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Lazio, Rovella uomo assist: ma c’è un dato da migliorare

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Nicolò Rovella è un elemento imprescindibile nel centrocampo della Lazio. Si improvvisa anche uomo assist, ma può migliorare nell’aspetto disciplinare.

Al netto della sorprendente e deludente eliminazione ai quarti di Europa League contro il Bodo Glimt, la stagione della Lazio non è del tutto da buttare. A 5 giornate dal termine del campionato, i biancocelesti sono a -1 dal quarto posto. In pochi lo avrebbero pronosticato, soprattutto dopo gli addii di Luis AlbertoFelipe AndersonCiro Immobile, e l’arrivo in panchina di un Marco Baroni che aveva sempre allenato squadre di bassa classifica.

Lazio ancora in corsa per la Champions: quanto c’è di Nicolò Rovella

Uno dei protagonisti dell’annata biancoceleste è Nicolò Rovella, che come continuità e completezza ha pochi eguali nella rosa biancoceleste, ma anche nel panorama dei centrocampisti del nostro campionato. L’anno scorso, prima con Maurizio Sarri e poi con Igor Tudor ha collezionato complessivamente 23 presenze in Serie A, di cui 16 da titolare. Quest’anno ha superato il problema della pubalgia ed è già a quota 28.

Lazio

NICOLO ROVELLA ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

I suoi minuti in campo sono quasi raddoppiati: è il quinto giocatore più utilizzato da Baroni, che non riesce a farne a meno. L’ex Monza forma con Matteo Guendouzi una coppia solidissima in mezzo al campo: corsa, tecnica, qualità, quantità, inserimento, fisicità, personalità. Nell’ultima vittoria contro il Genoa, Rovella ha fornito a Boulaye Dia il terzo passaggio vincente del suo campionato, eguagliando il proprio record di assist.

I numeri dal punto di vista difensivo rendono l’idea di quanto sia un calciatore imprescindibile per la Lazio: è il secondo in Serie A per tackle, il terzo per palle rubate e il decimo per intercetti (dati Kickest). Con Baroni è diventato un giocatore completo, al quale è praticamente impossibile rinunciare. Eppure, c’è un problema che il centrocampista italiano non riesce a risolvere: il numero elevato di cartellini.

Rovella è stato ammonito ben 13 volte in campionato, tant’è che guida la classifica dei cartellini gialli davanti ad Armando Izzo del MonzaSaul Coco del Torino e Jaka Bijol dell’Udinese. E’ un giocatore che non si risparmia e non toglie mai la gamba, ma spesso non riesce a frenare quando è necessario. Ma il dato che salta all’occhio è che 5 gialli sono arrivati per proteste.  Il 23enne ha saltato già 2 partite per squalifica e ora è entrato nuovamente in diffida.

Se i prossimi impegni sono contro Parma ed Empoli, poi arriveranno la Juventus e l’Inter: la Lazio non può permettersi di rinunciare al suo centrocampista di riferimento. Forse per diventare un giocatore di alto livello e conquistare definitivamente la Nazionale, a Rovella manca proprio quello step dal punto di vista disciplinare. Oltre magari a qualche gol in più: è ancora a secco in questa stagione.

 

 

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Milan-Benfica 1-0: la quarta Coppa dei Campioni rossonera

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Milan

Il 23 maggio è una data storica per il milanismo. Trenta­cinque anni fa, nel 1990, Milan-Benfica segnò la vittoria della quarta Coppa dei Campioni rossonera.

La squadra rossonera con questa vittoria europea in quel di Vienna suggellava uno dei cicli più vincenti e iconici della storia del calcio europeo. Tutto questo nella cornice dello stadio Prater (oggi Ernst Happel Stadion), teatro di una finale combattuta contro il Benfica.

milan-benfica

arrigo sacchi celebrazione 120 anni ac milan during Milan vs Sassuolo, Italian Soccer Serie A Men Championship in Milano, December 15 2019 – LPS/Fabrizio Carabelli

Notti europee: Milan-Benfica

A guidare il Milan c’era Arrigo Sacchi, innovatore del pallone, che aveva rivoluzionato l’idea stessa di questo sport. Il suo Milan non si affidava a giocate estemporanee, ma al collettivismo in cui ogni elemento era funzionale al tutto. In campo, poi, nomi sublimi: dalla difesa composta da Baresi, Costacurta, Maldini e Tassotti, passando per il dinamismo e la visione di Ancelotti e Donadoni a centrocampo. Per arrivare poi all’incredibile trio olandese rappresentato da Ruud Gullit, Marco van Basten e Frank Rijkaard.

