Focus
Roma, cosa portano i nuovi acquisti nel gioco di Gasperini?
Il calciomercato della Roma non è ancora terminato, ma è già tempo dei primi bilanci: cosa porteranno i nuovi giocatori arrivati in giallorosso allo scacchiere tattico di Gasperini?
A venti giorni dall’esordio della prossima stagione di Serie A in casa con il Bologna la Roma continua a muoversi nel calciomercato. L’ultimo arrivo in ordine cronologico è stato quello di Daniele Ghilardi dal Verona, ufficializzato nella mattinata di oggi.
In più dichiarazioni il tecnico dei giallorossi Gian Piero Gasperini si è detto soddisfatto di come Massara si sia mosso, pur sottolineando di come ancora la rosa non sia completa. Sicuramente ci saranno altre novità in entrata, ma anche in uscita. Ma cosa porteranno i nuovi giocatori arrivati alla Roma?
Devis Vazquez
Gasperini ha scelto Vàsquez come riserva di Svilar per la prossima stagione. Una trattativa lampo che ha portato il colombiano classe 1998 nella capitale, dopo l’ultima esperienza con la maglia dell’Empoli. Ovviamente il posto di Mile Svilar è intoccabile, ma all’ex tecnico dell’Atalanta serviva un portiere affidabile per poter affrontare al meglio tutte e tre le competizioni.
Vasquez è un estremo difensore giovane ma con una certa personalità, e all’ombra del portiere serbo potrà migliorare ancora e farsi trovare pronto in caso di necessità.
Daniele Ghilardi
Il suo arrivo a Roma non è stato semplice per la volontà del Verona di massimizzare nei dettagli gli incassi della sua cessione, ma alla fine tutto è andato a dama. Il suo arrivo permetterà a Gasperini di avere un jolly difensivo da poter utilizzare sia in una difesa a tre che a quattro in entrambi i braccetti.
Ghilardi è dotato di una buona tecnica individuale e di buone doti di regia, e darà alla Roma la possibilità di costruire il proprio gioco da dietro. Sicuramente ci sarà un periodo inevitabile di apprendistato, ma sicuramente Ghilardi diventerà in poco tempo uno degli uomini chiave della rosa di Gasperini.
Wesley

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A Roma uno dei dibattiti preferiti dei tifosi giallorossi negli ultimi anni è stato quello relativo al terzino destro, ma adesso quegli stessi tifosi sperano che l’arrivo di Wesley possa mettere fine a qualsiasi tipo di discussione al riguardo. Il terzino brasiliano del Flamengo è stato l’acquisto forse più voluto da Gian Piero Gasperini, e Massara ha fatto di tutto per accontentarlo.
Il suo arrivo porterà quella prestanza fisica ed atletica fondamentale per interpretare al meglio il calcio dell’ex tecnico dell’Atalanta. Wesley dovrà lavorare molto sulla tattica, specie quella difensiva, ma se tutto andrà come previsto Wesley potrebbe essere l’acquisto più importante di questo calciomercato.
El Aynaoui
Sicuramente El Ayanaoui non era la prima scelta per Gasperini, ed il suo arrivo è stato concretizzato solamente una volta saltata definitivamente la trattativa per Rios. Questo però non sminuisce minimamente l’importanza dell’arrivo del franco marocchino alla corte del tecnico piemontese.
Il suo ruolo è quello di un regista offensivo con buoni piedi e buona visione di gioco, e sarà importante per permettere alla Roma di manovrare da dietro nel caso di difese chiuse. Le sue prime uscite in maglia giallorossa sono state condite da alcuni lampi ma anche da altrettanti momenti di vuoto. Il ragazzo dovrà lavorare, ma Gasperini è un maestro in questo.
Ferguson
L’anno scorso si è parlato spesso della mancanza di un vice Dovbyk, per quanto Shomurodov si sia sempre fatto trovare pronto nel momento dei bisogno a suon di ottime prestazioni e soprattutto di gol all’ultimo respiro (vedi Bilbao). L’uzbeko però ha lasciato la capitale, e la Roma cercava un giocatore diverso dal centravanti ucraino.
L’investitura è ricaduta in Evan Ferguson, giocatore che solamente due anni fa valeva all’incirca 100 milioni per il Leicester. L’irlandese è stato il protagonista indiscusso della pre-stagione della Roma con ben sei gol in tre match. Un attaccante velenoso, rapido e letale, che già sta facendo sognare i tifosi della Roma. Dovbyk è avvisato.
Focus
Pisa, notte nera a Lecce: ora la classifica si complica
Notte amara per il Pisa di Gilardino dopo la sconfitta contro il Lecce. Ora la classifica preoccupa e il mercato di gennaio diventa decisivo.
