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Yamal contro Dembélé: chi merita il Pallone d’Oro 2025?

Perché dovrebbe vincerlo Yamal
Perchè dovrebbe essere lui a vincere il Pallone d’Oro? Parlare di Lamine Yamal oggi significa raccontare qualcosa di più di una semplice stagione straordinaria. Significa raccontare l’inizio di una nuova era. A soli 17 anni, l’attaccante del Barcellona ha già messo il suo nome accanto a quelli dei grandi, con una naturalezza che ha del sorprendente. Ogni sua giocata è un misto di classe, intuito e coraggio. Tutte qualità che non si insegnano, ma che sembrano nate con lui.
Quello che colpisce di Yamal non è solo il talento cristallino, ma la sua capacità di essere determinante. All’Europeo ha brillato con la Spagna come un veterano ed è diventato un riferimento offensivo nella Nazionale maggiore. E anche con il Barça ha vissuto una stagione da protagonista assoluto.
L’attaccante ha chiuso la stagione con 22 reti tra goal e assist. La sua continuità, la personalità con cui si prende responsabilità e la qualità delle sue giocate rendono la sua candidatura non solo suggestiva ma assolutamente legittima.
E poi c’è il fattore emozionale. Come ignorarlo? Yamal incarna la meraviglia del calcio nella sua forma più pura. Quella che cattura l’immaginazione e fa sognare. Se il Pallone d’Oro fosse anche un riconoscimento alla promessa che più sta cambiando il panorama calcistico, allora lui avrebbe pochi rivali.
Perché dovrebbe vincerlo Dembélé
Dall’altra parte della bilancia c’è Ousmane Dembélé, che questa stagione ha fatto qualcosa che in pochi si aspettavano. Si è preso il PSG e l’ha portato in cima al mondo. Il suo 2025 è stato una cavalcata trionfale, terminata in un triplete che ha visto lui tra le stelle più celebrate.
A Parigi, Dembélé è passato da eterna promessa incompiuta a leader tecnico e carismatico, riscrivendo la percezione di sé agli occhi del calcio mondiale.
La sua non è solo una storia di riscatto, ma una dimostrazione concreta di quanto talento e determinazione possano ribaltare una carriera. Con 32 gol e 13 assist in 48 partite, ha inciso in modo netto e costante, offrendo prestazioni da fuoriclasse in ogni competizione. Non si è limitato a brillare: ha trascinato, guidato, deciso. E con un possibile trionfo al Mondiale per Club ancora all’orizzonte, il suo 2025 rischia di assumere contorni leggendari.
Se il Pallone d’Oro deve premiare chi ha dominato sul campo con numeri, trofei e leadership, allora Dembélé ha costruito una candidatura quasi perfetta.

Ousmane Dembele during UEFA Champions League quarterfinal between Paris Saint-Germain FC and FC Barcelona at Parc des Princes, Paris, France (Maciej Rogowski)
Pallone d’Oro: il dubbio amletico
Quindi? Genio precoce o campione maturo? Lamine Yamal e Ousmane Dembélé? Il primo incarna il futuro che bussa al presente. Mentre, il secondo, il presente che si è finalmente preso tutto ciò che meritava. Uno incanta, l’altro domina.
Scegliere tra loro sarà anche una questione di visione. Meglio premiare l’impatto immediato e la maturità raggiunta? Oppure scommettere sul simbolo della nuova generazione? Per ora solo domande aperte e possibilità di indovinare chi sarà il vincitore. Non ci resta che aspettare.
Focus
Serie A, come stanno le big: chi è più avanti per il titolo?

La Serie A 2024/2025 è finita da circa un mese e già conosciamo il calendario del campionato 2025/2026, in vista del quale le squadre sono in preparazione.
Allo stato attuale, quale squadra ha più chance di arrivare davanti a tutti il prossimo anno?
Serie A 2025/2026, chi può vincere lo scudetto
Diverse squadre
Le squadre a contendersi i vertici della classifica, salvo sorprese, saranno sempre le solite. Ma è difficile prevedere quale, tra queste, riuscirà a vincere il campionato, perché gli equilibri, rispetto alle scorse stagioni, sembrano diversi.
La grande favorita: il Napoli
Il Napoli, secondo me, è il club con più chance di vincere la Serie A. Non solo perché vorrà mantenere il titolo di campione d’Italia, ma anche perché vuole continuare sulla strada imboccata. Infatti, ha confermato, in panchina, Antonio Conte e, soprattutto, si è assicurato, a centrocampo, Kevin De Bruyne
Il grande punto di domanda: l’Inter
Più difficile fare una previsione sul campionato dei nerazzurri. Dopo 4 anni con Simone Inzaghi, la panchina è stata affidata a Chivu: reduce dalla salvezza con il Parma. Tuttavia, questa è la sua prima esperienza alla guida di una big. I risultati del Mondiale per Club daranno sicuramente più indicazioni, anche su come intervenire nel calciomercato.
Un’altra incognita: l’Atalanta
La stagione passata, per la prima volta nella sua storia, l’Atalanta è arrivata a battersi per il titolo. E’ difficile, invece, capire se continuerà, anche la prossima stagione, a occupare le posizioni alte della classifica. Questo perché, al posto di Gasperini, ci sarà Juric, e, guardando la sua carriera da allenatore, è impossibile dire se i bergamaschi riusciranno a mantenere lo stesso ritmo degli anni scorsi.
Nicolò Caudini

