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Perché è così emozionante vedere una partita live: Le motivazioni dei tifosi
Per un tifoso, vivere la partita dal vivo è qualcosa di imperdibile e di inimitabile.
Le luci scintillanti avvolgono il prato, i cori rimbalzano sulle tribune e nell’aria si sente quel piacevole profumo di panini e di caff͏è. Cosa chiedere di più? Prima ancora che si senta il fischio d’inizio, l’emozione è già alle stelle!
Questo fenomeno ha un nome e si chiama collectiv͏e effer͏vescence. In pratica, è una scarica di adrenalina che la folla condivide quando si ha lo stesso obiettivo. È per questo che assistere a una partita dal vivo è qualcosa di unico. Non è un caso se, nonostante tutte le tecnologie e il calcio a portata di clic͏k, milioni di persone scelgono comunque di andare allo stadio.
Nelle recenti partite del Real Madrid al nuovo Ber͏nabéu, per esempio, i fonometri della Liga hanno registrato dei picchi di oltre 115 decib͏el, l’equivalente di un jet al decollo. Dei numeri che nessuna sou͏nd-bar domestica potrà mai restituire. Per gli appassionati di calcio internazionale, tra l’altro, è possibile acquistare online i biglietti per vedere le partite di real madrid dal vivo. È semplice quanto prenotare un volo: pochi t͏ap sullo smartphone e il posto è assicurato.
La calamita dei cinque sensi
Oggi abbiamo a disposizione lo streaming in 8K e le telecamere a 360 gradi, ma non basta! I tifosi vogliono vivere qualcosa di più coinvolgente, vogliono sentire l’odore dell’erba appena tagliata e vogliono percepire la vibrazione della rete quando la palla entra in porta. Queste sono quelle piccole emozioni che non possono essere replicate e che racchiudono l’unicità del momento. Quando c’è un gol, lo stato esplode.
Le squadre studiano con degli ingegneri acustici il rimbalzo del suono per concentrare il sostegno in campo: un solo coro diventa un’onda che schiaccia gli avversari. La vista, invece, è potenziata dai maxi-schermi a definizione cinematografica che mostrano i replay in tempo reale, ma senza togliere al pubblico la sensazione di controllare ciò che succede sotto i propri occhi. L’insieme degli stimoli multisensoriali crea un imprinting davvero complesso. Al primo boato l’organismo rilascia dopamina, adrenalina e ossitocina e fissa nella memoria un ricordo vivido.
Appartenenza e tribù: Il tifo come identità sociale
Le curve sono lo specchio di una comunità. Gli psicologi spiegano che identificarsi con un gruppo soddisfa il bisogno di appartenenza e rafforza l’autostima. Così, una sciarpa diventa un segno di riconoscimento, il coro è un codice linguistico, il pr͏e-partita al bar è un rito di iniziazione.
- In Italia, le coreografie degli ultras raccontano le storie di quartiere e l’orgoglio cittadino.
- In Inghilterra i nuovi fan-zone inaugurati nella stagione 2024-25 hanno trasformato l’area attorno agli stadi in piazze permanenti dove vivere il pr͏e-game come un festival di quartiere.
La presenza fisica rinsalda i legami intergenerazionali: chi va allo stadio con il nonno ascolta i racconti delle partite viste in piedi sul muretto, chi ci va con i figli trasmette un patrimonio di ricordi che nessun abbonamento pay-per-vie͏w può sostituire. Anche per questo, molte società hanno introdotto i biglietti “family” e i settori kid͏s-friendly, affinché il passaggio di testimone resti un momento conviviale, non un costo proibitivo.
L’imprevedibilità che diventa ricordo
A differenza delle serie TV e dei videogiochi, una partita non ha un copione scritto. Ogni deviazione, ogni rimbalzo, ogni decisione VAR (che adesso è stata anche ampliata con la trasmissione in tempo reale dell’audio fra l’arbitro e la sala video in 14 campionati europei) può riscrivere la trama in un lampo. Questo margine di incertezza aumenta il coinvolgimento: il cervello rilascia dopamina quando lo stimolo è inatteso e potenzialmente gratificante.
