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Bruno N’Gotty: eroe per caso al servizio di Zaccheroni

Poco affidabile come difensore, Bruno N’Gotty si è reso -in qualche modo- protagonista della rimonta Scudetto rossonera della stagione 1998/99.
Il difensore francese, ex Milan e Venezia (che si affronteranno questa domenica alle 12:30), non ha lasciato un buon ricordo nella mente dei tifosi, se non che per un paio di episodi che hanno portato i rossoneri di Zaccheroni a rimontare la Lazio nella stagione 98/99.

View of Stadio Giuseppe Meazza also known as San Siro Stadium, is a football stadium of A.C. Milan and Inter Milan in Milan, Italy.
Bruno N’Gotty: da meteora a eroe…per caso
Nel Milan esterofilo della seconda metà degli anni Novanta, il difensore Bruno N’Gotty, arriva dal PSG nell’estate del 1998 grazie al duo Galliani-Braida per 7 miliardi di Lire. Dopo un girone di andata da titolare nel 3-4-3 di Zaccheroni accanto a Costacurta e Maldini, in cui aveva dimostrato scarsa affidabilità difensiva e numerosi svarioni, sembra destinato ad essere l’ennesimo difensore a non lasciare il segno con i rossoneri.
Il francese di origini camerunensi, a dispetto delle sue credenziali, non convince Zac e al termine del girone di andata lo relega in panchina in favore del lombardo Luigi Sala. Sembra il viale del tramonto per il possente Bruno, soprannominato “Barracuda nero“. Ma la vita però, riserva sempre delle sorprese.
I rossoneri di Zaccheroni, occupano il 4° posto in classifica con 30 punti. Davanti a loro la partita contro il Bologna di Carlo Mazzone, ottavi a quota 25. N’Gotty, come nell’ultima gara in casa con il Perugia, siede nuovamente in panchina. La partita si mette subito male per il Diavolo, che subisce -dopo il gol annullato a Bierhoff per fuorigioco- il vantaggio del felsinei grazie alla rete di Beppe Signori.
I rossoneri reagiscono e pareggiano grazie a Guglielminpietro (complice il velo di Morfeo che trae in inganno la difesa avversaria). Ma il Bologna non sembra volersi accontentare del pari e raddoppia ancora con Signori, grazie ad una girata al volo di sinistro.
Cammino in salita per i rossoneri, che rischiano di perdere definitivamente il treno per lo Scudetto. Ma nel momento più difficile del match, la squadra di Zaccheroni ha una reazione d’orgoglio. Il secondo pareggio arriva al 53′, in maniera fortuita: conclusione al volo, da posizione defilata, di Morfeo, la palla colpisce Magoni e si impenna, infilandosi alle spalle di Antonioli.
Gara aperta, anzi apertissima. Occasioni da una parte all’altra. Zaccheroni fa esordire anche il sedicenne nigeriano Aliyu al 77esimo. Abbiati salva su Kennet Anderson.
Ma è qui che entra in gioco N’Gotty: il tecnico rossonero, al minuto 86, lo fa entrare al posto di Ambrosini. Sembra un cambio normale, ma proprio al 90′ l’arbitro Borriello di Mantova concede una punizione da oltre 20 metri ai rossoneri. Morfeo tocca leggermente il pallone per N’Gotty, che con un destro rasoterra violento e preciso infila Antonioli, mandando il pallone a insaccarsi nell’angolino alla sua sinistra.
È il 2-3, la rimonta del Milan è compiuta e il Bologna, dopo aver accarezzato anche i 3 punti, non riuscirà più a pareggiare. Al fischio finale i giocatori del Milan esultano sotto la Curva dei propri tifosi, e di colpo N’Gotty si ritrova a vestire i panni dell’eroe.
Quella vittoria così rocambolesca è la scintilla che fa accendere la fiamma in seno alla squadra rossonera: seguiranno infatti 11 vittorie nelle successive 16 gare, di cui 7 nelle ultime 7 giornate, che consentiranno ai rossoneri di compiere un’eccezionale rimonta sulla Lazio e di vincere uno storico Scudetto a Perugia il 23 maggio 1999.
Unica gioia italiana per Bruno
Quel gol però non ha cancellato il resto dell’avventura di N’Gotty in rossonero. Infatti, uno dei ricordi che i tifosi rossoneri non dimenticheranno è quell’incredibile autogol di tacco contro la Roma. Seguito poi anche da un altro autogol, molto goffo contro l’Inter, che Abbiati ancora ricorda benissimo. Tutti questi fattori portano il francese via da Milano. L’anno successivo infatti andrà a giocare nel Venezia di Spalletti: poche presenze e tanta panchina.
Finita in calando la sua esperienza in Italia, il francese tornò prima nella madre patria e poi andò a giocare in Inghilterra, nel Bolton e poi in altre squadre. Non contento, dopo i 40 anni giocherà ancora, nel Villefranche-Beaujolais, squadra di Villefranche-sur-Saône, nella 6ª divisione francese.
Comunque sia nella sua esperienza calcistica può fregiarsi di: 1 Coppa delle Coppe (1996, Paris S.G.), 1 Coppa di Francia (1998, Paris S.G.) e, appunto, lo Scudetto del 98/99. Non male si potrebbe dire.
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Juventus, 16 maggio1982: la seconda stella è realtà