IL PALLONE DELLA SERIE A 2024-2025 ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Focus
Bologna, Benjamin Dominguez: è l’ora del decollo

Benjamin Dominguez, classe 2003, è uno dei profili su cui Vincenzo Italiano punta con convinzione in vista della nuova stagione. Il talento non è mai stato in discussione. Ma ora il tecnico rossoblù vuole che Benja faccia quel salto di qualità che gli consenta di essere protagonista con continuità.
Il Bologna punta su Dominguez
La scorsa annata ha mostrato sprazzi del suo potenziale. Ma con Ndoye possibile partente, il Bologna avrà bisogno che anche Dominguez contribuisca in maniera concreta: serviranno gol, assist e personalità per reggere la pressione di una squadra che punta in alto e alla zona Champions.
Per Dominguez, inoltre, si avvicina anche il debutto in Europa. Questa volta l’esterno argentino sarà inserito regolarmente nella lista UEFA per l’Europa League. Dopo essere rimasto escluso lo scorso anno dalla lista Champions per motivi legati al suo recente arrivo. Un’occasione importante per misurarsi anche sul palcoscenico internazionale.
Come riportato da diverse fonti, il tecnico vuole che Dominguez sia “pronto al dopo Ndoye”. E lo aspetta già dalle prime battute della nuova stagione per vederlo finalmente decisivo. Tocca a lui: il momento è arrivato.
Focus
Empoli, la miglior piazza d’Italia per i giovani?

Negli anni Empoli ha costruito un modello unico: valorizzare i talenti, formarli e lanciarli nel grande calcio. Una vera scuola di crescita.
Da oltre vent’anni, Empoli è diventata sinonimo di progettualità e visione nel calcio italiano. Una piccola realtà capace di sfornare giocatori per club di vertice e per la Nazionale, grazie a una combinazione vincente di scouting e un ambiente ideale per crescere senza pressioni.
Non si tratta solo di lanciare giovani, ma di farlo con metodo: investendo nel settore giovanile, scegliendo allenatori-formatori e credendo nel gioco come strumento di sviluppo.
Basta sfogliare l’album dei ricordi per rendersene conto. Qui sono sbocciati Antonio Di Natale, poi diventato una leggenda dell’Udinese e della Serie A, e Vincenzo Montella, partito da Empoli prima di imporsi alla Sampdoria e alla Roma. E ancora Massimo Maccarone e Luca Toni.
Negli anni più recenti hanno brillato anche Daniele Rugani, Giovanni Di Lorenzo, Ismaël Bennacer, Piotr Zielinski, Hysaj, Vecino, Vicario e Saponara.
Una generazione dopo l’altra, Empoli ha saputo imporsi come uno snodo cruciale per la crescita dei futuri campioni.

ESULTANZA EMPOLI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Empoli, fabbrica inesauribile di talenti
Ma la favola non appartiene solo al passato. Anche oggi l’Empoli continua a essere un punto di riferimento per il calcio italiano.
L’ultima conferma arriva dai due gioielli dell’ultima annata: Jacopo Fazzini, mezzala classe 2003, che dopo una stagione in crescendo è pronto a diventare un nuovo giocatore della Fiorentina per circa 10 milioni di euro, e Luca Marianucci, difensore centrale classe 2004, già acquistato dal Napoli per una cifra vicina ai 9 milioni. Non solo loro, ma quest’annno anche i vari Anjorin, Goglichidze ed Esposito sono l’ennesima prova che a Empoli si lavora con continuità, senza rincorrere i riflettori.
In un calcio italiano spesso affamato di risultati e poco propenso al rischio, il club azzurro resta una delle poche oasi dove i giovani possono ancora sbagliare, imparare e affermarsi. E forse, proprio per questo, è oggi la miglior piazza d’Italia per chi sogna di diventare un grande calciatore.
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