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Lione, viaggio nell’ennesimo disastro targato Textor

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Olympique Lione, Tagliafico

Prima l’ottimismo, poi la doccia fredda. Il Lione ha registrato perdite per oltre 500 milioni e dovrà rientrare, pena la retrocessione.

Sono invecchiate malissimo le parole pronunciate da John Textor, nuovo proprietario del Lione, al termine dell’incontro andato in scena l’altro ieri con i vertici della LFP. Ovvero l’organo che, sotto l’egida della federazione calcistica francese, gestisce e organizza in Francia i campionati di Ligue 1 e di Ligue 2.

Lione, (non) “andrà tutto bene

L’imprenditore americano aveva espresso tutto il suo ottimismo al termine della riunione, affermando come quest’ultima fosse andata “molto bene“. Poi, nemmeno ventiquattro ore dopo, la doccia gelata. Il comunicato della DNCG (acronimo che sta per “Direction Nationale du Contrôle de Gestion“, ovvero l’organizzazione responsabile del monitoraggio e della supervisione dei conti delle squadre di calcio francesi) ha assunto i connotati del lugubre epitaffio funebre, rievocando nella menti dei tifosi gli spettri del passato.

Quelli della scorsa stagione, la prima stagione intera del Lione sotto l’egida della Eagle Football, dove il club del Rodano rischiò la retrocessione per quasi tutto il girone d’andata. Una situazione frutto anche di una gestione finanziaria disastrosa, che aveva comportato all’OL un blocco pressoché totale del mercato nell’estate del 2022. Pochissimi acquisti e quasi tutti low cost, con tante cessioni dolorose che avevano quasi azzerato il patrimonio tecnico della squadra: Malo Gusto, Castello Lukeba, Bradley Barcola.

Quasi, appunto. Perché in mezzo ci fu la controversa e contestata acquisizione di Ernest Nuamah, all’epoca attaccante del Nordsjaelland. Il calciatore fu fatto acquistare al Molenbeek (modesto club della massima serie belga, anch’esso controllato dalla Holding di Textor) e subito dopo girato in prestito al Lione: con un diritto di riscatto fissato esattamente alla stessa cifra con la quale era stato prelevato dalla squadra danese.

Lione

Textor dopo i Friedkin: gli USA come un “Re Mida maledetto

Poi i copiosi investimenti, sciorinati fra l’inverno e l’estate del 2023, avevano fatto rientrare la situazione. La scorsa estate il Lione è stata la seconda squadra francese a investire di più sul mercato. Meno del PSG (147 milioni spesi contro i 169 dei parigini) ma con un passivo superiore, ovvero 109 milioni rispetto ai 98 milioni dei parigini. Soldi spesi in larga parte per esercitare le clausole di riscatto presenti nei contratti di calciatori presi in prestito lo scorso inverno (fra cui lo stesso Nuamah), più qualche colpo come Mikautadze e Niakhaté.

Una situazione che aveva messo i Les Gones nelle condizioni di dover rientrare di circa 100 milioni di euro negli ultimi giorni di mercato: cosa mai avvenuta. Gli organi di controllo francesi hanno continuato a vigilare sullo stato di salute delle casse del club e la sentenza è stata lapidaria. Il Lione sarà retrocesso d’ufficio in Ligue 2 al termine della stagione, a meno ché non riesca a rientrare del debito accumulato. I lionesi avevano chiuso l’ultimo esercizio di bilancio presentando perdite accumulate superiori al mezzo miliardo: circa 505 milioni.

In vista del mercato invernale 2025, quindi, torneranno le limitazioni finanziarie (che erano state un tratto distintivo della precedente estate) e i paletti al tetto salariale. Il Lione sarà quindi costretto a vendere, senza possibilità di investire allo stesso modo in entrata, a meno ché non riesca ad ingegnarsi (come il Barcellona) per trovare soluzioni “alternative”. Il primo indiziato a salutare è ovviamente Rayan Cherki, il cui contratto con l’OL scadrà nel 2026: questa sarà quindi l’ultima occasione utile per monetizzare.