Un trionfo, quello della Juventus, arrivato all’ultima giornata di un campionato agguerrito grazie al rigore di Brady. Beffata la Fiorentina di De Sisti.
Con tutto il popolo italiano inconsapevole di quello che pochi mesi dopo accadrà va in scena l’ultima giornata, infuocata, del campionato di Serie A della stagione 1981/1982.

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Facciamo chiarezza
È il 16 maggio 1982, giorno della vigilia degli Internazionali maschili al Foro Italico di Roma. La corsa Rosa sta entrando nel vivo, ed è purtroppo la prima domenica senza Gilles Villeneuve, deceduto in seguito al terribile incidente sul circuito di Zolder.
In questo contesto l’evento che tiene tutto il Paese con la radiolina sintonizzata su “Tutto il calcio minuto per minuto” è la 30esima giornata del campionato di Serie A. L’ultima di uno dei tornei più emozionanti e spettacolari di sempre. Juventus e Fiorentina arrivano a pari merito: 44 punti. Con i Viola che sfidano il Cagliari in Sardegna, mentre i bianconeri sono di scena a Catanzaro.
Come non bastasse, ad aumentare la pressione, lo spauracchio spareggio (mancante dal 1964). Ma non solo. Oltre all’assegnazione del titolo, ad eccezione della retrocessione anticipata del Como, tutti gli altri verdetti sono ancora da scrivere.
Juventus: una viglia tutt’altro che serena
L’accoglienza in Calabria per la Juventus è tutt’altro che amichevole. All’aeroporto vengono presi di mira da una contestazione agguerrita. Quasi 3mila persone li fischiano e li insultano. La massa è composta in maggioranza, ovviamente, da tifosi anti-juventini.
Come se non bastasse, alcuni giocatori vengono anche assaliti, Tra questi Paolo Rossi, colpito da uno schiaffo al volto. Il povero Pablito è tra i più criticati. Tutto per via delle vicende legate alla squalifica del Totonero, terminata il 28 aprile. Il tecnico Trapattoni subito dopo la fine della squalifica lo ha lanciato contro l’Udinese. Rossi ha risposto con una prestazione maiuscola, contribuendo con un gol nel 5-1 rifilato ai friulani.
Sulla carta l’impegno calabrese della Juve non dovrebbe essere proibitivo vista la salvezza già acquisita dal Catanzaro di Bruno Pace. C’è da dire che nelle file dei calabresi c’è Sergio Santarini, di professione stopper. L’ex bandiera della Roma, nelle 13 stagioni trascorse nella Capitale ha condiviso lo spogliatoio con Picchio De Sisti. Tra i due era nata un’amicizia vera. Un motivo da non sottovalutare. Lo stopper del Catanzaro si stenderebbe di traverso pur di non far passare la Signora.
“In questi giorni penso alla Fiorentina. La nostra leggerezza potrebbe distruggere il campionato della Viola, polverizzare tutte le sue fatiche, non sarebbe giusto. Ragionerei così anche se non conoscessi Picchio”, queste le parole di Santarini.
Catanzaro-Juventus, la gara del Comunale
All’ex Campo Militare di Catanzaro è tutto esaurito: 30mila spettatori, con insistenti proteste da parte dei 60mila rimasti fuori. Il Trap recupera in extremis Tardelli. Davanti ancora assente Bettega: giocano Rossi e Virdis, con Fanna che scalpita in panchina. Furino vince il ballottaggio con Bonini. Per il resto è la solita Juve, capitanata da Zoff, alla 300esima presenza in bianconero.
