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Coppa Italia

Juventus, Spalletti: “Bisogna aspettarsi un po’ di cambi. Vlahovic lo vedevo molto dentro alla squadra”.

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Juventus

Il tecnico della Juventus Luciano Spalletti presenta in conferenza stampa la gara contro l’Udinese alla vigilia della sfida valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia.

Dopo le due vittorie consecutive contro Bodo e Cagliari, la Juventus torna in campo per la Coppa Italia. La formazione bianconera ospita allo Stadium l’Udinese negli ottavi di finale della competizione nazionale. Un test importante per la Juve, per dare continuità di vittorie e proseguire con l’assorbimento del gioco di Luciano Spalletti. Il tecnico bianconero ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita.

Juventus, le parole di Spalletti

Addio a Nicola Pietrangeli.

“Vorrei salutare Nicola Pietrangeli, un campione che ci ha insegnato a vincere con passione, eleganza e sacrificio. Dal suo modo di essere campioni ci siamo ritrovati a un livello top di tennis. A me piaceva giocare a tennis e lo guardavo con occhi particolari”.

Partita.

“Bisogna aspettarsi un po’ di cambi, abbiamo fatto fatica a livello mentale e fisico. Tutto il gruppo sta lavorando in maniera corretta e coerente ed è giusto dare spazio a chi ne ha avuto meno.

Vlahovic,

“Parlate con i medici di queste cose, sono loro i riferimenti. Secondo me due o tre mesi starà fermo, poi il medico saprà essere più preciso. Occasioni per gli altri? Nel suo rotolarsi il pallone dà occasioni, bisogna coglierle. Io comunque preferivo avere a disposizione Vlahovic, lo vedevo molto dentro alla squadra”.

Coppa Italia.

Juventus vs Udinese

“Anche gli altri pensano le nostre stesse cose, ora ha svelato un segreto. Poi è chiaro che bisogna vincere partite importanti, senza accumulare la fatica nei stessi giocatori. Bisogna essere belli e vincenti, possibilmente anche belli. Mi sembra che il pubblico sia di palato fine. Vincere non basta, c’è questa esigenza di giocare bene. Intanto però vinciamola qualche partita e poi ci aggiungiamo altro.

Domani sera faremo una formazione per vincere la partita, non per essere compresi. E sarà una gara difficile. Anche poche settimana fa i nostri giocatori sono stati bravi a portarla a casa, ma hanno rischiato anche il pari. Un po’ come contro il Cagliari, se non chiudi la partita può capitare l’occasione che ti mette il bastone tra le ruote”.

Napoli. 

 “Dobbiamo pensare solo a questa partita. Vincerla e portarla a casa vorrebbe dire avere più entusiasmo e certezze”.

Miretti e Zhegrova.

“Miretti sa fare molte cose, è un professionista serio, una persona seria. Si può usare già questa parola e non ragazzo. Ha i tempi del calcio e ha la personalità di andare a creare l’imprevisto dal previsto. Può essere anche il regista che inventa qualcosa. Gli ha fatto bene giocare anche giocare in un ruolo quando è andato in prestito. Pendo che il suo ruolo sia mediano/centrocampista, ma il fatto che si sappia adattare è un aiuto ulteriore alla squadra”.

“Zhegrova viene da un infortunio lungo. Lui è una miccia accesa, perché quando parte può esplodere da un momento all’altro con la palla al piede. Non sai cosa possa tirar fuori da un momento all’altro. Spesso si dice che i numeri 10 sono scomparsi, ma va confrontato con quelle che sono ora le squadre e la corsa, ora tutte fanno tutte uno contro uno nei 7144 metri quadri. Lui deve aumentare il raggio d’azione, deve migliorare quando c’è da sbattersi continuamento. Per questo ora lo vedo di più a partita in corso. 

Scelta del portiere.

“Per me è facile, devo essere aperto a sentire e vedere quello che succede giorno dopo giorno in campo. Di Gregorio al momento è il titolare, poi ovviamente continuo a vedere le belle parate anche degli altri portieri. Per me Perin è un uomo importante anche in spogliatoio, lo sentono e lo seguono, per me è perfetto. Mi piace avere Mattia collaboratore”.

 

Coppa Italia

Milan, l’addio amaro alla Coppa Italia riaccende il tema della rosa corta

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Milan – Errori tecnici, seconde linee insufficienti e un organico troppo leggero per reggere il doppio fronte. La sconfitta dell’Olimpico conferma i limiti strutturali della squadra di Allegri.

L’eliminazione del Milan agli ottavi di Coppa Italia per mano della Lazio lascia più di un rimpianto. Alla vigilia, Allegri aveva avvertito i suoi su Sportmediaset: «Servirà giocare molto bene dal punto di vista tecnico». Un campanello d’allarme che si è rivelato profetico. All’Olimpico, infatti, proprio la qualità tecnica è mancata. Le occasioni più pericolose dei biancocelesti sono nate da errori evitabili in uscita, soprattutto di De Winter e dei compagni di reparto.

Rispetto alla sfida di campionato, il Milan ha creato qualcosa in più, ma è uscito sconfitto 1-0 per il gol di Zaccagni a difesa schierata, una situazione su cui Allegri e il suo staff insistono molto in settimana. In una gara povera di qualità, la Lazio di Sarri ha avuto almeno il merito di provarci con maggiore convinzione.

Milan, su chi puntare il dito?

Puntare il dito contro un singolo sarebbe ingeneroso, ma è evidente che le seconde linee – Estupiñán escluso – non abbiano sfruttato la chance. De Winter è apparso insicuro, Ricci non ha inciso, Loftus-Cheek è stato appena sufficiente e Nkunku ha sprecato un’altra occasione per sbloccarsi. Qualche segnale interessante è arrivato da Jashari, ancora però lontano dalla miglior condizione.

