Focus
Storie di Campioni: Francesco Totti
Riviviamo la carriera calcistica dei migliori campioni del passato. Dai primi calci al pallone alla gloria eterna. Oggi è il turno di Francesco Totti.
Probabilmente l’ultima bandiera esistita nel mondo del calcio. Una vita intera dedicata alla Roma, riviviamo insieme tutta la carriera calcistica di Francesco Totti.

FRANCESCO TOTTI PERPLESSO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Francesco Totti, gli inizi
Totti nasce a Roma il 27 settembre 1976 soprannominato “Er Pupone” cresce nel quartiere di Porta Metronia”, comnciò a giocare a calcio nella Fortitudo per poi passare alla Lodigiani dove si mette in mostra per la sua grandissima tecnica. Nell’ 89 era tutto fatto per il suo passaggio alla Lazio all’età di 12 anni ma un blitz di un dirigente giallorosso bloccò tutto e riuscì a portarlo alla Roma. Dunque per circa 300 milioni di lire più due cartellini di due ragazzi giallorossi, Totti cominciò a giocare nelle giovanili della Magica.
La storia d’amore con la Roma
Esordì in prima squadra all’età di 16 anni nella stagione 1992/93 nei minuti finali di Brescia-Roma 0-2. Da lì in poi parte una storia d’amore destinata a non finire mai. Passerà ben 25 anni in giallorosso riuscendo a vincere tutto quello che si poteva, dallo Scudetto dei 2001 alle varie Coppe Italia, riuscendo a far diventare la Roma uno dei club più importanti d’Italia. Con la maglia giallorossa vincerà: 1 scudetto, 2 Supercoppe italiane e 2 Coppe Italia.
Francesco Totti, la Nazionale
Debutta in Nazionale poco dopo il Mondiale del 1998 ma fu dopo 2 anni che riuscì a sbloccarsi con la maglia azzurra. Inoltre fece parte della spedizione di Germania 2006 diventando uno dei protagonisti della Nazionale Campione del Mondo. Con l’Italia in totale sono 9 le reti in 58 partite. Si ritirò dalla Nazionale dopo la vittoria dei Mondiali mentre il suo ritiro nel mondo del calcio è arrivato il 28 Maggio 2017 in un Olimpico in lacrime.
Il Palmares
Club
- Campionato italiano: 1
- Roma: 2000-2001
- Supercoppa italiana: 2
- Roma: 2001, 2007
- Coppa Italia: 2
- Roma: 2006-2007, 2007-2008
- Individuali
-
- Guerin d’oro: 2
- 1997-1998, 2003-2004
- Oscar del calcio AIC: 11
- Miglior calciatore assoluto: 2000, 2003
- Miglior calciatore italiano: 2000, 2001, 2003, 2004, 2007
- Miglior calciatore giovane: 1999
- Migliore cannoniere: 2007
- Migliore gol: 2005 (Inter-Roma 2-3; secondo gol), 2006 (Sampdoria-Roma 2-4; quarto gol)
- Squadra del torneo del campionato d’Europa: 1
- 2000
- Squadra dell’Anno ESM: 3
- 2000–2001, 2003–2004, 2006–2007
- Incluso nel FIFA 100
- 2004
- All-Star Team del campionato del mondo: 1
- 2006
- Capocannoniere della Serie A: 1
- 2006-2007 (26 gol)
- Scarpa d’oro: 1
- 2007
- Pallone d’argento: 1
- 2007-2008
- Golden Foot: 1
- 2010
- Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea”: 1
- 2014
- Premio internazionale Giacinto Facchetti: 1
- 2014
- All-Time XI dell’Europeo Under-21: 1
- 2015
- Legend Gazzetta Sports Awards (2017)
- UEFA President’s Award: 1
- 2017
- Laureus World Sports Awards: 1
- 2018
- Inserito nella Hall of Fame del calcio italiano nella categoria Giocatore italiano
- 2018
- Nazionale
-
- Campionato d’Europa Under-21: 1
- Spagna 1996
- Giochi del Mediterraneo: 1
- Bari 1997
- Campionato mondiale: 1
- Germania 2006
Focus
Napoli, accadde oggi: vittoria amara contro l’Arsenal
Oggi, 12 anni fa, il Napoli ospitava l’Arsenal per la 6a giornata della Champions League 2013/14. Una delle più grandi beffe nella storia recente del club.
A una giornata dalla fine questa è la situazione nel Girone F della Champions League 2013/14: Arsenal 12, Borussia Dortmund 9, Napoli 9, Marsiglia 0. I Partenopei ospitano l’Arsenal all’ultima giornata, ma una vittoria potrebbe non bastare per il passaggio del turno: bisogna anche fare attenzione al risultato di Marsiglia-Borussia Dortmund.
Se il Dortmund vince, alla squadra di Benitez serve una vittoria con almeno tre gol di scarto. In caso di pareggio del Dortmund, i Partenopei devono vincere e basta, non con un numero particolare di gol. Infine, in caso di sconfitta del Dortmund, ai Partenopei basta un pareggio per accedere agli ottavi.
Napoli-Arsenal, 11 dicembre 2013