Un trio che possedeva caratteristiche come potenza, tecnica e intelligenza tattica. I rossoneri si presentavano a Vienna per cercare quello che oggi chiamerebbero “back to back”. In sostanza avevano vinto la Coppa dalle grandi orecchie nel 1989 e provavano a ripetersi nel 1990.

Il percorso europeo era stato tutt’altro che semplice. Dopo aver superato agilmente il primo turno contro l’HJK Helsinki, il Milan aveva eliminato il Real Madrid (2-0 a San Siro e una sconfitta indolore per 1-0 al Bernabéu). Ai quarti, avevano avuto la meglio sul Malines, ma solo nei supplementari. In semifinale fu il Bayern Monaco a mettere seriamente alla prova i campioni uscenti. Decisiva, in quel caso, la regola del gol in trasferta. Ad aiutare i rossoneri il 2-2 nel complessivo.

La squadra di Arrigo Sacchi arrivò prima anche in questo frangente: prima volta nella storia a passare un turno grazie a questa norma anche dopo i supplementari.

Un lampo di Rijkaard illumina la notte rossonera

Ad affrontare il team di Sacchi il Benfica di Sven-Göran Eriksson. I portoghesi arrivavano da una cavalcata imponente. Avevano battuto tra gli altri Honvéd, Dnipro e Olympique Marsiglia. Ma il Milan era  di un altro livello rispetto a quelle compagini.

Primo tempo molto tattico, con entrambe le squadre prudenti e concentrate nel non concedere opportunità. Di conseguenza nessuna occasione clamorosa. A regnare soltanto tanta lotta ed equilibrio assoluto.

La svolta arriva nella ripresa. Rientrato dagli spogliatoi il Milan prende più coraggio iniziando ad alzare i ritmi. Van Basten sfiora il vantaggio, trovando la pronta risposta del portiere lusitano Silvino Louro.

Ma al 67’ proprio l’attaccante olandese serve un pallone in profondità a Frank Rijkaard, che taglia la difesa del Benfica come burro, si presenta davanti al portiere e con freddezza lo trafigge. Milan-Benfica 1-0. E reterà così fino al triplice fischio. Da quel momento in poi, il Milan gestisce il vantaggio con maturità e intelligenza, impedendo ai portoghesi di rientrare in gara. Una vittoria di squadra, di metodo, di carattere, in puro stile Arrigo Sacchi.

Un lascito per le generazioni future

Quella finale non è stata solo la conquista della quarta Coppa dei Campioni nella storia del Milan. E’ stata l’apice di un’epoca irripetibile. Il ciclo di Sacchi ha lasciato un segno indelebile nel calcio, diventando modello e fonte d’ispirazione per generazioni di tecnici.

Oggi, a 35 anni di distanza, quella notte viennese continua a vivere nei racconti, nei video sgranati, nei cori dei tifosi, nei ricordi di chi c’era e in quelli di chi avrebbe voluto esserci. Quel 23 maggio 1990 è una data scolpita nella leggenda rossonera. Un esempio di come il calcio, quando giocato con intelligenza e passione, si trasforma in arte.

E per ogni milanista, Milan-Benfica resterà per sempre una sinfonia perfetta in bianco, rosso e nero.

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Storie di Campioni: Gianluigi Buffon

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Buffon

 Riviviamo la carriera calcistica dei migliori campioni del passato. Dai primi calci al pallone alla gloria eterna. Oggi è il turno di Gianluigi Buffon.

Gianluigi Buffon è stato uno dei più grandi portieri della storia del calcio. Riviviamo la sua vita e carriera dagli inizi di Parma fino alle grandi parate che lo hanno fatto diventare quello che è stato.