È l’ultima gara di Liam Brady. Boniperti infatti ha già piazzato due colpi da 90 per la prossima stagione: Boniek e Platini.
I primi tempi della 30esima giornata scivolano via. Da segnalare solo un brivido nell’area juventina al 39’, quando il contatto tra Borghi e Brio viene giudicato regolare dall’arbitro Pieri. Dalle parti di Zaninelli, bianconeri vicini al gol con Tardelli.
La ripresa si apre con una clamorosa occasione ancora per il centrocampista ex Pisa, che da ottima posizione stampa di testa sulla traversa. Con il passare dei minuti Brady sale in cattedra e con lui si alza il livello dell’intera squadra. La Juve comincia a girare, il gol è nell’aria.
Intanto dal Sant’Elia interviene Ciotti per comunicare l’annullamento della rete di Graziani, episodio al quale seguiranno oceani di polemiche (dalle immagini il fallo non sembra così evidente). Al 30’ Brady pesca Marocchino, l’inesauribile centrocampista si allunga la palla e cavalca verso il fondo, il suo cross raggiunge Rossi che colpisce il palo. Sulla carambola la sfera finisce sui piedi di Fanna, che controlla e calcia a botta sicura trovando sulla traiettoria del tiro il braccio di Celestini.
L’arbitro Pieri questa volta indica il dischetto. Dagli undici metri si presenta lo specialista Liam Brady. Proprio lui, con le valigie in mano direzione Sampdoria. Rincorsa breve e piattone sinistro alla destra di Zaninelli che si tuffa dall’altra parte. Lo Scudetto prende la via di Torino. Quando Ameri annuncia il vantaggio bianconero sulle tribune del Sant’Elia la radiolina dei Pontello finisce in mille pezzi. A Catanzaro invece inizia un nutrito lancio di oggetti, che dalle tribune bersagliano l’avamposto di Trapattoni.
I verdetti della Serie A 81/82
L’epilogo è scontato: la Fiorentina non riesce a segnare e dopo 90 minuti spasmodici la Juventus si conferma Campione d’Italia, conquistando il suo 20esimo Scudetto.
Ma l’ultima giornata di questa stagione regala altri verdetti pesantissimi. Il pareggio del Sant’Elia condanna al secondo posto la Viola ma salva il Cagliari. Come a salvarsi è anche il Genoa, grazie alla rete di Faccenda che vale il 2-2 al San Paolo.
I pareggi dei sardi e dei liguri condannano però il Milan. Nonostante l’eroico ribaltone sul Cesena firmato Jordan, Romano e Antonelli, i rossoneri tornano in Serie B. Stessa sorte per il Bologna, retrocesso per la prima volta nella sua storia nella stagione in cui lancia un talento futuro del nostro calcio: Roberto Mancini.
Inutile dirlo, ma si deve, il post partita e i giorni seguenti all’epilogo del campionato saranno bollenti. Mentre mezza Torino corre festante a Caselle per accogliere i campioni, a Firenze sfilano cortei e slogan in protesta contro gli arbitraggi.
Anche il capitano viola Antognoni nel post partita rilascia dichiarazioni pesanti, ma alla Vecchia Signora importa poco: inizierà il nuovo campionato con la seconda prestigiosa stella sul petto.
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Napoli, McTominay da record al debutto in Serie A