Benitez è costretto a rinunciare a Reina e Hamsik infortunati: in porta gioca Rafael, mentre in attacco c’è il solito Higuain davanti a Callejon, Pandev e Mertens. Partono dalla panchina Inler, Insigne e Cannavaro.
I padroni di casa creano le loro occasioni da gol con Pandev, Callejon e Maggio, ma non si rendono particolarmente pericolosi. Dall’altro lato, Rafael respinge con i pugni un tiro centrale di Giroud. Il primo tempo si chiude, dunque, senza reti: intanto, tra Marsiglia e Borussia Dortmund è 1-1. In questo caso, ai Partenopei, basterebbe un solo gol per l’accesso agli ottavi.
Nel secondo tempo, Benitez fa entrare Insigne per Pandev, spostando Callejon al centro dell’attacco dietro a Higuain: la musica cambia. I padroni di casa attaccano con molta più convinzione, e cercano in tutti i modi di segnare il gol qualificazione. Dopo le occasioni per Armero, Callejon e Higuain, arriva il gol tanto atteso.
Cross di Armero, sponda di Higuain per Callejon che restituisce palla al numero 9 argentino che si gira, prima di battere Szczesny con una rasoiata di destro (73′). Il San Paolo è una bolgia: con il risultato a Marsiglia ancora sull’1-1, i Partenopei sarebbero agli ottavi. Pochi minuti dopo, l’Arsenal finisce anche in 10, espulso Arteta per doppia ammonizione.
Tuttavia, a tre minuti dal novantesimo, arriva la beffa: gol del Borussia Dortmund a Marsiglia, adesso ai Partenopei servono due gol per qualificarsi. Ne arriva solo 1 a 20 secondi dalla fine, con Callejon che batte Szczesny con un pallonetto (90+3).
La classifica finale del Girone F è: Borussia Dortmund 12, Arsenal 12, Napoli 12, Marsiglia 0. La banda Benitez, dunque, viene eliminata ai gironi di Champions per differenza reti. Non mancano, però, gli applausi del San Paolo per il cammino eroico della squadra Partenopea.
Focus
Napoli, accadde oggi: l’ultima di Ancelotti con i Partenopei
Oggi, 6 anni fa, il Napoli ospitava il Genk per la 6a giornata della Champions League 2019/2020. Una partita decisiva per l’accesso agli ottavi e non solo.
Siamo al 10 dicembre 2019 e la squadra Partenopea allenata da Carlo Ancelotti è in crisi nerissima. Gli azzurri non vincono tra tutte le competizioni da ottobre, e sono settimi in campionato a -17 dall’Inter capolista.
In Champions, i Partenopei sono secondi nel girone dietro al Liverpool. Per la qualificazione agli ottavi basta un pareggio in casa contro il Genk. Tuttavia, la qualificazione agli ottavi potrebbe non bastare per salvare la panchina di Ancelotti, visti i problemi fuori dal campo.
Napoli-Genk, 10 dicembre 2019

