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Mondiale per Club

Inter, la prima idea del calcio di Chivu: meno profondità, più ricerca dell’ampiezza

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Inter

L’Inter nella notte è stata impegnata nella sfida contro il Monterrey valida per il Mondiale per Club, nella quale si è vista una prima idea del calcio di Chivu

Ovviamente è presto per dare un giudizio all’operato del nuovo allenatore nerazzurro, ma dalla prima partita sono emerse alcune novità rispetto alla precedente gestione. Come ci si poteva aspettare il modulo è stato mantenuto, vista anche e soprattutto com’è strutturata la squadra, ma l’interpretazione sembra essere differente sotto alcuni punti di vista.

Inter

SIMONE INZAGHI PUNTA IL DITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

Inter: stesso modulo, tanti cambiamenti

Nella prima partita contro il Monterrey, l’Inter ha cercato meno l’imbucata centrale verso l’attaccante, forse per l’assenza dal primo minuto di un giocatore abile nell’attacco alla profondità come Marcus Thuram o forse per il baricentro basso della squadra messicana. Fatto sta che spesso e volentieri la squadra si è ritrovata a gestire dei possessi palla prolungati al limite dell’area avversaria, con il pallone che veniva mosso con velocità da una parte all’altra per trovare un varco. La formazione nerazzurra dunque ha dato la sensazione di essere meno potente ed esplosiva, ma più dominante ed avvolgente, con una costante ricerca dell’ampiezza e del lato debole dell’avversario.

La gestione dei piazzati e la marcatura a zona

Altre importanti novità si sono viste nella gestione dei calci piazzati sia a sfavore che a favore, tant’è che la partita è stata decisa da un calcio d’angolo e da uno schema su punizione. Come detto in conferenza post partita da Lautaro Martinez, la marcatura è passata ad essere a zona e non più a uomo, ed il gol di Sergio Ramos è proprio frutto di un’incomprensione causata da questo cambiamento.

Guardando il lato positivo però, la squadra nerazzurra ha pareggiato i conti con una rete che è il risultato di un qualcosa di preparato dallo staff tecnico in allenamento. Con Inzaghi i calci piazzati erano diventati un arma in più per l’Inter, che mandava a saltare giocatori dotati di una grandissima stazza fisica, ma difficilmente si mai è visto uno schema di questo tipo. Questo sta ad indicare la cura del dettaglio da parte di Chivu, che nel poco tempo che ha avuto a disposizione è già riuscito a lasciare una sua impronta e a trasmettere una sua idea di calcio.

Inter

LAUTARO MARTINEZ ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

 

Mondiale per Club

Real Madrid massacrato dal PSG (0-4): tutto troppo facile a New Jersey

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Non c’è storia fra Real Madrid e PSG, nella seconda semifinale del Mondiale per Club: Luis Enrique troverà Enzo Maresca in finale.

Ennesima prestazione straripante del meraviglioso PSG di Luis Enrique, che si fregia di un altro scalpo illustre (il Real Madrid, dopo il Bayern Monaco) e si conferma la squadra più forte del mondo.

Troppo PSG per il Real: ora il Chelsea di Maresca in finale

Non c’è bisogno del titolo di campione del mondo (a livello di club) per stabilire che il PSG sia la squadra più forte del mondo. Quattro trofei, en plein in patria (Ligue 1, Coupe de France e Trophée des Champions) e la sonora lezione di calcio impartita all’Inter in finale di Champions League. Copione che si è ripetuto, quasi come un déjà vu, con il Real Madrid, nella gara che valeva la finale della prima edizione del Mondiale per Club.

Ora, fra il PSG e il quinto trofeo del 2026 (che potrebbero diventare sei qualora i parigini vincessero anche la Supercoppa Europea contro il Tottenham), c’è solo il Chelsea di Enzo Maresca. Fra i francesi e gli spagnoli non c’è mai partita, con i transalpini che sono già avanti di tre gol quando il tabellone luminoso dello stadio non ha neppure superato la mezz’ora. Parte bene il Real, anche se in realtà erano partite bene entrambe.

La partita è piacevole nei primi minuti, con le Merengues che hanno la prima occasione della partita con Bellingham, ma poi il PSG sale rapidamente in cattedra. Due parate importanti di Courtois, prima che Fabian Ruiz sblocchi il risultato approfittando di un pasticcio del canterano Asencio: schierato titolare al posto dello squalificato Huijsen, dato che l’ex Juventus era stato espulso contro il Borussia Dortmund.

Il giovane spagnolo, però, prosegue nel suo Mondiale per Club da incubo. In questa edizione del torneo aveva infatti giocato una sola partita: quella contro il Pachuca, dove era stato espulso dopo appena sette minuti. Da quel momento in avanti non aveva più giocato, se si eccettuano i cinque minuti conclusivi della partita proprio contro la BVB. Tirato fuori dalla naftalina, il prodotto della Cantera blanca pasticcia un pallone in area di rigore facendoselo portare via da Dembélé. Il francese viene steso da Courtois, ma l’ex Napoli ribatte a rete.

