Serie A
Inter, Zilliacus: “Tutto è in vendita al prezzo giusto”
Inter, Zilliacus a L’Interista: “Mi piacciono Haaland e Pedri. Tutto è in vendita al prezzo giusto, se unissimo le forze con Al Thani…”
In esclusiva a L’Interista, il finlandese Thomas Zilliacus ha rilasciato una lunga intervista sull’Inter e le sue idee per rendere i nerazzurri un top team europeo.
In un tweet di ieri, riferendosi proprio all’Inter, l’uomo d’affari aveva lanciato una provocazione allo sceicco Jassim Al Thani: “Compriamo un top club italiano e rendiamolo il migliore al mondo!”
Inter, Zilliacus: “Voglio Haaland e Pedri!”

Ecco l’intervista integrale di Thomas Zilliacus a L’Interista sulla possibile acquisizione dell’Inter e un’eventuale coinvolgimento di Jassim Al Thani:
Partiamo dal “tweet” che abbiamo letto ieri: proporrà davvero ad Al-Thani di comprare l’Inter con lei?
“Vi spiego. Parte tutto da un’offerta che ho fatto per il Manchester United, la scorsa primavera. A suo tempo, sono arrivato alla stessa conclusione cui deve essere giunto ora lo Sceicco Jassim Al Thani”.
Ovvero?
“Ovvero che i Glazer non erano seriamente intenzionati a vendere. Ad aprile ho comunicato che non sarei andato avanti nelle trattative. La mia precedente offerta era ancora lì sul tavolo, ma li avvisai che non ne avrei fatte altre. Come ho detto, la mia sensazione era che i Glazer non fossero seri nell’intenzione di vendere”.
E poi?
“A quel punto ho detto a Jassim: perché non uniamo le forze e facciamo un’offerta per un club migliore? Per me investire in una squadra di calcio non lo è una questione di immagine, per comprare trofei: alcune persone lo fanno per questo”.
E lei, perché lo fa?
“Per me è un qualcosa di più. Ho fatto parte del calcio per tutta la mia vita: sono stato un giocatore, un allenatore ed anche un proprietario. Amo il calcio e credo che la prima cosa da fare sia quella di cercare di migliorare il club, di anno in anno. L’Inter è nata nel 1908, esiste da molto più tempo prima rispetto a quando siamo nati tutti noi, e ci sarà per molto tempo anche dopo la nostra morte. Mi vedo solo come un potenziale custode di un’istituzione”.
Ci spieghi meglio.
“Se ottengo il privilegio di essere il custode di un’istituzione, allora il mio compito è quello di assicurarmi che, quando eventualmente passerò la mano al prossimo custode, la suddetta istituzione sia in uno stato ancora migliore di prima. Ecco perché sono molto aperto alla cooperazione con lo sceicco Jassim. Il quale conosce luoghi che hanno un gran numero di appassionati di calcio alle spalle. So come gestire una squadra di calcio e conosco l’Italia, ci ho vissuto e penso che insieme possiamo fare qualcosa di molto buono, io e lui”.
Pensa che Al Thani le risponderà? Magari non via Twitter…
“(ride n.d.r.) Ha ragione! Sono sicuro che non risponderà tramite Twitter, ma sa, sono scandinavo, provengo da una cultura di comunicazione molto aperta. Ho iniziato la mia vita professionale come Global Head of Communications per la Nokia: mi piace la comunicazione di questo tipo. Diciamo che quando ho visto questa notizia ho pensato: ‘Ok, questa è un qualcosa che non posso evitare di commentare’. Sui social, quando qualcuno mi chiede qualcosa posso esprimere lì il mio punto di vista, ma quando si tratta di trattative d’affari serie beh, lì non c’è più niente di pubblico, quelle devono essere fatte in privato, in confidenza. E quando arrivano dei risultati, allora possono eventualmente essere annunciati”.
Ha fatto offerte per qualche altra squadra?
“No, solo per queste due: Inter e United. Per me è molto importante trovare un club con una larga fanbase, globale. So di poter creare ottimi profitti per i club partendo da questi tifosi, fornendo loro i servizi che desiderano. Sono stato contattato da molti club, ma la mia risposta è stata: ‘Se non avete una larga fanbase, globale, la cosa non mi interessa'”.
Ma come pensa di portare l’Inter a diventare il miglior club del mondo?
