Focus
Serie A, la statistica: gli allenatori con più panchine

Prendendo spunto dalle 500 panchine in Serie A di Claudio Ranieri ha preso piede questa statistica, che racchiude 35 anni di evoluzione calcistica.
Analizzare gli allenatori con più presenze in Serie A dal 1990 ad oggi, infatti, significa ripercorrere l’evoluzione del calcio italiano attraverso modelli e filosofie ma anche sfogliare un almanacco di cifre e statistiche.

L’URLO DI GIAN PIERO GASPERINI ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A: la top 10 allenatori con più panchine
Al comando di questa statistica troviamo Giampiero Gasperini. Il tecnico dell’Atalanta, dal 90′ ad oggi, ha collezionato 598 panchine con soli 4 club. A completare il podio Luciano Spalletti e Francesco Guidolin, rispettivamente con 559 e 557.
Medaglia di legno invece per Walter Mazzarri (507). Distanziato di una sola panchina dall’ex tecnico del Napoli c’è Massimiliano Allegri, primo nome per la panchina partenopea se dovesse andar via Antonio Conte (solo 38esimo in questo studio con 225 “panche”).
Menzione d’onore, come già fatto in apertura, per Claudio Ranieri. Il romano e romanista ha festeggiato le 500 panchine, piazzandosi al sesto posto.
Dal suo esordio a Cagliari, il 9 settembre del 1990, all’ultima gara casalinga all’Olimpico, ha scritto pagine importanti per la storia di chi dirige l’orchestra da bordocampo. Lui che ha saputo ridare colore ad una stagione, quella della Roma, opaca fino al suo arrivo.
Chiudono poi la top 10: Stefano Pioli (493), Carlo Ancelotti (488), Carletto Mazzone (458) e Fabio Capello (450).
E in Europa?
I numeri del nostro campionato, per forza di cose (per esempio mentalità e concezione sportiva), in confronto a quelli dei top campionati europei sono differenti. Vasti pensare che in testa c’è Arsene Wenger, allenatore storico dell’Arsenal, con 988 panchine.
A chiudere il podio, però, due allenatori nostrani che hanno ottenuto soddisfazioni anche all’estero: Carlo Ancelotti e, proprio, Claudio Ranieri.
I due, complessivamente, annoverano 988 e 944 “panche” internazionali. Lontani gli altri allenatori italiani. Per trovare Guidolin e Gasperini bisogna andare al 14esimo e 15esimo posto.
Non si poteva non segnalare il grande Sir Alex Ferguson, 4o con 809. Ma quello che l’ex allenatore del Manchester United ha dalla sua è la media punti migliore in questa top 10 (2.17 a partita).
Focus
Genoa, il punto: stagione discreta ma futuro da (ri)costruire

Il Genoa ha chiuso la Serie A ENILIVE 2024/2025 al tredicesimo posto, due posizioni sotto rispetto all’undicesimo della stagione 2023/2024.
Questo risultato si può attribuite ad un attacco poco prolifico e ad una difesa, invece, molto solida.
Genoa, tutti i numeri della stagione
Osservando la classifica, si leggono due situazioni opposte in attacco e in difesa.
Un attacco inoffensivo
Classifica alla mano, l’attacco del club ligure è stato uno dei peggiori della stagione appena trascorsa: con appena 37 gol segnati in 38 giornate. I numeri rappresentano bene la realtà, dato che per tutto il campionato si è vista una squadra molto in difficoltà nel reparto offensivo.
Una difesa molto attenta
Probabilmente, la classifica dei genovesi, quest’anno, è merito, soprattutto, della difesa: 49 gol subiti in 38 giornate. Infatti, nella parte destra della classifica solo il Torino ha fatto meglio. E, addirittura, la difesa rossoblù è meno battuta di quella di alcune squadre della parte sinistra: come Como e Milan.
Una “curiosa” constatazione
A fine campionato, una situazione capovolta
Nelle ultime partite, a salvezza raggiunta, il Genoa ha giocato con più coraggio, osando di più davanti ma rischiando di più dietro. Proprio nel reparto difensivo, la squadra si è trovata molto in difficoltà.
Un segnale per il mercato estivo
Se la squadra, spingendosi in avanti, perde solidità dietro, oltre all’attacco è necessario rinforzare la retroguardia: perché non si può subire gol praticamente su ogni ripartenza.
Nicolò Caudini
Focus
Roma, Koné eredità di Ghisolfi: il futuro con Gasperini