Gianluigi Buffon

L’URLO DI LUCIANO SPALLETTI E GIGI BUFFON ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Gianluigi Buffon: gli inizi

Gigi Buffon nasce a Carrara il 28 gennaio 1978 da una famiglia di sportivi. Da sempre appassionato al calcio, comincia a muovere i suoi primi passi nella scuola calcio del Canaletto, successivamente dopo aver passato diversi anni tra settori giovanili di squadre dilettanti, arriva la chiamata del Parma. Inizialmente cominciò a giocare a centrocampo e solo all’età di 14 anni passò alla porta. Dopo aver fatto tutta la trafila giovanile nella stagione 1995/96 venne aggregato alla prima squadra, dove inizierà ad incantare tutti.

Il debutto con il Parma e il passaggio alla Juventus

Esordì all’età di 17 anni il 19 novembre 1995 contro il Milan, la gara terminò 0-0 e lui fu uno dei migliori in campo. Nella stagione successiva diventò il portiere titolare del gialloblu. Fu una grande stagione dove i parmensi riuscirono ad arrivare secondi in campionato alle spalle della Juve e si qualificarono alla UCL. La consacrazione arriva nella stagione 1998/99 dove il Parma riuscì a vincere Coppa Italia e Coppa UEFA. Successivamente per 75 miliardi di lire passò alla Juventus diventando l’acquisto più oneroso della storia bianconera.

L’amore per la Juventus

Con la Juventus resta per 19 stagioni diventando una vera e propria bandiera del club (con una parentesi in Francia al PSG). Diventa così probabilmente il portiere più forte della storia del calcio alternando parate su parate che porteranno i bianconeri in alto in Italia. Nel 2006 dopo essere diventato Campione del Mondo con la Nazionale decide di restare in bianconero dopo la retrocessione in Serie B giurando così amore alla maglia. Dopo aver riportato il club al titolo di Campione d’Italia (per 9 anni di fila), decide di cambiare aria e approdare in Francia al PSG.

Gianluigi Buffon, la parentesi in Francia e il ritorno a Parma

All’età di 40 anni passa al PSG provando a vincere la tanto ambita Champions League (unico titolo mai vinto in carriera. Sarà una stagione con molti alti e bassi dove non riuscirà a vincere la massima competizione europea. Dopo esser tornato alla Juve come secondo portiere decide dunque di chiudere il cerchio e tornare al Parma in Serie B. Saranno anni faticosi dove però riuscirà a portare i gialloblu nella massima serie italiana, il 30 Maggio 2023 scende in campo contro il Cagliari, quella sarà la sua ultima partita. Si ritirerà poi il successivo 2 agosto, all’età di 43 anni.

La Nazionale

Con la Nazionale italiana disputa il Mondiale del 1998, del 2002, del 2006, del 2010e del 2014, trionfando in Germania nel 2006 disputando un torneo clamoroso. Con l’Italia ha disputato 176 partite, diventando così uno dei giocatori simbolo della Nazionale. Tutt’ora è stato nominato capo delegazione della Nazionale da CT Luciano Spalletti.

Gianluigi Buffon: il palmares

Club

  • Coppa Italia: 6 (record condiviso con Roberto Mancini)
Parma: 1998-1999
Juventus: 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018, 2020-2021
  • Supercoppa italiana: 7 (record)
Parma: 1999
Juventus: 2002, 2003, 2012, 2013, 2015, 2020
  • Campionato italiano: 10 (record)
Juventus: 2001-2002, 2002-2003, 2011-2012, 2012-2013, 2013-2014, 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018, 2019-2020
  •  Campionato italiano di Serie B: 1
Juventus: 2006-2007
  • Supercoppa francese: 1
Paris Saint-Germain: 2018
  •  Campionato francese: 1
Paris Saint-Germain: 2018-2019
  •  Coppa UEFA: 1
Parma: 1998-1999