“Per prima cosa penso che per guidare un club bisogna capire il calcio. E come ho detto, sono stato giocatore, allenatore e proprietario. Penso di conoscere molto bene questo sport, insomma. L’Inter ha un ottimo management, a partire da Beppe Marotta, fino a tutta la squadra, sono bravi. Penso che un proprietario debba dare supporto alla dirigenza. Anche Inzaghi è molto bravo nel suo lavoro. Poi per costruire una squadra ci vuole anche altro”.
Cosa?
“Innanzitutto ci vogliono soldi e come ho detto, io so so come generarne, so come creare ottimi ricavi fornendo servizi ai tifosi. Insieme allo sceicco Jassim Al Thani, se unissimo le forze, so, e sottolineo che non credo, ma so per certo, che genereremmo molti soldi. Generando soldi daremmo la possibilità al club di acquistare i migliori giocatori del mondo. Preciso che non mi piace seguire lo stile del, per esempio, Paris Saint Germain. Vedo che acquista continuamente grandi stelle, ma senza creare un vero gruppo”.
E qual è la sua idea, in tal senso?
“Nella mia idea tutti devono essere pronti a combattere per la squadra, che viene prima di tutto. È sempre la squadra, non conta la gloria individuale o il prestigio di un giocatore. Non si possono avere troppe stelle, bisogna avere buoni calciatori, disposti a lavorare per il gruppo. Poi anche quei giocatori costano, quindi con i tifosi giusti, la dirigenza giusta e gli allenatori giusti, penso che l’Inter potrebbe diventare la migliore squadra del mondo”.
Pensa di poterci riuscire?
“Sì, e permanentemente. Non solo per uno o dieci anni, ma creando una squadra che ogni anno possa competere per vincere Serie A e Champions League. Come il Real Madrid, che è ogni anno al top, pronto a vincere”.
Alcune settimane fa ha detto che la famiglia Zhang non era interessata a vendere. Perché pensa che qualcosa possa cambiare, adesso?
“Penso che tutto sia in vendita quando il prezzo è giusto. La famiglia Zhang sta facendo un lavoro fantastico. C’è sempre gente pronta a criticare, qualunque cosa tu faccia e per quel che vedo, loro stanno facendo un ottimo lavoro, pure se come sempre non manca chi porta critiche. Steven e la sua famiglia stanno sostenendo finanziariamente l’Inter e l’hanno resa ciò che è adesso: una squadra top in Europa. Meritano grande credito, ora. E’ anche vero un altro aspetto, che mi viene da pensare”.
Cioè?
“Suning è alla presidenza da più di sette anni, forse ora vorrà magari occuparsi anche di altro. E se ci fosse una buona pista, una proprietà seria, che fosse disposta a continuare a far crescere l’Inter, allora penso che la famiglia Zhang possa essere disposta a vendere. Sono infatti convinto che gli Zhang amino l’Inter e che vogliano anche vedere il club continuare a migliorare. Quindi penso che per loro sì sia una questione di soldi, ma anche di trovare le persone giuste a cui cedere”.
Come ha detto lei però, è anche una questione di soldi. Qualche settimana fa si leggeva di un’offerta da 1,3 miliardi di euro proveniente da un fondo del Medio Oriente. Pensa che sia un prezzo che possa convincere gli Zhang a cedere?
“Non saprei dire se si trattasse di una vera offerta, so che c’erano molti rumors al riguardo, sul fatto che Investcorp fosse disposta a comprare l’Inter. Circolavano voci nei media, e le voci a volte sono vere, altre volte meno. Non posso dunque commentarlo. Come ho detto però, so che la famiglia Zhang ama l’Inter, dunque se ci fossero le persone giuste disposte ad offrire ciò che loro ritengano sia il giusto prezzo, allora penso che potrebbero ascoltare. Il lavoro che hanno fatto è davvero fantastico, vi spiego perché”.
Prego.
“La Cina ormai è un mercato molto grande per i tifosi dell’Inter. Voglio dire: ci sono tanti tifosi dell’Inter in Cina. E come ho detto questo è un aspetto cruciale per me. Se Steven fosse disposto a continuare anche con una percentuale minore, ne sarei lieto. Potrebbe essere una bella notizia perché penso che per l’Inter avere una buona squadra di riferimento sia una cosa molto positiva per le prospettive future, per i tifosi. Sono aperto a discutere qualsiasi tipo di struttura societaria, con lo sceicco Jassim Al Thani, con Steven Zhang e con qualsiasi partner che possa portare del reale valore aggiunto al club”.