Un’altra sconfitta, forse la più pesante della stagione, per il Pisa di Alberto Gilardino. Nell’anticipo del venerdì sera i nerazzurri escono battuti dallo scontro diretto con il Lecce che avrebbe potuto cambiare il volto della classifica e che invece rischia di complicare ulteriormente il cammino verso la salvezza. Il punteggio racconta solo in parte quanto visto in campo.
A pesare non è neanche tanto il risultato finale, quanto la prestazione. Perché se è vero che fin qui il Pisa aveva spesso dato l’impressione di meritare più punti di quelli raccolti, con prove solide anche contro le grandi del campionato, quanto visto ieri sera è stato ben lontano dalla media stagionale. Una squadra spenta, rinunciataria, mai davvero dentro la partita e incapace di reagire.
Un Pisa praticamente irriconoscibile, come ammesso dallo stesso Gilardino nel post-partita. Poca intensità, poche idee e una sensazione di fragilità che non si era mai vista in modo così evidente. Ed è proprio questo l’aspetto più preoccupante: perdere uno scontro diretto senza mai dare la sensazione di poterlo davvero vincere.

Idrissa Toure’ (Pisa) during warm up during Italian soccer Serie B match AC Pisa vs Ascoli Calcio at the Arena Garibaldi in Pisa, Italy, December 08, 2022 – Credit: Gabriele Masotti
Pisa, il mercato per invertire la rotta
Questa terza sconfitta consecutiva lascia ora il Pisa momentaneamente a quattro punti dalla zona salvezza, una distanza che potrebbe anche aumentare nel prosieguo del weekend. Un dato che fotografa un momento complicato e che non può essere ignorato. Anche perché il bilancio complessivo parla chiaro: un solo successo finora, arrivato contro la Cremonese ormai più di un mese fa. Decisamente non abbastanza per guardare alla salvezza con ottimismo.
A rendere il quadro ancora più difficile ci sono poi le assenze imminenti. Le partenze di Nzola e Akinsanmiro per la Coppa d’Africa toglieranno soluzioni, profondità e qualità a una rosa già in affanno. La sensazione è che, senza interventi, il rischio di scivolare ulteriormente sia concreto.
Per questo gennaio diventa un passaggio obbligato. Servirà intervenire con forza sul mercato per provare a invertire la rotta e dare nuove energie a un gruppo che, dopo un buon avvio, sembra aver perso certezze e brillantezza.
Il Pisa ha mostrato di poter stare in questa categoria, ma ora servono risposte immediate. Perché il tempo stringe e la classifica, giornata dopo giornata, inizia a fare davvero paura.
Focus
Inter, il futuro di Akinsanmiro: basta un milione per riportarlo a Milano
Akinsanmiro stupisce al Pisa e torna nei piani dell’Inter: grazie alla clausola di recompra da 1 milione i nerazzurri possono riportarlo subito a Milano.
Stankovic, Pio Esposito e suo fratello Sebastiano sono solo alcuni dei maggiori talenti usciti dalle giovanili dell’Inter, settore di cui oggi la società di via della Liberazione va particolarmente fiera. Ovviamente, l’unico che gioca stabilmente nella squadra in cui è cresciuto è il più piccolo della famiglia Esposito, Pio, che — a differenza di suo fratello Sebastiano, oggi al Cagliari — ha concluso la classica trafila di prestiti nella scorsa stagione allo Spezia.
Tuttavia, non si può dire lo stesso dell’altro giocatore citato. Pur essendo attualmente in Belgio, Stankovic continua a vestire una maglia nerazzurra, quella del Club Brugge, anche se è dei tre quello più lontano: per riportarlo a Milano, infatti, l’Inter dovrebbe versare i 15 milioni previsti dalla clausola di recompra, inserita nella trattativa con il club vicecampione del Belgio.
Non è però l’unico giocatore con un passato interista ad avere una clausola simile, e che — guarda caso — ha cambiato città, ma non colori. Il nome in questione è quello di Ebenezer Akinsanmiro, centrocampista nigeriano arrivato nel 2023 alla corte nerazzurra e oggi in forza al Pisa. Come per Stankovic, anche sul suo contratto è presente una clausola che permetterebbe all’Inter di riportarlo a Milano senza ulteriori trattative; ma, a differenza del figlio d’arte, la cifra è notevolmente più bassa, rendendo il tutto più realistico.
