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Macedonia-Galles, le probabili formazioni e dove vederla

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Torino

Macedonia-Galles è uno dei match validi per la seconda giornata delle qualificazioni ai mondiali del 2026, ed è in programma martedì 25 marzo alle 20:45

Macedonia-Galles è un match che mette di fronte due squadre che hanno trionfato nei rispettivi primi match e che vogliono prendersi la testa del gruppo J. La Macedonia dovrà tentare di fare il massimo per centrare un vittoria contro un avversario ostico davanti al proprio pubblico mentre i ragazzi di Bellamy  dovranno fare una gran partita per prendersi la testa del girone.

Macedonia-Galles

Qui Macedonia

In vista del match contro il Galles mister Milevski schiererà un 4-2-3-1 con Dimitrievski tra i pali e il quartetto difensivo composto da Dimoski, Zajkov, Serafimov, Alioski. In mediana ci sarà la coppia Bardhi-Alimi mentre sulla trequarti alle spalle di Miovski opererà il terzetto Churlinov, Elmas, Trajkovski.

Qui Galles

In vista del match contro la Macedonia mister Bellamy metterà in campo un 4-2-3-1 con Ward tra i pali e il quartetto difensivo composto da Roberts, Rodon, Davies e Williams. In mediana ci sarà la coppia Jordan James-Sheehan mentre sulla trequarti alle spalle di Harris ci saranno Brennan Johnson, Cullen, Daniel James

Probabili formazioni di Macedonia-Galles

Macedonia (4-2-3-1): Dimitrievski; Dimoski, Zajkov, Serafimov, Alioski; Bardhi, Alimi; Churlinov, Elmas, Trajkovski; Miovski. Ct: Milevski.

Galles (4-2-3-1): Ward; Roberts, Rodon, Davies, Williams; Jordan James, Sheehan; Brennan Johnson, Cullen, Daniel James; Harris. Ct: Bellamy.

Dove vedere Macedonia-Galles

Il match Macedonia-Galles in programma martedì 25 marzo alle 20:45 sarà visibile su UEFA.tv

Mondiali

Sudafrica 2010: il momento d’oro della Spagna

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Dopo il trionfo a EURO 2008, la Spagna di Vincent Del Bosque vuole ripetersi ai Mondiali di Sudafrica 2010. Sarebbe il primo Mondiale vinto.

Dal 2008 al 2013, la Nazionale di Calcio Spagnola è senza dubbio una delle squadre più temute del mondo. Uno dei motivi principali è la nascità del tiki-taka.

Tra i convocati di Del Bosque per i Mondiali di Sudafrica 2010 spuntano diverse leggende. Leggende come Casillas, Puyol, Iniesta, David Villa, Xabi Alonso, Fabregas, Sergio Ramos, Torres, Busquets, Piqué, e e tanti altri. L’obiettivo? Quello di ripetersi dopo la vittoria degli ultimi Europei.

Sudafrica 2010: il percorso della Spagna

Sudafrica 2010

Il sorteggio vede i Campioni d’Europa nel Girone H insieme a Svizzera, Cile e Honduras. Un girone ostico, ma molti si aspettano la qualificazione agli ottavi della Spagna. L’esordio, però, non è granché: le Furie Rosse perdono 0-1 con la Svizzera grazie ad un gol di Gelson Fernandes (52′).

Contro l’Honduras non ci sono scuse: servono assolutamente i 3 punti. Gli uomini di Del Bosque lo sanno e vincono 2-0 grazie alla doppietta di David Villa (17′, 51′). Arrivano i 3 punti anche contro il Cile: finisce 1-2 grazie alle reti di David Villa (24′) e Iniesta (37′).

La vittoria con il Cile vale la qualificazione agli ottavi, dove le Furie Rosse dovranno vedersela con il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Dopo un primo tempo sofferto, la Spagna si sveglia nella ripresa e la sblocca con il solito David Villa (63′). E’ l’unico gol della partita e le Furie Rosse avanzano ai quarti dove affronteranno il Paraguay, grande sorpresa di questo Mondiale.

Contro la Albijorra, la Spagna soffre più del previsto: infatti, Casillas para anche un rigore a Cardozo. Pochi minuti dopo, sono le Furie Rosse ad ottenere un rigore: Xabi Alonso segna, ma il rigore va ripetuto. Il secondo tiro dal dischetto viene parato.

Alla fine, però, a deciderla è sempre lui: David Villa. Suo il gol a 7 minuti dal novantesimo che manda la Spagna tra le prime 4. In semifinale, c’è una super sfida contro la Germania: chi vince affronta l’Olanda in finale, che ha battuto l’Uruguay.

Semifinale e finale

Anche in questo caso gli uomini di Del Bosque vincono per 1-0, ma questa volta il gol è di Puyol che segna di testa da calcio d’angolo. La Spagna può diventare Campione del Mondo per la prima volta, due anni dopo il trionfo a EURO 2008.

La finale contro l’Olanda è incandescente, ma anche molto nervosa: lo confermano le 14 ammonizioni, compreso il doppio giallo a Heitinga che lascia gli Oranje in 10. Nella ripresa, il protagonista in negativo è Robben che si divora due gol clamorosi davanti a Casillas: anche se gli interventi del portiere del Real sono molto belli.

La partita va ai supplementari con le occasioni che continuano ad arrivare: la migliore capita a Fabregas che però, come Robben, si fa parare il tiro davanti alla porta da Stekelenburg. Come detto prima, l’Olanda finisce in 10 per la doppia ammonizione di Heitinga.

