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Rai Sport, cambio di rotta con Alessandra De Stefano
Per la prima volta al timone di Rai Sport è arrivata una donna, Alessandra Di Stefano. Che ha una visione tutta nuova del giornalismo sportivo televisivo.
Chi è Alessandra De Stefano, nuovo direttore Rai Sport
Il neo direttore, come preferisce definirsi lei stessa, è nata a Napoli ma vive a Roma dal 1969.
Ha 55 anni, una lunga carriera alle spalle come giornalista sportiva specializzata in ciclismo, il matrimonio con un collega.
Negli anni universitari si stava per laureare in Storia dell’arte, come ha raccontato in un’intervista rilasciata a Repubblica: la sua vita cambiò corso quando vinse una borsa di studio del Rotary.
In Rai è da trent’anni: correva l’anno 1992 quando entrò alla Testata Giornalistica Sportiva (TGS) e collaborò alla realizzazione delle rubriche “Scusate l’anticipo” e “Dribbling“.
Prima redattrice poi inviata, a partire dal Duemila, per eventi sportivi importanti come le Olimpiadi e tutti gli eventi ciclistici coperti dalla Rai, in primis il Giro d’Italia.
Dopo essere stata eletta Vicedirettore di Rai Sport nel 2019, a novembre 2021 ha fatto un ulteriore scatto di carriera.
La passione per il ciclismo
La sua grande passione è il ciclismo: sull’argomento ha scritto anche un libro, “Giulia e Fausto. La storia segreta dell’amore che spaccò l’Italia“, pubblicato da Rizzoli nel 2011.
Sulla sua sua esperienza e conoscenza del ciclismo ha dichiarato: “Vengo dal ciclismo e quindi dalla strada. Lo rivendico: correndo per anni dietro ai ciclisti ho imparato tantissimo, specie nei 200 metri tra traguardo e podio: è lo spazio in cui prendono corpo emozioni e delusioni. Il ciclismo è duro, spietato e a volte tragico. Grande scuola”.
Rai Sport, la meritocrazia al centro
La ricetta di De Stefano è precisa e mette al centro la meritocrazia, a prescindere dal genere. Favorendo il ricambio generazionale.
“Siamo troppo vecchi, a Rai Sport. Il nuovo corso partirà con un appuntamento importante, quello dei playoff di qualificazione per il Mondiale di Qatar 2022.
Spoglieremo le partite dalle sovrastrutture. Basta collegamenti con studi che danno la linea ad altri studi: solo tribuna e campo.
Restano Alberto Rimedio e Antonio Di Gennaro, bravi. A bordo campo va Tiziana Alla, voce del calcio femminile, cronista capace a cui il posto spettava da anni”.
De Stefano:”Togliamoci la maschera decorativa della femminilità”
Per De Stefano bisogna cambiare, prima di tutto, il punto di vista. Le donne dello sport devono essere brave, non decorative.
“Lo sport è maschilista, lo sappiamo. Il primo modo di cambiarlo è cambiare regia: che senso ha inquadrare sempre dal basso le donne per mostrare cosce, caviglie e scarpe? Togliamoci la maschera decorativa della femminilità, quel triste ‘è carina e anche brava’”.
Più donne alla cronaca sportiva
De Stefano punta forte sulle donne: è possibile, ad esempio, che nel prossimo futuro tutte le partite della Nazionale saranno commentate da una telecronista donna.
A fare da apripista alle telecroniste donne è stata l’ex calciatrice e consigliera della Figc femminile Katia Serra, la prima donna a commentare una finale di partita della Nazionale Italiana: nello specifico la partita degli Europei Italia-Inghilterra dello scorso anno.
Una nuova collocazione per Paola Ferrari
Una delle giornaliste a essere interessate dal cambio di gestione del direttore è la storica conduttrice Paola Ferrari.
Per lei, niente più conduzione dei post partita e nemmeno il nuovo 90° Minuto ma “un contenitore domenicale assieme ad altre giornaliste”.

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World Sports Summit, Crouch e quella marcatura di Maldini
Il ricordo indelebile di Milan-Liverpool torna a vivere al World Sports Summit, con Peter Crouch che riporta alla mente la finale di Istanbul.
Il ritorno di un classico: Milan-Liverpool al World Sports Summit
A distanza di 18 anni, l’epica sfida tra Milan e Liverpool torna a far parlare di sé al World Sports Summit. Durante l’evento, l’ex attaccante dei Reds, Peter Crouch, ha ricordato con un sorriso la marcatura serrata subita nella finale di Istanbul dal leggendario capitano del Milan, Paolo Maldini. La partita, che è rimasta nella storia per il suo drammatico svolgimento e la spettacolare rimonta del Liverpool, continua a suscitare emozioni e risate tra i protagonisti di allora.