Le piace l’Inter quest’anno? Pensa che possa competere sia per la Serie A che per la Champions League?
“Penso che l’Inter quest’anno stia andando molto bene. È un entusiasmante mix di talenti giovani e meno giovani e ciò che è più importante è che questo mix stia funzionando come squadra. Beppe Marotta e Simone Inzaghi hanno fatto un ottimo lavoro, con un buon supporto da parte di Steven Zhang. E sì, penso che possano vincere sia lo Scudetto che la Champions. Non dico che lo faranno, perché nel calcio non si sa mai: anche in squadre molto buone possono sempre esserci infortuni o altro, ma sicuramente la squadra ha il potenziale per andare lontano in Italia e in Europa”.
Se fosse il presidente dell’Inter, quale grande giocatore le piacerebbe che indossasse la maglia nerazzurra?
“E’ difficile dirne uno, dunque faccio due nomi. Nel calcio devi vincere le partite e devi segnare gol. Per farlo hai bisogno di attaccanti molto bravi. Per me, e non lo dico solo perché sono scandinavo, Erling Haaland è una superstar assoluta, mi piacerebbe vederlo con la maglia dell’Inter”.
Ed il secondo?
“Perché gli attaccanti segnino, serve avere gente a centrocampo che gli passi la palla nel giusto modo. E c’è un giocatore che mi piace tanto e che segna anche molto, che è Pedri del Barcellona. Certo, non penso che né Haaland, né Pedri siano in vendita in questo momento, ma come ho detto: per il giusto prezzo tutto è in vendita, ed è per questo che dobbiamo assicurarci che l’Inter faccia soldi, in modo che il club possa fare offerte per giocatori come loro”.
Oggi però sembra impossibile puntare questi nomi per lo stipendio che percepiscono. Pensa che un giorno l’Inter possa permetterselo?
“Sì, è questo che intendo. Oggi forse non è possibile, ma è per questo che sono stato felice quando ho visto che lo sceicco Jassim non avrebbe continuato le trattative con lo United. Penso che l’Inter sia un club ancora più attraente. In conclusione, lo sceicco ama il calcio e non deve dimenticare che l’Inter è in Italia”.
Questo aspetto fa la differenza?
“Sì, parliamo di un Paese fantastico, con tutto il rispetto per l’Inghilterra: penso che l’Italia abbia molto più da offrire dell’Inghilterra per quanto riguarda tutti gli aspetti della vita, dalla cultura, alla storia, al cibo, alla moda. Parliamo di una città come Milano. Che attrae sia i calciatori che gli investitori da tutto il mondo”.
Serie A
Parma, operazione per Ndiaye: il comunicato del club
Il Parma ha comunicato nella giornata di oggi che Abdoulaye Ndiaye si è sottoposto all’operazione per risolvere la pubalgia che lo stava attanagliando.
Buone notizie per il club crociato che è venuto a conoscenza dell’esito dell’operazione per il difensore arrivato nell’ultima sessione di calciomercato dal Troyes.
Parma, il comunicato sulle condizioni di Ndiaye
Di seguito il comunicato del club crociato:
Parma Calcio 1913 comunica che, nella giornata di oggi, il calciatore Abdoulaye Ndiaye è stato sottoposto ad un intervento chirurgico resosi necessario in seguito ad un consulto specialistico in merito alla diagnosi di pubalgia.
L’intervento – perfettamente riuscito – è stato eseguito a Londra, presso il Wellington Hospital, ed è stato eseguito dal Dottor Ernest Schilders alla presenza dello staff sanitario del Club.
Abdoulaye Ndiaye inizierà nei prossimi giorni l’iter riabilitativo necessario volto alla ripresa dell’attività agonistica.
In gialloblu ha collezionato 7 presenze, senza contribuire attivamente alla fase realizzativa, conquistando fiducia da parte di Cuesta ma costretto a fermarsi dopo il principio di pubalgia.
L’ultima presenza risale al pareggio interno contro il Milan dell’8 novembre 2025. I tempi di recupero saranno quantificati in base all’evoluzione del percorso post-operatorio, in ogni caso il ritorno in campo non è previsto per il mese di gennaio.