Lo sanno bene i 68000 presenti al Bernabéu lo scorso aprile, quando un rigore prima concesso e poi annullato contro l’Arsenal ha fatto salire il rumore a 107 decibel. Chi quel giorno guardava la gara in streaming ha percepito il colpo di scena, ma chi era sul posto ha vissuto un vero e proprio cambio di pressione sonora, come se l’aria stessa si fosse contratta. Il ricordo di istanti del genere, l’urlo, il boato, la pausa di silenzio, si consolida come una fotografia emotiva, destinata a riemergere negli anni con una nitidezza quasi fisica.
Tecnologia e accessibilità: Il tifo nell’era digitale
Proprio l’innovazione rende più appetibile la presenza allo stadio. Il 5G diffuso nei grandi impianti consente di vedere i dati avanzati sullo smartphone senza perdere il contatto con l’azione; i biglietti digitali su block͏chain evitano il bagarinaggio e integrano dei servizi come il parcheggio o l’accesso alle esperienze VR post-match. Per chi vive lontano, le piattaforme ufficiali di molti club mettono in vendita i tagliandi internazionali con la traduzione automatica e i metodi di pagamento locali: un processo che abbatte le barriere linguistiche e quelle logistiche.
La UEFA, con la Champions League 2024-27 a girone unico da 36 squadre, ha moltiplicato i match intercontinentali e quindi le opportunità di andare in trasferta per seguire i club esteri senza dover attendere dei sorteggi improbabili. Il turismo calcistico, secondo i dati dell’Osservatorio europeo sullo Sport, vale oggi 4,7 miliardi di euro l’anno e cresce grazie a dei pacchetti che combinano il volo low-cost, la stanza in ostello e il biglietto elettronico.
Infine, l’evoluzione degli stadi stessi diventa motivo di viaggio: il Bernabéu rinnovato assomiglia a un parco a tema sportivo, con un museo interattivo, dei ristoranti stellati e persino un mini-palco per gli e-sport. Andare solo per la partita è quasi riduttivo. L’evento ingloba l’arte, il design, l’intrattenimento e persino la sostenibilità, considerando i nuovi sistemi di recupero dell’acqua piovana per irrigare il campo.
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Serie A, squalifica 15ª giornata non incide su Supercoppa
I giocatori di Inter, Napoli, Milan e Bologna potranno partecipare alla Supercoppa anche se squalificati nella 15ª giornata di Serie A.
Serie A e Supercoppa: una nuova regola in arrivo
Una novità importante sta emergendo nel mondo del calcio italiano. Gli appassionati di Serie A potrebbero presto vedere una modifica regolamentare che riguarda la partecipazione alla Supercoppa Italiana. Secondo quanto riportato da Gianluca Di Marzio, i giocatori di Inter, Napoli, Milan e Bologna, se dovessero ricevere una squalifica durante la 15ª giornata di campionato, avranno comunque la possibilità di scendere in campo per la Supercoppa. Questo cambio regolamentare potrebbe influenzare significativamente le strategie delle squadre e la gestione dei cartellini durante la stagione.
Implicazioni per le squadre e il campionato
Questa decisione solleva diverse questioni sui potenziali vantaggi competitivi. Le squadre coinvolte avranno la possibilità di schierare i loro migliori giocatori in una competizione che spesso determina il momentum della stagione successiva. Inoltre, questo cambiamento potrebbe anche portare a un allentamento della tensione per i giocatori durante le partite cruciali della Serie A, sapendo che una squalifica non pregiudicherebbe la loro partecipazione alla Supercoppa.
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Fonte: l’account X di Gianluca Di Marzio.