La Roma ha dato il via qualche giorno fa all’era Gasperini, oggi è arrivato il congedo a Ghisolfi che aveva portato tra gli altri anche Manu Koné in giallorosso.
L’ex DS aveva sconfitto la concorrenza di diversi club sia italiani che all’estero, convincendo il giocatore ad accettare il trasferimento nella capitale. Il futuro del francese sembra ora delineato.
Roma, Koné punto fermo della rosa: sarà il nuovo Ederson?
L’addio di Ghisolfi alla Roma ha destato un po’ di sgomento all’interno dell’ambiente, la nomina di Massara a nuovo DS però sembra imminente quasi come fosse già stato tutto deciso. Il dirigente uscente però ha saputo alzare il livello della rosa giallorossa grazie a diversi innesti di livello, Manu Koné su tutti.
Il francese è sbocciato sotto la guida di Claudio Ranieri e intende affermarsi anche col neo tecnico giallorosso. Le 46 presenze tra tutte le competizioni dimostrano l’importanza del giocatore nel corso della stagione, importanti anche i 2 gol e 3 assist dispensati per raggiungere l’obiettivo. L’estate scorsa la Roma sborsò circa 20 milioni di euro per strapparlo al Borussia M’Gladbach e ad oggi il valore è quasi raddoppiato.

CLAUDIO RANIERI CARICA MANU KONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’arrivo di Gasperini non può che giovare al centrocampista classe 2001, che ricoprirà un ruolo nevralgico sul campo sia dal punto di vista difensivo che offensivo. Vien quasi da pensare che l’ex Atalanta possa insegnargli a ricoprire il ruolo che era di Ederson in nerazzurro, ovvero quello di centrocampista box to box, capace di recuperare palloni ma anche di rifinire le azioni. La posizione occupata per tutta la stagione al centro del centrocampo a 5 è un assist d’oro per il tecnico in questo senso.
Per le caratteristiche di Koné questo ruolo gli calzerebbe a pennello, trasformandolo così in un giocatore completo e di altissimo livello. L’intuizione di Ghisolfi dunque rischia di tornare utile alla Roma anche dopo l’addio, che però lascia un’eredità non da poco, visto anche il grande potenziale economico di questo giocatore.
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Milan, ti presento Xhaka: il leader che serve ad Allegri

L’ex Arsenal ha già un accordo col Milan e sta aspettando che i rossoneri vincano le resistenze di ten Hag: ecco perché lo svizzero è l’ideale per Allegri.
La storia di Granit Xhaka
Nato a Basilea da genitori albanesi, ha scelto di rappresentare la nazionale svizzera. A differenza del fratello Taulant, che gioca per l’Albania.
Si distingue fin dalle giovanili per il suo temperamento e le sue doti da leader, abbinate a una grande forza fisica e una buona tecnica.
Esordisce tra i professionisti con il Basilea nel 2010, poi nel 2012 si trasferisce al Borussia Mönchengladbach dove milita fino al 2016: anno della consacrazione vera e propria con l’Arsenal.
Dopo sette anni nei Gunners accetta il ritorno in Bundesliga, in maglia Leverkusen, dove conquisterà il primo storico campionato, e la Coppa di Germania: decisa proprio da un suo gol.
Ormai 32enne, potrebbe trasferirsi a titolo definitivo al Milan.
Milan-Bayer Leverkusen, la situazione
Filtra ottimismo dalle parti di Casa Milan dove si e convinti di riuscire a chiudere la trattiva che porterebbe Xhaka in rossonero entro i prossimi giorni.
Tare ha già incontrato l’entourage del giocatore che accetterebbe di buon grado la proposta del Milan.
Resta da convincere il Leverkusen, che non si vorrebbe privare di un altro giocatore chiave dopo aver perso Wirtz e Tah, e soprattutto del nuovo tecnico Erik ten Hag, che spinge per tenerlo in Germania.
Xhaka porterebbe ulteriore esperienza nello spogliatoio, aggiungendosi a Luka Modric: promesso sposo del club rossonero ormai da tempo.
Xhaka-Milan, le cifre del matrimonio
Il Milan é pronto a versare una cifra poco sopra i 10 milioni di euro nelle tasche dei tedeschi per assicurarsi le prestazioni del calciatore.
Il Leverkusen valuta inoltre l’acquisto di Malick Thiaw, che potrebbe fungere da pedina di scambio nell’operazione anche se i rossoneri non sembrano intenzionati ad applicare sconti.
Tommaso Gildoni
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