Il Real prova subito a scuotersi, con un’iniziativa personale del grande ex Mbappé, ma un altro errore marchiano (questa volta di Rudiger, il più esperto del reparto arretrato) consente allo stesso Dembélé di involarsi verso la porta avversaria. DemBolt è in stato di grazia e, quest’anno, non sbaglia mai. 2-0 e l’impressione che fra le due squadre ci sia qualche categoria di differenza. Sensazione poi corroborata sempre da Fabian Ruiz, che, intorno alla mezz’ora, sublima una straordinaria azione corale con la doppietta personale.

Da quel momento in poi è accademia parigina, con il Real che prova a scuotersi (soprattutto ad inizio secondo tempo) ma che non riesce mai realmente a impensierire la porta difesa da Donnarumma. Nel finale arriva anche il gol del 4-0 di Goncalo Ramos, subentrato nella ripresa, con tanto di commovente dedica al compianto Diogo Jota. Le attenuanti per Xabi Alonso ci sono, dalle tante assenze al poco tempo avuto a disposizione per lavorare, ma anche la colpa di aver impostato un piano partita semplicemente folle.

Se lo spartito tattico preparato da Luis Enrique non stona una nota, quello del suo omologo basco fa acqua da tutte le parti. Se è vero che il PSG vanta un novero di soluzioni praticamente sterminato ed è capace di farti male in ogni modo, a prescindere dall’atteggiamento che adotti in campo, è altrettanto vero che difendere con una linea così alta contro una squadra così letale nell’aggredire gli spazi è un suicidio.

Il Real sin qua aveva fatto vedere segnali incoraggianti su come la rivoluzione (tecnica e culturale) voluta da Xabi Alonso stesse attecchendo sui giocatori, ma aveva anche mostrato perplessità che sono tutte venute al pettine in questa partita. E, soprattutto, c’è il “caso” Mbappé. Lui continua a segnare, ma nel frattempo la sua squadra non vince nulla; delude in praticamente tutte le competizioni a cui prende parte e soprattutto mostra una preoccupante involuzione collettiva sin dall’arrivo in rosa del fuoriclasse francese.

Il PSG, al contrario, una volta potata l’ultima “mela marcia” e disintossicato lo spogliatoio, è diventata una macchina di corale perfezione. Per qualsiasi squadra, al di fuori dello stesso PSG, perdere un giocatore di quel valore e che ha richiesto una spesa tanto esosa sarebbe stato un disastro economico. I parigini non solo l’hanno assorbito da un punto di vista economico, tanto da essere arrivati a spendere circa 240 milioni (fra la sessione estiva e quella invernale) nell’anno della sua partenza a parametro zero, ma anche tecnico-tattico.

Il PSG è indubbiamente più forte senza Mbappé, il Real indubbiamente più debole. Non può certamente essere soltanto colpa sua, ma anche la stessa Francia (se si eccettua il Mondiale del 2018 e la trascurabile Nations League del 2021) ha sempre underperformato con lui in campo. Prima ancora che l’imposizione della propria filosofia di gioco in un club tradizionalmente restii a cambi pelle così profondi, la missione che attende Xabi Alonso è quella di mettere Mbappé al centro di un Real Madrid nuovamente Galactico: da questa impresa, più di ogni altra cosa, dipende il suo destino sulla panchina del Bernabeu.

Real Madrid

Kylian Mbappé ( foto KEYPRESS )

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Mondiale per Club

PSG-Real Madrid, risultato in diretta: LIVE (0-0)

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PSG

PSG-Real Madrid, queste le formazioni ufficiali per la sfida delle 21 tra la squadra di Xabi Alonso e quella di Luis Enrique. Manca sempre meno alla sfida che deciderà l’altra finalista insieme al Chelsea. Novità Doue e Garcia per i due tecnici.

PSG-Real Madrid, il tabellino:

REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Valverde, Rudiger, Asencio, F. Garcia; Tchouameni, Arda Guler, Bellingham; Vinicius Junior, G. Garcia, Mbappé. All. Xabi Alonso.

PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Beraldo, Nuno Mendes; Neves, Vitinha, Fabian Ruiz; Doue, Dembelé, Kvaratskhelia. All. Luis Enrique.

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Mondiale per Club

PSG-Real Madrid, le ultimissime sulle formazioni

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Donnarumma

PSG-Real Madrid, manca sempre meno all’attesa semifinale tra la squadra di Luis Enrique e quella di Xabi Alonso, in una rivisitata gara da Champions. Tridente leggero per l’ex Barca mentre lo spagnolo conferma Mbappè.

PSG-Real Madrid, le probabili formazioni:

PSG (4-3-3): Donnarumma; Hakimi, Marquinhos, Beraldo, Nuno Mendes; Neves, Vitinha, Fabian Ruiz; Dembelé, Barcola, Kvaratskhelia. Allenatore: Luis Enrique.

REAL MADRID (3-4-2-1): Courtois; Rudiger, Tchouameni, Asencio; Alexander-Arnold, Valverde, Arda Guler, Fran Garcia; Bellingham, Vinicius Junior; Mbappé. Allenatore: Xabi Alonso.

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