Serie A, in caso di squalifica nella 15ª giornata, i giocatori di Inter, Napoli, Milan e Bologna potranno giocare regolarmente la Supercoppa
— Gianluca Di Marzio (@DiMarzio) Dec 12, 2025
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Juventus, Tardelli: “Squadra apatico, salvo solo questi tre giocatori…”
L’ex attaccante della Juventus, Marco Tardelli, ha criticato aspramente la Vecchia Signora, in un’intervista concessa al quotidiano La Stampa.

KENAN YILDIZ RAMMARICATO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Juventus, le parole di Tardelli
La Juve di Tardelli: un’analisi critica
Marco Tardelli, leggendario ex calciatore italiano, ha espresso il suo parere sulla situazione attuale della Juventus in un’intervista a La Stampa. Secondo Tardelli, la squadra bianconera sta attraversando un periodo di apatia, evidenziando una mancanza di energia e determinazione nelle recenti prestazioni. Nonostante la critica feroce, Tardelli ha individuato alcune note positive in due giovani talenti: Kenan Yildiz e Francisco Conceicao.
Yildiz, descritto da Tardelli come un “fuoriclasse”, ha dimostrato di avere un potenziale straordinario, anche se non ha ancora assunto il ruolo di leader all’interno della squadra. D’altra parte, Conceicao è stato lodato per la sua vivacità e capacità di apportare un contributo significativo in campo. Tardelli ha inoltre elogiato Weston McKennie per la sua continuità e affidabilità, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Giovani promesse e veterani affidabili
L’analisi di Tardelli mette in luce come la Juventus possa contare su un mix di giovani promesse e giocatori esperti che possono fare la differenza. Il contributo di Yildiz e Conceicao potrebbe essere fondamentale per il futuro della squadra, mentre McKennie continua a rappresentare una certezza, sia in termini di prestazioni che di professionalità.
Queste osservazioni potrebbero suggerire una direzione per la Juventus, che potrebbe focalizzarsi sullo sviluppo e valorizzazione dei giovani talenti, affiancandoli a giocatori esperti per risalire la china e tornare competitiva ai massimi livelli.
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Fonte: l’account X di Schira.
Marco #Tardelli a LaStampa: “Questa #Juve è apatica. Uniche note positive sono #Yildiz che è un fuoriclasse anche se non ancora un leader e #Conceicao che con la sua vivacità dà sempre qualcosa in più. #McKennie nelle difficoltà non tradisce, è sempre continuo anche in zona-gol”
— Nicolò Schira (@NicoSchira) Dec 12, 2025
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Serie A, Simonelli: “Milan-Como? Entro il 18 sapremo. Su settore ospiti e riconoscimento facciale…”
Ezio Simonelli ha parlato in conferenza stampa al termine dell’Assemblea di Lega Serie A. Tanti i temi toccati, da Milan-Como fino ai tifosi e i settori ospiti.
Il presidente della Lega Serie A è intervenuto davanti alla stampa per aggiornare la situazione a proposito di alcune tematiche che stanno interessando in prima persona diverse istituzioni ma anche i tifosi.
Serie A, le parole di Simonelli
Che assemblea è stata? Quali sono stati gli argomenti?
“Assemblea di cose d’ordine, ci siamo dedicati soprattutto alle licenze nazionali che andranno poi in approvazione nel consiglio federale del 19 dicembre. Ci sono dei suggerimenti dei club di Serie A che andranno perfezionati nel weekend per fare una sintesi da presentare in Federazione a Gravina, nel consiglio che svolgeremo in collegamento da Riyahd.
L’assemblea ha anche preso in considerazione la proposta del Milan di mettere un tetto al prezzo del biglietto del settore ospiti: non mi sembra ci sia grande condivisione, si è deciso di costituire una commissione che dovrà portare a una proposta e poi a una votazione. Alla proposta, che nasce dal Milan, si sono associate anche altre squadre, tra cui Juventus e Inter. Poi abbiamo discusso della modifica dello statuto.
Oggi è un anno che sono stato eletto: abbiamo fatto un po’ di cose, spero giudicate positivamente. Non sto a fare un elenco, ma penso che intanto si sia ritrovata unità d’intenti con la Federazione: quando c’è armonia si lavora meglio, poi si discute anche partendo da posizioni diverse, ma la Lega ha aiutato i club a dialogare con la FIGC.