Il gol decisivo arriva a 4 minuti dal centoventesimo: lo segna Iniesta che fa impazzire di gioia tutta la Spagna, mentre gli Oranje protestano per un presunto fuorigioco. Al fischio finale, le Furie Rosse possono festeggiare la vittoria del loro primo Mondiale.

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Mondiali

Olanda: 51 anni fa il più grande rimpianto

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fifa

Esattamente il 7 luglio del 1974 la nazionale d’Olanda, guidata da Johan Cruijff, sbatteva contro la Germania Ovest, perdendo così il Mondiale.

Nella splendida cornice dell’Olympiastadion di Monaco di Baviera, Germania Ovest ed Olanda danno vita ad una delle più atroci ingiustizie mai accadute nella storia del calcio.

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Germania Ovest-Olanda: il grande spreco olandese

Non si trattava di una semplice finale Mondiale. Era una lotta tra due compagine lontane anni luce l’una dall’altra. In primis dallo stile di gioco. I tedeschi facevano della concretezza, del pragmatismo e della determinazione i loro dogmi principali.

L’Olanda dalla sua è una nazionale che sta assorbendo lo spirito di rivoluzione calcistica degli anni ’70 che si sta sempre più sviluppando in ogni ambito culturale, nel suo paese. Rivoluzionari era un termine che calzava a pennello per i giocatori Oranje, sia dentro che fuori dal campo.

Capelli lunghi, basettoni, maglie arancio acceso, addirittura le compagne e mogli in ritiro da una parte, mentre dall’altra fuorigioco, pressing asfissiante e ricerca incessante del gol. Praticamente in due parole: Arancia Meccanica. Al contrario dei teutonici che scendono in campo con rigidità e compattezza.

A pilotare le due fazioni calcistiche due giocatori meravigliosi: Johan Cruijff, il direttore d’orchestra Oranje e giocatore del Barcellona, e Franz Beckenbauer, il punto cardine dei Die Mannschaft. 

Il cammino fino alla finale era stato pressocchè simile, ma diverso allo stesso tempo. L’Olanda aveva chiuso in testa in entrambi i gironi, mentre i tedeschi erano arrivano secondi nel primo girone (dietro alla Gemania Est), per poi vincere il secondo girone.

Tutto questo faceva presagire l’Olanda come la favorita del torneo. Ma come nella maggiore della ipotesi non sempre vince chi ha il favore del pronostico. E così accade. Gli uomini guidati in campo da Cruijff però andavano in vantaggio dopo appena due minuti grazie ad un rigore di Neeskens, per poi venire agguantati e superati dai tedeschi.

Al 25esimo ci pensava Paul Breitner a impattare la finale sul momentaneo 1-1 grazie ad un altro rigore, mentre prima dello scadere della prima frazione, al minuto 43, Muller con un diagonale ravvicinato portava avanti i teutonici.

Il risultato rimarrà così fino al fischio finale. Per la formazione olandese tanto rammarico per aver sprecato un’occasione d’oro visti gli interpreti in campo. Quindi si può benissimo affermare che il 7 luglio del 1974 non abbia vinto la migliore.

Per chiudere, Andrè Agassi (grande tennista statunitense) nella sua biografia scrisse: “Il dolore per una sconfitta è sempre superiore alla gioia per una vittoria. Ma se tutte le sconfitte fanno male, alcune sono peggio di altre”.

 

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Mondiali

Italia 90: quando Maradona eliminò l’Italia al San Paolo

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Maradona

Sono passati 35 anni dalla semifinale di Italia 90 tra Italia e Argentina. Una partita particolare con Maradona avversario degli Azzurri allo Stadio San Paolo.

L‘Italia di Azeglio Vicini era una delle favorite per la vittoria dei Mondiali del 1990, essendone il paese ospitante. Una squadra con giocatori come Zenga, Maldini, Bergomi, Baresi, Donadoni, Schillaci, Vialli e tanti altri.

Gli Azzurri riescono ad arrivare in semifinale, facendo tre vittorie su tre nel loro girone, senza subire gol. Anche nelle partite agli ottavi e ai quarti, Zenga riesce a tenere la porta inviolata: con questo sono 517 minuti di imbattibilità. In semifinale, ad aspettare i padroni di casa, c’è l’Argentina di Diego Maradona, Campione del Mondo in carica.

Italia 90: Maradona a Napoli da avversario

stadio napoli Italia 90

Se da una parte l’Italia arriva in semifinale senza subire gol, l’Argentina soffre molto più del previsto. Si qualifica agli ottavi solamente come una delle migliori terze, poi elimina Brasile e Jugoslavia.

La semifinale tra Italia e Argentina si gioca allo Stadio San Paolo. Dunque, Maradona è avversario dei tifosi del Napoli. La vigilia della partita, il campione argentino ricorda ai tifosi Partenopei che il resto dell’Italia li considerasse “africani”. Dichiarazioni che creano diverse polemiche.

La partita è molto combattuta, ma a sbloccarla è l’Italia dopo 17 minuti grazie ad un gol di Schillaci. Nella ripresa, però, l’Argentina trova il gol del pareggio con Caniggia (67′) su errore di Zenga: termina, dunque, l’imbattibilità del portiere dell’Inter.

Il risultato resta così anche dopo i tempi supplementari: si va ai rigori. Dopo aver sbagliato il rigore contro la Jugoslavia, Maradona si riscatta e batte Zenga dagli 11 metri. Il protagonista, però, è Sergio Goycochea che para i rigori di Donadoni e Serena, mandando l’Albiceleste in finale.

L’Italia vincerà poi la partita per il terzo posto contro l’Inghilterra, ma il rammarico di non aver vinto un Mondiale in casa resta.

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