Nazionale

  • Campionato mondiale: 1
Germania 2006

Individuale

  • Trofeo Bravo: 1
1998-1999
  • Oscar del calcio AIC/Gran Galà del calcio AIC: 16
Miglior portiere: 1999, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2008
“Fan” award: 2006, 2007
Squadra dell’anno: 2012, 2014, 2015, 2016, 2017
Miglior calciatore assoluto: 2017
  • ESM Team of the Year: 3
2002-2003; 2014-2015; 2016-2017
  • Miglior portiere europeo: 3
2003, 2016, 2017
  • Miglior giocatore UEFA: 3
Miglior portiere: 2003, 2017
Miglior giocatore dell’anno: 2003
  • Squadra dell’anno UEFA: 5
2003, 2004, 2006, 2016, 2017
  • Portiere dell’anno IFFHS: 5
2003, 2004, 2006, 2007, 2017
  • Inserito nel FIFA 100
2004
  • Premio Yashin: 1
2006
  • All-Star Team del mondiale: 1
Germania 2006
  • FIFA FIFPro World XI: 3
2006, 2007, 2017
  • Squadra del torneo dell’europeo: 2
Austria-Svizzera 2008, Polonia-Ucraina 2012
  • Premio IFFHS: 2
Miglior portiere degli ultimi 20 anni: 2009, 2012
  • Premio IFFHS: 1
Miglior portiere del decennio (2000-2009)
  • Premio IFFHS: 1
Miglior portiere del XXI secolo (2012)
  • Premio IFFHS: 1
Miglior portiere degli ultimi 25 anni: 1987-2012
  • Premio IFFHS: 1
Miglior portiere di tutti i tempi: 1987-2020
  • Squadra della stagione della UEFA Europa League: 1
2013-2014
  • Squadra della stagione della UEFA Champions League: 2
2014-2015, 2016-2017
  • Pallone Azzurro: 2
2013, 2016
  • Premio Gianni Brera allo sportivo dell’anno: 1
2015
  • Premio Nazionale Carriera Esemplare “Gaetano Scirea”: 1
2016
  • Golden Foot: 1
2016
  • The Best FIFA Goalkeeper: 1
2017
  • Gazzetta Sports Awards nella categoria Uomo dell’anno: 1
2017
  • Squadra maschile dell’anno IFFHS: 1
2017
  • Candidato al Dream Team del Pallone d’oro (2020)
  • Premio IFFHS: 1
Miglior portiere degli ultimi 35 anni (1987-2022)
  • Globe Soccer Awards alla carriera
2024
  • UEFA President’s Award: 1
2024
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Como, Yeremay promesso sposo: statistiche e scheda tecnica

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yeremay como

Il Como di Fabregas, al termine di una stagione straordinaria, è già in clima calciomercato e a breve dovrebbe chiudere per Yeremay. Ecco l’identikit.

I lariani sono pronti al primo grande colpo del prossimo calciomercato. Il primo reparto interessato da cambiamenti è l’attacco, 30 milioni di euro già sul piatto.

Como, l’identikit di Yeremay: primo colpo da 90?

Il percorso clamoroso di Nico Paz e compagni è ancora impresso negli occhi di tutti gli appassionati ma per la società lombarda è già tempo di pianificare le prossime mosse, soprattutto in ambito calciomercato.

Da settimane infatti proseguono i contatti tra il Como e il Deportivo La Coruna per il trasferimento, alla corte di Fabregas, dell’attaccante classe 2002 Yeremay Hernández.

Nato a Las Palmas, ha iniziato a praticare il calcio all’interno della cantera del club cittadino per poi passare a quella del Real Madrid e da subito ha attirato l’attenzione di diversi talent scout. L’esordio in Liga2 avviene il 17 agosto 2024, dopo una lunga trafila tra le leghe minori, con la maglia del Deportivo.

yeremay como

Fonte: profilo Instagram Yeremay https://www.instagram.com/p/DBKNS7gI-hA/

La stagione ormai conclusa è stata quella dell’esplosione per Yeremay che ha messo a referto 15 gol e 5 assist in 37 partite, conquistando le attenzioni di club anche esteri, tra cui il Como e la Juventus.

Il club lariano però è risultato più deciso e sicuro dell’ingaggio del 10 che in particolare vanta una grande tecnica individuale, unita a freddezza sotto porta e tendenza ad aiutare la squadra in fase di costruzione. Lo stile di gioco assomiglia a quello di Nico Paz ma la posizione prediletta è principalmente largo a sinistra per poi rientrare.

Un colpo da 90 per il Como che nelle prossime ore finalizzerà l’operazione pagando la clausola da 30 milioni di euro.

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