Abbiamo ottenuto anche alcuni benefici nell’ambito delle licenze nazionali, per esempio di non considerare nel costo del lavoro allargato gli italiani under 23: consente di investire sui giovani italiani e può essere un aiuto alla Nazionale. Mi pare una cosa molto positiva. Inoltre in quest’anno abbiamo concordato una riduzione automatica degli stipendi del 25% in caso di retrocessione, mi pare una cosa che vada verso la sostenibilità del sistema: se chi retrocede non ha meccanismi per equilibrare il costo diventa tutto meno sostenibile.
Abbiamo consolidato i rapporti con il governo, ho avuto modo di incontrare tutti i vertici dell’esecutivo, a partire dalla presidente Giorgia Meloni. Ognuno deve fare il suo mestiere, ma noi rappresentiamo una parte importante del PIL italiano e anche l’immagine dell’Italia all’estero, come mi ha rappresentato Meloni: una Nazionale vincente, che tutti ci auguriamo vada ai Mondiali, sarebbe un bel biglietto da visita per il Paese. Io vedo tanto scetticismo, ma lo vedevo anche nel 2021 quando siamo andati agli Europei: sembrava dovessimo uscire subito, invece, con la grinta che anche Gattuso saprà trasmettere, sono convinto che faremo la nostra bella strada. Sempre che tutto vada come ci auguriamo.
Ci sono un po’ di prime volte in Lega che mi piace citare: il presidente della FIFA, ma anche il Capo della Polizia. Con quest’ultimo abbiamo iniziato a discutere delle cose che servono al calcio, ipotizzando un protocollo d’intesa anche per quei temi che angosciano i tifosi, a partire dal divieto di trasferta che spesso viene comunicato a poche ore.
E poi ci siamo chiesti perché i tifosi ospiti vanno relegati tutti in un settore, che è la curva: se uno è abbonato in casa, perché non può andare nello stesso settore in trasferta? Sono cose condivise con la Polizia, l’obiettivo è trasformare gli stadi in luoghi sicuri, dove non entrino i malviventi. Le autorità si stanno battendo, credo che gli strumenti possano esserci a breve, per far sì che allo stadio vada solo chi vuole andare a tifare per la propria squadra”.

December 16, 2023, Brazil. In this photo illustration, the DAZN logo is displayed on a smartphone screen
Le indiscrezioni su una possibile partnership più stretta con DAZN?
“Non dipende dalla Lega, ma dalle singole squadre. È un’iniziativa economica importante di DAZN, che prevede la quotazione in pochi anni: ogni presidente deve valutare se quell’investimento può interessarlo o meno. È una cosa che DAZN sta offrendo come opportunità, anche a condizioni vantaggiose, alle singole società o alle rispettive proprietà: per esempio, nel caso del Milan, penso che potrebbe essere non il club calcistico, ma RedBird. Se dovessero farlo loro, sarebbe già un buon indicatore della bontà dell’investimento”.
Se alcuni aderissero e altri no, non sarebbe uno squiliibrio?
“Beh, intanto sarebbe una partecipazione marginale. Molti presidenti avevano azioni della FIAT, ma non incidevano sulle scelte della Juventus. È un esempio paradossale, ma per dire che un azionista di minoranza non ha grande grip”.
Milan-Como rientrerà tra le cose fatte in quest’anno?
“Ho letto cose non corrette in questi giorni. Non è un’ipotesi tramontata, ma in itinere: abbiamo avuto tanti pareri favorevoli, tra cui dall’Asia. L’AFC è l’unica che non ha dato un ok pulito, ma con due condizioni talmente impraticabili da non potersi considerare valide. Per questo abbiamo chiesto alla FIFA di dare una risposta finale: non reputiamo accettabili quelle condizioni, ma non perché non le vogliamo accettare.
