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Mondiale per Club, stadi pieni a metà: dove sono i tifosi?
Mondiale per Club, i dati dopo 32 gare rivelano un problema strutturale e gli spalti semivuoti e gli orari sfavorevoli penalizzano l’affluenza.
Il nuovo Mondiale per Club della FIFA ha acceso i riflettori del calcio internazionale sull’estate americana. Ma dopo 32 partite disputate, iniziano ad affiorare le prime crepe, almeno sul piano della partecipazione sugli spalti. A riportarlo è un’analisi di Calcio e Finanza, che fotografa un quadro non esattamente trionfale in termini di pubblico.
La media spettatori si attesta intorno ai 36 mila a partita, un numero in sé significativo ma che, inserito nel contesto della capienza degli stadi utilizzati, restituisce una realtà meno entusiasmante poiché il tasso di riempimento medio è appena del 57,97%. In altre parole, quasi un terzo degli spalti resta regolarmente vuoto, un’immagine che stride con le ambizioni di una competizione pensata per rivaleggiare con i grandi tornei europei.
Mondiale per Club, colpa degli orari “europei”
Tra le cause principali di questa disaffezione del pubblico locale c’è la programmazione oraria delle partite, modellata per adattarsi ai palinsesti televisivi europei. L’Europa rappresenta il mercato più redditizio e strategico per la FIFA, ma questa scelta ha avuto un impatto concreto sull’affluenza negli stadi statunitensi.
Emblematico il caso di Benfica-Auckland City, andato in scena di venerdì a mezzogiorno: poco più di 6.000 spettatori sugli spalti e un tasso di riempimento fermo al 26%. Situazioni simili si sono ripetute in diverse gare infrasettimanali, spesso disputate nelle prime ore del giorno o nel primo pomeriggio, in orari scomodi per il pubblico locale, per lo più composto da lavoratori o studenti.

Non mancano, tuttavia, partite da tutto esaurito o quasi. PSG-Atletico Madrid ha fatto registrare oltre 80.000 presenze con uno stadio riempito al 91%, mentre Bayern Monaco-Boca Juniors, giocata all’Hard Rock Stadium di Miami, ha raggiunto il picco con oltre 65.000 spettatori e un tasso di occupazione del 97%. Gare di richiamo tra club storici e con tifoserie internazionali consolidate mostrano che il potenziale c’è, ma va saputo attivare.
Il confronto con i top campionati europei
Il dato preoccupante per la FIFA è che, nonostante l’investimento e l’attenzione mediatica, il Mondiale per Club resta distante dagli standard europei in termini di affluenza. La Premier League guida la classifica con una media di 40.476 spettatori a partita e un tasso di riempimento del 97,9%. Subito dietro la Bundesliga con 38.665 spettatori medi (97%). Ma anche la Serie A 2024/25 – spesso criticata per stadi vetusti – ha chiuso la stagione con una media di riempimento del 92,4%, nettamente superiore a quella del torneo FIFA. Più staccate la Liga (81%) e la Ligue 1 (86,7%), ma sempre sopra il 57% del Mondiale.
Questi numeri sollevano interrogativi importanti sulla sostenibilità e l’appeal del nuovo format. La FIFA, che ha puntato su un torneo lungo e globalizzato, dovrà interrogarsi su come bilanciare gli interessi commerciali con il coinvolgimento del pubblico reale. Altrimenti, il rischio è quello di un evento imponente ma svuotato nella partecipazione, con stadi sì capienti, ma mezzi deserti.
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Padova, dopo due anni il Papu Gomez torna titolare
Papu Gómez torna titolare dopo quasi due anni: l’argentino partirà dal primo minuto in Padova-Reggiana, sfida valida per la Serie B.
Finalmente, dopo un’attesa durata quasi due anni, per il Papu Gómez è arrivato il momento di tornare titolare sin dal primo minuto. L’argentino, che molti ricordano con la maglia dell’Atalanta, dopo aver scontato la lunga squalifica, era tornato in campo in due delle partite precedenti – prima contro il Venezia e poi nella vittoria contro il Cesena, saltando la sfida contro il Pescara – senza però essere mai impiegato dall’inizio del match.
Un tabù che verrà finalmente sfatato oggi, in vista della gara del Padova contro la Reggiana.
Il campione del mondo, che oggi alle 15 spera di scrivere un nuovo punto di partenza per la sua carriera, vuole trascinare anche la sua squadra, attualmente dodicesima in Serie B con 18 punti conquistati nelle prime 15 giornate.