Textor ha recentemente dichiarato che il talento franco-algerino dovrebbe rimanere almeno fino a Giugno, ma visti i precedenti non c’è da fidarsi troppo delle parole dell’uomo d’affari americano. Con una simile situazione finanziaria, difficilmente il Lione potrà permettersi il lusso di trattenere Cherki. E non solo lui, dato che, salvo miracoli manageriali di cui questa dirigenza (seppur rinnovata) non sembra assolutamente capace, è prevista una vera e propria diaspora. L’ennesimo disastro made in USA: dei Re Mida maledetti.

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Napoli, accadde oggi: l’ultima di Ancelotti con i Partenopei

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Ancelotti

Oggi, 6 anni fa, il Napoli ospitava il Genk per la 6a giornata della Champions League 2019/2020. Una partita decisiva per l’accesso agli ottavi e non solo.

Siamo al 10 dicembre 2019 e la squadra Partenopea allenata da Carlo Ancelotti è in crisi nerissima. Gli azzurri non vincono tra tutte le competizioni da ottobre, e sono settimi in campionato a -17 dall’Inter capolista.

In Champions, i Partenopei sono secondi nel girone dietro al Liverpool. Per la qualificazione agli ottavi basta un pareggio in casa contro il Genk. Tuttavia, la qualificazione agli ottavi potrebbe non bastare per salvare la panchina di Ancelotti, visti i problemi fuori dal campo.

Napoli-Genk, 10 dicembre 2019

Mertens, Napoli

Ancelotti recupera Allan e Milik, entrambi fuori da qualche partita per infortunio. L’attaccante polacco gioca in attacco affiancato da Mertens, mentre il centrocampista brasiliano gioca come centrocampista centrale insieme a Fabian Ruiz. Insigne e Lozano, invece, partono dalla panchina.

I Partenopei vanno vicini al gol dopo 2 minuti, con un colpo di testa di Koulibaly che colpisce la traversa. Pochi secondi dopo, Milik approfitta di una disattenzione del portiere Vandevoordt, e mette il pallone in rete.

Poco prima della mezz’ora, l’attaccante polacco si ripete: cross basso di Di Lorenzo dalla destra, e Milik arriva prima di tutti sul pallone, battendo Vandevoordt, 2-0 (26′). A 10 minuti dall’intervallo, Vandevoordt commette un fallo su Callejon in area, rigore e cartellino giallo per il portiere belga classe 2002: dal dischetto, Milik segna la sua tripletta (37′).

Intanto, il Genk sfiora diverse volte il 3-1, con Onuachu che si divora due gol da solo davanti a Meret: in entrambi le occasioni calcia fuori. Poche emozioni nel secondo tempo, visto che la qualificazione agli ottavi dei Partenopei è ormai archiviata. Ancelotti fa entrare dalla panchina Gaetano (esordio in Champions per lui), Llorente e Lozano, al posto di Zielinski, Callejon e Milik.

I padroni di casa guadagnano un altro rigore poco prima del quarto d’ora finale di gara, con un tiro al volo di Callejon respinto con il braccio da un giocatore avversario. Visto che Milik è uscito, il rigore lo batte Mertens: il belga segna il rigore, battendo Vandevoordt con un cucchiaio.

Milik e compagni, dunque, si qualificano agli ottavi da secondi nel girone. Tuttavia, il cambio in panchina avviene lo stesso: esonerato Ancelotti, al suo posto arriva Gennaro Gattuso.

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Napoli, Lukaku verso il rientro: come cambierà l’attacco?

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Napoli

Il Napoli ritrova Romelu Lukaku, ma ora resta da capire come Conte gestirà l’attacco con il belga e un Rasmus Højlund in grande forma.

Arrivano finalmente ottime notizie in casa Napoli sul fronte delle indisponibilità. Romelu Lukaku è infatti tornato ad allenarsi in gruppo dopo la lesione di alto grado al retto femorale della coscia sinistra rimediata nell’amichevole di agosto contro l’Olympiakos, un infortunio che l’ha tenuto fuori per quasi quattro mesi. Un rientro fondamentale non solo per Antonio Conte, ma anche per tutto lo spogliatoio, che ritrova una delle sue figure più esperte e carismatiche.