MATIAS SOULE IN AZIONE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Serie A
Laurienté, dal no al Sunderland alla scadenza di contratto: il Sassuolo davanti a una scelta decisiva
Laurienté, dal mancato trasferimento al Sunderland alla scadenza di contratto: il Sassuolo valuta se cedere ora o rischiare di perderlo a zero.
Ad un passo dalla Premier League lo scorso gennaio, alla fine Laurienté, dopo aver conquistato la promozione in Serie A e aggiudicandosi il premio di capocannoniere, ha deciso di rimanere in Emilia, pronto a prendere parte, dopo un anno di battuta d’arresto, al nuovo campionato di Serie A.
Tuttavia, rimane un piccolo scheletro nell’armadio, legato proprio al momento in cui il francese era molto vicino a cedere alle avance del Sunderland, club anch’esso neopromosso e pronto a investire 25 milioni di euro per il suo cartellino. Il giocatore si era detto assolutamente d’accordo, tanto da recarsi addirittura in Portogallo per chiudere l’affare.
Ad un tratto, però, emerge una clausola particolare nel contratto, che gli avrebbe impedito di liberarsi a una cifra prefissata in caso di retrocessione. Un fattore che, nonostante l’ottimo momento vissuto oggi dal club inglese, arrivato persino a sognare un ritorno in Europa, ha fatto tornare sui suoi passi il numero 45 neroverde, che ha così deciso di interrompere il trasferimento.
Sassuolo, cosa fare ora con Laurienté
Ora però lo scenario sembra essere nuovamente cambiato, con il giocatore che deve fare i conti anche con la concorrenza dell’ex Como Fadera, spesso impiegato al suo posto da mister Grosso. Un dettaglio tutt’altro che marginale, che potrebbe indicare come il Sassuolo sia rimasto spiazzato dall’andamento della trattativa, avendo già pensato a un possibile sostituto e trovandosi ora con due pedine valide per un solo ruolo.
Come se non bastasse, a complicare ulteriormente il quadro c’è anche la situazione contrattuale di Laurienté, prossimo alla scadenza.
Dirigenza e giocatore sembrano concordi nel non prolungare il rapporto, un elemento che fissa inevitabilmente una deadline importante per il futuro del francese. Salvo inaspettati stravolgimenti, Laurienté non rinnoverà il suo contratto, mettendo di fatto il Sassuolo davanti a una scelta cruciale: cedere subito, cercando di garantirsi un ritorno economico, seppur inferiore rispetto all’estate, oppure trattenere il giocatore, godendosi ancora le sue prestazioni, con la consapevolezza di rinunciare a fondi importanti. La palla ora è in mano al Sassuolo.

Serie A
Milan, su Nkunku brillano gli occhi dell’Arabia Saudita
Il Milan ha avuto difficoltà a trovare un attaccante in grado di segnare con continuità. Pulišić sa farlo, ma senza lui diventa davvero complicato.
Gli infortuni di Leão e Giménez hanno messo in difficoltà i rossoneri, nonostante un rendimento non soddisfacente da parte del messicano per quanto riguarda il numero di gol segnati.
Per l’ex Feyenoord solamente una rete ed un assist realizzati, in entrambi i casi in Coppa Italia.
La scorsa estate è arrivato Nkunku dal Chelsea, con la speranza di riuscire a replicare un affare in stile Pulišić.
Nonostante i 40 milioni di euro spesi per il francese ex Lipsia, Christopher non solo non sta convincendo ma su di lui sono presenti gli occhi dell’Arabia Saudita. Al momento nessuna offerta ufficiale però.

Christopher Nkunku in azione ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Milan, Nkunku andrà via? Improbabile
Il prezzo minimo per evitare una minusvalenza è intorno ai 36 milioni di euro e, ad oggi, è difficile che qualcuno voglia offrirli.
Inoltre, date le varie indisponibilità in attacco, di certo l’obiettivo non è quello di vendere in quel reparto ma anzi di acquistare.
Non a caso l’idea Füllkrug è sempre più vicina a concretizzarsi, anche se bisogna ancora trovare l’intesa con il West Ham per un prestito con opzione di acquisto, per una cifra poco inferiore ai 10 milioni di euro.
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