La questione Stankovic
Tuttavia, anche nel caso di Stankovic si tratta di un’operazione tutt’altro che sconveniente: il giocatore, che non avrebbe trovato spazio — o almeno non quanto nella scorsa stagione al Lucerna, dove aveva collezionato 38 presenze, segnato tre gol e fornito due assist — è stato ceduto a una squadra dove certamente avrebbe avuto modo di giocare. Ma il Club Brugge non avrebbe agito “pro bono” per l’Inter senza nulla in cambio. Ecco perché, ai 10 milioni incassati dai nerazzurri, la dirigenza guidata da Giuseppe Marotta ha deciso di aggiungere una clausola di recompra da 25 milioni: da un lato testimonianza del grande valore del giocatore cresciuto sotto la guida di Christian Chivu, dall’altro segnale che l’Inter, pagando 25 milioni, riacquisterebbe un profilo molto più maturo e con esperienza accumulata anche su palcoscenici importanti, al prezzo di 15 milioni di euro, cifra più bassa di quella che potrebbe diventare la sua valutazione da qui a qualche mese.
Inter, cosa fare con Akinsanmiro
La società nerazzurra sarebbe rimasta molto soddisfatta dell’apporto dato alla causa del Pisa dal suo giovane talento, un fattore che di fatto lo avrebbe riportato al centro dei piani dell’Inter per il futuro. Il giocatore, infatti — per il quale, ricordiamo, basterebbe versare solo un milione per riaverlo — ha già praticamente sextuplicato il valore dell’investimento che l’Inter dovrebbe sostenere per riportarlo a Milano.
L’Inter comunque non si è fatta cogliere alla sprovvista. Durante l’ultima finestra di mercato, quando si è seduta al tavolo con la dirigenza del Pisa, avrebbe deciso di impostare la trattativa nel seguente modo, come raccontato anche da Calciomercato.com: il giocatore sarebbe passato al Pisa in prestito oneroso, con una opzione di riscatto a 7 milioni.
E allora perché l’Inter può riprendere totalmente possesso del suo giocatore — dato che, di fatto, lo è ancora — per soltanto un milione?
La risposta risiede nella clausola di recompra, in pieno stile Real Madrid, una tutela fondamentale per i grandi club che, spesso impegnati in progetti ambiziosi, rischiano di lasciarsi sfuggire i migliori talenti cresciuti nel loro settore giovanile. Una clausola che, in questo caso, permetterebbe — come già detto — di riacquistare il giocatore tramite un controriscatto da un milione di euro.

LAUTARO MARTINEZ PENSA ALLA CHAMPIONS LEAGUE ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
Focus
Arbitri, VAR e polemiche: Un problema creato dal sistema
Arbitri e VAR sono al centro di molte discussioni nel calcio italiano. Ogni giornata porta nuovi dubbi e polemiche sulle decisioni in campo, che spesso finiscono sotto la lente dei media e dei tifosi.

Il problema non riguarda solo gli arbitri: anche il sistema in cui operano influisce sulle scelte. Il VAR è arrivato con la promessa di maggiore chiarezza, ma non sempre riesce a evitare gli errori o a spiegare le decisioni in modo trasparente.
Quando le situazioni restano controverse, spesso le responsabilità sembrano sfumare tra arbitri e tecnologia.
In altri Paesi, gli arbitri forniscono spiegazioni ufficiali dopo le partita; in Italia, invece, la comunicazione resta limitata. Questo contribuisce a creare incertezza e sospetti tra tifosi e addetti ai lavori. Gli arbitri italiani affrontano una pressione costante e, talvolta, questo si riflette nelle decisioni prese in campo.
Var, cambiamento a fuoco lento
Un esempio recente arriva dalla partita Lazio–Milan a San Siro. Nei minuti di recupero, il VAR ha richiamato l’arbitro Collu al monitor per valutare un possibile rigore per la Lazio, dopo un tocco di braccio di Pavlovic che inizialmente era stato ignorato. Dopo l’on‑field review, l’arbitro ha deciso di non concedere il penalty, assegnando invece un calcio di punizione per fallo in attacco.
La scelta ha provocato proteste della Lazio, critiche diffuse sui media e la squadra biancoceleste ha anche saltato la conferenza stampa post‑gara, pubblicando immagini del replay sui social per contestare il verdetto. L’allenatore Maurizio Sarri ha poi suggerito di riposizionare le postazioni VAR lontano dalle panchine per ridurre tensioni e confusioni durante le partite.
Nonostante le critiche, ogni stagione vengono annunciate nuove iniziative per aumentare trasparenza e dialogi, ma i cambiamenti concreti sono spesso lenti o limitati. In sintesi, il dibattito sugli arbitri e sul VAR no riguarda solo singoli episodi: riflette questioni più ampie legate al sistema del calcio italiano, alla gestione della tecnologia e alla comunicazione con tifosi e media.
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