Il ritorno del belga, però, si intreccia con un’altra grande verità delle ultime settimane: il Napoli sembra aver trovato finalmente la quadra in attacco. Dopo mesi di dubbi, rotazioni e difficoltà nel trovare la formula giusta, ora la squadra ha un’identità ben definita anche grazie a un Højlund sempre più determinante. 

Per questo la domanda è inevitabile: come cambierà l’attacco azzurro con il rientro di Lukaku? Conte rinuncerà al danese o proverà a far convivere i due?

Napoli

Rasmus Winther Hojlund punta il dito ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Napoli, Conte guarda al futuro con un occhio al passato

Højlund sta sostituendo Lukaku in modo importante, garantendo gol, assist e una crescita evidente sia tecnica che mentale. Panchinarlo adesso, nel suo momento migliore, rischierebbe di essere controproducente. 

E allora non è utopia immaginare alcune partite con un attacco a due, con Lukaku e Højlund contemporaneamente in campo. Il belga potrebbe agire più da collante, legando il gioco e aprendo spazi, mentre il danese tornerebbe ad attaccare la profondità con continuità. 

In questo senso, un 3-5-2 classico potrebbe essere una soluzione, ma non va esclusa nemmeno l’idea di riproporre quel 4-2-4 visto a Bari e nei primi mesi alla Juventus, per sfruttare anche gli esterni.

Lecce-Napoli

LORENZO LUCCA RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Lucca verso l’addio?

La pista più probabile, almeno nell’immediato, è però un’altra: Conte potrebbe scegliere l’alternanza nel ruolo di riferimento offensivo nel suo 3-4-3, sfruttando i tanti impegni delle prossime settimane per gestire minutaggi e recuperi. In questo scenario c’è però chi rischia seriamente di perdere ulteriore spazio: Lorenzo Lucca, che già ora fatica a ritagliarsi minuti e che potrebbe addirittura lasciare Napoli già a gennaio, appena sei mesi dopo il suo arrivo.

Il rientro di Lukaku rappresenta dunque una grande notizia, ma anche un nuovo rompicapo per Conte. Un problema, però, che ogni allenatore vorrebbe avere: troppa qualità e troppe soluzioni.

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Milan, i numeri di Pulisic: è lui la stella al momento

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Milan, Pulisic

Continua il momento di forma strepitoso di Pulisic con il Milan. Paragonando le sue statistiche con quelle di Leao, è lui l’uomo chiave dei rossoneri.

Pulisic continua ad essere il trascinatore dei rossoneri: la doppietta di ieri sera contro il Torino ne è la prova. E pensare che il giorno prima della partita, il calciatore statunitense era a casa con la febbre a 39°C.

I tifosi considerano Leao la stella della squadra di Allegri, e si aspettano molto da lui. Tuttavia, mettendo a confronto le statistiche del calciatore portoghese con quelle di Pulisic, è evidente chi sia la stella attualmente.

Milan, Pulisic on fire: statistiche a confronto con Leao

Milan

CHRISTIAN PULISIC ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Nella stagione 2024/25, Pulisic ha realizzato 11 gol e fornito altrettanti assist in Serie A, mentre in Champions League ne ha segnate 4 di reti. Inoltre, è suo il gol del momentaneo pareggio nella finale di Supercoppa Italiana, poi vinta contro l’Inter da 2-0 a 2-3. Leao, invece, nella Serie A 2024/25 ha realizzato 8 gol e e 10 assist, mentre in Champions League 3 gol e 1 assist.

Per quanto riguarda questa stagione, Pulisic è attualmente il capocannoniere della Serie A con 7 gol insieme a Lautaro Martinez. Inoltre, è a quota 2 reti in Coppa Italia. Nel frattempo, Leao ha segnato 5 gol finora in questa Serie A, e fornito 1 assist.

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