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Messi, il GOAT Tour in India precipita nel caos
Da sogno a incubo: l’arrivo di Messi in India scatena il caos. Tifosi infuriati, campo invaso e rabbia per un evento mal gestito.
Quella che doveva essere una festa per i fan di Lionel Messi in India si è trasformata in una giornata di caos e rabbia allo Salt Lake Stadium di Calcutta. La tanto attesa tappa del GOAT Tour dell’asso argentino, prevista per sabato 13 dicembre, ha infatti scatenato proteste violente da parte di molti dei circa 80mila spettatori presenti, delusi dall’organizzazione e dall’impossibilità di vedere la star da vicino.
GOAT Tour di Messu a Calcutta: ecco cosa è successo
Secondo i resoconti, gruppi di tifosi hanno sfondato cancelli, “invaso il campo”, danneggiato sedili e lanciato bottiglie e altri oggetti contro il terreno di gioco in segno di protesta. Molti spettatori, che avevano speso fino a 12 mila rupie per i biglietti, si sono detti furiosi per non essere riusciti “nemmeno a guardare in volto il Campione del Mondo e otto volte Pallone d’Oro”.
La presenza di Messi è durata solo una frazione di quella prevista: dopo circa venti minuti in campo, durante i quali è apparso circondato da organizzatori e personalità locali, l’argentino è stato costretto ad abbandonare il campo a causa dell’escalation. “Only leaders and actors were surrounding Messi … Why did they call us then?” ha lamentato un tifoso, secondo testimoni citati dai media internazionali.
Le critiche si sono rapidamente estese oltre il pubblico: la Chief Minister del Bengala Occidentale, Mamata Banerjee, ha espresso pubblicamente rammarico per l’accaduto e ha annunciato un’indagine ufficiale sulla gestione dell’evento, definendo la situazione frutto di “mismanagement”
Questa prima tappa in India, che include anche altri appuntamenti in città come Hyderabad, Mumbai e Nuova Delhi, era parte di un tour che prevedeva anche iniziative culturali e di beneficenza oltre alla partita amichevole. Ma, alla luce degli eventi di Calcutta, sua alte aspettative e l’organizzazione dei prossimi eventi saranno inevitabilmente sotto esame.
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Juventus, Exor rifiuta formalmente la proposta di Tether: il comunicato
Exor respinge un’offerta non richiesta di Tether Investments per acquisire tutte le azioni della Juventus. L’azienda ha ribadito la sua intenzione di non vendere nessuna delle sue azioni.

Juventus, il comunicato di Exor
Offerta Rifiutata
Exor N.V., la holding controllata dalla famiglia Agnelli, ha annunciato di aver respinto una proposta non richiesta da parte di Tether Investments per acquisire tutte le azioni della Juventus Football Club. Il comunicato ufficiale sottolinea che il Consiglio di Amministrazione di Exor ha rifiutato all’unanimità l’offerta di Tether, una società con sede a El Salvador.
Exor ha riaffermato le sue precedenti dichiarazioni secondo cui non ha intenzione di vendere nessuna delle sue azioni della Juventus a terzi, incluso Tether.
Impegno Continuo
“La Juventus è un club storico e di successo, di cui Exor e la famiglia Agnelli sono azionisti stabili e orgogliosi da oltre un secolo” afferma il comunicato. Exor continua a essere pienamente impegnata nel club, sostenendo il suo nuovo team di gestione nell’esecuzione di una chiara strategia per fornire risultati forti sia dentro che fuori dal campo.
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Fonte: Gianluca Di Marzio.
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