Milan

RAFAEL LEAO RAMMARICATO DOPO UN GOL FALLITO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

La debolezza strutturale della rosa rossonera emerge con forza: appena 19 giocatori reali a disposizione e molti giovani chiamati a coprire buchi importanti. Un limite che rende complicato competere su due fronti, come già visto a inizio stagione con il ko per 3-0 contro la Cremonese, in parallelo al crollo del Napoli contro il Verona un anno prima. Anche Conte, senza impegni europei, uscì dalla Coppa Italia contro la Lazio: un destino simile che racconta le difficoltà di chi non può permettersi rotazioni profonde.

Allegri spera almeno di replicare l’epilogo della scorsa stagione di Conte, trasformando una delusione di metà anno in un finale in crescendo. Per farcela, però, servirà ben altro rispetto alla prova opaca vista all’Olimpico.

 

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Coppa Italia

Lazio, Sarri: “Basic è tra i migliori nei movimenti”

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Maurizio Sarri elogia Basic dopo la vittoria della Lazio sul Milan in Coppa Italia, definendolo uno dei giocatori più affidabili.

Il Trionfo della Lazio in Coppa Italia

La Lazio ha ottenuto una vittoria preziosa contro il Milan, consolidando la propria posizione nel torneo di Coppa Italia. La partita, caratterizzata da una prestazione convincente dei biancocelesti, ha visto emergere alcuni protagonisti chiave. Tra questi, il centrocampista Toma Basic, il cui contributo è stato particolarmente apprezzato dall’allenatore Maurizio Sarri. Dopo la gara, Sarri ha sottolineato come Basic si sia dimostrato uno dei giocatori più affidabili in termini di movimenti in campo.

Le Parole di Sarri su Toma Basic

Maurizio Sarri ha espresso parole di grande stima nei confronti di Toma Basic, evidenziando come il suo ruolo sia cruciale per l’equilibrio della squadra. “A livello di movimenti, Basic è tra i più affidabili, se non il più affidabile,” ha dichiarato Sarri, lodando la capacità del centrocampista di interpretare al meglio le dinamiche del gioco. La prestazione del croato è stata determinante per il successo della Lazio, dimostrando ancora una volta il valore aggiunto che porta alla squadra.

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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio

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Coppa Italia

Sarri: “Noslin non penso verrà ceduto. Tavares lo sto facendo giocare poco, spero si arrabbi. Insigne? Vedrà la società”

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Lazio

Maurizio Sarri commenta in conferenza stampa la vittoria della Lazio per 1-0 contro il Milan in Coppa Italia

Maurizio Sarri ha parlato in conferenza stampa al termine del match di Coppa Italia tra Lazio e Milan, in cui la sua squadra ha conquistato la vittoria per 1-0.

Le parole di Sarri in conferenza stampa

I cambi sono stati la soluzione

“Secondo me le sostituzioni ci hanno dato un buona porto anche sabato, molto probabilmente ci avevano portato a fare risultato. abbiamo tanti ragazzi che vengono dagli infortuni e non sono al massimo, ci stanno aiutando in spezzoni di partita. Visto come stanno evolvendo, molto presto ci daranno un contributo più importanti. I cambi sono stati un fattore sicuramente”.

Noslin è entrato benissimo: merita più spazio? Andrà via a gennaio?

“La cessione non penso, non abbiamo parlato di questo. È un giocatore complicato da connotare, nelle partite come queste con più spazi diventa un giocatore che può fare la prima punta. Contro le squadre più chiuse fa fatica. Nelle ultime partite sta entrando più spazio, ho la sensazione che ci potrebbe dare una grossa mano”.

La Lazio sta diventando una squadra da big match?

“Non c’è un rapporto tra squadre forti e deboli, c’è anche un discorso di caratteristiche, contro squadre che giocano di più troviamo più spazi. Speriamo sia un discorso di motivazioni che è più facilmente risolvibile”.

Tavares è entrato bene: come lo si recupera?

“Non è un soggetto semplice. Ci ho provato con le buone all’inizio ma lo stavo perdendo. Ora sto provando con le cattive, lo sto tenendo a distanza, lo sto facendo giocare poco e spero che lui si incazzi (ride, ndr.)”.

Sabato c’era Luis Alberto allo stadio, stasera c’era Milinkovic. Ci ha pensato a fargli uno squillo?

“Credo si stiano abituando a stipendi che qui non possono prendere. Fa piacere che due ragazzi siano così legati al gruppo e a questi colori. Ho visto una foto con l’esultanza di Sergio al gol, è bello. Ora loro viaggiano su situazioni economiche difficilmente proponibili. Uno ci farebbe comodo per qualità tecniche e di assist, l’altro ha sempre fatto doppia-doppia. Ci farebbero comodo tutti e due”.

Le piace vedere Mario Gila che sale palla al piede? 

“Lo stiamo preparando a non farlo. Non le deve fare quelle cose, è roba da dilettanti. Ci ha fatto prendere un contropiede. Sono cose che non deve assolutamente fare”.

Che tipo di leader è Zaccagni?

“Sicuramente è un leader tecnico. Da come l’ho ritrovato mi sembra stia prendendo le caratteristiche anche di leader emotivo. È in evoluzione”.

Arriva Insigne?

“Non ne ho assolutamente idea. Avevamo parlato di altri ruoli, una volta sistemati quelli la considerazione spetta alla società. Sono molto affezionato a lui, come un figlio, ci ho passato anni bellissimi insieme. Poi bisogna fare i conti con la società, i ruoli indispensabili erano altri”.

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