Il Napoli si gioca lo scudetto nelle ultime due giornate e Conte punta tutto sui suoi leader, con McTominay sempre più protagonista.
Il Napoli si gioca tutto nei prossimi 180 minuti: due vittorie vorrebbero dire scudetto. Ecco perché Antonio Conte, in questo finale di stagione, ha bisogno di tutti i suoi uomini, ma soprattutto che a salire in cattedra siano i leader tecnici della squadra.
Tra questi c’è ovviamente Scott McTominay. Anche contro il Genoa, nonostante il pareggio, lo scozzese è stato decisivo con due assist, dando continuità a un periodo straordinario, nel quale aveva già messo a segno due doppiette, contro Empoli e Torino, e il gol vittoria in casa del Monza.
Il centrocampista ex Manchester United sta vivendo una stagione da urlo e non è un caso se Conte lo considera ormai uno dei punti fermi della sua formazione.
Napoli, McTominay meglio di Kaká
I numeri parlano per lui. Come riportato da Transfermarkt, McTominay è il centrocampista che, nel 21° secolo, ha partecipato al maggior numero di gol nella sua stagione d’esordio in Serie A: 17 tra gol e assist (11 reti e 6 passaggi decisivi), alla pari con Hernanes nella stagione 2010/11.
Meglio anche di giocatori che centrocampisti lo erano solo sulla carta, come Kaká, Ilicic e Diego. Lo scozzese ha ancora due partite per staccare il Profeta e prendersi il primato assoluto in questa speciale classifica, ma soprattutto per provare a regalare al Napoli e a tutti i suoi tifosi un sogno tricolore che è davvero a un passo.
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Chi è il miglior portiere della Serie A? I numeri dicono che…

La Serie A 2024/2025 sta per volgere al termine ed è tempo di bilanci anche dal punto di vista delle prestazioni. Ecco il miglior portiere che ha superato tutti.
Di estremi difensori in questa stagione ne sono spiccati parecchi, tuttavia uno in particolare ha lasciato sicuramente il segno più degli altri e in estate potrebbe anche partire verso i grandi club.
Miglior portiere della Serie A, per i numeri è Milinkovic-Savic
Il portiere del Torino ha dimostrato più volte quanto può essere decisivo nei momenti clou. Nonostante il suo club non abbia tagliato traguardi importanti, Vanja Milinkovic-Savic ha comunque risaltato tra tutti gli estremi difensori della Serie A grazie alla sua incredibile reattività e capacità di esecuzione.
Altezza, bravura nelle uscite, leadership in campo, reattività ed elasticità sono solo alcune delle caratteristiche che l’hanno portato sotto i riflettori. L’esordio in granata è datato 20 maggio 2018, in un Genoa-Torino 1-2 con Walter Mazzarri in panchina. Da quel momento c’è stata una crescita esponenziale.

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Secondo alcuni dati, oltre ai 10 clean sheet totali (dove occupa l’8° posizione), risulta colui che ha compiuto il maggior numero di parate (128) di cui 83 dentro l’area. Alcuni dei suoi interventi gli sono valsi più volte il premio di MVP della giornata ed è stato l’incubo per molti attaccanti.
Un altro dato che salta all’occhio è quello dei calci di rigore parati, ben 4 in totale (1° in Serie A), che gli ha conferito la nomina di miglior portiere della Serie A, almeno per quanto riguarda i numeri.
Il premio potrebbe riceverlo al termine della stagione ma al momento, con due giornate ancora da giocare, anche gli appassionati non hanno dubbi sull’affermare il primato assoluto del serbo.
Il suo futuro in granata è tutt altro che certo, infatti sono già pervenute alcune richieste di informazioni da parte di grandi club europei. Questa si può definire la stagione della consacrazione per Milinkovic-Savic che ora può dirsi un portiere completo.
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