricorrente durante questa stagione, basti vedere alcuni elementi in rosa. Che vanno cambiati, o meglio, vanno sostituiti con rinforzi qualitativamente superiori. Iniziamo da Calabria, bravo bello educato e con un cuore grande così, ma vederlo capitano di una squadra come il Milan appare, scusatemi, una bestemmia. Sapete vero di cosa stiamo parlando? Del Milan, squadra che ha alzato al cielo 7 Champions. Giusto per ricordarlo.

Una squadra che per due anni non è stata in grado di trovare un vice Theo Hernandez facendo giocare al suo posto terzini destri, difensori centrali e facendo il segno della croce in settimana augurandogli lunga vita calcistica.

Un centrocampo inesistente, caratterizzato da giocatori bravissimi ad accarezzare il pallone, un po’ meno a picchiare. Quanto servirebbe un Kessiè qualsiasi. E quanto servirebbe una punta centrale che non avesse 38 anni, con tutto il rispetto per Giroud, un ex campione, ma che da marzo in avanti deve giocare con l’ossigeno perché non ha un vero e proprio sostituto.

Quindi che si fa? Con Pioli a fine ciclo ci si trova praticamente a maggio senza avere deciso un allenatore e con gli altri club che stanno praticamente prendendosi i migliori attaccanti, lasciando a noi – forse – qualche briciola per quando decideremo di fare mercato.

Capitolo allenatore. Da qui capiremo se aspettarci un altro campionato mediocre, oppure no. Antonio Conte avrebbe permesso di alzare l’asticella, ma un Van Bommel, brava persona eh, ha pure pianto quando se ne è andato, pensate possa rappresentare la scelta giusta? Uno che ha la stessa esperienza di Palladino che almeno ha allenato in Serie A? Uno che ha subìto le stesse reti di Pioli, ma in Belgio? Giovane, parla 5 lingue, ma a noi serve uno con gli attributi che sappia strigliare Leao quando passeggia come fosse in Via Montenapoleone a Milano, durante un derby.

Ripeto, se sarò smentito sarò felice. In realtà è quello che voglio, essere smentito coi fatti. Con uno come Conte in panchina, con Gyokeres in attacco, magari uno come Amrabat in mediana, Buongiorno Scalvini in difesa. Un forte terzino destro. E poi ne parliamo. Altrimenti…la solità mediocrità.

Questa deve essere la stagione della svolta, non serve molto. L’ossatura della squadra c’è, servono 4-5 rinforzi di qualità nei posti giusti. È un allenatore con le palle quadrate.

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