L’aneddoto di Crouch e la leggenda di Maldini
Peter Crouch ha raccontato come la difesa incrollabile di Maldini abbia reso quella notte del 2005 un ricordo indelebile. L’incontro tra i due al World Sports Summit è stato l’occasione per rivivere quei momenti con leggerezza, tra aneddoti e risate. La marcatura di Maldini è ancora oggi un esempio di maestria difensiva, e il suo nome continua a essere sinonimo di eccellenza nel mondo del calcio.

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Fonte: l’account X di Schira
18 anni dopo è ancora #Milan–#Liverpool al #WorldSportsSummit con l’ex bomber dei #Reds Peter #Crouch che si lamenta della marcatura arcigna nella Finale di Istanbul da parte dell’allora capitano dell’#ACMilan Paolo #Maldini. E giù a ridere
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 30, 2025
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Figo ed Evrà intervengono al World Sports Summit
Luis Figo e Patrice Evrà si incontrano al World Sports Summit, dimostrando che amicizia e lealtà possono superare le rivalità calcistiche.
Un Incontro tra Leggende del Calcio
Luis Figo e Patrice Evrà, due icone del calcio mondiale, si sono incontrati al World Sports Summit, un evento che celebra lo sport e promuove l’amicizia tra gli atleti. Nonostante i numerosi duelli sulla fascia che li hanno visti protagonisti in passato, i due ex calciatori hanno dimostrato che il rispetto e la lealtà fuori dal campo possono prevalere sulle rivalità del passato. Questo incontro è stato un momento simbolico di come lo sport possa unire le persone, indipendentemente dalle loro differenze.
Un Nuovo Capitolo di Collaborazione
Al summit, Figo ed Evrà non erano avversari, ma compagni che condividono una passione comune per il calcio e il desiderio di usare la loro influenza per il bene comune. La loro presenza ha attirato l’attenzione dei media e dei fan, sottolineando l’importanza delle relazioni positive tra gli ex avversari. Questo evento ha messo in luce come le leggende dello sport possano essere un esempio di unità e collaborazione in un mondo spesso caratterizzato dalla competizione.
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Fonte: l’account X di Schira
Quanti duelli sulla fascia, ma amicizia e lealtà fuori dal campo. Luis #Figo e Patrice #Evrà stavolta compagni e non avversari al #WorldSportsSummit
Video
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 30, 2025
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Guarin racconta la sua lotta all’alcolismo: “Dall’inferno alla luce, un percorso di consapevolezza”
La testimonianza di Fredy Guarin, ex calciatore dell’Inter, rivela la sua lotta contro l’alcolismo e la depressione, culminata con pensieri di suicidio.
La discesa all’inferno
Fredy Guarin, ex centrocampista dell’Inter, ha attraversato un periodo di estrema solitudine e sofferenza, al culmine di una carriera calcistica segnata da successi e sfide. Guarin racconta di come le difficoltà personali e professionali lo abbiano spinto verso l’alcolismo, un rifugio temporaneo dal dolore che alla fine lo ha condotto in una spirale di autolesionismo. “Ho conosciuto le ombre della solitudine, della depressione e dell’alcolismo. Ho toccato lo spettro del suicidio. Un malessere durato anni”, confessa l’ex calciatore.
Il cammino verso la rinascita
Dopo aver toccato il fondo, Guarin ha iniziato il suo percorso di recupero, un viaggio lungo e difficile, ma che alla fine lo ha portato a riscoprire la bellezza della vita. Guarin attribuisce la sua rinascita al sostegno dei professionisti della salute mentale, al suo impegno personale e alla fede in un potere superiore. Oggi, Guarin lavora in una fondazione per aiutare coloro che, come lui, stanno lottando contro la dipendenza. “Ho vissuto quelle esperienze per poterle mettere a disposizione delle persone, per aiutare l’essere umano”, afferma Guarin.
Guarin sottolinea l’importanza di affrontare i propri problemi e accettarsi per quello che si è, compresi i propri difetti. “Siamo anche i nostri problemi”, dice. Ora, Guarin è un uomo cambiato, un uomo che ha imparato ad apprezzare le piccole cose della vita e ad amare se stesso. “Oggi Fredy Guarin sta meglio. È un uomo diverso. Sono grato per questa seconda opportunità che la vita mi ha dato”, conclude Guarin.
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Fonte: [Gianluca Di Marzio](http://gianlucadimarzio.com/).
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