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Ancelotti recupera Allan e Milik, entrambi fuori da qualche partita per infortunio. L’attaccante polacco gioca in attacco affiancato da Mertens, mentre il centrocampista brasiliano gioca come centrocampista centrale insieme a Fabian Ruiz. Insigne e Lozano, invece, partono dalla panchina.
I Partenopei vanno vicini al gol dopo 2 minuti, con un colpo di testa di Koulibaly che colpisce la traversa. Pochi secondi dopo, Milik approfitta di una disattenzione del portiere Vandevoordt, e mette il pallone in rete.
Poco prima della mezz’ora, l’attaccante polacco si ripete: cross basso di Di Lorenzo dalla destra, e Milik arriva prima di tutti sul pallone, battendo Vandevoordt, 2-0 (26′). A 10 minuti dall’intervallo, Vandevoordt commette un fallo su Callejon in area, rigore e cartellino giallo per il portiere belga classe 2002: dal dischetto, Milik segna la sua tripletta (37′).
Intanto, il Genk sfiora diverse volte il 3-1, con Onuachu che si divora due gol da solo davanti a Meret: in entrambi le occasioni calcia fuori. Poche emozioni nel secondo tempo, visto che la qualificazione agli ottavi dei Partenopei è ormai archiviata. Ancelotti fa entrare dalla panchina Gaetano (esordio in Champions per lui), Llorente e Lozano, al posto di Zielinski, Callejon e Milik.
I padroni di casa guadagnano un altro rigore poco prima del quarto d’ora finale di gara, con un tiro al volo di Callejon respinto con il braccio da un giocatore avversario. Visto che Milik è uscito, il rigore lo batte Mertens: il belga segna il rigore, battendo Vandevoordt con un cucchiaio.
Milik e compagni, dunque, si qualificano agli ottavi da secondi nel girone. Tuttavia, il cambio in panchina avviene lo stesso: esonerato Ancelotti, al suo posto arriva Gennaro Gattuso.
Focus
Napoli, Lukaku verso il rientro: come cambierà l’attacco?
Il Napoli ritrova Romelu Lukaku, ma ora resta da capire come Conte gestirà l’attacco con il belga e un Rasmus Højlund in grande forma.
Arrivano finalmente ottime notizie in casa Napoli sul fronte delle indisponibilità. Romelu Lukaku è infatti tornato ad allenarsi in gruppo dopo la lesione di alto grado al retto femorale della coscia sinistra rimediata nell’amichevole di agosto contro l’Olympiakos, un infortunio che l’ha tenuto fuori per quasi quattro mesi. Un rientro fondamentale non solo per Antonio Conte, ma anche per tutto lo spogliatoio, che ritrova una delle sue figure più esperte e carismatiche.
Il ritorno del belga, però, si intreccia con un’altra grande verità delle ultime settimane: il Napoli sembra aver trovato finalmente la quadra in attacco. Dopo mesi di dubbi, rotazioni e difficoltà nel trovare la formula giusta, ora la squadra ha un’identità ben definita anche grazie a un Højlund sempre più determinante.
Per questo la domanda è inevitabile: come cambierà l’attacco azzurro con il rientro di Lukaku? Conte rinuncerà al danese o proverà a far convivere i due?

Rasmus Winther Hojlund punta il dito ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Napoli, Conte guarda al futuro con un occhio al passato
Højlund sta sostituendo Lukaku in modo importante, garantendo gol, assist e una crescita evidente sia tecnica che mentale. Panchinarlo adesso, nel suo momento migliore, rischierebbe di essere controproducente.
E allora non è utopia immaginare alcune partite con un attacco a due, con Lukaku e Højlund contemporaneamente in campo. Il belga potrebbe agire più da collante, legando il gioco e aprendo spazi, mentre il danese tornerebbe ad attaccare la profondità con continuità.
In questo senso, un 3-5-2 classico potrebbe essere una soluzione, ma non va esclusa nemmeno l’idea di riproporre quel 4-2-4 visto a Bari e nei primi mesi alla Juventus, per sfruttare anche gli esterni.

LORENZO LUCCA RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Lucca verso l’addio?
La pista più probabile, almeno nell’immediato, è però un’altra: Conte potrebbe scegliere l’alternanza nel ruolo di riferimento offensivo nel suo 3-4-3, sfruttando i tanti impegni delle prossime settimane per gestire minutaggi e recuperi. In questo scenario c’è però chi rischia seriamente di perdere ulteriore spazio: Lorenzo Lucca, che già ora fatica a ritagliarsi minuti e che potrebbe addirittura lasciare Napoli già a gennaio, appena sei mesi dopo il suo arrivo.
Il rientro di Lukaku rappresenta dunque una grande notizia, ma anche un nuovo rompicapo per Conte. Un problema, però, che ogni allenatore vorrebbe avere: troppa qualità e troppe soluzioni.
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