È impossibile andare a giocare una partita di campionato italiano senza definirla come tale. Come pure andare a giocare in Australia senza arbitri italiani. Ma poi io dico: cara confederazione asiatica, ti sei accorta che noi a breve andremo in Arabia Saudita, nel territorio asiatico, a giocare una competizione, la Supercoppa, con arbitri italiani? Siamo andati in Cina, in Qatar: forse è un abbaglio.
E se è un abbaglio consideriamo quelle condizioni inesistenti e lo prendiamo come parere favorevole. Questo non vuol dire che abbiamo la certezza che si giocherà: vedrò Infantino a Doha a giorni, poi se la FIFA dirà che la partita non s’ha da fare ne prenderemo atto. Non mi sbilancio, e non do nemmeno giudizi, dico solo che il percorso è ancora attivo”.
C’è una deadline?
“Sicuramente sì, può essere questo incontro a Doha del 17. Poi se dovesse emergere la necessità di un approfondimento vedremo, ma intanto già il 18 avremo chiaro se ci sarà un orientamento favorevole”.
L’alternativa?
“Non abbiamo fatto alcuna ipotesi ancora, proprio perché lavoriamo sull’8 febbraio a Perth. È chiaro che, se il 18 dicembre avessimo chiaro che non si potrà giocare, starà ad Andrea Butti, head of competition, gestire l’organizzazione di quella partita”.

I TIFOSI DEL MILAN ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Piersilvio Berlusconi ha ipotizzato una partita in chiaro.
“Lo vedremo nel prossimo bando, tanti italiani lo vorrebbero. Vedremo se si potrà prevedere, nei vecchi bandi era prevista questa possibilità: dovremo mettere sul piatto della bilancia le offerte dall’esclusiva totale o da quella limitata. Ma chi non può essere d’accordo?”.
Ha detto che non c’è grande condivisione sulla proposta del Milan sul tetto al prezzo dei biglietti nel settore ospiti. Ci può dire di più?
“C’è poco da aggiungere. C’è chi ha detto che c’è libero mercato e chi ha detto che all’estero si fa in maniera diversa, calmierando i prezzi per i settori ospiti. È un po’ bianco o nero, quando le società si ritroveranno cercheranno di capire l’orientamento”.
Con il Capo della Polizia avete parlato del riconoscimento facciale?
“Ne abbiamo parlato, per me è la frontiera, oggi il riconoscimento è complicato. Però si scontra con alcune cose della normativa sulla privacy, ma sono cose che potrebbero essere superate, per esempio se gli abbonati dessero l’ok con una clausola nel contratto. Abbiamo avuto l’occasione di parlare di cosa accade negli Stati Uniti: appena entri ti danno il benvenuto, c’è la tua foto, al bar se prendi una birra non devi tirare fuori il portafogli perché è già tutto collegato. Il futuro è quello, noi dovremo vedere le best practice senza violare la privacy di nessuno”.
Il bilancio del suo primo anno di presidente?
“Intanto dovreste farlo voi, e non io. Io sono soddisfatto e contento di questo periodo, è un lavoro direi impegnativo: benché lo conoscessi, è una scoperta. Di cose da fare ce ne sono tante, dipende anche da come uno nella vita prende gli impegni, se con coinvolgimento o con distacco. Io sono abituato a fare tutto con massimo impegno”.
Gravina ha già detto che proporrà di ridurre il turnover tra campionati?
“Mi sembra una cosa molto lontana, io ero sul palco con lui e tutti siamo convinti che 100 società professionistiche siano troppe, o perlomeno difficilmente sostenibili. Gravina ha delle idee, ma non sono state ancora condivise: finché non le scopriremo, ci limitiamo a dire che qualcosa si dovrà fare, ma personalmente non saprei dare una ricetta sulla riduzione del numero di squadre professionistiche, né sulla formula per arrivarci. Facile dire voglio arrivare da 100 a 60, credo sia complicato trovare un criterio per non scontentare tante città”.

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